È passato un anno da quando Sony ci ha stupiti con l'annuncio di God of War Ragnarok, che rappresenterà la conclusione del ciclo norreno della celebre saga videoludica. In quell'occasione vi avevamo proposto uno speciale sul Ragnarok nella mitologia norrena; oggi vogliamo approfondire la storia e le caratteristiche dei personaggi che hanno avuto maggiore rilievo nell'ultimo trailer andato in onda durante il PlayStation Showcase.
Thor, Tyr e Angrboda sono divinità di assoluto peso nel pantheon nordico e, sebbene menzionati nel primo God of War del 2018 (Thor aveva anche fatto una breve apparizione, incappucciato e poco visibile), non erano ancora entrati nel vivo dell'azione videoludica. Ci concentreremo prevalentemente su di loro: tenete a mente che, per ovvie ragioni, saranno presenti spoiler sulla trama di God of War.
Thor, forza implacabile
"Sembri una persona calma e ragionevole. Sei una persona calma e ragionevole?". È con queste parole che Thor, il cui martello Mjolnir è bene in vista, si rivolge a Kratos nel corso del trailer. Il dio delle tempeste, del tuono e della forza non ha bisogno di presentazioni, dato il suo enorme successo, anche recente, nella cultura di massa. Vanta persino un elemento a lui dedicato nella tavola periodica: il radioattivo torio.
Ma a Thor non bastava fare la storia della mitologia e della chimica... voleva entrare in grande stile anche nel mondo dei fumetti. È successo nel 1962, grazie a tre miti del calibro di Jack Kirby, Stan Lee e Larry Lieber: fu così che il dio divenne supereroe, con un clamoroso seguito di pubblico che gli ha assicurato una lunga e luminosa carriera, anche cinematografica. Rappresentato dall'atletico Chris Hemsworth, Thor è una delle punte di diamante del Marvel Cinematic Universe. Forse è proprio colpa di Hemsworth se molti si aspettavano un Thor dall'aspetto diverso in God of War Ragnarok: capelli e barba rossi, un generoso pancione e tanti tatuaggi contraddistinguono la divinità videoludica.
Non solo: i più attenti ricorderanno che nel primo God of War era visibile (e distruttibile!) una spettacolare statua del dio, collocata su un'isola nel bel mezzo del lago di Veithugard. Ritratto in una posa trionfale, con un colore verde smeraldo, gli addominali bene in vista, ora possiamo dire che l'opera non rispecchiava affatto le reali sembianze di Thor... Mezzo gigante e figlio primogenito di Odino, fratellastro di Tyr e Baldur (ucciso da Kratos e Atreus nel primo God of War), Thor è probabilmente il più forte di tutti gli Aesir, e si avvale del maestoso martello Mjolnir. Nella versione canonica del mito, Loki (un nome che suonerà familiare a chi ha concluso il primo capitolo della saga norrena di Kratos e Atreus) si lanciò in uno dei suoi famigerati scherzi e tagliò tutta la bionda chioma di Sif, moglie di Thor; il dio, adirato, prese Loki con l'intenzione di rompergli tutte le ossa, ma il burlone riuscì a convincerlo a graziarlo: avrebbe fatto forgiare una nuova chioma d'oro per la povera Sif.
Loki mantenne la parola grazie alla collaborazione dei nani, che prepararono la chioma (magica: era capace di crescere allo stesso modo dei capelli naturali) e, già che c'erano, realizzarono altri due capolavori.
Innanzitutto la nave Skidbladnir, che spettò al dio Freyr, e poteva essere ripiegata e riposta in tasca come un pezzo di stoffa; poi la celebre lancia Gungnir, arma d'elezione di Odino, dotata del potere di andare sempre a segno. Non soddisfatto di averla scampata bella, Loki scommise la testa con il nano Brokk - che abbiamo conosciuto in God of War - affermando che suo fratello Eitri non sarebbe stato capace di forgiare tre oggetti preziosi di valore pari a quelli prodotti da Brokk. Giudici nella competizione furono nientemeno che Odino, Thor e Freyr, ed Eitri sottopose al loro esame Draupnir, un anello d'oro donato a Odino, da cui, ogni nove notti, sarebbero scaturiti altri otto anelli di uguale peso, mentre a Freyr toccò il destriero Gullinbursti, dotato di una velocità inenarrabile, sia sulla terra che sull'acqua, e capace di illuminare la notte con lo splendore del suo manto.
Fu però l'ultima opera presentata da Eitri ad essere giudicata la migliore: come ormai potete immaginare, si trattava del martello Mjolnir. Indistruttibile, dotato della capacità di tornare sempre indietro dal suo proprietario, anche se scagliato a miglia di distanza, condivideva con la nave creata da Brokk una proprietà: poteva essere rimpicciolito e così tenuto in tasca. Piccola chicca: gli dei commentarono che aveva il manico troppo corto. Fu così che Loki perse la scommessa - Eitri era riuscito a forgiare degli oggetti più impressionanti di quelli prodotti da Brokk - e la testa... ma il dio dell'inganno riuscì a salvarla con un sottile artificio dialettico!
Tornando alla sua estetica, molti fan si sono stupiti per l'aspetto poco eroico di Thor... ma, come accennavamo, ciò è dovuto alle rappresentazioni recenti del dio in viste di supereroe in film, serie TV e fumetti. Nelle fonti antiche - tra cui il Grimnismal, il Gylfaginning e lo Skaldskaparmal di Snorri Sturluson, nomi non nuovi agli appassionati di mitologia norrena - Thor è dipinto come una divinità nerboruta, con capelli e fluente barba dall'acceso colore rosso: nessuno lo descrive come un belloccio Chris Hemsworth dagli addominali scolpiti!
Non si tratta nemmeno di un capolavoro di moralità - ma come sappiamo, il concetto di un Dio perfetto, incorruttibile e buono è tipico delle religioni monoteistiche, Cristianesimo in testa, mentre mitologie come quella greca, norrena ed egizia si aprono a tutte le manifestazioni dell'umano. In God of War Ragnarok è probabile che egli cercherà vendetta contro Kratos e Atreus, responsabili della morte del suo fratellastro Baldur. Permaloso, irascibile, dall'insaziabile sete di sangue di Jotnar (e non solo), Thor ha un unico rivale capace di tenergli testa: il serpente Jormungandr. Ne riparleremo a breve, ma prima permetteteci di presentarvi uno dei suoi due fratellastri.
Tyr, tra guerra e pace
Di Tyr si è parlato tanto, nel primo God of War, ma si trattava di una presenza carsica, sotterranea, non ancora venuta allo scoperto. Mimir, pur considerato l'uomo più intelligente al mondo, manifesta un enorme rispetto per l'ingegno del dio. Kratos aveva avuto l'occasione di esplorare le stanze segrete di Tyr, ricolme di tesori provenienti da ogni angolo del mondo, come un vaso greco che rappresentava lo stesso Kratos e una pschent, la doppia corona bianca e rossa indossata dai faraoni egizi, a simboleggiare la signoria sul Basso e l'Alto Egitto. Avete notato i geroglifici visibili sul braccio sinistro di Tyr nell'immagine promozionale diffusa negli scorsi giorni?
Le fonti antiche sono contraddittorie sulla sua ascendenza: mentre Snorri Sturluson lo considera figlio di Odino (e questa è la versione adottata da Santa Monica Studio), altri scritti ne parlano come discendente del gigante Hymir. È ignota l'identità di sua madre. Tyr è, senza dubbio alcuno, uno dei protagonisti più affascinanti del pantheon norreno: dio della guerra, promuove la pace; dotato di infinita conoscenza, non si accontenta di ciò che sa e viaggia per i mondi al fine di nutrire la sua mente di meraviglia; coraggioso e temerario, era invocato dai guerrieri in battaglia per ottenere la vittoria, e la runa tiwaz, che rappresentava il suo nome, era incisa sulle spade per infondere loro forza.
Associato dai romani al dio della guerra Marte, è all'origine del nome del martedì in inglese, Tuesday. Snorri Sturluson, nel suo linguaggio formulare spesso simile a quello omerico cui siamo più abituati, descriveva alcuni personaggi dotati di immensa qualità con le parole "valoroso come Tyr" e "saggio come Tyr".
Gli appassionati di mitologia norrena si saranno senz'altro stupiti di vederlo rappresentato con la mano destra.È stabile il canone che la vuole mozzata da Fenrir, lupo mostruoso figlio di Loki e Angrboda (di lei parleremo tra un momento). Tyr fu l'unico dio ad avere il coraggio di avvicinarsi a Fenrir - l'epiteto di "valoroso" da parte di Snorri Sturluson è quindi pienamente meritato. A garanzia della natura innocua della catena magica Gleipnir, in realtà concepita per trattenere Fenrir e placare così i timori di Odino, Tyr pose la sua mano destra nelle fauci del mostro (vi ricorda un certo Muzio Scevola?), che la strappò via per la rabbia quando la catena si strinse intorno al suo corpo.
Responsabile di un atroce inganno, Tyr ritenne che il fine giustificasse i mezzi, e con la sua mutilazione riuscì a mantenere stabile l'ordine del cosmo. Non è stata l'unica volta in cui Tyr si è trovato coinvolto in una storia di fiducia tradita. Come narrato nel primo God of War, Tyr si era fatto promotore di una tregua tra gli dei Aesir e gli Jotnar; Odino, tuttavia, non aveva rispettato i patti, e anzi aveva colto l'occasione per rubare la conoscenza segreta dei Giganti, che avevano maledetto il dio e lo avevano espulso da Jotunheim.
Così ebbe inizio il massacro degli Jotnar ad opera di Thor, autorizzato dal padre; Tyr, invece, fu imprigionato da Odino stesso, dopo essere stato accusato di tramare con i Giganti per rovesciare gli Aesir. È probabilmente questa la situazione di prigionia da cui viene liberato da Kratos e Atreus: non possiamo fare a meno di chiederci quale sarà il ruolo nel Ragnarok di questo dio che si comporta da battitore libero, capace di ospitare la contraddizione di essere un dio della guerra che si adopera per la pace.
Angrboda, presagio di male
Il trailer mostrato al PlayStation Showcase si è concluso mostrando un personaggio menzionato solo di sfuggita nel primo God of War: la gigantessa Angrboda, il cui nome è traducibile come "presagio di male". Impossibile aspettarsela rappresentata come una bambina, visto che le rune dell'Altare di Jormungandr la citano come madre dello stesso Serpente del Mondo, del lupo Fenrir (responsabile della mutilazione di Tyr, come abbiamo già visto) e della dea della morte Hel.
La risposta, forse - come spesso accade - sta nelle parole del saggio Mimir. Il Serpente del Mondo gli aveva riferito che trovava familiare la figura di Atreus; una volta informato di questo dialogo, Atreus chiede a Mimir come ciò sia possibile: "forse si riferiva a qualcosa ancora di là da venire" risponde sibillino il saggio Mimir, e prosegue: "si dice che quando Thor e Jormungandr combatteranno durante il Ragnarok, il loro scontro sarà così violento da scindere l'Albero della Vita, spedendo così il Serpente indietro nel tempo, prima della sua stessa nascita".
Gli effetti del Ragnarok si riverberano quindi anche sul passato, e Jormungandr trova familiare Atreus per un'ottima ragione: nel mito, il Serpente del Mondo è figlio di Loki - il nome con cui Laufey, compagna di Kratos, desiderava chiamare il loro bambino - e di Angrboda. Durante la concitata battaglia contro il cadavere redivivo di Thamur e Baldur, evento del primo God of War, Atreus aveva chiamato Jormungandr in aiuto nell'antica lingua, e il Serpente non aveva esitato a scagliarsi contro Thamur, volgendo l'esito della battaglia in favore di Kratos e Atreus, che avevano così sconfitto il temibile Baldur. Questa è stata l'ultima interazione nel gioco con Jormungandr.
Se Santa Monica Studio manterrà fedeltà con i miti originali, Angrboda dovrebbe quindi divenire la compagna di Atreus/Loki. Mentre il poema Edda poetica la menziona come madre del solo Fenrir, avuto da Loki, il Gylfaginning (Edda in prosa) di Snorri Sturluson (con cui ormai abbiamo una certa familiarità) la descrive come "gigantessa del Jotunheimr" e madre di tre mostri: Fenrir, Hel e Jormungandr.
I suoi tre figli, come visto, sono menzionati dalle rune iscritte nell'Altare del Serpente del Mondo, a dimostrazione del fatto che i creatori di God of War hanno aderito alla versione di Sturluson, che menziona un'altra circostanza interessante: il timore degli dei verso la progenie di Angrboda. "E quando gli dei compresero che questi tre fratelli venivano cresciuti nella Terra dei Giganti", scrive Sturluson, "e quando gli dei appresero delle profezie che affermavano che questi fratelli avrebbero portato grande caos e disastro, allora percepirono che da loro c'era da aspettarsi un grande male, innanzitutto a causa della natura della loro madre, ma ancor di più a causa di quella del padre".
Per questo gli Aesir imprigionarono Fenrir con l'invincibile catena Gleipnir, e per questo Thor intraprese una lotta senza quartiere contro Jormungandr. Hel fu invece bandita nel regno dei morti da lei presidiato, Helheim, una decisione di cui Odino si pentì: il potere di Hel era infatti immenso, e il suo controllo sull'Oltretomba le guadagnava il rispetto di tutti gli altri dei.
Sturluson, con i suoi scritti vecchi di centinaia di anni, dà voce ai dubbi dei fan di God of War: quale sarà il ruolo di Atreus/Loki? Cosa vuol dire l'apparizione di Angrboda bambina?
Sembra evidente come gli effetti distorsivi dello spazio-tempo operati dal Ragnarok nel futuro siano, almeno in parte, la motivazione della presenza di uno Jormungandr adulto nel presente di God of War, mentre Angrboda e Atreus/Loki, che dovrebbero essere i suoi genitori, sono ancora bambini, e Tyr, cui Fenrir dovrebbe strappare la mano destra, è mostrato con un corpo ancora integro. Non dimentichiamo, però, la libertà creativa di Santa Monica Studio, che potrebbe proporci una rivisitazione anche considerevole dei miti norreni; va anche detto che alcuni indizi sono troppo grandi per poter essere ignorati, ed è un piacere per noi proporre ai nostri lettori speculazioni che riteniamo potenzialmente fondate.Ne facciamo un'ultima. È cosa abbastanza nota ai fan del primo capitolo della saga norrena di God of War che il personaggio videoludico di Freya è frutto dell'unione tra le figure della dea omonima e di Frigg, da alcuni studiosi considerate essere la stessa persona.
Per questo non sembrerebbe assurdo a chi scrive se lo stesso accadesse in God of War Ragnarok ad Angrboda e Sigyn, entrambe compagne di Loki secondo Snorri Sturluson - che diede un maggior peso a quest'ultima - e altre fonti. È celebre il mito del supplizio di Loki, legato a un albero e sottoposto ad un'atroce punizione per aver ucciso il dio Baldur: con un serpente che gli stillava continuamente veleno sul viso, Loki era difeso da una bacinella tesa proprio da Sigyn. "Ma quando la bacinella si riempiva", leggiamo nell'Edda poetica, "ella doveva svuotarla; ed intanto il veleno gocciolava su Loki.
Egli sussultava così forte che tutta la terra ne veniva scossa; quel che ora sono chiamati terremoti". Nell'Edda in prosa si precisa che Loki è destinato a rimanere legato fino all'avvento del Ragnarok.
Abbiamo appena grattato la superficie delle straordinarie storie di Thor, Tyr e Angrboda, divinità affascinanti e personaggi dotati di immense potenzialità nel contesto della trama di God of War. Speriamo di avervi spinto approfondire la meravigliosa mitologia norrena, che per fascino e profondità nulla ha da invidiare ai più celebrati miti greci. Quale tra questi tre dei vi ha maggiormente incuriosito? Vi aspettiamo per parlarne nei commenti!
God of War Ragnarok: Thor, Tyr, Angrboda: la mitologia del nuovo gioco Sony
Tra antichi miti e speculazioni, vi presentiamo alcune delle divinità che vedremo nella prossima avventura di Kratos e Atreus.
È passato un anno da quando Sony ci ha stupiti con l'annuncio di God of War Ragnarok, che rappresenterà la conclusione del ciclo norreno della celebre saga videoludica. In quell'occasione vi avevamo proposto uno speciale sul Ragnarok nella mitologia norrena; oggi vogliamo approfondire la storia e le caratteristiche dei personaggi che hanno avuto maggiore rilievo nell'ultimo trailer andato in onda durante il PlayStation Showcase.
Thor, Tyr e Angrboda sono divinità di assoluto peso nel pantheon nordico e, sebbene menzionati nel primo God of War del 2018 (Thor aveva anche fatto una breve apparizione, incappucciato e poco visibile), non erano ancora entrati nel vivo dell'azione videoludica. Ci concentreremo prevalentemente su di loro: tenete a mente che, per ovvie ragioni, saranno presenti spoiler sulla trama di God of War.
Thor, forza implacabile
"Sembri una persona calma e ragionevole. Sei una persona calma e ragionevole?". È con queste parole che Thor, il cui martello Mjolnir è bene in vista, si rivolge a Kratos nel corso del trailer. Il dio delle tempeste, del tuono e della forza non ha bisogno di presentazioni, dato il suo enorme successo, anche recente, nella cultura di massa. Vanta persino un elemento a lui dedicato nella tavola periodica: il radioattivo torio.
Ma a Thor non bastava fare la storia della mitologia e della chimica... voleva entrare in grande stile anche nel mondo dei fumetti. È successo nel 1962, grazie a tre miti del calibro di Jack Kirby, Stan Lee e Larry Lieber: fu così che il dio divenne supereroe, con un clamoroso seguito di pubblico che gli ha assicurato una lunga e luminosa carriera, anche cinematografica. Rappresentato dall'atletico Chris Hemsworth, Thor è una delle punte di diamante del Marvel Cinematic Universe. Forse è proprio colpa di Hemsworth se molti si aspettavano un Thor dall'aspetto diverso in God of War Ragnarok: capelli e barba rossi, un generoso pancione e tanti tatuaggi contraddistinguono la divinità videoludica.
Non solo: i più attenti ricorderanno che nel primo God of War era visibile (e distruttibile!) una spettacolare statua del dio, collocata su un'isola nel bel mezzo del lago di Veithugard. Ritratto in una posa trionfale, con un colore verde smeraldo, gli addominali bene in vista, ora possiamo dire che l'opera non rispecchiava affatto le reali sembianze di Thor... Mezzo gigante e figlio primogenito di Odino, fratellastro di Tyr e Baldur (ucciso da Kratos e Atreus nel primo God of War), Thor è probabilmente il più forte di tutti gli Aesir, e si avvale del maestoso martello Mjolnir. Nella versione canonica del mito, Loki (un nome che suonerà familiare a chi ha concluso il primo capitolo della saga norrena di Kratos e Atreus) si lanciò in uno dei suoi famigerati scherzi e tagliò tutta la bionda chioma di Sif, moglie di Thor; il dio, adirato, prese Loki con l'intenzione di rompergli tutte le ossa, ma il burlone riuscì a convincerlo a graziarlo: avrebbe fatto forgiare una nuova chioma d'oro per la povera Sif.
Loki mantenne la parola grazie alla collaborazione dei nani, che prepararono la chioma (magica: era capace di crescere allo stesso modo dei capelli naturali) e, già che c'erano, realizzarono altri due capolavori.
Innanzitutto la nave Skidbladnir, che spettò al dio Freyr, e poteva essere ripiegata e riposta in tasca come un pezzo di stoffa; poi la celebre lancia Gungnir, arma d'elezione di Odino, dotata del potere di andare sempre a segno. Non soddisfatto di averla scampata bella, Loki scommise la testa con il nano Brokk - che abbiamo conosciuto in God of War - affermando che suo fratello Eitri non sarebbe stato capace di forgiare tre oggetti preziosi di valore pari a quelli prodotti da Brokk. Giudici nella competizione furono nientemeno che Odino, Thor e Freyr, ed Eitri sottopose al loro esame Draupnir, un anello d'oro donato a Odino, da cui, ogni nove notti, sarebbero scaturiti altri otto anelli di uguale peso, mentre a Freyr toccò il destriero Gullinbursti, dotato di una velocità inenarrabile, sia sulla terra che sull'acqua, e capace di illuminare la notte con lo splendore del suo manto.
Fu però l'ultima opera presentata da Eitri ad essere giudicata la migliore: come ormai potete immaginare, si trattava del martello Mjolnir. Indistruttibile, dotato della capacità di tornare sempre indietro dal suo proprietario, anche se scagliato a miglia di distanza, condivideva con la nave creata da Brokk una proprietà: poteva essere rimpicciolito e così tenuto in tasca. Piccola chicca: gli dei commentarono che aveva il manico troppo corto. Fu così che Loki perse la scommessa - Eitri era riuscito a forgiare degli oggetti più impressionanti di quelli prodotti da Brokk - e la testa... ma il dio dell'inganno riuscì a salvarla con un sottile artificio dialettico!
Tornando alla sua estetica, molti fan si sono stupiti per l'aspetto poco eroico di Thor... ma, come accennavamo, ciò è dovuto alle rappresentazioni recenti del dio in viste di supereroe in film, serie TV e fumetti. Nelle fonti antiche - tra cui il Grimnismal, il Gylfaginning e lo Skaldskaparmal di Snorri Sturluson, nomi non nuovi agli appassionati di mitologia norrena - Thor è dipinto come una divinità nerboruta, con capelli e fluente barba dall'acceso colore rosso: nessuno lo descrive come un belloccio Chris Hemsworth dagli addominali scolpiti!
Non si tratta nemmeno di un capolavoro di moralità - ma come sappiamo, il concetto di un Dio perfetto, incorruttibile e buono è tipico delle religioni monoteistiche, Cristianesimo in testa, mentre mitologie come quella greca, norrena ed egizia si aprono a tutte le manifestazioni dell'umano. In God of War Ragnarok è probabile che egli cercherà vendetta contro Kratos e Atreus, responsabili della morte del suo fratellastro Baldur. Permaloso, irascibile, dall'insaziabile sete di sangue di Jotnar (e non solo), Thor ha un unico rivale capace di tenergli testa: il serpente Jormungandr. Ne riparleremo a breve, ma prima permetteteci di presentarvi uno dei suoi due fratellastri.
Tyr, tra guerra e pace
Di Tyr si è parlato tanto, nel primo God of War, ma si trattava di una presenza carsica, sotterranea, non ancora venuta allo scoperto. Mimir, pur considerato l'uomo più intelligente al mondo, manifesta un enorme rispetto per l'ingegno del dio. Kratos aveva avuto l'occasione di esplorare le stanze segrete di Tyr, ricolme di tesori provenienti da ogni angolo del mondo, come un vaso greco che rappresentava lo stesso Kratos e una pschent, la doppia corona bianca e rossa indossata dai faraoni egizi, a simboleggiare la signoria sul Basso e l'Alto Egitto. Avete notato i geroglifici visibili sul braccio sinistro di Tyr nell'immagine promozionale diffusa negli scorsi giorni?
Le fonti antiche sono contraddittorie sulla sua ascendenza: mentre Snorri Sturluson lo considera figlio di Odino (e questa è la versione adottata da Santa Monica Studio), altri scritti ne parlano come discendente del gigante Hymir. È ignota l'identità di sua madre. Tyr è, senza dubbio alcuno, uno dei protagonisti più affascinanti del pantheon norreno: dio della guerra, promuove la pace; dotato di infinita conoscenza, non si accontenta di ciò che sa e viaggia per i mondi al fine di nutrire la sua mente di meraviglia; coraggioso e temerario, era invocato dai guerrieri in battaglia per ottenere la vittoria, e la runa tiwaz, che rappresentava il suo nome, era incisa sulle spade per infondere loro forza.
Associato dai romani al dio della guerra Marte, è all'origine del nome del martedì in inglese, Tuesday. Snorri Sturluson, nel suo linguaggio formulare spesso simile a quello omerico cui siamo più abituati, descriveva alcuni personaggi dotati di immensa qualità con le parole "valoroso come Tyr" e "saggio come Tyr".
Gli appassionati di mitologia norrena si saranno senz'altro stupiti di vederlo rappresentato con la mano destra.È stabile il canone che la vuole mozzata da Fenrir, lupo mostruoso figlio di Loki e Angrboda (di lei parleremo tra un momento). Tyr fu l'unico dio ad avere il coraggio di avvicinarsi a Fenrir - l'epiteto di "valoroso" da parte di Snorri Sturluson è quindi pienamente meritato. A garanzia della natura innocua della catena magica Gleipnir, in realtà concepita per trattenere Fenrir e placare così i timori di Odino, Tyr pose la sua mano destra nelle fauci del mostro (vi ricorda un certo Muzio Scevola?), che la strappò via per la rabbia quando la catena si strinse intorno al suo corpo.
Responsabile di un atroce inganno, Tyr ritenne che il fine giustificasse i mezzi, e con la sua mutilazione riuscì a mantenere stabile l'ordine del cosmo. Non è stata l'unica volta in cui Tyr si è trovato coinvolto in una storia di fiducia tradita. Come narrato nel primo God of War, Tyr si era fatto promotore di una tregua tra gli dei Aesir e gli Jotnar; Odino, tuttavia, non aveva rispettato i patti, e anzi aveva colto l'occasione per rubare la conoscenza segreta dei Giganti, che avevano maledetto il dio e lo avevano espulso da Jotunheim.
Così ebbe inizio il massacro degli Jotnar ad opera di Thor, autorizzato dal padre; Tyr, invece, fu imprigionato da Odino stesso, dopo essere stato accusato di tramare con i Giganti per rovesciare gli Aesir. È probabilmente questa la situazione di prigionia da cui viene liberato da Kratos e Atreus: non possiamo fare a meno di chiederci quale sarà il ruolo nel Ragnarok di questo dio che si comporta da battitore libero, capace di ospitare la contraddizione di essere un dio della guerra che si adopera per la pace.
Angrboda, presagio di male
Il trailer mostrato al PlayStation Showcase si è concluso mostrando un personaggio menzionato solo di sfuggita nel primo God of War: la gigantessa Angrboda, il cui nome è traducibile come "presagio di male". Impossibile aspettarsela rappresentata come una bambina, visto che le rune dell'Altare di Jormungandr la citano come madre dello stesso Serpente del Mondo, del lupo Fenrir (responsabile della mutilazione di Tyr, come abbiamo già visto) e della dea della morte Hel.
La risposta, forse - come spesso accade - sta nelle parole del saggio Mimir. Il Serpente del Mondo gli aveva riferito che trovava familiare la figura di Atreus; una volta informato di questo dialogo, Atreus chiede a Mimir come ciò sia possibile: "forse si riferiva a qualcosa ancora di là da venire" risponde sibillino il saggio Mimir, e prosegue: "si dice che quando Thor e Jormungandr combatteranno durante il Ragnarok, il loro scontro sarà così violento da scindere l'Albero della Vita, spedendo così il Serpente indietro nel tempo, prima della sua stessa nascita".
Gli effetti del Ragnarok si riverberano quindi anche sul passato, e Jormungandr trova familiare Atreus per un'ottima ragione: nel mito, il Serpente del Mondo è figlio di Loki - il nome con cui Laufey, compagna di Kratos, desiderava chiamare il loro bambino - e di Angrboda. Durante la concitata battaglia contro il cadavere redivivo di Thamur e Baldur, evento del primo God of War, Atreus aveva chiamato Jormungandr in aiuto nell'antica lingua, e il Serpente non aveva esitato a scagliarsi contro Thamur, volgendo l'esito della battaglia in favore di Kratos e Atreus, che avevano così sconfitto il temibile Baldur. Questa è stata l'ultima interazione nel gioco con Jormungandr.
Se Santa Monica Studio manterrà fedeltà con i miti originali, Angrboda dovrebbe quindi divenire la compagna di Atreus/Loki. Mentre il poema Edda poetica la menziona come madre del solo Fenrir, avuto da Loki, il Gylfaginning (Edda in prosa) di Snorri Sturluson (con cui ormai abbiamo una certa familiarità) la descrive come "gigantessa del Jotunheimr" e madre di tre mostri: Fenrir, Hel e Jormungandr.
I suoi tre figli, come visto, sono menzionati dalle rune iscritte nell'Altare del Serpente del Mondo, a dimostrazione del fatto che i creatori di God of War hanno aderito alla versione di Sturluson, che menziona un'altra circostanza interessante: il timore degli dei verso la progenie di Angrboda. "E quando gli dei compresero che questi tre fratelli venivano cresciuti nella Terra dei Giganti", scrive Sturluson, "e quando gli dei appresero delle profezie che affermavano che questi fratelli avrebbero portato grande caos e disastro, allora percepirono che da loro c'era da aspettarsi un grande male, innanzitutto a causa della natura della loro madre, ma ancor di più a causa di quella del padre".
Per questo gli Aesir imprigionarono Fenrir con l'invincibile catena Gleipnir, e per questo Thor intraprese una lotta senza quartiere contro Jormungandr. Hel fu invece bandita nel regno dei morti da lei presidiato, Helheim, una decisione di cui Odino si pentì: il potere di Hel era infatti immenso, e il suo controllo sull'Oltretomba le guadagnava il rispetto di tutti gli altri dei.
Sturluson, con i suoi scritti vecchi di centinaia di anni, dà voce ai dubbi dei fan di God of War: quale sarà il ruolo di Atreus/Loki? Cosa vuol dire l'apparizione di Angrboda bambina?
Sembra evidente come gli effetti distorsivi dello spazio-tempo operati dal Ragnarok nel futuro siano, almeno in parte, la motivazione della presenza di uno Jormungandr adulto nel presente di God of War, mentre Angrboda e Atreus/Loki, che dovrebbero essere i suoi genitori, sono ancora bambini, e Tyr, cui Fenrir dovrebbe strappare la mano destra, è mostrato con un corpo ancora integro. Non dimentichiamo, però, la libertà creativa di Santa Monica Studio, che potrebbe proporci una rivisitazione anche considerevole dei miti norreni; va anche detto che alcuni indizi sono troppo grandi per poter essere ignorati, ed è un piacere per noi proporre ai nostri lettori speculazioni che riteniamo potenzialmente fondate.Ne facciamo un'ultima. È cosa abbastanza nota ai fan del primo capitolo della saga norrena di God of War che il personaggio videoludico di Freya è frutto dell'unione tra le figure della dea omonima e di Frigg, da alcuni studiosi considerate essere la stessa persona.
Per questo non sembrerebbe assurdo a chi scrive se lo stesso accadesse in God of War Ragnarok ad Angrboda e Sigyn, entrambe compagne di Loki secondo Snorri Sturluson - che diede un maggior peso a quest'ultima - e altre fonti. È celebre il mito del supplizio di Loki, legato a un albero e sottoposto ad un'atroce punizione per aver ucciso il dio Baldur: con un serpente che gli stillava continuamente veleno sul viso, Loki era difeso da una bacinella tesa proprio da Sigyn. "Ma quando la bacinella si riempiva", leggiamo nell'Edda poetica, "ella doveva svuotarla; ed intanto il veleno gocciolava su Loki.
Egli sussultava così forte che tutta la terra ne veniva scossa; quel che ora sono chiamati terremoti". Nell'Edda in prosa si precisa che Loki è destinato a rimanere legato fino all'avvento del Ragnarok.
Abbiamo appena grattato la superficie delle straordinarie storie di Thor, Tyr e Angrboda, divinità affascinanti e personaggi dotati di immense potenzialità nel contesto della trama di God of War. Speriamo di avervi spinto approfondire la meravigliosa mitologia norrena, che per fascino e profondità nulla ha da invidiare ai più celebrati miti greci. Quale tra questi tre dei vi ha maggiormente incuriosito? Vi aspettiamo per parlarne nei commenti!
Che voto dai a: God of War Ragnarok
Voti: 117
Altri contenuti per God of War Ragnarok