God of War: riscopriamo tutte le armi di Kratos, aspettando Ragnarok

Il mondo di God of War è pieno di strumenti di morte, tra oggetti mitici e armi maledette: riscopriamoli in attesa del Ragnarok.

God of War: le armi di Kratos
Speciale: PlayStation 5
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Disponibile per
  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Il nuovo viaggio dello spartano e di suo figlio Atreus è ormai alle porte (il nostro riassunto sulle gesta di Kratos prima di God of War Ragnarok è a un click di distanza) e presto torneremo a impugnare l'Ascia del Leviatano e le fiammeggianti Lame del Caos per affrontare in combattimento dei nemici dal grande potere, tra vere divinità e bestie mitiche. Non mancando di fantasticare sui possibili nuovi strumenti di morte che utilizzeremo nel prossimo capitolo, abbiamo ripercorso il viale dei ricordi e ci siamo soffermati sugli armamenti di cui il cinereo guerriero si è servito nel corso del suo viaggio di vendetta. Senza ulteriori indugi, riscopriamo le armi con cui il dio della Guerra ha scatenato la sua furia.

    Dall'alba delle Lame alla Spada di Artemide

    Ambientato a circa sei mesi di distanza dalla morte della moglie e della figlia dello spartano, che come gli appassionati di lunga data ben sapranno è avvenuta per mano sua, God of War Ascension ha permesso ai giocatori di utilizzare le inarrestabili Lame del Caos, donate al guerriero dal suo signore Ares. Nessun servitore del dio della guerra infatti doveva brandire un normale scudo o una semplice daga. Le iconiche spade incatenate sono state forgiate nell'oltretomba dalla divinità in persona e ammantate da un fuoco inestinguibile.

    Capaci di estendersi per performare degli attacchi circolari a lunga gittata o per raggiungere avversari in aria, si fissavano alle braccia dei degni sottoposti di Ares, che dovevano portarle fino alla fine dei loro servigi. Ciò chiaramente è cambiato alla morte del sanguinario guerrafondaio, con Kratos che ha potuto brandirle a piacimento, si pensi a quando le ha usate attraversando i ghiacci di Helheim per continuare il suo viaggio e salvare Atreus. Le Lame del Caos insomma sono il simbolo della forza dello spartano ma anche il ricordo del suo peccato più grande, perché con esse ha posto fine sia alla vita del suo padrone, che a quella di Lysandra e Calliope. I colpi rapidi e impetuosi di queste armi fiammeggianti sono diventati iconici, perché incredibilmente vari e spettacolari, e non è un caso che - seppur con nomi diversi e alcune variazioni - abbiano continuato a trovar spazio nei titoli della serie. Oltre a potersi servire dei pugni e cambiare il potere delle Lame, con cui era possibile inanellare combinazioni a base di fuoco, ghiaccio, anime e tuono, Kratos poteva raccogliere scudi, mazze, spade e lance, con cui finire gli avversari e modificare il proprio stile di combattimento in base alle necessità.

    Ben più interessante è l'arma principale ad aver affiancato le Lame negli eventi di God of War Chains of Olympus: il Guanto di Zeus. Forgiato da Efesto e usato dal padre degli dei in persona per incatenare i Titani negli Abissi del Tartaro, è stato recuperato da Kratos nel tempio di Zeus.

    Questa potentissima arma era capace di infliggere ingenti danni ai nemici, spaccare la pietra e le strutture in ferro, e perfino ferire gli stessi immortali. Kratos infatti lo ha usato per uccidere Persefone ma in seguito, quando ha perso i sensi, è stato privato del letale guanto proprio da Atena e il primo fra gli dei. Oltre a brandire le Lame del Caos, nell'originale God of War il guerriero cinereo ha ricevuto in regalo la potente arma di una divinità: la Spada di Artemide.

    Massiccia, dalle linee ricurve e pervasa da un grande potere, questa portatrice di morte è stata utilizzata dalla dea della caccia per eliminare un titano, mentre Kratos se ne è servito per massacrare i nemici nel Tempio di Pandora. Impossibile non citare poi la Spada degli Dei, un gigantesco ponte costruito all'esterno della città di Atene che il protagonista, una volta raggiunte le dimensioni colossali grazie al potere del Vaso di Pandora, ha brandito per uccidere Ares.

    Armi di uomini e divinità

    Ricevute le Lame di Atena dalla divinità stessa, dopo aver posto fine al regno di terrore del signore della guerra, Kratos le ha utilizzate già durante gli eventi narrati in God of War: Ghost of Sparta. Ottenuto il potere del titano Thera, lo spartano ha acquisito l'abilità di infuocare le spade, rendendole molto simili a quelle originali. La coppia di strumenti mortiferi più particolare e caratteristica del titolo per PSP, che esplorava il passato da generale di Kratos e faceva luce sulla figura di suo fratello Deimos, era formata dalle Armi di Sparta, lo scudo e la lancia che il fu condottiero era solito impugnare in battaglia.

    Oltre a poter contare sui colpi rapidi o ad area della lancia, il nuovo dio della guerra poteva scagliarla a grande velocità, per poi vederla riapparire nelle sue mani. Nel combattimento contro Thanatos, il dio della morte, Kratos ha dato le sue armi a Deimos, al fianco di cui ha lottato coraggiosamente. In God of War II, che ha visto Kratos tornare dall'oltretomba per cambiare il suo destino e giurare vendetta agli olimpici, i giocatori hanno battagliato impugnando le Lame di Atena ma anche delle armi aggiuntive altrettanto potenti, a cominciare dal martello del re barbaro Alrik, l'uomo che anni prima Kratos aveva ucciso con le Lame del Caos di Ares. Parliamo di un portatore di morte ingombrante, lento ma anche dotato di un enorme potere distruttivo, che è andato ad affiancare la Lancia del Destino. Estendibile, capace di colpire a ripetizione e creare cristalli violacei ed esplosivi, lo strumento è stato molto apprezzato dagli appassionati ma mai quanto la Spada dell'Olimpo, che ad oggi forse è l'arma più potente dell'intera serie. Utilizzata da Zeus per porre fine alla grande guerra coi Titani, che proprio con essa sono stati imprigionati nel Tartaro, l'immensa spada era in grado di ferire e uccidere gli dei, come pure di ingannarli.

    Nel prologo di God of War II, con la scusa di volerlo aiutare ad annientare il Colosso di Rodi, Zeus l'ha conferita allo spartano, spingendolo in realtà a infondere all'interno dell'arma tutto il suo potere, così da ucciderlo senza il minimo sforzo. Proprio con quest'arma Kratos si è vendicato del tradimento di suo padre e di Gaia, la Madre dei Titani, nel corso degli eventi del terzo capitolo. A proposito di God of War III, per dar seguito alla sua sanguinosa lotta contro gli olimpici, lo spartano ha fatto ricorso ad alcuni letali strumenti oltre le Lame dell'Esilio, chiamate così proprio per simboleggiare il fatto che fosse stato tradito sia dai suoi simili che dai Titani.

    Rubati al signore dell'Oltretomba, gli Artigli di Ade hanno permesso al protagonista di battagliare al seguito delle anime di guerrieri e mostri caduti, mentre i Cestus di Nemea, che Ercole aveva preso dopo la battaglia con l'omonimo leone, sono stati strappati dal corpo martoriato dell'eroe: l'ex generale di Sparta li ha indossati per rompere le rocce di onice e far tremare la terra stessa con dei colpi micidiali.

    Realizzate con la Pietra di Omphalos, data in pasto al titano Crono per fargli credere di aver inghiottito il piccolo Zeus, le Fruste di Nemesi sono una creazione di Efesto, con questi che voleva servirsene per uccidere il Fantasma di Sparta. Kratos ovviamente ha fermato l'attacco del mitico fabbro, che poco dopo è morto per mano della sua stessa creazione. Capaci di infliggere danni elettrici, le fruste si sono rivelate una gradita aggiunta all'arsenale del protagonista.

    Portatori di morte in terre nordiche

    Nel God of War del 2018 (per approfondire ecco la recensione di God of War) abbiamo visto lo spartano accettare l'inevitabile e impugnare nuovamente quelle Lame del Caos che tanto aveva disprezzato per salvare la vita di suo figlio. Siccome abbiamo già parlato nel dettaglio di queste spade incatenate, ci sembra giusto dar spazio all'Ascia del Leviatano, forgiata da Brok e Sindri.

    Sentendosi responsabili di aver contribuito agli efferati stermini di Thor - il possessore del tremendo Mjolnir realizzato proprio dai due nani - i fabbri hanno forgiato la potentissima ascia, per poi donarla a Faye, la madre di Atreus e compagna di Kratos. Potenziata con le grida di venti troll del ghiaccio, l'arma è passata allo spartano quando la gigantessa è morta e gli ha permesso di difendersi dagli attacchi di ogni tipo di nemico, da Baldur ai draghi, fino alle potenti Valchirie. Grazie alle rune che la adornano, l'ascia trabocca di magia del ghiaccio e può tornare nelle mani del possessore pur trovandosi a centinaia di metri dalla sua posizione. Nella mitologia norrena si parla di un'arma chiamata Laevateinn, costruita proprio da Loki: e se durante gli eventi di God of War Ragnarok l'ascia riuscisse a sorprenderci in qualche modo? Oltre allo Scudo del Guardiano, un guanto che alla bisogna si trasforma in uno strumento in grado di parare fendenti e respingere gli incantesimi al mittente, passiamo all'Arco Talon, usato da Atreus per scagliare frecce magiche ed evocare animali spettrali.

    Non sappiamo con certezza quali nuove armi Kratos aggiungerà alla propria collezione in God of War Ragnarok ma se dovessimo tirare a indovinare il dio della guerra greco prenderà in prestito il Mjolnir di Thor, magari dopo aver messo a morte il suo feroce possessore. Tra scariche di fulmini e martellate capaci di sollevare la terra, l'iconica arma potrebbe aver permesso ai ragazzi di Sony Santa Monica di confezionare un moveset esplosivo.

    Inoltre, il fatto che una sua dettagliata riproduzione sia il pezzo più importante delle edizioni da collezione del gioco, potrebbe costituire un indizio legato proprio alla sua presenza nell'arsenale giocabile. Chiudiamo con quello che al momento non è altro che un semplice desiderio. Proprio come è stato nell'era con la Spada dell'Olimpo nell'era greca, il ciclo norreno potrebbe permetterci di usare Gungnir, la lancia di Odino. L'Allfather potrebbe perderla nello scontro con Fenrir e Kratos, seppur temporaneamente, avrebbe l'occasione di brandire un'arma dall'immenso potere.

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