Google Stadia: luci e ombre del nuovo servizio cloud gaming

Tiriamo le somme su ciò che abbiamo appreso in merito al piano economico e distributivo di Google Stadia, non del tutto a fuoco in alcune dinamiche.

Google Stadia: la conferenza in 5 minuti
Speciale: Google Stadia
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9,99 euro al mese. È la prima cifra che balza all'occhio se guardiamo all'offerta di Google Stadia, il nuovo servizio con cui il colosso di Mountain View intende introdursi nell'industria del videogioco abbracciando la filosofia del cloud gaming. Si tratta dell'esborso necessario alla sottoscrizione dell'abbonamento "Stadia Pro", a cui si affianca il costo di un pacchetto di partenza per usufruire di tutta l'infrastruttura e degli accessori utili a iniziare la propria avventura sulla piattaforma di Google. L'E3 2019 non è ancora iniziato, ma la compagnia ha deciso di anticipare gli appuntamenti che ci terranno compagnia a partire dall'8 giugno con una conferenza denominata Stadia Connect. Un evento che ha sfoggiato ritmi comunicativi molto serrati, lasciando però irrisolto qualche ragionevole dubbio in merito alla strategia che Stadia proporrà agli utenti, sia in merito alle politiche sui prezzi che per quanto concerne la line-up dei titoli presenti nel suo catalogo. Una conferenza che, esattamente come l'intera proposta economica e contenutistica del servizio, ha vissuto di luci ed ombre, e che suscita ancora una serie di importanti perplessità.

I giochi al centro di tutto

Eppure la conferenza dedicata al reveal delle specifiche di Google Stadia è partita, come si suol dire, con il botto. I primi minuti dell'evento hanno messo in chiaro una strategia comunicativa che ci è parsa vincente, con Phil Harrison ad aprire le danze soltanto per ribadire importanti e necessarie ovvietà: il fatto, cioè, che Google Stadia sarà disponibile su ogni schermo "che non è in grado di supportare il gaming in maniera nativa", a patto che disponga di una connessione a internet. Parliamo quindi di smart TV, PC, Mac, smartphone (inizialmente solo gli ultimi Google Pixel) e tablet, dispositivi su cui non sarà necessario alcun download, patch o installazione: tutto sarà giocabile in remoto, con la possibilità di salvare i propri progressi direttamente in cloud.

Le specifiche tecniche di Stadia dipenderanno in larga parte dalla capacità di connessione degli utenti, e in tal senso è già possibile effettuare un veloce speed test sulla piattaforma dedicata al pre-order del servizio sul Google Store. In ogni caso saranno necessari almeno 35 mbps per poter usufruire del servizio al suo massimo, sfruttando la banda per raggiungere un risoluzione pari a 4K con HDR e un frame rate di 60 fps, il tutto accompagnato da un audio surround 5.1. Il pad di Stadia, che avrà un costo di circa 69 euro, non è l'unica opzione di controllo disponibile, ma rimane la scelta più consigliata per eliminare i problemi di latenza, e semplifica l'esperienza utente collegandosi automaticamente ai server di Stadia.

La parte successiva dell'evento ha poi evidenziato il segmento più convincente di tutta l'evento: la line-up e il supporto ai giochi. Sul piano comunicativo, Google ha saputo imbastire una buona conferenza, fatta di annunci piuttosto serrati e di collaborazioni importanti. La compagnia ha avuto anche la sagacia di accaparrarsi qualche reveal esclusivo, andando ad arricchire una presentazione che oltre alla forma ha saputo metterci anche sostanza: su tutti spicca Baldur's Gate 3, titolo sviluppato da Larian Studios che uscirà sia su Stadia che su PC.

Totali esclusive, invece, saranno il più modesto Get Packed (un party game molto frenetico che sembra basato sull'impacchettamento compulsivo) e soprattutto GYLT, un'avventura narrativa horror in cui vestiremo i panni di una bambina in fuga da alcune creature misteriose, nodo centrale di un concept che ricorda da vicino quello di Little Nightmares. Sul piano delle collaborazioni con titoli third party, invece, sembra che Google abbia intenzione di consolidare i rapporti con Ubisoft e Bungie.

Per quanto riguarda il publisher francese, è piuttosto chiaro che Ubisoft vuole trasporre gran parte della sua line-up attuale e futura su Stadia: lo dimostra il supporto totale a titoli già usciti, come Assassin's Creed Odyssey e The Division 2, e lo sottolinea la presenza di Ghost Recon Breakpoint nella lista di giochi pronti a supportare l'idea di Google. Per quanto riguarda il team di Bungie, rimasto orfano di un publisher dopo la scissione da Activision, il rilancio della software house potrebbe partire proprio da casa Google, con il colosso di Mountain View che sembra intenzionato a supportare le strategie comunicative di Destiny 2: non è un caso che una delle sequenze di chiusura della conferenza ci abbia mostrato il trailer di Shadowkeep, la prossima grande espansione del titolo.

Non è neanche da sottovalutare il fatto che Destiny 2, con tutte le espansioni pubblicate finora, sarà la prima proposta gratuita presente all'interno del catalogo per gli abbonati a Stadia Pro e per tutti coloro che acquisteranno l'Edizione Fondatore.

Un servizio per tutti?

Sul versante della line-up, considerando che ci troviamo davanti all'esordio di Google nell'industria del gaming, possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti, anche per quel che riguarda le modalità della comunicazione nella prima parte di questo Connect. È stato in seguito, però, che Stadia ha iniziato a mostrare il lato più oscuro della propria strategia di presentazione. Le informazioni sui prezzi, sul lancio e sull'infrastruttura si sono rivelate più fumose del previsto, e per certi versi potrebbero aver deluso le aspettative di una parte del pubblico. Ma andiamo con ordine.

Sostanzialmente l'accesso alla piattaforma da gaming di Google sarà libero per tutti, ma i giochi andranno acquistati singolarmente, anche se né Phil Harrison né John Justine (che ha provveduto a illustrare al pubblico i prezzi dell'abbonamento e del Founder's Pack) ne hanno svelato il costo sullo store di Stadia. Un primo nodo che, a parer nostro, andava sciolto sin da subito, soprattutto considerate le caratteristiche della formula di sottoscrizione. L'abbonamento a Stadia Pro garantirà all'utenza due vantaggi: l'accesso gratuito ad alcuni titoli presenti in catalogo e, come anticipato, la possibilità di giocare in 4K, HDR e 60fps, connessione permettendo.

Ai costi della sottoscrizione finiscono però per aggiungersi spese secondarie di non poco conto, come quella per il controller (utile a ridurre i problemi di latenza) o per il dispositivo Chromecast, al momento l'unico modo per utilizzare il servizio su uno schermo televisivo.

Questi accessori possono anche essere acquistati in blocco con la già citata Edizione Fondatore, che includerà inoltre tre mesi di abbonamento Pro per un costo complessivo di circa 129 euro (incluso un "buddy pass" che permetterà a un amico di provare il servizio per tre mesi). Ed ecco quindi che le prospettive delineate nei mesi scorsi iniziano a mostrare dei dolorosi cedimenti, che in parte tradiscono una promessa basata su un senso di libertà, immediatezza e "ubiquità" del gaming. Appare infatti difficile conciliare quest'idea con quelli che, di fatto, assomigliano a requisiti hardware.

Si tratta di un modello economico che potrebbe comunque intrigare quello che pare essere il target principale di Google Stadia, ovvero tutti coloro che non possiedono una macchina da gioco ma desiderano approcciarsi al mondo del gaming in modo semplice, diretto e relativamente low cost .

Proviamo ad immedesimarci nei panni di questa specifica categoria d'utenti e che, potendo contare su una buona connessione di rete, si trova di fronte alla seguente scelta: dover spendere una cifra consistente per acquistare una console current gen o di prossima generazione, oppure investire una cifra più modesta in Stadia, che metterebbe a disposizione un catalogo eterogeneo di giochi Tripla A, incluse le esclusive Google.

Resta il fatto che l'attuale configurazione del servizio esercita, per forza di cose, un'attrattiva molto limitata sulla community dei "core gamer": quelli che giocatori lo sono già e che quindi utilizzerebbero Stadia come piattaforma ausiliaria o semplicemente per provare le esclusive proposte dal servizio. Un pubblico sicuramente scoraggiato dalla prospettiva di acquistare titoli su uno store digitale e ritrovarsi comunque con delle limitazioni legate al piano di sottoscrizione (i 1080 del pacchetto gratuito). Si tratta in soldoni di una strategia che, francamente, ci pare fumosa, dispendiosa e non del tutto a fuoco, soprattutto considerato che Harrison e Justine hanno mancato di comunicare il prezzo di listino dei videogiochi e la data di lancio, fissata per un generico "fine 2019".

Sarebbe più ragionevole, secondo noi, se Google adottasse un modello simile a quello di Xbox Game Pass o PlayStation Now per il suo Stadia Pro: la possibilità di accedere gratuitamente, e senza limiti di performance, a un ricco catalogo di titoli vecchi e nuovi, comprese esclusive e Tripla A di peso disponibili sin dal day one. Una struttura simile permetterebbe di avvicinarsi alle potenzialità avveniristiche di Stadia tanto per i giocatori di vecchio corso, quanto per tutti coloro che intendono investire ogni risorsa nel progetto cloud gaming del colosso di Mountain View. Google ha ancora due stagioni per allontanare i dubbi che aleggiano sul servizio, e la risposta alle domande ancora irrisolte - prezzo dei giochi e solidità prestazionale in primis - potrebbe decretare il successo o il fallimento di un progetto sì carico di potenziale, ma con ampie zone d'ombra.