GTA 4 tornerà su PS5? I motivi per aspettare il ritorno di Niko Bellic

Ci sono ottime ragioni per cui un ritorno sugli scaffali di GTA 4 su PlayStation 5 e Xbox Series X/S sarebbe una buona notizia.

Grand Theft Auto 4: perché aspettarlo su PS5 e Xbox Series X?
Speciale: Multi
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Famoso per l'avventura single player multi-protagonista e l'inesauribile GTA Online - che ha distanza di anni non ha ancora cessato di stupire, come dimostra il nostro speciale su GTA Online The Cayo Perico Heist - Grand Theft Auto V arriverà molto presto sulle console di nuova generazione, fungendo da perfetto apripista per l'atteso sesto capitolo. In realtà pochi giorni fa si è parlato di un'altra famosa incarnazione di GTA che, stando a quanto riportato da alcune fonti, potrebbe tornare in versione restaurata su PlayStation 5. Ci riferiamo al fantomatico GTA IV The Complete Edition per PS5, che sarebbe apparso su una pagina di Amazon USA prima di scomparire nel nulla.

    Posto che al momento sia arduo esprimersi sulla veridicità di questa notizia, resta ghiotta la possibilità di soffermarsi sulle unicità delle gesta di Niko Bellic, perché sarebbero proprio queste a rendere il suo ritorno più che gradito. D'altra parte l'epopea criminale del 2008 faceva conoscere ai giocatori l'altro volto del sogno americano, in un mondo vivo, vibrante e, oggi come allora, dal sapore squisitamente "next-gen". Oltre a ricordare i meriti dell'opera originale (e delle sue espansioni), vogliamo cogliere l'occasione per riflettere su quali potrebbero essere i modi per modernizzare con efficacia l'esperienza nel suo complesso.

    Un protagonista fuori dagli schemi

    Il nostro discorso non potrebbe che cominciare con Niko Bellic, un protagonista atipico e capace di incarnare, da solo, un cambio di paradigma. GTA IV infatti offriva un'esperienza molto diversa da quella di San Andreas, perché limitava la componente di puro "giocazzeggio" per dare più spazio ai personaggi, alla trama e alla scoperta di un gameplay a tratti rivoluzionato. Ma andiamo con ordine e torniamo al nostro veterano, un trentenne stravolto dalle guerre jugoslave che approdava a Liberty City in cerca di quella vita da sogno di cui tanto aveva sentito parlare.

    Con ancora fissa nella mente l'idea di vendicarsi di colui che aveva tradito il suo plotone durante la guerra, l'ex militare voleva lasciarsi il passato alle spalle e abbracciare il sogno americano come suo cugino, che con le sue bugie l'aveva convinto a raggiungere la "terra delle opportunità" per fare fortuna. A Nico bastavano una manciata di minuti sul suolo statunitense per capire che le sue tribolazioni non fossero che all'inizio, tra gli enormi debiti di gioco accumulati da Roman - che tutto era fuorché un ricco possidente - e le angherie della mafia albanese e russa.

    Niko si ritrovava costretto ad abbracciare la vita criminale per proteggere la sua famiglia, una condizione che l'avrebbe portato a conoscere numerosi comprimari e antagonisti in un racconto appassionante e amaro al tempo

    stesso. La profonda consapevolezza della sua situazione, la riluttanza nel compiere azioni criminose e il peso del suo passato - che emergeva con forza in diversi punti dell'avventura - ne facevano un antieroe dalla personalità sfaccettata e ben distante dal CJ di San Andreas o dal Tommy Vercetti di Vice City, e il perché è presto detto. Solitamente i contesti criminali della serie prendevano a piene mani dai grandi esponenti del cinema di genere, a vantaggio della caratterizzazione dei personaggi e della qualità dell'intreccio ma è pur vero che ciò impediva loro di avere un sapore realmente inedito. Con il quarto capitolo invece si è verificata un'eccezione per espressa volontà di papà Dan Houser che, per sancire la portata rivoluzionaria della sua opera, ha ridotto al minimo le fonti di ispirazione e ha dato vita a un protagonista fuori dagli schemi.

    Un videogioco in "alta definizione"

    Con l'avvento di Xbox 360 e PS3, Rockstar Games ha potuto aggiornare le proprie soluzioni tecniche per dar vita a un gioco di nuova generazione, nel senso più completo del termine. Per gli Houser infatti il passaggio all'alta definizione doveva stravolgere non solo il comparto grafico dei titoli Rockstar ma anche ogni aspetto del gameplay, a partire dalla simulazione della fisica. Da qui la decisione di affiancare al versatile RAGE Engine - con cui è stato possibile realizzare una lodevole riproduzione di New York City - l'Euphoria di NaturalMotion, che di fatto ha spalancato le porte dell'eccellenza alle sparatorie e agli inseguimenti.

    Muovendosi con estrema naturalezza, Nico poteva infrangere la vetrina di un autosalone per rubare una sportiva e dare inizio a un'adrenalinica fuga dalle volanti della polizia. Mentre sfrecciava in quella che era una trafficata giungla urbana, il veicolo era esposto a ogni sorta di impatto possibile, che a seconda dell'entità produceva ammaccature realistiche e assolutamente non precalcolate. Il sistema dei danni era talmente avanzato (anche per gli standard attuali) da consentire di ridurre le auto in ammassi di lamiere inservibili, come mai era stato possibile fare fino a quel momento.

    Chiaramente anche le fasi di shooting traevano numerosi benefici dall'utilizzo di Euphoria, sia per quanto concerne il set di animazioni del protagonista, sia per il modo in cui gli avversari cadevano in battaglia, che era direttamente

    influenzato dal tipo d'arma utilizzato, dal punto di impatto dei proiettili e dalla conformazione del luogo dello scontro. Il lavoro svolto dagli sviluppatori con GTA IV ha posto le basi dell'attuale filosofia di game design a marchio Rockstar, che da quel momento in poi è stata profondamente legata al concetto di "illusione di realismo". In sostanza, le meraviglie a cui è possibile assistere nel mondo di Red Dead Redemption 2 le dobbiamo, in parte, proprio al buon Bellic. A onor del vero il capolavoro del 2008 ha pagato le sue punte di diamante con l'assenza di alcuni degli elementi più "leggeri" della serie, si pensi all'assenza degli aeroplani o alla drastica riduzione dei trucchi ma, è proprio il caso di dirlo, il gioco valeva la candela.

    Universo espanso

    Assieme al primo Red Dead Redemption, GTA IV è stato l'ultimo blockbuster di Rockstar a deliziare i giocatori con dei DLC di stampo narrativo. Il plurale è d'obbligo perché al tempo i fan della serie hanno potuto vestire i panni non di uno ma di ben due personaggi nuovi di zecca, e cioè i rispettivi protagonisti di The Lost and Damned e The Ballad of Gay Tony. Al pari del gioco principale, le due espansioni erano ambientate a Liberty City ma consentivano di vivere degli spaccati criminali ben distinti e al contempo connessi, in una città del peccato che annegava ogni giorno di più in un mare di corruzione e malaffare.

    Longevo e appassionante, The Lost and Damned si incentrava sulla lotta fratricida tra Johnny Klebitz, il vice-presidente del Lost Motorcycle Club, e Billy Grey, un capo che nel corso dell'avventura finiva per mostrare il suo lato più losco e spregiudicato. Oltre a inscenare perfettamente la vita in quel che era un club di motociclisti dalla spiccata vocazione criminale, l'espansione introduceva nuove armi e veicoli, l'abilità di chiedere aiuto in battaglia ai membri del Lost MC e attività secondarie inedite, che impreziosivano un pacchetto lodato a più riprese da stampa e utenza (qui potete recuperare la nostra recensione di GTA IV: The Lost and Damned).

    Sviluppandosi in parallelo rispetto a GTA IV e The Lost and Damned, The Ballad of Gay Tony ruotava attorno a una strana coppia. Parliamo dell'ex spacciatore di droga Luis Fernando Lopez e di Anthony "Gay Tony" Prince, un comprimario

    talmente ben caratterizzato da essere considerato, a ragion veduta, uno dei migliori personaggi LGBT della storia videoludica. Da semplice buttafuori di night club come il Maisonette 9, e l'Hercules, Luis si trasformava in un vero e proprio socio in affari di Gay Tony ma sfortunatamente le sue mansioni restavano le stesse di sempre. Tra gli enormi debiti del suo protetto, i problemi con le famiglie mafiose e la famosa "storyline dei diamanti", che connetteva entrambi i DLC a GTA IV, l'ex spacciatore non poteva fare altro che vendere cara la pelle e sperare di sopravvivere un altro giorno. Al pari di The Lost and Damned, la seconda e ultima espansione portava con sé armi e attività inedite, tra cui è impossibile non citare un Club Management lontano dalle attività gestionali e legato alle "arti amatorie" di Luis. In buona sostanza, le espansioni di GTA IV sono altri due grandi motivi per desiderarne il ritorno, che in ogni caso dovrebbe avvenire a determinate condizioni.

    Ipotesi sul restauro grafico

    Grazie a un gameplay capace di stupire e a un intreccio narrativo di grande valore, GTA IV sarebbe ancora in grado di catturare l'attenzione dei fan vecchi e nuovi ma è chiaro che quest'ipotetica versione rimasterizzata dovrebbe presentare un comparto grafico al passo coi tempi per riuscire pienamente nel suo intento. Difatti basta giocare per pochi minuti all'attuale versione PC "Ultra" per avvertire il peso dei ben tredici anni che ci separano dal suo debutto e, forse, anche per trovare l'ennesima ragione che potrebbe aver spinto il team di sviluppo a optare per un'edizione restaurata.

    I palazzi, le strade della Grande Mela virtuale e gli elementi di contorno delle ambientazioni necessiterebbero di un reworking integrale delle texture e anche i modelli di cittadini e personaggi principali avrebbero bisogno di una bella svecchiata. Impossibile a questo punto non tirare in ballo il sistema di illuminazione, che ad oggi appare assolutamente vetusto e tratti inefficace.
    Insomma, se il leak dovesse rivelarsi veritiero, speriamo che la dicitura "un insieme di migliorie tecniche e grafiche" possa indicare la natura remaster plus del prodotto, che in ogni caso dovrebbe offrire un'esperienza in 4K e a 60 frame per secondo.

    Molto interessante e a questo punto d'obbligo sarebbe il supporto alle feature di DualSense, che hanno già dimostrato in più occasioni il loro valore. Pensiamo alla resistenza dei grilletti tarata in modo differente a seconda dell'arma utilizzata o alle vibrazioni emesse dal controller in caso di brusche frenate, derapate o rovinosi incidenti. Memori del suo protagonista atipico e di una ricetta ludica basata su di una gestione della fisica a dir poco sorprendente, non possiamo fare altro che augurarci che il sogno di GTA IV: The Complete Edition possa avverarsi, magari in occasione del rumoreggiato State of Play di inizio 2021. Incrociamo le dita, perché sarebbe uno di quegli appuntamenti col passato da non perdere.

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