Hades: un eccellente art design che reinterpreta il mito greco

Uno sguardo all'estetica di Hades, per celebrare uno stupefacente roguelike impeccabile da giocare ma anche delizioso da guardare.

Hades: un eccellente art design che reinterpreta il mito greco
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Da Bastion a Hades, passando ovviamente per Transistor e Pyre, pur nella diversità di un percorso evolutivo orgogliosamente privo di seguiti, DLC o scelte scontate, esistono alcune costanti nelle opere di Supergiant Games. Una è senza dubbio la centralità indiscussa della narrazione: basti pensare alla profonda voce che descriveva in tempo reale le imprese in Bastion, oppure alla caratterizzazione dell'ammaliante universo art déco di Transistor. Secondo il team indipendente di San Francisco i videogiochi devono insomma diventare uno strumento per raccontare qualcosa, tratteggiando mondi e personaggi capaci di andare molto al di là della pura azione che comunque non manca mai.

    Non solo, i titoli Supergiant devono evidentemente anche essere un poderoso spettacolo per gli occhi
    : un'estetica ricercatissima, un uso del colore sopraffino e un character design mai banale sono gli ingredienti di una direzione artistica stellare, che nel tempo ha saputo esprimersi su binari sorprendentemente eterogenei. E il bello è che, dietro a meraviglie in grado di stregare anche soltanto con un'occhiata superficiale, c'è sempre e solo un nome: Jen Zee, storica e talentuosissima Art Director che dalla fondazione dello studio a oggi ha lasciato il segno su ciascuno dei progetti della software house capitanata da Amir Rao.

    Stile e sostanza: Zagreus lascia il segno

    La pubblicazione della versione fisica di Hades per Nintendo Switch, arrivata in seguito al trionfale successo di pubblica e critica dello scorso anno - per una produzione indie incredibilmente riuscita a sfidare ad armi pari i colossi AAA - si è rivelata l'occasione giusta per tornare a parlare della splendida direzione artistica di un videogioco che, senza mezzi termini, ha nel suo piccolo già fatto la storia (qui trovate la nostra recensione di Hades).

    Un titolo capace di sdoganare alle masse un genere particolare e intransigente come quello dei roguelike (a proposito, se volete approfondire ecco un'intervista ai creatori di Returnal), riuscendo a far innamorare di sé attraverso un gameplay poderoso inserito in una cornice dall'impatto innegabile. Perché, che sia per le continue interazioni con i vari abitanti degli Inferi - che in maniera geniale si ricorderanno di voi, dando un senso ulteriore all'ineluttabile ciclicità delle run - o per le splendide ambientazioni, sarà davvero difficile dimenticarsi in fretta di Hades.

    A prescindere dalla sensazionale qualità dell'azione, con un sistema di combattimento appagante e reattivo che si declina attraverso cinque diverse macro-tipologie di armi, parte del magnetico fascino dell'Odissea infernale a

    marchio Supergiant è appunto da ricercare nella sua esaltante veste grafica. Jen Zee è riuscita a proporre una riedizione dei miti ellenici originale e stracolma di carattere, che mischiando neri intensissimi a esplosioni di colore reinterpreta l'Antica Grecia con una freschezza e una modernità invidiabili. Il punto di partenza, come dichiarato dalla stessa artista, era la voglia di tornare a sporcarsi fisicamente le mani con l'inchiostro. Allontanandosi dallo stile pittorico dei lavori precedenti con un chiaroscuro fatto dei contrasti marcatissimi tipici di un certo fumetto americano, con il leggendario Mike Mignola citato esplicitamente come fonte d'ispirazione diretta.

    Il fascino dell'Aldilà

    È proprio all'inconfondibile arte del papà di Hellboy che si devono le ombreggiature esasperate e i giochi di luce evidenti soprattutto nelle illustrazioni dedicate al nutrito cast di personaggi. Una scelta che conferisce a Hades un'anima spettacolare e seducente, da incantevole fumettone interattivo. Già, a proposito dell'aspetto dei protagonisti: il canone di bellezza ellenica è servito come innegabile riferimento per rappresentare eroi e divinità in maniera conturbante, con un vago erotismo di fondo nient'affatto celato.

    I corpi sono spesso e volentieri esposti, i muscoli sempre guizzanti, le pose sinuose: un lascito dell'intenzione originale di rappresentare tutto il pantheon di personaggi completamente senza veli, come aveva all'inizio pensato di fare Jen Zee (curiosità: Afrodite, la dea dell'amore, è in effetti rimasta nuda anche nella versione finale del gioco). Non solo, un retaggio diretto della concezione dell'Antica Grecia secondo cui figure sovraumane dovevano essere caratterizzate da una bellezza fuori dal comune.

    L'altro grande riferimento citato dalla brillante Art Director di Hades è Fred Taylor, misconosciuto pittore inglese nato nel 1875 e passato alla storia per i poster commissionati principalmente da alcune compagnie ferroviarie inglesi negli anni '20 e '30. Le opere di Taylor raccontano di luoghi più o meno esotici ritratti con atmosfere suggestive: un approccio che si ritrova anche nella rappresentazione isometrica dei pomposi Inferi di Hades, tra paesaggi pullulanti di statue, di altari votivi, di fiori e di candele. Il tutto mentre si intravedono qua e là gruppi di anime erranti, che irrorano di luce ulteriore scenari di per sé variopinti e arzigogolati nel loro lusso decadente.

    Se all'encomiabile estetica descritta finora aggiungiamo un doppiaggio d'eccellenza, una scrittura di livello e una classe declinata su più fronti, il trionfo può dirsi completo. Non può e non deve insomma stupire il fatto che l'ascesa di Zagreus abbia lasciato un segno così profondo all'interno del panorama videoludico, per un'esperienza capace di andare molto al di là delle premesse. Alla faccia della produzione indie e del genere di nicchia.

    Nintendo Switch è dunque riuscito ad accaparrarsi un'esclusiva temporale dal peso specifico incredibile, che si sposa peraltro a meraviglia con l'anima portatile della console ibrida della Grande N: Hades arriverà prima o poi anche altrove (e, credetemi, sarà un giorno felicissimo per i possessori di piattaforme PlayStation e Xbox!), eppure la possibilità di sfuggire alla tirannia di Ade sotto alle coperte, a spasso o chissà in quale altro contesto rimarrà un lusso a cui sarà difficile dire di no. Mica male per un semidio dimenticato dalla storia.

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