Hearthstone Cavalieri del Trono di Ghiaccio: Il Re dei Lich

Ripercorriamo la storia di Lich King, il Re dei Lich che tornerà in Cavalieri del Trono di Ghiaccio, nuova espansione di Hearthstone in arrivo ad agosto.

Hearthstone Cavalieri del Trono di Ghiaccio: Il Re dei Lich
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  • L'anno del Mammut è ormai a pieno regime. In questo ultimo periodo, le novità per il card game targato Blizzard si sono sprecate. Un deciso cambio di direzione voluto fortemente dal vulcanico Brode e soci: nuovi contenuti e regole, ma anche diverse modifiche alle carte e ai set che ormai siamo abituati a conoscere e utilizzare nei nostri mazzi; via le Avventure per favorire i set di espansione; riqualificazione del formato Selvaggio con la rotazione dei set inaugurata proprio da Viaggio a Un'Goro, l'ultima espansione in ordine di tempo. Insomma, un bel po' di carne al fuoco. E altrettanta ci attende tra qualche settimana. I giocatori hanno reagito bene alla cascata di novità, tanto che a maggio Hearthstone ha tagliato il traguardo dei settanta milioni di utenti. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che Blizzard sta investendo molto sul fronte eSport non solo con Overwatch e Heroes of the Storm, ma anche con Hearthstone, come ha dimostrato la vincente esperienza della fase finale dell'HTC Spring Championships di Shanghai.
    In questo vivace scenario, sempre con un tempismo che rasenta la perfezione, Blizzard ha deciso di raffreddare questa estate rovente abbandonando il frastagliato cratere Un'Goro e virando verso le gelide terre del Northrend (o Nordania, in lingua nostrana), con un'espansione tutta nuova che inaugura anche un concept di business inedito e inaspettatamente attraente anche per i giocatori più "casual". Nuove meccaniche come Sottrazione Vitale e la possibilità di trasformare gli eroi in Cavalieri della Morte, inoltre, dovrebbe portare un po' di vivacità sotto il profilo competitivo e nella costruzione dei mazzi. Chissà se la corrotta progenie del Lich King riuscirà nell'impresa di mantenere intatto l'interesse della community e attrarre nuovi adepti.

    L'ascesa del Re dei Lich

    La nuova espansione dedicata ai Cavalieri del Trono di Ghiaccio ci ha fatto tornare la voglia di viaggiare: siamo dunque partiti alla volta del Northrend, gelido continente a nord di qualsiasi terra conosciuta e patria del Flagello, per ricordare i bei vecchi tempi. Era da un bel po' che non ci mettevamo piede e che non vedevamo con i nostri occhi Icecrown Citadel, dimora del Re e sede del Trono di Ghiaccio. Ci sono improvvisamente tornate alla memoria le emozioni provate per la prima volta, quasi dieci anni fa (stiamo parlando pur sempre del 2008). All'epoca, World of Warcraft era ancora un MMORPG giovane e in divenire; Wrath of the Lich King fu, forse, una delle espansioni più ispirate, grazie a un villain epico, ovviamente ben conosciuto da tutti coloro che ebbero la fortuna di giocare Warcraft III e la relativa espansione "The Frozen Throne". Partimmo pieni di belle speranze e molte aspettative per quello che avremmo potuto fare - no, l'espressione corretta è "le avventure che avremmo potuto vivere" - in quelle lande desolate.

    Blizzard ci solleticò con una pletora di contenuti inediti tra cui: una nuova classe eroica, i Dead Knight (assieme ai Demon Hunter rimangono l'unica classe eroica sino ad ora); l'introduzione degli Achievement in game; un rinnovato sistema di ricompense; e, non ultimo, un PvP in cui facevano capolino armi d'assedio e battaglie generose in termini di spettacolarità. Insomma, le premesse per un piccolo capolavoro c'erano tutte e Blizzard non ci deluse, consolidando il proprio controllo su quella peculiare fetta di mercato che già dominava da tempo. Non ci rimaneva che mettere fine alla vicenda mortale del Primo Cavaliere della Morte: Arthas, figlio di Theneras Menethil II. Un tempo fiero paladino e membro dell'ordine della Mano Argentata.
    La leggenda del Re dei Lich, però, inizia ben prima che Arthas impazzisse trascinando Azeroth nell'inferno di una nuova devastazione. Quel titolo, "Re dei Lich", è infatti appartenuto ad altri, prima di lui...e dopo di lui. Ma procediamo con ordine. Il primo fu Ner'zhul, potente sciamano a capo dell'Orda durante la Seconda Guerra contro l'Alleanza. Egli venne catturato a Dalaran e, dopo inumane torture, costretto a giurare nuovamente fedeltà alla Legione Infuocata la quale stava pianificando una nuova invasione di Azeroth, minando il mondo mortale dall'interno attraverso la creazione di un esercito di non morti. La volontà dello sciamano venne piegata in modo alquanto singolare. Il suo spirito venne separato dal corpo; i suoi poteri furono ampliati a dismisura e gli venne affidato il compito di guidare la nuova armata di non morti che verrà conosciuta come il Flagello. Ciò che rimaneva della coscienza di Ner'zhul, ormai imprigionata in un blocco di ghiaccio sulla vetta di Icecrown, si mise immediatamente all'opera tramando segretamente per liberarsi dalla prigionia. E l'occasione non tardò a presentarsi su un piatto d'argento.

    La pazzia di Arthas e la venuta del secondo Re

    La piaga della non morte si espanse a vista d'occhio, grazie a un semplice stratagemma: infettare il grano che costituiva la base dell'alimentazione degli esseri umani. Il giovane principe Arthas, assieme al mentore Uther e alla compagna (la liaison tra i due è nota) Jaina, si diressero verso la città di Stratholme, per prevenirne la diffusione del contagio. Troppo tardi. Ormai era solo questione di tempo e il giovane venne scosso da un dilemma morale che lo condurrà verso il baratro della follia: sacrificare la città piena di abitanti ancora umani, oppure fermarsi e attendere? Il principe optò per la distruzione totale di Stratholme e l'uccisione di centinaia di civili innocenti macchiandosi, così, di un crimine imperdonabile.

    Ormai accecato dal desiderio di vendetta e convinto che la via intrapresa fosse l'unica possibile, non si voltò mai indietro durante il suo viaggio verso Northrend. Pronto a compiere qualunque gesto pur di raggiungere lo scopo, Arthas rinnegò la sua natura, tanto da tradire i suoi più fidati compagni d'arme giungendo ad impadronirsi della leggendaria Frostmourne. Il principe non poteva immaginare che tanto il suo viaggio verso nord, quanto il ritrovamento della spada fosse in realtà una macchinazione di Ner'zhul per trasformare Arthas nel proprio invincibile campione e liberarsi finalmente dal giogo della Legione. La spada gli rubò l'anima, asservendola al volere del Re dei Lich. Sappiamo tutti com'è andata a finire: il principe tornò in patria dove pose fine alla vita del padre e al regno di quest'ultimo disseminando, il Flagello per tutto il continente. Altre forze, però, entrarono in gioco minacciando di distruggere il Trono di Ghiaccio. Illidan, su tutti. Dopo uno scontro all'ultimo sangue alle porte della cittadella, Arthas riuscì a ferire gravemente il cacciatore di demoni ma senza ucciderlo. Il cavaliere della morte, sfinito, si ritirò nei recessi della cittadella; qui trovò il Trono e un'armatura, che sussurrava il suo nome. Raccogliendo le sue ultime forze, Arthas infranse il trono con Frostmourne. Il cerchio era ormai completo. Il principe corrotto liberò ingenuamente l'anima del primo Re dei Lich e riunì tutti i pezzi dell'armatura. Indossando l'Elmo del Dominio - forgiato dai demoni per contenere un brandello dell'anima di Ner'zhul - l'anima del giovane si fuse con quella dello sciamano divenendo un'entità sola: il secondo Re dei Lich. Arthas venne sconfitto, ma il trono non rimase vacante a lungo. Questa, però, è un'altra storia. Il vento gelido che soffia fuori dalla Locanda in cui gli Eroi di Hearthstone si danno battaglia ne preannuncia il ritorno. Non ci resta che attendere ancora qualche settimana per scoprire cosa ci riserverà il suo esercito di non morti. Il Flagello sta tornando.

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