Hitman 3 su PlayStation VR: tanti modi di uccidere in realtà virtuale

L'Agente 47 indossa il visore di Sony per trasformare l'omicidio in un'esperienza profondamente immersiva: ci sarà riuscito?

Hitman 3 su PlayStation VR: tanti modi di uccidere in realtà virtuale
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • L'Agente 47, si sa, è un mago dei travestimenti. Può assumere praticamente qualsiasi sembianza, indossando qualunque cosa sia utile al suo scopo ultimo: l'omicidio perfetto. E su console di casa Sony, il nostro sicario preferito, per permetterci di immedesimarci al meglio nei suoi mutevoli panni, sceglie di vestire nientemeno che il PlayStation VR, dandoci modo di vivere l'intera trilogia di IO Interactive in realtà virtuale. Per l'occasione, ci siamo fiondati all'interno del terzo capitolo della serie, sperimentandolo, come se fosse la prima volta, con un grado di coinvolgimento tutto nuovo. Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di Hitman 3, l'ultimo atto del trittico è un'avventura stealth di alta classe, dove l'attenzione ai dettagli, la pianificazione meticolosa e le innumerevoli possibilità d'approccio sono gli elementi distintivi di un sandbox denso e stratificato.

    L'idea di tradurre le logiche di un simile prodotto in realtà virtuale è un atto d'indubbio coraggio, che merita di essere apprezzato, soprattutto se consideriamo gli evidenti limiti del visore di Sony. Il PlayStation VR è infatti al momento l'unico headset con cui è possibile adottare le molteplici tattiche omicide di Hitman 3: se da un lato gli utenti della console nipponica possono bearsi di un'esclusiva di indubbio pregio, dall'altro bisogna ammettere che - date le potenzialità dell'opera di base - dover sottostare a numerosi compromessi ci ha lasciato con un pizzico di amaro in bocca.

    Somiglianze e differenze con l'edizione tradizionale

    La sola edizione compatibile con il PlayStation VR è quella PS4: di conseguenza, se possedete solo la piattaforma next gen di Sony, dovrete selezionare la versione "old gen" di Hitman 3 dalla dashboard.

    Una volta entrati nel menù, vi troverete dinanzi alla medesima esperienza saggiata su PC e console nella sua totale interezza. Preparatevi quindi ad affrontare sei livelli complessi e intricati, all'interno dei quali dar libero sfogo alla vostra fantasia assassina per eliminare, nel modo più originale e silenzioso possibile, i bersagli di Providence, l'organizzazione a cui l'Agente 47 e la sua socia Diana Burnwood danno ormai la caccia da molto tempo. Scesi in campo, pertanto, sarete chiamati a visitare ambientazioni più o meno ampie, sempre ricche di sbocchi secondari, scorciatoie, aree d'accesso segrete e soluzioni alternative con cui terminare la missione: il tutto acquisisce in VR un senso di vastità ancora più evidente, e data l'assenza di gran parte dell'interfaccia presente nell'edizione tradizionale, gli incarichi si fanno sensibilmente più ardui da completare. Con indosso il visore, infatti, al fine di non infrangere in maniera significativa l'immersione, scompare la mini mappa dalla visuale, il che rende meno intuitivo orientarsi lungo le location.

    Inoltre, anche l'istinto dell'Agente 47, che gli permetteva di osservare le sagome di bersagli e guardie, possiede un'efficacia ridotta, dal momento che segnala soltanto le icone dei target e pochi altri elementi di interesse. Permane invece l'indicatore che evidenzia il grado di allerta dei nemici, così da darci l'opportunità quantomeno di comprendere i pericoli che ci circondano. Senza i supporti visivi presenti in tempo reale sull'interfaccia (la mappa resta comunque consultabile nel menù) il tasso di sfida diviene dunque sì più elevato, ma non inficia la piacevolezza dell'avventura.

    Per quanto riguarda le opzioni legate al comfort, avremo la facoltà di impostare sia i paraocchi (un alone scuro che circonda il campo visivo durante lo spostamento), così da limitare il motion sickness, sia la modalità di rotazione (fluida o a scatti), sia ancora il grado e la velocità del movimento rotatorio, il tutto volto a ridurre il più possibile l'emergere di eventuali malesseri. Non si tratta certo di opzioni molto ricche, ma tutto sommato adempiono in modo adeguato alla loro funzione, rendendo l'avventura in VR piuttosto fruibile senza troppi sforzi, capace di adattarsi alle esigenze dei singoli utenti.

    Sul piano dei controlli, infine, oltre a una mappatura dei comandi opportunamente rivista, bisogna segnalare l'assenza del supporto ai PlayStation Move: l'unica periferica compatibile è infatti il Dualshock 4. Se decidete di giocare Hitman 3 in VR su PlayStation 5 tramite retrocompatibilità, insomma, non potrete ricorrere al DualSense: l'opera fa uso della lightbar del controller PS4, e per questo il suo utilizzo risulta indispensabile anche sulla console di nuova generazione.

    I pregi e i compromessi dell'edizione PSVR

    Per uccidere i bersagli, ghermendoli alle spalle, dovremo muovere il Pad con lo scopo di mimare l'atto di avvolgere un cavo di fibra intorno alla gola dei malcapitati; allo stesso modo, ci toccherà agitare il controller wireless e sferrare un cazzotto sul grugno dei nemici, dopo aver premuto R2 per chiudere il pugno.

    Nella medesima maniera potremo agire imbracciando le diverse armi corpo a corpo: come potrete intuire, l'uso del Dualshock 4 rappresenta una sorta di ibrido tra i comandi tradizionali e i sensori di movimento: il risultato è abbastanza efficace, e qualche inciampo nella precisione e nella risposta alle sollecitazioni dipende prevalentemente dall'ormai antiquato sistema di tracking del PlayStation VR.

    Per le stesse ragioni, anche utilizzare la fotocamera in dotazione all'Agente 47, con cui scansionare alcuni elementi dello scenario, non risulta un'azione molto fluida: dovremo infatti avvicinare fisicamente il device ai nostri occhi, con una reattività non certo stellare. L'uso delle bocche da fuoco segue meccanismi simili a quelli di altri shooter in VR (vi suggeriamo, a tal proposito, di leggere la nostra recensione di Blood & Truth), mostrando a sua volta tutti i limiti, un po' grossolani, del tracciamento, soprattutto quando si usa il fucile da cecchino.

    Così come nell'edizione base, anche in VR le fasi da sparatutto incarnano l'aspetto meno funzionale dell'esperienza ludica. Se si escludono queste imperfezioni, muoversi all'interno degli ambienti in realtà virtuale, ammirandone tutti i dettagli e l'elaboratissima planimetria, nascondere i corpi delle vittime, cambiarsi d'abito e aggirarsi tra la folla trasmette un effetto decisamente appagante.

    La sensazione di trovarsi nel vivo dell'azione è concreta e avvolgente, complici un art e un level design davvero da applausi. Anche sul piano visivo, Hitman 3 in VR raggiunge un livello piuttosto evoluto per gli standard del visore di Sony: la qualità grafica, soprattutto nelle ambientazioni più riuscite, come quella situata in Cina, ci è parsa assai soddisfacente, merito di una buona gestione delle luci e di un'alta densità di oggetti scenici, dettagli e particolari architettonici.

    Ottenere una tale resa grafica su PSVR, specialmente se consideriamo l'estensione delle mappe, può dirsi un traguardo di assoluto rispetto. Il problema più grave, purtroppo, riguarda l'invasivo pop-up di alcuni oggetti e, nello specifico, dei personaggi che popolano le ambientazioni: interi gruppi di persone si materializzano poco alla volta di fronte al nostro sguardo, per un effetto che riduce, inevitabilmente, la forza dell'immersività.

    Superato questo spiacevole ostacolo, dopo che la folla sarà comparsa del tutto, il senso di presenza e una notevole dose di appagamento ci ricordano quanto possa essere travolgente la potenza della realtà virtuale. Vi invitiamo, inoltre, a leggere anche il nostro speciale sui giochi VR più attesi del 2021.

    Hitman 3 Anche con un visore alquanto datato, Hitman 3 in VR è un’esperienza che merita di essere vissuta, ma solo come corollario all’avventura tradizionale. L’opera di IO Interactive non è, ovviamente, pensata per sfruttare al meglio la realtà virtuale, ma l’adattamento ci è parso abbastanza riuscito, pur con tutti i suoi evidenti limiti. Con interazioni meno obsolete, con un migliore tracciamento e, in generale, con il supporto di un visore più all’avanguardia, Hitman 3 sarebbe stato eccezionale in VR: le potenzialità sono enormi e il concept alla base della produzione si presta benissimo ad una trasposizione pienamente immersiva. Con il PlayStation VR Hitman 3 è uno stealth game solido e soddisfacente quanto basta, ma dall’inizio alla fine si percepiscono tutti i compromessi di una produzione che, con il giusto hardware, potrebbe rivelarsi davvero imperdibile. Per questo, ci auguriamo ardentemente che Hitman 3 possa presto raggiungere i lidi dei visori PC e mostrare ciò di cui è capace. Speriamo solo che l’attesa, come l’Agente 47, non finisca per ucciderci.

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