Hyrule Warriors L'Era della Calamità: memorie di una guerra dimenticata

Poiché il nuovo Hyrule Warriors racconterà la guerra contro Ganon, abbiamo raccolto per voi gli indizi sul passato nascosti in Breath of the Wild.

Hyrule Warriors L'Era della Calamità: memorie di una guerra dimenticata
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  • Switch
  • Pubblicato nel 2017 su Wii U e Switch, The Legend of Zelda: Breath of the Wild è passato alla storia come uno dei più grandi e indimenticabili capolavori confezionati dalla Casa di Kyoto. Pantagruelico e straripante di attività secondarie, il titolo presentava persino due storie nascoste e misteriose, che tuttavia, col passare delle ore, sono state esplorate soltanto in parte. Di queste, la prima era collocabile diecimila anni prima del risveglio di Link, ovvero al tempo in cui venne ancora una volta profetizzato il ritorno della Calamità Ganon: l'entità malvagia che da tempo immemore ha ciclicamente flagellato e seminato il caos in tutto il Regno di Hyrule. Un'epoca fondamentale per poter comprendere appieno la nuova avventura del nostro eroe, poiché proprio in quel periodo furono costruite le torri Sheikah, i sacrari, i Guardiani e soprattutto i quattro Colossi Sacri: delle imponenti macchine da guerra affidate ad altrettanti Campioni e utilizzate per sconfiggere nuovamente il diabolico Ganon.

    La seconda storia nascosta, ma prima per importanza e per la capacità di innescare la curiosità del giocatore, era invece ambientata circa 100 anni prima del risveglio di Link, ossia al tempo in cui i popoli di Hyrule vennero completamente sopraffatti dalla Calamità Ganon. Poiché né Breath of the Wild né il DLC intitolato "La Ballata dei Campioni" ci hanno effettivamente permesso di conoscere in maniera dettagliata questo agghiacciante antefatto, abbiamo atteso per anni di poterci catapultare finalmente in un Regno di Hyrule ancora prospero e assistere coi nostri occhi agli eventi che costrinsero la principessa Zelda a prendere una decisione alquanto drastica: sigillarsi assieme allo spirito dello stesso Ganon.

    Per quanto insolito possa sembrare, il compito di soddisfare la nostra sete di conoscenza e rispondere a tutte le domande ancora irrisolte è stato affidato al nuovo musou di Omega Force, che grazie alla supervisione dello stesso Eiji Aonuma si incastrerà infatti nel canone della serie The Legend of Zelda. A distanza di pochi giorni dall'esordio ufficiale di Hyrule Warriors: L'Era della Calamità, vi proponiamo dunque uno speciale atto a riepilogare le informazioni in nostro possesso circa l'ambientazione del titolo che il prossimo 20 novembre esordirà in esclusiva su Nintendo Switch (qui, invece, troverete la nostra prova di Hyrule Warriors: L'Era della Calamità).

    L'ago della bilancia?

    Come ribadito nella nostra introduzione, nel corso dei secoli la Calamità Ganon ha sconvolto più volte la quiete del Regno di Hyrule, costringendo le sue popolazioni a unirsi sotto un'unica bandiera e a organizzare una controffensiva coordinata e micidiale. Cento anni prima che Link si risvegliasse all'interno del Sacrario della Rinascita, tuttavia, qualcosa andò terribilmente storto e, nonostante le forze di Hyrule si fossero adeguatamente preparate all'ennesima venuta di Ganon e delle sue raccapriccianti milizie, l'antica nemesi del nostro eroe riuscì in qualche modo a capovolgere le sorti del conflitto. Ma come è stato possibile un simile disastro? A suo tempo Breath of the Wild (qui la nostra recensione di The Legend of Zelda: Breath of the Wild) non ci ha fornito una spiegazione esaustiva del perché la Calamità abbia infine prevalso, anche perché i diciotto Ricordi recuperabili dal caparbio Link sbloccavano dei flashback abbastanza vaghi, che appunto accennavano soltanto le conseguenze delle azioni di Ganon e non gli espedienti adoperati dal maligno per conseguire la vittoria. Ciononostante, il capolavoro Nintendo ci ha comunque fornito degli indizi importanti che siamo certi saranno alla base del canovaccio narrativo di Hyrule Warriors: L'Era della Calamità.

    Innanzitutto sappiamo che Ganon, al suo ritorno, ricordava perfettamente la precedente sconfitta subita e per di più poteva stavolta contare su un alleato prezioso, nonché rappresentato da una branca traditrice del Clan Sheikah. Se proprio questi e le loro incredibili invenzioni, quasi diecimila anni prima, erano stati l'elemento chiave della strategia adottata per respingere la Calamità, nel corso dei millenni i vari popoli di Hyrule avevano iniziato a diffidare della loro avanzatissima tecnologia. Non a caso, lo stesso Re Rhoam, temendo che il popolo degli Sheikah potesse un giorno ribellarsi alla famiglia reale e utilizzare le proprie scoperte tecnologiche per assumere il controllo del regno, si vide costretto a esiliarli.

    Re Rhoam

    Esponenti del Clan Yiga

    Mentre molti di questi rimasero comunque fedeli al sovrano di Hyrule e, abbandonando completamente la tecnologia e la ricerca, fondarono e si stabilirono nel Villaggio Calbarico, altri discendenti degli Sheikah non perdonarono mai il torto subito e, dopo aver dato vita al disonesto Clan Yiga, decisero di stringere un'alleanza con lo stesso Ganon per poter ottenere l'agognata vendetta ai danni di Re Rhoam.

    Di conseguenza, Hyrule Warriors: L'Era della Calamità dovrà necessariamente svelare ai fan della serie Nintendo quale ruolo abbia giocato il Clan Yiga nel piano orchestrato dalla Calamità, che al proprio ritorno trovò addirittura un modo per assumere il controllo dei Guardiani e persino dei quattro Colossi Sacri. Un risultato sconcertante e ancora inspiegato, che siamo tuttavia convinti non sarebbe stato assolutamente realizzabile senza il sostegno dei reietti appartenenti al Clan Yiga.

    La rovinosa caduta di Hyrule

    In attesa di poter avvalorare la nostra ricostruzione, i Ricordi nascosti in The Legend of Zelda: Breath of the Wild ci hanno comunque raccontato che, diversi millenni dopo la sconfitta di Ganon, al popolo degli Hylia venne profetizzato ancora una volta il ritorno della Calamità e che la salvezza dell'intero regno si celasse nelle profondità della terra. A ragion veduta, gli abitanti di Hyrule scavarono nell'Altopiano Gerudo e riportarono alla luce sia i Guardiani che i Colossi Sacri, affinché la storia e la strategia tramandata di generazione in generazione potesse essere replicata nel benché minimo dettaglio e condurre nuovamente alla vittoria. La principessa Zelda e la sua fedele guardia personale Link, quindi, dovettero far visita ai popoli Zora, Goron, Rito e Gerudo, nella speranza di convincere i rispettivi Campioni (qui troverete la nostra recensione del DLC di Breath of the Wild: La Ballata dei Campioni) a pilotare i Colossi Sacri nella grande guerra ormai alle porte. Uno dopo l'altro, la minuta principessa Mipha degli Zora, l'affabile Daruk dei Goron, il fiero (e un po' antipatico) Revali dei Rito, senza dimenticare la matriarca delle Gerudo, Urbosa, sposarono il piano degli Hylia e assunsero rispettivamente il controllo di Vah Ruta, Vah Rudania, Vah Medoh e Vah Naboris, riequilibrando in apparenza le sorti del conflitto tra le forze del bene e quelle del male.

    Per ordine di apparizione: Mipha, Daruk, Revali e Urbosa.

    Nel frattempo, in circostanze che non vediamo l'ora di scoprire, anche la Spada Suprema che esorcizza il male - la Master Sword - riconobbe nel prode Link il suo campione. L'unico ingrediente ancora mancante per poter replicare in tutto e per tutto la tattica militare adoperata millenni prima dagli antenati dei popoli di Hyrule era quindi rappresentato dal grande potere spirituale tramandato di madre in figlia nella famiglia reale, ma che la principessa Zelda non riusciva in alcun modo a manifestare.

    Come anticipato dalle profezie, la Calamità Ganon tornò a nuova vita e, sorprendentemente, uccise tutti e quattro i Campioni, per poi impossessarsi dei loro Colossi Sacri. Soltanto Zelda e Link riuscirono a sottarsi alla furia omicida di Ganon, ed è proprio durante la fuga che la principessa, nel disperato tentativo di salvare quella coraggiosa guardia verso la quale nutriva ormai dei sentimenti, risvegliò il suo straordinario potere latente. Sotto la "guida" della Spada Suprema, Zelda fece sì che il suo protettore venisse riposto nel Sacrario della Rinascita, ossia una sorta di vasca che stando ai risultati di numerosi studi avrebbe lentamente curato le profonde ferite riportate in battaglia dall'eroe, che tuttavia sarebbe nel frattempo caduto in un lungo sonno non molto dissimile dal coma.

    Affidando la custodia della spada al Grande Albero Deku, la principessa tornò dunque al castello di Hyrule per un disperato e coraggioso atto finale: ricorrere ai suoi nuovi poteri per sigillare lo stesso Ganon tra le mura del palazzo, in attesa che Link potesse un giorno risvegliarsi e porre fine una volta per tutte alla Calamità. Quanto accadde nei cento anni successivi non è esattamente un segreto. Nonostante il sacrificio di Zelda, che col suo ultimo gesto perse il proprio corpo ed il suo spirito divenne addirittura immune allo scorrere del tempo, la vittoria del malvagio - e temporaneamente sigillato - Ganon finì per ripercuotersi su tutta Hyrule, spezzando innumerevoli vite e tramutando un regno un tempo pacifico e rigoglioso in una landa di morte, mostri e pericoli inauditi.

    Hyrule Warriors: L'Era della Calamità Se da una parte siamo convinti che Hyrule Warriors: L’Era della Calamità riuscirà finalmente a fugare tutti i nostri dubbi circa i disastrosi eventi ambientati un secolo prima di Breath of the Wild, dall’altra non possiamo fare a meno di domandarci quale ruolo giocherà nella vicenda il mini-guardiano giunto dal futuro e incontrato dai nostri eroi nel corso del capitolo uno (ossia la breve porzione di storia affrontabile nella demo gratuita di Hyrule Warriors: L’Era della Calamità). Anche perché la sua presenza potrebbe alterare non poco il corso degli eventi e generare una sorta di “what if” dalle conseguenze imprevedibili.

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