I 10 videogiochi più bizzarri di sempre: da Seaman a Hatoful Boyfriend

Pesci parlanti, simulatori di zanzara, flipper strategici e molto altro ancora: eccovi una selezione di folli esperimenti videoludici.

10 Videogiochi assurdi
Speciale: Multi
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Il bello dei videogiochi è che, proprio come le opere letterarie o cinematografiche, possano spaziare in maniera incredibilmente varia tra generi e argomenti. Capita così che al coinvolgimento emotivo di The Last of Us Parte 2 si alterni la giocabilità purissima di Super Mario (a proposito, recuperate la nostra recensione di Super Mario 3D World + Bowser's Fury), passando per le sfumature implicite delle atmosfere dei Souls o la deriva da racconto interattivo delle avventure alla Mass Effect.

Al nostro hobby preferito però non manca anche una componente di sperimentazione e di follia capace di sorprenderci sempre. Elementi che, in alcuni casi, finiscono dritti al centro della scena, arrivando a dar vita a stranezze quasi troppo assurde per essere vere. È per questo che abbiamo raccolto dieci dei videogiochi più bizzarri della storia: un concentrato di delirio, spesso e volentieri proveniente dal Sol Levante, che speriamo possa farvi divertire.

Mister Mosquito (2001, PlayStation 2)

Mister Mosquito è un delirante simulatore di zanzara. L'idea è quella di mettervi nei panni di un fastidioso insetto dalle fattezze in stile cartone animato, permettendovi di svolazzare in tre dimensioni per la casa della famiglia Yamada. L'obiettivo sarà ovviamente quello di succhiare il sangue dei malcapitati inquilini, facendo provviste per il freddo inverno.

In media, il gioco si controlla come le fasi a volo libero di un qualsiasi StarFox, con in più ovviamente l'aggiunta dell'immancabile mini-game per l'estrazione del sangue. L'aspetto più stupefacente di Mister Mosquito, al di là del concept stesso, sta nelle titaniche dimensioni degli esseri umani: tutto sarà inquadrato dalla prospettiva di una minuscola zanzara, e dovrete fare attenzione a non farvi notare dai sempre più suscettibili signori Yamada.

LSD Dream Emulator (1998, PlayStation)

Come spiega direttamente il titolo, LSD: Dream Emulator è un assurdo simulatore di sogni in prima persona, opera di un artista multimediale giapponese che voleva creare un mix tra il videogioco classico e l'arte contemporanea. Esattamente come in un trip a base di acidi, non aspettatevi alcun tipo di senso logico né di coerenza da LSD: Dream Emulator. Di fatto tutto quello che avrete modo di fare è esplorare delle ambientazioni 3D estremamente basiche, con limitatissime possibilità di interazione.

Entro massimo una decina di minuti vi risveglierete dal sogno, e potrete di nuovo avventurarvi in un'altra scampagnata nel nonsense. Il tutto fra texture che diventano sempre più psichedeliche e le misteriose apparizioni di un umanoide grigio.

Boogerman (1994, Mega Drive)

In piena epoca 16-bit, i giochi di piattaforme 2D erano senza dubbio tra i generi più in voga. Per differenziarsi da una competizione selvaggia, che annoverava anche tante produzioni su licenza, Interplay decise di buttarsi su un gioco che sembra ideato da un bambino di otto anni.

Boogerman vede infatti per protagonista un improvvisato supereroe che combatte tramite flatulenze varie , con tanto di peperoncino come power-up per rendere l'aria...piccante. Il bello è che, sotto a una veste che comprende liane di muco, gabinetti e tutto il toilet humor possibile e immaginabile, si nasconde pure un platform molto meno scadente del previsto.

Electroplankton (2005, Nintendo DS)

Toshio Iwai è un poliedrico artista giapponese noto per aver inventato il Tenori-On, un incredibile strumento musicale composto da un pannello con 256 LED. Nella sua carriera Iwai si è concesso anche un videogioco, o forse sarebbe più corretto dire un giocattolo interattivo: Electroplankton, ovvero un software per creare musica attraverso 10 minigiochi a tema acquatico.

Da notare come, per attribuire un valore alla performance del momento, con una concezione che ricorda l'improvvisazione del jazz, Electroplankton non permetta in alcun modo di salvare le proprie creazioni. Le piccole melodie hanno dunque la vita effimera degli esserini al neon che vedrete comparire sui due schermi del Nintendo DS.

Seaman (1999, Dreamcast)

Immaginatevi un videogioco in cui dovrete accudire una creatura che nasce come una sorta di girino e si trasforma in uno sconcertante pesce dal volto umano. Se vi sembra di per sé sufficientemente strano, sappiate che in realtà con quell'essere, ovvero Seaman, dovrete pure parlarci attraverso il microfono incluso nella confezione.

Non solo, come con un Tamagotchi dovrete parlarci idealmente ogni singolo giorno. Il bello è che Seaman vi farà domande sulla vostra vita, non risparmiandovi frecciatine e uscite non sempre educate. Il tutto con la voce di Leonard Nimoy, ovvero il leggendario interprete del Dottor Spock nella serie di Star Trek, per una follia davvero quasi inconcepibile.

Cubivore Survival of the Fittest (2002, Gamecube)

Nato in origine come titolo per 64DD, l'oscuro add-on per Nintendo 64, Cubivore è un action-adventure di stampo darwiniano con elementi da gioco di ruolo. La legge del più forte è infatti il fulcro che regola la vita nell'universo di Cubivore: nei panni di un cubo dall'aspetto animalesco dovrete nutrirvi di altre creature, riprodurvi ed evolvervi fino a diventare il re in cima alla catena alimentare.

Le mutazioni sono un elemento chiave di Cubivore: divorando parti degli avversari vedrete le vostre appendici mutare, dandovi abilità tutte nuove e trasformandovi in un super-animale. Il tutto con lo stile incredibilmente basico e squadrato che caratterizza una produzione anomala.

Trash Panic (2009, PlayStation 3)

Definire Trash Panic è in realtà piuttosto semplice: immaginatevi l'indimenticabile Tetris, solo con l'immondizia al posto dei tetramini colorati. Può sembrare un'esagerazione ma è in effetti davvero così, in un puzzle game dal sapore ecologista che insegna il grande valore del corretto smaltimento dei rifiuti.

Al centro dello schermo c'è un bidone di metallo, e un nastro trasportatore porta di volta in volta degli oggetti da eliminare. Dovrete gestire con intelligenza e strategia non soltanto il volume dell'immondizia, ma anche fattori come il peso, l'infiammabilità e le possibilità di decomposizione della stessa. Come se ciò non bastasse, c'è anche un sistema di valutazione che stabilirà se il vostro criterio di smaltimento sia ecologico o egoista. Perché, in un gioco educativo, non basta evitare di saturare il fantomatico bidone.

Odama (2006, Gamecube)

Se Seaman vi è parso sopra le righe, reggetevi forte. Yoot Saito, l'eccentrico creatore del pesce dal volto umano, si è infatti superato qualche anno più tardi con Odama. Immaginate un impensabile mix tra un flipper e uno strategico in tempo reale ambientato nel giappone feudale. Al posto della classica pallina, metteteci però un gigantesco macigno rotolante, ovvero l'Odama che dà il nome al gioco.

Travolgendo le milizie avversarie, il colossale pietrone vi permetterà di condurre la vostra campana sacra al trionfo, facendovi largo verso la vittoria. Il bello è che, per aggiungere ulteriore follia a un concept già fuori da ogni logica, non manca anche in questo caso un bel microfono, da montare obbligatoriamente sul pad per dare ordini alle truppe.

Hatoful Boyfriend (2014, PC)

Pubblicato da Devolver Digital e basato su un titolo giapponese di qualche anno prima, Hatoful Boyfriend è una visual novel che segue le vicende di una serie di piccioni alle prese con la vita alle scuole superiori. Sì, una sorta avventura simile alle fasi life-sim di Persona, solo con dei piccioni per protagonisti. Volatili ovviamente in amore, perché si sa che fra i banchi di scuola non possono che nascere le prime, travolgenti cotte.

Aggiungendo che la protagonista del gioco è l'unica umana di tutta la vicenda, e che sì, dovrete scegliere il vostro fidanzato tra una serie di piccioni, le cose non si fanno più semplici. Eppure, ve lo garantiamo, Hatoful Boyfriend esiste ed è pure un piccolo cult per la sua nicchia di fan.

Cho Aniki (1992, PC Engine)

Pubblicato per la prima volta nel 1992, Cho Aniki è in realtà una vera e propria serie di sparatutto a scorrimento orizzontale capace di incarnare il non plus ultra del delirio giapponese. Al posto delle classiche astronavi tipiche del genere, qui troverete, senza una ragione particolare, degli oliatissimi culturisti volanti tutti muscoli ed espressioni allusive.

In un trionfo di un immaginario chiaramente omoerotico, tra elementi fallici, micro costumini e proiettili sparati con movimenti pelvici, Cho Aniki rappresenta davvero il trash che si fa sublime. Toni recuperati nel 2010 anche da Muscle March, gioco WiiWare pubblicato da Namco Bandai che, seppur con un gameplay diverso, deve moltissimo alla folle personalità della serie cult (qui trovate la nostra recensione di Muscle March).

Conoscevate alcuni di questi giochi? Qual è il vostro preferito? Aspettiamo di leggere la vostra nello spazio riservato ai commenti.