Speciale I Fake del Wii

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Speciale I Fake del Wii
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    Che console, il Wii! Poche altre volte il nostro caro mondo videoludico è stato scosso da eventi tanto caratteristici, situazioni che hanno incuriosito tutti, Nintendari e non, avvenimenti in grado di generare una curiosità ed un'attesa spasmodica, lasciandoci lì, mesti, a fissare il vuoto e a ripetere: "Wii, Wii, Wii...".
    In questa sede, studieremo qualcosa che ha accompagnato questa console nel primo periodo della sua esistenza, i tempi in cui non era stata ancora svelata, e quel qualcosa sono i fake, i mock-up, i frutti formato jpeg di menti talvolta deviate, talvolta geniali, talvolta troppo stupide per non risultare simpatiche.
    Apriamo le danze, dunque, e benvenuti nel boschetto della fantasia dei seguaci di Super Mario.

    Il Nome

    Tutti ora sappiamo che il Wii si chiama Wii. Al di là dell'ovvia tautologia, questo nome è strano, e se ancora qualcuno si rifiuta di accettarlo e pronunciarlo, figuriamoci se potesse essere addirittura previsto prima dell'annuncio ufficiale.


    Quando ancora la console non aveva un nome, durante una notte buia e tempestosa, un panciuto internauta (nickname: Peach_fammi_tuo) si pose la domanda: "Orsù, come potrà mai chiamarsi la nuova console Nintendo?", rispondendo prontamente: "Dopo Nes, Snes, Nintendo 64 e GameCube, la prossima macchina da gioco sarà la quinta, per quanto riguarda le home console Nintendo, dunque...". La deduzione era più difficile del previsto. Dopo una partita a Prato Fiorito, una ventina di post sul forum, due uova col formaggio e una lattina di chinotto, la folgorazione: "Nintendo 5!"; rinvigorito dalla soluzione dell'enigma, il nostro si mise di buona lena creando una serie di loghi da diffondere via internet al fine di nutrire il proprio ego. A parte gli scherzi, vanno riconosciuti all'ideatore del logo N5 almeno due meriti: primo, se il nome avesse dovuto contenere un numero, non sarebbe potuto essere più piccolo di 3, come ci insegna XBOX 360; secondo, i font, lo stile minimale ed addirittura la fascetta delle copertine dei giochi assomigliano non poco a quelli finali adottati da Nintendo.

    Un altro nome circolato nell'ambiente in tempi precoci fu Nexus. Liquidiamolo in due parole: Nexus è brutto, non significa niente e nessuno ci ha mai creduto veramente.


    Durante l'E3 del 2005, mentre Microsoft mostrava la propria console next-gen, Nintendo mostrò per la prima volta al mondo un parallelepipedo grande quanto tre custodie di DVD una sopra l'altra, dandole il nome di Revolution; quale fosse la rivoluzione non era chiaro, ma un nome c'era. Quello che tutti gli appassionati sanno è che la casa di Kyoto non mantiene mai un nome fino alla fine, alcuni esempi: Ultra 64? No, Nintendo 64. Dolphin? Macchè delfini e tonni, GameCube. Nitro? Non stiamo giocando a The Need For Speed, Nintendo DS. La fantasia degli appassionati si mise in moto per intuire il nome definitivo della nuova console ed un paio di elementi portavano dalla stessa parte. Nintendo ha fatto il colpaccio col DS, che in Giappone è ormai un fenomeno di massa; perché allora non cavalcare l'onda della pubblicità gratuita e pensare ad una nomea che richiami un prodotto già consolidato? Inoltre, il primo gioco ad essere svelato e mostrato al pubblico fu l'FPS di Ubisoft Red Steel, ed il fatto non poteva essere del tutto casuale. Nintendo DS più Red Steel uguale Nintendo RS, cioè Revolution System. Un buffetto compiaciuto a chi ha avuto l'idea di appoggiare questa teoria realizzando dei DVD marchiati Nintendo RS ed arricchiti da tre particolari: il logo RS, libera interpretazione di quello del DS, il logo HD DVD, segno di evidente squilibrio mentale, e la dicitura "for internal use only", che preferiamo non commentare.
    Fu questione di poco. I nintendari cominciarono a pensare a loro stessi non come "noi", "we", ma Wii!

    La Console

    Come abbiamo detto, il nome in codice e l'estetica della console furono i primi aspetti ad essere rivelati da Nintendo; considerando poi che il look di una macchina da gioco è l'ultimo pensiero di un videogiocatore possiamo capire perché ci siano stati pochi tentativi per prevedere la forma del Wii. Chi ci ha provato, ha ipotizzato che il look molto apprezzato del GameCube sarebbe stato mantenuto dalla grande N, eccone un esempio.In questo caso, possiamo osservare alcune buone intuizioni e alcune cantonate non da poco. Cominciamo con la retrocompatibilità con il GameCube, cosa effettivamente presente nel Wii: perché solo due porte per i joypad ed una per le memory card? Nintendo avrebbe interesse a rendere inutilizzabili i titoli per tre e quattro giocatori? E perché non usare per i mini-DVD lo stesso lettore di dischi usato per i giochi Wii? Azzeccato il supporto di quattro joypad wireless, ma totalmente fuoristrada l'ipotesi del supporto di schermi ad alta definizione.

    Quest'altra immagine testimonia invece un'ipotesi sposata da molti circa il dispositivo di output video della console: il visore. Accompagnato da uno screenshot raffigurante un Predator in fiamme sotto il tiro di un fucile fotonico (più o meno quello che tutti sogniamo di vedere attraverso degli occhialini), questo fake ci mostra un visore dalle forme sgraziate ed evidentemente non memore di quello che è stato il più grosso passo falso della Nintendo, il Virtual Boy. Difficilmente i capoccia di Kyoto avrebbero potuto decidere di affidare il futuro della propria compagnia ad un'idea che si è già rivelata un fallimento.


    Una volta acquisita la forma definitiva dell'allora Revolution, non restava che ipotizzare il package che avrebbe raggiunto i negozi e divertirsi un po' ad immaginare delle possibili estetiche alternative. Riguardo alle confezioni, vi proponiamo due diversi mock-up. Possiamo ammirare prima un formato valigetta comodo e pratico per portare la propria console a casa di amici e, perché no, al lavoro; poi una sobria scatola completamente bianca solcata da un segmento blu fluorescente. Nell'ultima immagine vediamo quello che, se realizzato, sarebbe il primo acquisto di ogni fanboy Nintendo: un Wii con l'estetica del mitico NES; d'accordo che grazie alla Virtual Console potranno essere emulati i più grandi giochi dell'era 8-bit, ma qui forse si esagera.

    Il Controller

    La periferica di controllo del Revolution è certamente l'aspetto che, oltre a giustificare il nome in codice della console, ha più incuriosito i videogiocatori di tutto il mondo: Nintendo si apprestava a rivoluzionare il mondo videoludico grazie ad un controller dalla tecnologia nuova e strabiliante... ma quale? Scartando il comando vocale ("Link, abbassati! No, non ammazzati, abbassati! NO!") e l'interazione neurale ("Per giocare in due, connettere il cavo alla nuca del secondo giocatore. Fatto?"), vennero prese in considerazione delle soluzioni un filino più fattibili, che verranno qui esposte.

    Cominciamo con due fake evidentemente ispirati dall'enorme successo riscosso dal DS. Nella prima immagine qui riportata possiamo notare un controller quasi interamente costituito da un touch-screen, con l'aggiunta di una manciata di pulsanti, che non fanno mai male. Oltre a fare un applauso alla fantasia dell'autore, che come pennino ha riportato proprio quello del DS (talmente comodo che nel DS lite è stato totalmente ridisegnato), osserviamo la scomodità che avrebbe comportato il dover continuamente spostare lo sguardo dalla TV al controller per poter dare i comandi giusti. Nella seconda immagine invece il touch-screen è pensato per visualizzare i tasti normalmente presenti su un joypad, magari in diverse configurazioni a seconda del gioco. Ecco, a dire la verità questa soluzione appare quantomeno improbabile, non fosse altro per la necessità di implementare uno schermo tattile che accetti più di un input contemporaneamente, tecnologia possibile, ma non certo comunissima.


    Un'altra idea piuttosto interessante era quella di disporre di pulsanti diversi in situazioni di gioco diverse. Nella prima immagine vediamo un esempio di joypad dalla forma classica, ma dotato di una pulsantiera fisicamente intercambiabile (nell'esempio vediamo tutte le configurazioni dei precedenti pad Nintendo); nella seconda immagine, osserviamo un controller i cui tasti sono in realtà dei piccoli schermi OLED delle dimensioni di 240x160 pixel in grado di visualizzare la funzione di ogni singolo tasto in ogni frangente. A parte le difficoltà tecniche dell'implementazione di queste due soluzioni, viene da domandarsi quale sarebbe stata l'effettiva utilità, dato che, invece di sostituirli con altri metodi di input, questi pad cambiano solo la forma o l'aspetto dei tasti.

    Qui vediamo i tre prototipi che più si sono avvicinati ad indovinare le caratteristiche del controller finale. In tutti e tre i casi i pad sono costituiti da una coppia di manopole in grado di far capire alla console quale movimento stia effettuando il giocatore, grazie all'uso di giroscopi e/o accelerometri oppure di una telecamera (anche se in questo caso non sarebbe stato possibile il rilevamento dei dati nelle tre dimensioni). Ovviamente ognuno di questi fake ha delle caratteristiche particolari: il primo prevede una sorta di hub (dotato di tasti classici) a cui collegare le due manopole (ognuna fornita di una track-ball e di un grilletto analogico) al fine di ottenere un joypad classico; il secondo, oltre a dare la possibilità di unire le due metà e di ottenere un comunissimo controller, ipotizza la presenza di un microfono nella metà di sinistra e di giroscopi aggiuntivi al fine di implementare il force-feedback (segno che il suo ideatore non sia un vero e proprio asso in fisica). Infine, il terzo prevede una croce direzionale sulla manopola di sinistra e dei tasti su quella di destra; in questo modo si è rimediato alla fesseria della telecamera fornendo una buona approssimazione di come viene in efetti usato il controller finale (Nunchuck per dare i movimenti con la levetta analogica, Wiimote per impartire i comandi con i tasti).

    Il controller qui accanto sarà ricordato come il più brutto mai concepito a memoria d'uomo. Modellato a partire da un qualunque joypad per GameCube, questo fake punta tutto su un look deforme, grazie ad un bozzo irregolare situato in posizione centrale; questo design, che tanto ci ricorda il buon Sloth dei Goonies, era necessario (almeno nella mente di chi l'ha ideato) al fine di alloggiare un giroscopio. Come ciliegina sulla torta, i due corni destinati ad essere impugnati sarebbero in grado di cambiare temperatura, facendoci sentire caldo o freddo a seconda delle situazioni di gioco. Come direbbe Mario: "Mamma mia!".
    Per finire, facciamoci quattro risate con i prossimi tre fake: un pad-adattore in grado di far funzionare tutti i controller Nintendo fin qui prodotti (bellissimo lo slogan "cosa c'è di meglio dell'autentico?"), un mock-up realizzato a partire dal vecchissimo controller Neg-Con, prodotto dalla Namco (per chi non se lo ricordasse, facendo ruotare le due metà del joypad era possibile far sterzare l'auto che si stava guidando) ed un bellissimo banana-controller composto dai tasti e dalle levette dei pad per GameCube (Nintendo, la solita copiona!).


    La Shell

    Subito dopo aver presentato il Wiimote, fu premura di Nintendo di rassicurare i giocatori più tradizionalisti affermando che sarebbe stata messa in commercio una cosiddetta "shell", una periferica da collegare al (o in cui incastonare il) rivoluzionario controller al fine di ottenere un pad classico, quello a cui siamo abituati e che le concorrenti non hanno ancora abbandonato. Ora noi sappiamo che, al posto della shell, Nintendo ha realizzato il Classic Pad, un controller che potremmo definire standard ed orientato prevalentemente all'utilizzo con la Virtual Console, ma un annetto e mezzo fa la fantasia della comunità videoludica si mise in moto anche in questo senso.L'ipotesi che andò per la maggiore la vedete in questa foto: un controller del GameCube con un foro al centro in cui incastrare il Wiimote. In effetti questa soluzione appariva la più ragionevole, permettendo di giocare ai titoli più difficilmente adattabili alle potenzialità della nuova console con un pad che ha dimostrato di essere valido e comodo, arricchito per di più da alcune delle feature proprie del controller del Wii; in pratica, si sarebbe potuto interagire con i giochi in maniera analoga (e in alcuni casi migliore) a quella permessa dal SIXAXIS di Sony.

    Se dunque l'idea di un pad del passato in cui alloggiare il pad del futuro era considerata quasi scontata dagli appassionati, tutt'altro che scontata era la scelta di quale pad fra quelli visti finora avrebbe ospitato la "bacchetta magica" di Nintendo; in qualche modo la questione veniva trasposta nel decidere quale fosse il miglior controller fra quelli proposti dalle console precedenti. Ed ora vi chiediamo, chi non ha amato il "tridente" del Nintendo 64? La forma particolare, la possibilità di diversi tipi d'impugnature, ma soprattutto l'introduzione per la prima volta di uno stick analogico hanno fatto si che l'ingombrante pad Nintendo si sia ritagliato un posticino nel cuore di tutti coloro che hanno giocato a Super Mario 64 all'epoca della sua uscita. Ecco spiegato il perché di questo mock-up:il nostro caro tridente che ospita un bel Wiimote; il motivo per cui questa idea era ed è semplicemente assurda è che, come abbiamo ricordato, il pad del Nintendo 64 è enorme già di suo, e la presenza di una componente aggiuntiva e sporgente non avrebbe migliorato la situazione.

    Alla ricerca del pad giusto siamo passati dai 128-bit ai 64-bit, ma a quanto pare qualcuno ha avuto nostalgia addirittura dei 32-bit. In questo fake dallo stile naif, probabilmente realizzato grazie al solo uso del Paint di Windows, osserviamo quello che sembra un Dual-Shock vecchia maniera in cui è stato alloggiato, questa volta in orizzontale, un controller del Wii; la dislocazione dei tasti stile GameCube non maschera neanche un po' lo stile Sony, dunque non meraviglia che a questa idea non abbia creduto neanche il suo creatore. Ci hai provato Kutaragi!

    Anche se non si tratta di una shell, una menzione d'onore va ad IGN per aver ideato questa docking-station per Wiimote. A parte il fatto che un tale accessorio non è stato neanche preso in considerazione da Nintendo, visto che le batterie dei nuovi controller saranno comunissime pile stilo non ricaricabili (nulla comunque vieta ai giocatori di munirsi di batterie ricaricabili), la bellezza di questo mock-up risiede nelle espressioni dei controller raffigurati: pur non essendo provvisti di volti, i Wiimote sembrano quattro amici in macchina che vanno al mare ascoltando canzoni italiane degli anni ‘70/'80. Impagabile.

    I Giochi

    Dedichiamo un po' di spazio in questo speciale alle bufale riguardanti i giochi che sarebbe dovuti apparire sul Revolution, almeno stando agli autori di questi fake. Nell'immagine qui accanto potete ammirare un artwork che per settimane fece gioire gli amanti del classico dell'era 8-bit Kid Icarus; questo restyle maturo e quasi gotico dell'angioletto made in Nintendo fu accompagnato da altre tre immagini rappresentanti un personaggio femminile dal look conforme, una galleria di spade dalle forme fantasiose ed una di asce ancora più fantasiose. Nonostante la credibilità del tutto, dovuta all'alta qualità artistica degli artwork, non ci volle molto prima che qualcuno facesse notare che si trattava semplicemente di disegni apparsi su un noto sito frequentato da giovani artisti, a cui erano stati applicati i loghi di Nintendo e Capcom; tuttavia, il fatto che il nostro Icarus apparirà fra i lottatori del prossimo Super Smash Bros Brawl ci fa ben sperare che questo personaggio non venga ricacciato nel dimenticatoio dai suoi creatori, ma che gli venga dedicato almeno un titolo nella corrente generazione.Restando in argomento Kid Icarus, è bello notare come i creatori dei fake di cui stiamo parlando cerchino di associare le loro immagini alla propria casa sviluppatrice preferita. Nella fattispecie, quest'altro artwork fu utilizzato per montare due fake differenti, uno riportante il logo Retro, e l'altro il logo Capcom!

    Il fake qui a sinistra rappresenta un caso tipico, quello della balla a cui nessuno avrebbe creduto neanche per cinque secondi, se non ci fosse stata nell'aria un hype clamorosa. Infatti questo sedicente screenshot del terzo capitolo della saga di Metroid Prime, contrassegnato da una realizzazione tecnica e concettuale pessima, fu preso per vero (almeno per una mezz'oretta) solo a causa dell'enorme attesa generata dall'imminente discorso di Satoru Iwata all'E3 2006. I più ingenui caddero dalle nuvole quando i più sagaci gli fecero notare che l'immagine era semplicente un collage composto da un fondale relativo all'universo di Star Wars, un braccio cannone ritagliato da una scena di Metroid Prime 2 (quel pallino nero è effetto dell'atmosfera malsana di Aether Oscuro) e un indicatore dell'energia realizzato con approssimazione. E poi, che ci starebbe a fare Samus su un pianeta fittamente popolato?Chiudiamo questo paragrafo con una carrellata di fake dai temi: "come creare un'immagine in computer grafica e far finta che sia un nuovo gioco dei Retro" (Xenias, Arghuss), "come scomodare le vecchie glorie per i nuovi fake" (Killer Instinct) e "come montare un intero teatrino per dare più credibilità ad una balla" (GumShu). Buona visione.

    Nintendo 21

    Come preludio al gran finale di questo articolo, prendiamo in esame l'immagine qui riportata. Come potete vedere, si tratta di uno schizzo di quelle che sarebbero dovute essere le caratteristiche della nuova console Nintendo; siamo dunque di fronte ad un fake a trecentosessanta gradi. Cominciamo con l'analizzare le informazioni riportate sul foglio: supporto ottico da 8 cm alloggiato in una protezione di plastica (ricorda qualcosa che comincia per U e finisce per MD) della capienza di 5.4 GB, nome Nintendo 21, font simile a quello di Nintendo DS, logo simile a quello di Nintendo 64 (la fantasia al potere!) e console quasi identica al GameCube, con quattro porte per i joypad e sportello per l'inserimento dei dischi; a ciò vanno aggiunte le voci che accompagnarono questa immagine, ovvero la possibilità di connettere senza fili console vicine fra loro (ma per quale arcano motivo?), ed il fatto che i joypad fossero sensibili alla pressione (alquanto utili nelle simulazioni di palline anti-stress).
    A parte la quantità enorme di caratteristiche insensate, ciò che fa più ridere di questo fake è che il tutto sia stato spacciato come un'informazione segretissima trafugata dalla sede della Nintendo; possiamo quindi immaginare un'audace talpa che, visionati i documenti top-secret relativi alla nuova console, si lanci in una fuga rocambolesca non priva di sparatorie, inseguimenti e provocanti Bond-girl, per poi arrivare a casa, mettere su carta ciò che ha visto e diffondere il tutto via internet. Il mio nome è Mario, Super Mario.

    Nintendo ON

    Arriviamo al piatto forte, alla pietra miliare dei fake, alla leggenda della castroneria, alla Triforza dei pallonari; questa storia la racconteremo con calma, assaporando a fondo ogni sua fantasiosa corbelleria.Abbiamo già ricordato che un punto focale nella storia del Wii è stato l'E3 del 2005, durante il quale Iwata svelò pubblicamente forma e nome della nuova console, tacendo sulle sue potenzialità tecniche e sul suo controller, che si vociferava essere rivoluzionario. La nostra storia comincia però qualche giorno prima, quando l'industria videoludica ancora non conosceva nessuna delle tre console next-gen e sui forum di mezzo mondo la gente diffondeva un link: il filmato che avrebbe svelato la prossima console ad ospitare Mario, il Nintendo On. Il filmato dura sei minuti e ventuno secondi ed è diviso cinque in momenti specifici.(0:00) Si comincia con una carrellata sulle console Nintendo uscite fino al 2005, dai Game & Watch al Nintendo DS (passando per il Virtual Boy, mamma mia...), una marcia trionfale che porta dritto dritto in una nuova era.(1:29) Vediamo il familiare castello di Super Mario 64, ricordando quanta fatica e quanti salti ci vollero per prendere tutte le 120 stelle del gioco. La malinconia lascia il posto allo stupore quando la telecamera zooma in fuori, riprendendo un castello coperto dai castelli originali, mentre un contatore marchiato "NINTENDO REVOLUTION DAY" tiene il numero dei castelli visualizzati contemporaneamente; la musica di sottofondo, un remix del tema di Bowser, moltiplica l'impatto sullo spettatore nintendaro. Botta finale, viene mostrato il logo Nintendo fatto di castelli fatti di altri castelli, ed il numero in sovraimpressione arriva a 512 milioni!(3:16) Ed eccoci, dopo averne visto la mostruosa potenza grafica, davanti alla console, assomigliante sulle prime ad un incrocio fra un casco ed un aspirapolvere. Ok, grafica da urlo, forma strana, ma come funziona?(4:09) Il colpo di genio, la dimostrazione che per rendere credibile una fesseria bisogna spararla grossa. Nintendo On è composto fondamentalmente da due parti: un visore 3D e la console vera e propria, chiamata "the brain". Il cervello rappresenta una macchina in grado di leggere DVD e, oltre che leggere i giochi in commercio, di "fare" i giochi (non chiedeteci cosa significhi perché non l'abbiamo ancora capito); il visore invece è sia la periferica di input sia quella di output, fornendo al giocatore immagini tridimensionali attraverso i suoi due piccoli schermi (uno per ogni occhio) e suono surround attraverso le cuffie, mentre i movimenti del giocatore vengono rilevati a distanza e tradotti in movimenti nel gioco.(5:42) Il filmato si interrompe bruscamente con alcune scene tratte da degli ipotetici nuovi episodi di Metroid e Super Mario: il primo rimane fedele allo stile classico dei filmati pubblicitari in CG della serie Prime, mentre il secondo propone uno stile grafico diverso dal solito, oltre che una grafica molto dettagliata.Bene, fin qui abbiamo esposto la telecronaca del famigerato filmato, ora cerchiamo di dare qualche commento. Innanzitutto, il lavoro e la cura riposti nella realizzazione di questo fake sono enormi, non si è mai vista e non si vedrà per molto tempo una cosa del genere; non possiamo biasimare chi, sulle prime, non capì che si trattava di una bufala e semplicemente pensò che Nintendo On fosse la nuova console della grande N. Riconosciamo dunque che quello dello spagnolo Pablo Belmonte sia un lavoro ai limiti del professionale, come hanno ammesso gli stessi dirigenti Nintendo.
    Ciò non toglie che il buon Pablo non ci abbia azzeccato praticamente niente, a partire dalla potenza computazionale della nuova console: Nintendo On è un mostro di potenza, capace di creare grafica fotorealistica e di visualizzare 512 milioni di castelli di Peach contemporaneamente, quando il Wii è sicuramente (nonchè volutamente) la meno dotata graficamente delle console next-gen. Seppure il nome On abbia qualche caratteristica in comune al nome Wii (facile da leggere e ricordare, rende inutili gli acronimi), la forma della console ipotizzata da Belmonte, semisferica e in generale "diversa", è agli antipodi dalla forma finale del Wii, un semplice (ma bellissimo!) parallelepipedo. Tralasciando poi la fantomatica capacità di creare i giochi, anche l'idea della visualizzazione tramite visore e della mancanza di un vero e proprio controller non trovano riscontro nella realtà; se poi, come suggerito dal filmato, un passo in avanti del giocatore provoca un passo in avanti di Samus (per fare un esempio), come caspiterina dovrebbe essere possibile attraversare lunghi corridoi ed enormi ambienti in generale? Passando ai giochi, se con Metroid l'autore non si è sbilanciato troppo, con Mario ha sicuramente tolto credibilità al suo fake: lo stile è assolutamente lontano da quello creato da Miyamoto e non sarebbe stato digerito da nessun fan dell'idraulico Italiano.
    Ad ogni modo, complimenti Pablo, per un paio di minuti hai fatto credere a tutti che il futuro dei videogiochi sarebbe stato correre bendati per la propria stanza.

    Scheda Wii Fake Ormai il fatidico 7 Dicembre, data di uscita del Wii in Italia, è dietro l'angolo ed una volta messe le nostre mani sudatticcie sulla nuova console saremo troppo impegnati ad agitarci come forsennati davanti alla TV per ricordarci i momenti di attesa passati negli scorsi anni, quando anche il più piccolo rumor era fonte di discussioni, sogni e aspettative. L'unica cosa che vi chiediamo è di non dimenticare, di non lasciare che tutti i fake che abbiamo visto insieme si perdano nell'oblio, di rivolgere il pensiero ogni tanto a chi ci rendeva partecipi delle proprie visioni digitali. E permetteteci, in conclusione, di farvi vedere quello che personalmente reputiamo il miglior progetto relativo al controller per il Wii mai concepito:

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