I film Disney Pixar che hanno ispirato i mondi di Kingdom Hearts 3

Passiamo in rassegna i film d'animazione che hanno ispirato la creazione dei vari regni del JRPG targato Square-Enix.

I film Disney Pixar che hanno ispirato i mondi di Kingdom Hearts 3
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  • Quando sei nella posizione di poter scegliere le ambientazioni pescando dall'universo Disney e da quello Square Enix le possibilità sono al limite dello sterminato. In sostanza si rientra nel campo del "come fai, fai bene", il che, per uno sviluppatore (ma anche per l'utente finale) è sempre un colossale vantaggio. Square ha scelto per Kingdom Hearts III una serie di mondi Disney che vanno dal super classico (Il Bosco dei Cento Acri, la Scatola dei Giochi) a qualcosa di invece più contemporaneo (Arendelle e Corona), cercando probabilmente di intercettare la più vasta platea possibile e soprattutto aggiungendo grande varietà al suo gioco. Ogni regno viene da un film a suo modo importante per Disney: di seguito trovate un piccolo vademecum utile per sapere qualche dettaglio in più su ogni produzione cinematografica, capire maggiormente il contesto in cui è uscito ed in particolar modo conoscere qualcosa di chi lo ha creato.

    Il Monte Olimpo - Hercules

    Uscito al cinema nel 1997, Hercules fu il trentacinquesimo film prodotto dagli studi Disney, preceduto da Il Gobbo di Notre Dame e seguito da Mulan. Alla regia due veterani degli studi, di cui sicuramente conoscerete altri altri lavori, visto che iniziarono con Basil L'investigatopo nel 1986 e diressero pellicole del calibro de La Sirenetta, Aladdin e più recentemente La Principessa e il Ranocchio e Oceania.

    Prevedibilmente, la storia racconta di Hercules e del suo percorso verso la divinità messo in discussione da Ade, un colossale James Woods nella versione originale. Il doppiaggio italiano vedeva invece Raoul Bova nei panni di Ercole e Giancarlo Magalli a dare la voce a Filottete, che in inglese aveva il timbro di Danny De Vito. Pur non riuscendo a trovare particolare fortuna al tempo della prima distribuzione (nonostante numeri di tutto rispetto, lontani però da quello che si aspettava Disney dopo la notevole campagna pubblicitaria), il ritmo serrato e soprattutto i tantissimi riferimenti pop lo hanno fatto rivalutare nel corso degli anni. James Woods tra l'altro ha sempre adorato il suo personaggio, al punto che propose di tagliarsi lo stipendio pur di poter permettere agli studios di finire il film che stava andando fuori budget. La voce di Ade in Kingdom Hearts è proprio la sua.

    I Caraibi - Pirati dei Caraibi

    C'è stato un periodo, diversi anni fa ormai, in cui tutto girava intorno a Jack Sparrow: Johnny Depp era l'attore che garantiva più incassi al cinema, Jerry Bruckheimer qualsiasi cosa producesse diventava oro, e tutti sembravano di punto in bianco uscire di casa con l'highliner e camminare come Keith Richards.

    Tutto questo aveva anche dei lati positivi: l'aver reso di nuovo "cool" i pirati, le ricerche di tesori e i corpi di mille balene. Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna uscì nel 2003 e fu un successo clamoroso: non solo Johnny Depp, ma anche Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush e il regista Gore Verbinski resero pop e attuale un immaginario che è sempre esistito ma che raramente, se non nei romanzi, è stato di così grande presa. Da allora sono usciti cinque film (il sesto è in lavorazione) e la saga ha raggiunto media diversi, come fumetti, libri e ovviamente videogiochi (oltre a Kingdom Hearts III infatti i Caraibi sono presenti in oltre dieci titoli, tra cui il precedente capitolo della serie Square Enix, una manciata di giochi mobile e pure uno su game Boy Advance). Fun Fact: Ron Gilbert, il creatore di Monkey Island, ha spesso detto che fu proprio la sua serie più famosa a ispirare i film (nonostante questi siano formalmente degli "adattamenti" di attrazioni dei parchi a tema Disney) e che invece Mari Stregati (On Stranger Tides, 1987), che è anche il titolo (e l'ispirazione) del quarto film, è a sua volta il punto da cui è partito Gilbert per Monkey Island. Una cosa è comunque certa: sia nelle avventure di Guybrush Threepwood che in Pirati dei Caraibi c'è un cane con al collo delle chiavi che si chiama Walt.

    Arendelle - Frozen

    Tanto è cristallino e indiscutibile il successo di Frozen una volta distribuito nei cinema (un miliardo e duecento milioni di incasso, il Blu-Ray Disc più venduto della storia), quanto è stata complessa la sua realizzazione. La Arendelle nella quale è ambientata la storia di Anna e Elsa infatti è stata ipotizzata sin da dopo l'uscita di Biancaneve e i Sette nani (si parla degli anni quaranta), ma non si trovò per decenni il modo giusto per trasporla su schermo.

    Dopo un lunghissimo tira e molla è stato grazie agli sforzi di John Lasseter (ex fondatore Pixar e successivamente responsabile di tutti gli studios Disney) e Peter Buck (co-regista di Tarzan e character designer de La Sirenetta e Pocahontas) che finalmente ha preso vita sotto forma di film d'animazione in CGI, e da lì, come in pochi altri casi si può dire, il resto è storia: Let it go è diventata una hit a livello globale, nel 2014 il nome Elsa apparve all'ottantesimo posto di quelli più dati ai neonati su scala mondiale.

    In generale insomma il film fu accolto in maniera estremamente positiva dalla critica, che aveva rivisto nella scrittura e nelle canzoni particolarmente orecchiabili un'appartenenza alla Reinassance Era della Disney, quella che per intenderci si fa solitamente iniziare con La Sirenetta e terminare con Tarzan (e che comprendeva La Bella e la Bestia, Aladdin e il Re Leone).

    Frozen è stato poi il primo lungometraggio Disney ad essere diretto da una donna (Jennifer Lee, co-regista insieme al già citato Peter Buck), ed ha dato vita a un interessante dibattito su come la società cercasse di rendere le sue principesse più autonome e meno "damigella in pericolo", lasciando del margine di interpretazione anche sull'orientamento sessuale di Elsa (con Let it Go vista come metafora del coming out). Difficile che Lee e Buck rendano mai chiare le loro intenzioni, ma magistrale in questo caso una dichiarazione della stessa Lee: "Noi sappiamo cosa abbiamo fatto. Ma allo stesso tempo sento che una volta mostrato il film, questo appartenga al mondo intero, così io non dirò nulla, ma lascerò che siano i fan a parlarne. Credo spetti a loro".

    Corona - Rapunzel

    Il cinquantesimo lungometraggio Disney è una delle nuove ambientazioni di Kingdom Hearts III: il Regno di Corona. Rapunzel (Tangled, in originale) all'inizio doveva essere un prodotto a metà tra un teen movie e Shrek, con una strega cattiva che, stufa dei lieto fine nelle storie, rapisce due ragazzetti e li catapulta nel mondo delle fiabe. Originariamente sarebbe dovuto uscire nel 2007, ma questa versione (che nei piani iniziali doveva chiamarsi Rapunzel Unbraided) non convinceva del tutto Glen Kean (il produttore esecutivo che già aveva lavorato su Aladdin, la Sirenetta e Tarzan, tra gli altri), il quale decise di tornare alla visione classica della favola, togliendo tutti i riferimenti all'attualità.

    In regia ci sono Nathan Greno (Bolt come responsabile della storia, Super Rhino come regista) e Byron Howard (ancora Bolt, e in seguito Zootropolis) che riescono a far fruttare il più alto budget della storia dei Walt Disney Animation Studios (duecento milioni di dollari) portando a casa oltre seicento milioni contando solo l'uscita al cinema, una cifra che ha permesso a Rapunzel di divenire il sesto incasso di sempre per lo studio.

    Mostropoli - Monsters & Co.

    La Mostropoli di James P. Sully e Mike Wazowski è l'ambientazione discreta ma perfettamente funzionale di quello è che uno dei migliori film Pixar (e di animazione in generale).

    Diretto da Pete Docter (che tra l'altro è il regista di Up e Inside Out) e arrivato nei cinema nel 2001, Monsters & Co. è un buddy movie che ha un'idea fortissima alle sue spalle (i mostri che i bambini credono di vedere esistono davvero e usano le urla dei marmocchi per alimentare la loro città) ed è tra i film meglio recepiti da critica e pubblico, con oltre mezzo miliardo di dollari incassato al tempo dell'uscita al botteghino. I doppiatori originali, John Goodman e Billy Crystal, sono praticamente perfetti, al punto che potrebbero serenamente essere la versione "mostruosa" di Sully e Mike. Mostropoli appare (ovviamente) anche nel prequel, Monster University, uscito nel 2013, che però avrebbe potuto essere ben diverso: all'inizio infatti (si parla del 2005), il seguito di Monsters & Co sarebbe dovuto essere prodotto da Circle 7 Animation, una ex divisione di Disney che si occupava di proprio di CGI. Questo perché al tempo Pixar non apparteneva a Disney ma aveva solo un accordo di distribuzione: costi e ricavi divisi cinquanta e cinquanta ma proprietà delle IP a favore di Disney. Con l'avvicendamento alla guida di Disney tra Iger e Eisner le cose si sbloccano al punto che Iger e Jobs (sì, Steve Jobs, all'epoca chairman di Pixar) si accordano per definire l'acquisizione tramite scambio di azioni. In questo modo Pixar torna in possesso dei diritti sul seguito di Monsters & Co, chiude il progetto di Circle 7 e riparte con il suo Monsters University. Fun Fact: il mio gatto si chiamava Boo.

    La Scatola dei Giocattoli - Toy Story

    Se c'è un film che ha cambiato la storia dell'animazione quello è Toy Story. Uscita nel 1995 e scritta da John Lasseter (che ha diretto anche A Bug's Life, Toy Story 2 e Cars ed è stato l'anima e il motore della prima Pixar), l'opera che ha portato alla vita Buzz Lightyear e Woody è stato il primo lungometraggio totalmente girato in CGI.

    Ovviamente la sua forza non era nella sola tecnica, ma anche, anzi soprattutto, in una scrittura perfetta (merito dello stesso Lasseter, Pete Docter, Joss Whedon - sì, proprio quello di Buffy), un ritmo indiavolato e tanti personaggi meravigliosi diventati da allora vere e proprie icone. Tom Hanks e Tim Allen nell'originale, Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto in Italia hanno oltretutto cantato "You've got a friend in me", una delle canzoni di maggior successo dell'era Disney. Toy Story è stato tra l'altro il primo film Pixar ad avere un seguito, e quello che al momento ha la conta dei sequel più numerosa, essendo il quarto capitolo in uscita proprio quest'anno. La scatola dei giochi di Andy, il bambino che scriveva il suo nome sulle suole dei giocattoli, non potrebbe essere riempita di compagni di gioco migliori.

    San Fransokyo - Big Hero 6

    Il cinquantaquattresimo film nasce dal desiderio di integrare il più possibile gli universi Disney e Marvel, dopo che la prima ha acquistato la seconda nel 2009. Fu così che Don Hall iniziò a cercare nel catalogo Marvel qualcosa che potesse essere un buon punto di incontro tra i due mondi ma non fosse troppo conosciuto, in modo da avere margine per poter interpretare il materiale di partenza senza avere la pressione di un fandom dogmatico alle spalle.

    Nasce così Big Hero 6, secondo film da regista per Hall (che iniziò la sua carriera come animatore di Cadillacs and Dinosaurs: the Second Cataclysm, e che avrebbe poi diretto anche Oceania): notevole successo commerciale, sia in termini di biglietti staccati sia in ottica franchise (al momento un seguito non è ancora ufficialmente confermato, ma ci sono stati negli anni passati rumor insistenti a riguardo). Ciò che più piacque al tempo della sua uscita non fu tanto la storia o la sua originalità, quanto le dinamiche tra i protagonisti: Baymax poi, patatone robotico a forma di marshmallow gigante, fu particolarmente azzeccato, il che è stupefacente sapendo che il suo doppiatore, Scott Adsit, è diventato famoso per Pete Hornberger di 30 Rock, anonimo, triste e un po' sfigato produttore esecutivo del TGS with Tracy Jordan, che è l'equivalente degli Occhi del Cuore 2 in Boris.

    Il Bosco dei Centro Acri - Winnie the Pooh

    Il Bosco dei Cento Acri è probabilmente l'ambientazione con le radici più profonde nella letteratura per ragazzi, nonché uno dei luoghi di fantasia più universali e conosciuti da oltre cinquant'anni. Scritto nel 1926 da A.A. Milne, Winnie-the-Pooh è onnipresente nelle storie, nei libri e nei cartoni di quasi ogni bambino, specialmente quando, nel 1966, Disney ne acquisì i diritti producendo una serie di cartoni animati che ebbe un successo incredibile, al punto che la quarta stella nella Walk of Fame di Hollywood, dopo Topolino, Biancaneve e Paperino è proprio quella di Winnie the Pooh.

    Le serie, i film e i cartoni dedicati all'orsetto, Tigro, Pimpi e Ih-Oh sono innumerevoli, così come è massiccia la presenza del Bosco dei Cento Acri nei parchi a tema o nei Disney Store. Negli ultimi anni poi le pellicole ispirate all'orso sono tornate al cinema, anche se non con il successo che Disney sperava: nonostante le buone recensioni infatti Winnie The Pooh (2011, diretto da Stephen J. Anderson e Don Hall) incassò circa una cinquantina di milioni di euro (certo, uscire lo stesso weekend di Harry Potter e i doni della Morte - Parte 2 non ha molto aiutato), mentre Ritorno al bosco dei 100 Acri (Cristopher Robin, nel titolo originale), film con Ewan McGregor uscito lo scorso anno, ne guadagnò quasi duecento.

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