I peggiori giochi del 2020: da Fast & Furious Crossroads al remake di XIII

Andiamo alla scoperta dei peggiori giochi 2020: tra Fast & Furious Crossroads, Street Power Football e XIII, quest'anno i giochi brutti non sono mancati.

I giochi peggiori del 2020
Speciale: PC
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Nonostante la pandemia abbia stravolto i programmi degli sviluppatori di tutto il mondo, costringendoli da un giorno all'altro a fare armi e bagagli per trasferire il proprio lavoro tra le mura delle proprie abitazioni (con tutte le difficoltà tecniche e logistiche che ne derivano), il 2020 è riuscito a regalarci alcuni dei migliori giochi di questa generazione. The Last of Us Part 2 e Ghost of Tsushima hanno chiuso in bellezza l'era dei record di PlayStation 4, mentre Hades è stata una delle sorprese più sensazionali di sempre. Il ritorno di Microsoft Flight Simulator è stato accolto con entusiasmo da milioni di aspiranti piloti, mentre Animal Crossing: New Horizons, Half-Life Alyx, DOOM Eternal e Final Fantasy VII Remake, scampati in larga parte ai disagi della pandemia, hanno reso indimenticabile la prima parte dell'annata.

Il 2020, tuttavia, non è stato tutto rose e fiori. Sugli scaffali sono arrivati anche molti giochi che avremmo preferito non vedere, e altri per i quali avremmo aspettato volentieri qualche altro mese (se non di più) per dare modo agli sviluppatori di rifinire al meglio l'esperienza. È a loro che è dedicato questo speciale: ecco a voi quelli che, secondo noi, sono i giochi più brutti del 2020.

Fast & Furious Crossroads

Star internazionali e uno dei franchise più noti della storia del cinema: cosa può andare storto? A quanto pare, tutto! Neppure la presenza di Vin Diesel è stata in grado di salvare un progetto imbarazzante che ha dovuto fare a meno anche dell'unico elemento che avrebbe quantomeno permesso di evitare il fallimento completo, ossia il traino della nona pellicola cinematografica, rinviata al prossimo anno a causa dell'emergenza Coronavirus.

Fast & Furious Crossroads è un disastro su tutta la linea, un racing arcade che procede a tutta velocità sulla corsia della mediocrità senza neppure provare ad allontanarsene, in nessuna componente. Il comparto tecnico sembra provenire da un lontano passato, il sistema di guida è malriuscito, mentre la ripetitività di fondo e la trama soporifera sono in grado di ammazzare l'entusiasmo anche del più accanito fan della "famiglia". Non ci saremmo mai aspettati tanta mediocrità dai ragazzi di Slighty Mad Studios, gente che con altre produzioni ha dimostrato di saperci davvero fare con le quattro ruote. Se quanto detto non vi ha ancora convinti a lasciar perdere l'acquisto, leggete la nostra recensione di Fast & Furious Crossroads.

XIII Remake

L'annuncio del remake di XIII, videogioco cult di inizio millennio a suo volta basato sull'omonimo fumetto franco-belga, è stato salutato con entusiasmo dai videogiocatori più vecchietti. Purtroppo Microids e Play Magic, sicuramente danneggiate dalla pandemia, sono riuscite in un'impresa unica: peggiorare l'opera alla quale si sono ispirati con un lavoro pessimo e al di sotto di standard qualitativi accettabili.

Una volta avviata la partita, basta un attimo per rendersi conto che il gioco fa ben poco per guadagnarsi l'appellativo di Remake. Magari fosse solo questo il problema! XIII è arrivato sul mercato funestato da una moltitudine di problemi tecnici e bug, che inficiano il sonoro, le animazioni, l'intelligenza artificiale e, cosa peggiore di tutte, la progressione della stessa avventura. Come se non bastasse, alcune delle chicche dell'originale sono state rimosse o profondamente rimaneggiate: è il caso degli intermezzi fumettistici, sostituiti con video realizzati (molto male) con il motore di gioco, e dell'iconico look in cel-shading, reinterpretato senza alcun guizzo od originalità. Microids e Playtonic si sono scusate pubblicamente, hanno rinviato la versione Switch e si sono messe al lavoro per correggere il tiro, ma il danno è stato fatto. In certe occasioni basterebbe avere il coraggio di rinviare la pubblicazione.

Street Power Football

Se credete che un FIFA privo di sostanziali novità e affetto dai soliti problemi o un PES proposto come un semplice aggiornamento stagionale rappresentino le più grandi sventure che possano capitare ad un appassionato di calcio virtuale, allora vi sbagliate di grosso. C'è molto di peggio: c'è Street Power Football.

Piuttosto che sfidare i due succitati franchise sul loro terreno di gioco principale, Maximum e Gamajun Games sono scese in strada optando per una formula arcade, ma le loro buone intenzioni si sono frantumate contro un muro fatto di superficialità e imperizia, vendute per giunta al prezzo di una grande produzione. Street Power Football è reo del più grave peccato che un'esperienza arcade può commettere: non diverte. Una gameplay grossolano e impreciso, un nugolo di obiettivi con richieste illogiche e un'Intelligenza Artificiale imbarazzante incapace di offrire la benché minima sfida tratteggiano uno dei più grandi disastri del 2020. Ne parliamo in maniera approfondita nella recensione di Street Power Football.

Remothered Broken Porcelain

Remothered: Tormented Fathers si è rivelata una delle sorprese più gradite del 2018: un survival horror tutto italiano sicuramente imperfetto, ma valorizzato da idee interessanti, un gameplay figlio dell'età dell'oro e un'atmosfera splendidamente ricreata che facevano ben sperare per il futuro. Dispiace quindi constatare che tutte le aspettative sono state disilluse quando Remothered: Broken Porcelain, il suo seguito diretto, è arrivato sugli scaffali digitali lo scorso mese di ottobre.

Non è ben chiaro cosa sia successo durante la lavorazione di Broken Porcelain: fatto sta che ci siamo ritrovati tra le mani un'ombra sbiadita del suo predecessore, privo della sua perizia e della sua cura, permeato da un senso di incompiutezza e pieno zeppo di problemi, sia tecnici che strutturali. Ai primi è stata messa qualche pezza con le patch, arrivate copiose dopo il lancio; ai secondi, invece, è difficile porre rimedio. L'intreccio è sceneggiato male e finisce per deragliare, messo in ombra com'è da una sequela di superficialità e riempitivi poco funzionali. Ludicamente parlando, invece, Broken Porcelain butta nel calderone una moltitudine di elementi di gameplay appena abbozzati, impossibili da valorizzare appieno in una campagna di sei ore scarse. Dal futuro di Darrill Arts ci aspettiamo molto di più. Maggiori dettagli nella nostra recensione di Remothered: Broken Porcelain.

Bounty Battle

Non lasciatevi ingannare dalla grafica colorata e da un sontuoso cast di personaggi, che abbraccia alcune delle più note produzioni indipendenti, da Juan di Guacamelee! all'eroe di Dead Cells. Bounty Battle è un picchiaduro 2D di scarso livello, che prova a scimmiottare Super Smash Bros. senza riuscire a catturare neppure un briciolo dell'essenza del capolavoro di Masahiro Sakurai.

Bounty Battle, tanto per cominciare, non riesce a capitalizzare neppure su quello che dovrebbe essere il suo principale selling point, visto che gli eroi indie che popolano il roster sono animati male. Come se non bastasse, il gioco è brutto da vedere, oltre a restituire una sensazione di incompiutezza. Le cose peggiorano ulteriormente pad alla mano, poiché le meccaniche sono di difficile comprensione, il sistema di combattimento è mal calibrato, i controlli sono poco responsivi e l'azione di gioco è funestata da seri problemi tecnici, con cali di framerate e tearing su ogni singola piattaforma sulla quale è uscito. Il peggio, a quanto pare, lo si registra su Nintendo Switch: questa specifica versione del gioco vanta un Meta Score pari a 23: c'è poco altro da aggiungere.