I videogiochi di Dragon Ball prima di Project Z: non solo picchiaduro

Project Z sarà il primo grande action RPG dedicato a Dragon Ball, ma prima del gioco di CyberConnect2 possiamo ricordare qualche seminale capostipite.

I videogiochi di Dragon Ball prima di Project Z: non solo picchiaduro
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  • Xbox Series X
  • Dragon Ball Project Z ha infiammato gli animi di tutti gli appassionati dell'opera cult di Akira Toriyama. Dopo anni in cui l'inflazionato panorama dei picchiaduro, tridimensionale o bidimensionale che fosse, ha spadroneggiato nel vasto parco di titoli sfornati da Bandai Namco, l'emozione di mettere le mani su un prodotto concettualmente diverso come un action RPG con protagonisti Son Goku e compagni è a dir poco incontenibile. Seppur abbia avuto un paio di seminali predecessori, possiamo affermare in tranquillità che Project Z sia il primo videogioco Tripla A ispirato a Dragon Ball pronto a prendersi l'onere di catapultare i Super Saiyan in un mondo (probabilmente) aperto con dinamiche ruolistiche.

    Seguendo la scia di ONE PIECE World Seeker, insomma, il publisher nipponico sembra intenzionato più che mai a proporre esperienze diverse. Una sorta di ritorno alle origini, insomma, poiché negli esordi del brand non è difficile scovare qualche timido ma virtuoso esempio in cui l'industria videoludica provò a tradurre il franchise in formato digitale senza ricorrere esclusivamente alla formula dei combattimenti a incontri.

    Dragon Power

    Bisogna spingersi davvero indietro nel tempo per trovare un primo esponente di questo filone: nel 1986 la Toei Animation trasmetteva sugli schermi giapponesi i primi episodi della serie animata di Dragon Ball e, nello stesso anno, il Nintendo Entertainment System dava vita a un primo adattamento videoludico, che tutto era fuorché un picchiaduro. Dragon Power non ha mai visto la luce sul mercato italiano: la release avvenne soltanto in USA e Spagna, oltre che ovviamente in Giappone, in cui il titolo originale era Dragon Ball: Shenlong no Nazo. Si trattava di un'avventura dinamica in stile Commando, in cui i giocatori potevano impersonare un piccolo Son Goku che poteva muoversi seguendo movimenti orizzontali o verticali sulla mappa di gioco. Laddove titoli come l'originale Commando proponevano un combat system basato su dinamiche shooter, Dragon Power ovviamente metteva le arti marziali al servizio del protagonista.

    Dragon Ball Z: I leggendari super guerrieri

    Negli anni successivi il mercato videoludico preferì concentrarsi sul ben più rodato mondo dei picchiaduro, senza dubbio il genere più congeniale in assoluto per trasporre le gesta di eroi tratti da un'opera battle shonen come Dragon Ball. Ma nuovi esperimenti si affacciarono già alle origini del nuovo millennio, sempre su piattaforme Nintendo. Questa volta fu il Game Boy a ospitare un titolo che possiamo considerare un capostipite vero e proprio di Super Dragon Ball Heroes. Dragon Ball Z: I leggendari super guerrieri era infatti un videogame di strategia pubblicato nel 2002. Il gameplay proponeva un sistema di combattimento a turni basato sull'utilizzo di mazzi di carte, divise tra card attacco, abilità speciali e oggetti di supporto. Ciascun personaggio era inoltre piazzato in una specifica scala gerarchica, e poteva confrontarsi solo con avversari dello stesso tipo: ad esempio, se si entrava in possesso di Bu, c'era un'opportunità maggiore di scontrarsi contro Fusioni del calibro di Vegeth o Gogeta.

    Dragon Ball Z: The Legacy of Goku

    Dragon Ball Z: The Legacy of Goku, uscito anch'esso nel 2002 per Game Boy Advance, è di sicuro il primo action RPG degno di questo nome ispirato all'universo di Toriyama. parliamo, peraltro, di uno dei pochissimi esponenti del franchise a non essere stato pubblicato originariamente in Giappone, ma negli Stati Uniti da parte di Infogrames, che ne affidò lo sviluppo a Webfoot Technologies.

    Il primo capitolo della saga era estrapolato dai primi due archi narrativi della serie anime di Dragon Ball Z: nei panni di Goku come unico personaggio giocabile, quindi, era possibile rivivere gli scontri con i saiyan Radish, Nappa e Vegeta, fino al rocambolesco viaggio su Namek e alla cruenta battaglia contro Freezer. Nel corso dei vari livelli di gioco, in cui il protagonista doveva sconfiggere svariati nemici e boss finali, l'utente poteva anche far progredire le abilità di Kakaroth, il quale aveva la capacità di apprendere mosse come le sfere di Ki e l'iconica Kamehameha. Il suo sequel, The Legacy of Goku 2, estese invece la storia spingendosi anche negli archi narrativi successivi, ed espandendo il parco abilità e personaggi con i portentosi Super Saiyan.

    Dragon Ball: Advanced Adventure

    Come nei più classici dei cabinati, Dragon Ball: Advanced Adventure era sì un picchiaduro, ma a scorrimento. Ispirato alle prime avventure di Goku bambino, il gioco proponeva all'utente una ventina di capitoli in cui il protagonista doveva farsi largo attraverso una continua corsa bidimensionale, sgominando nemici di ogni tipo e giungendo agli avversari finali.

    Obiettivo ultimo dell'avventura, esattamente come nelle prime peripezie di Son-kun e Bulma, era trovare le miracolose Sfere del Drago. Advanced Adventure vide la luce nel 2004 per Game Boy Advance e fu pubblicato dalla Banpresto, che affidò la produzione ai ragazzi di Dimps - gli stessi che, una decina di anni dopo, avrebbero realizzato l'apprezzata saga di Xenoverse.

    Dragon Ball Z: Sagas

    La potenziale musa ispiratrice di Dragon Ball Project Z. Nato negli Stati Uniti dal team Avalanche Software nel 2005 per PS2, Dragon Ball Z: Sagas fu un titolo atipico e innovativo, ma anche acerbo e povero di contenuti. Tuttavia viene ricordato ancora oggi per essere uno degli esempi più lampanti di come fosse possibile creare un videogioco su Dragon Ball che non sfociasse per forza di cose nel fighting game. Sagas era una sorta di adventure dinamico tridimensionale a livelli, nel quale potevamo giocare nei panni di svariati protagonisti di Dragon Ball Z e condurli attraverso mappe di gioco più o meno vaste in cui - alla stregua di un musou - bisognava sgominare avversari minori prima di giungere a un'impegnativa boss fight.

    Dragon Ball Z: Sagas ci ha portato attraverso l'arco dei Saiyan, di Freezer e degli Androidi, fermando tuttavia la sua corsa al Cell Game ed escludendo quindi il segmento finale, dedicato alla battaglia contro Majin Bu. Ogni personaggio aveva a disposizione attacchi leggeri e pesanti, oltre che abilità specifiche e trasformazioni peculiari in caso si controllassero dei Super Saiyan. Al termine della prima run di gioco, inoltre, era possibile sbloccare alcuni guerrieri speciali come Tenshinhan, Crillin e addirittura il possente Broly, antagonista del film Il Super Saiyan della Leggenda.

    Dragon Ball: Origins

    Nessun RPG che si rispetti non può rifarsi in qualche modo a una saga come The Legend of Zelda. Dragon Ball: Origins, uscito per Nintendo DS nel 2008 in tutto il mondo, cercava di emulare proprio un capitolo specifico della serie fantasy della Casa di Kyoto, in particolare Phantom Hourglass. Parliamo, quindi, di un action adventure con mappe più o meno vaste in cui era fondamentale l'utilizzo del pennino in dotazione alla console portatile della Grande N.

    In tal modo, quindi, era possibile sfruttare le funzionalità del touchscreen per dar vita a qualunque azione di gioco, dagli attacchi dei protagonisti all'interazione con l'ambiente. Anche in questo caso l'avventura si riallaccia alle prime gesta di un giovanissimo Son Goku e la trama parte dalla prigionia del protagonista nel maniero di Pilaf fino al 21° Torneo Tenkaichi: si tratta della prima competizione in assoluto a cui Son-kun partecipò insieme a Crillin come allievo della Scuola della Tartaruga, culminata proprio con il confronto finale con il suo maestro, il quale, per l'occasione, si era travestito per non essere riconosciuto e impartire così una lezione di umiltà ai suoi studenti.

    Dragon Ball Online

    Voliamo direttamente al 2010. Dragon Ball Online fu un'operazione congiunta tra sviluppatori della Corea del Sud e del Giappone e vide niente di meno che la collaborazione serrata di Akira Toriyama in persona, che ne supervisionò il concept e l'immaginario. La trama di questo singolare MMORPG, infatti, si ambientava ben 216 anni dopo la conclusione di Dragon Ball Z e vede le razze di saiyan, majin, alieni e namekiani coesistere pacificamente sulla Terra.

    Ma un giorno un demone di nome Mira decide di impossessarsi del DNA di Goku e, per realizzare i suoi piani, inizia a scombussolare la varie linee temporali. Per opporsi alla sua minaccia, un gruppo chiamato Pattuglia Temporale - tra cui figura anche un'inedita versione di Future Trunks - inizia la sua attività di monitoraggio e salvataggio del continuum di tutto l'immaginario di Dragon Ball.

    Un simile concept è stato ovviamente ripreso in seguito da Dragon Ball Xenoverse nel 2014. Al termine di circa tre anni di onorato servizio, infatti, nel 2013 si decise di chiudere i server del progetto, che tuttavia fu plasmato dai ragazzi di Dimps nella saga che ancora oggi riscuote il favore del pubblico. Dragon Ball Xenoverse e Xenoverse 2, pur riprendendo appieno il concept di un picchiaduro tridimensionale, recupera da DB Online le meccaniche di creazione di un avatar e la sua progressione, così come un numero piuttosto vasto di quest secondarie che si alterna a quelle principali.

    Super Dragon Ball Heroes

    L'espansione inverosimile dell'immaginario di Akira Toriyama, tra viaggi nel tempo, dimensioni demoniache e realtà parallele, si scinse da Dragon Ball Online in due diverse forme. Una prima, decisamente più a fuoco e circoscritta all'universo narrativo di Dragon Ball Z, Dragon Ball Super e Dragon Ball GT, fu plasmata nei già citati Xenoverse.

    Una seconda prese, invece, una strada del tutto differente, allargando ulteriormente i propri tentacoli in ogni singola frangia del multiverso imbastito dal creatore di Dragon Ball. Dragon Ball Heroes nel 2010 esordì in sala giochi come un videogame di carte virtuali. Dal 2013 è invece un popolare e remunerativo arcade per piattaforme Nintendo ed è soggetto a continui aggiornamenti e upgrade che lo hanno trasformato in Super Dragon Ball Heroes.

    Proponendo un comparto narrativo del tutto apocrifo rispetto alla continuity del manga e degli anime originali, Heroes mescola gli universi di DBZ, DB Super, DB GT e storie originali in un affresco estremamente confusionario. Diviso in varie saghe - che vi abbiamo raccontato attraverso gli speciali dedicati al Dark Demon Realm, al Dark Empire e a Prison Planet - il gioco narra dell'eterna guerra tra i pattugliatori temporali e il reame demoniaco. Super Dragon Ball Heroes ha ricevuto anche un apprezzato anime promozionale, tuttora in corso, e sarà un'esclusiva per il mercato giapponese fino alla primavera del 2019, quando una versione per Nintendo Switch intitolata Super Dragon Ball Heroes: World Mission approderà sugli scaffali nord-americani ed europei.

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