Immaginando Bloodborne 2: atwork e idee per un sequel che non esiste

Un concept artist professionista ha delineato in modo ultra dettagliato la sua affascinantissima idea per un seguito del capolavoro From Software.

Bloodborne 2 Concept
Speciale: PlayStation 5
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Nonostante l'innegabile interesse dei fan, ancora in fervente attesa di una possibile patch per far girare l'originale a 60 fps su PS5, né Sony né From Software si sono mai espresse sull'esistenza di un possibile Bloodborne 2. Un sequel che senza ombra di dubbio monopolizzerebbe l'attenzione della community, ma che al momento non sembra affatto probabile - a maggior ragione considerando le difficoltà nello sviluppo dell'attesissimo Elden Ring.

    Da un contest indetto dal famoso YouTuber VaatiVidya, una vera e propria autorità in materia di Soulslike, arriva però una suggestione per un possibile Bloodborne 2 che proprio non potevamo non segnalarvi. Un concept semplicemente mozzafiato, realizzato con una visione e una perizia davvero fuori dal comune: qualcosa di così rifinito e ispirato da far pensare a un lavoro proveniente da Hidetaka Miyazaki in persona.

    Incubi fra la sabbia

    Thomas Chamberlain-Keen è un concept artist professionista, attualmente dipendente di Playground Games, ovvero lo studio inglese dietro alla serie Forza Horizon (per approfondire, eccovi la nostra recensione di Forza Horizon 4) al momento impegnato sul prossimo Fable. Il creativo, grande fan dei Souls e appassionato dei contenuti di VaatiVidya, ha deciso di partecipare all'iniziativa, studiando nel tempo libero un'idea per Bloodborne 2 a dir poco clamorosa. Da notare che, per sua stessa ammissione, Chamberlain-Keen non ha mai avuto modo di giocare in prima persona a Bloodborne, non possedendo una console Playstation. Il concept artist ha tuttavia approfondito per decine e decine di ore la lore del titolo, spulciando varie subReddit, studiando teorie su YouTube e guardandosi innumerevoli filmati di gameplay.

    L'attenzione per i dettagli, la deformazione professionale e un talento smisurato sono alla base della sua originalissima visione per un seguito di Bloodborne che si distanzia in maniera alquanto coraggiosa dalla cupezza vittoriana dell'originale. Tutto in questo ipotetico Bloodborne 2 ruota attorno a un'interpretazione spaventosa e surreale del deserto, con il principio di nascondere l'orrore in piena vista, direttamente alla luce del sole. Fra dune che celano illusioni, sogni a occhi aperti e miraggi come sinistri presagi. Il tutto mischiato, stavolta con una continuità eccezionale con l'originale, con la tematica del sangue, presentato come un elemento assolutamente centrale tanto nell'equipaggiamento quanto nel mostruoso design di nemici ispirati alle zecche.

    Gli artwork di Chamberlain-Keen lasciano a bocca aperta sia per la loro qualità impressionante che per lo stupefacente valore narrativo degli stessi. Le illustrazioni, presentate in ordine cronologico, raccontano infatti la storia del Bloodborne 2 immaginato dall'artista inglese attraverso passaggi di gameplay con tanto di hud a schermo, cutscene e menu specifici dedicati a oggetti e armi.

    La primissima immagine mostra una figura femminile ferita, sperduta in un accecante deserto arso dal sole. Sullo sfondo, come in un miraggio, le rovine di quella che potrebbe essere una città, e in lontananza un misterioso personaggio indefinito che si trascina una sorta di carretto. Il cielo è azzurro ma con sinistre sfumature di un blu minaccioso, e a terra la flora sembrerebbe essere un incomprensibile miscuglio di materia organica e ossa, con squarci di rosso sangue qua e là.

    Il secondo artwork, idealmente una cutscene come indicato dalle bande nere orizzontali, ritrae da vicino il personaggio incappucciato. Strani tentacoli neri emergono dalla logora veste della figura, così come dalla carrozzina che l'essere porta con sé. Il dettaglio del foulard violaceo attorno al collo, impreziosito da una spilla alquanto familiare, dovrebbe ricordare ai fan più attenti una vecchia conoscenza.

    È l'immagine seguente, quella del risveglio nella nuova versione del Sogno del Cacciatore che dovrebbe fungere da hub, a chiarire inequivocabilmente il tutto. La donna è in realtà la Bambola, ritratta in un contesto straniante e bizzarro fatto di orrendi pesci abissali lasciati a essiccare e strutture che ricordano le opere dell'antico periodo giapponese Jomon. Da notare che anche in questo caso il cielo non sia il quello della notte, bensì di un'alba o di un tramonto rischiarato dalla luce.

    L'illustrazione dedicata ad Upper Loran è forse una delle più incredibili dell'intero lotto. Il nome innanzitutto non è affatto casuale, ma riprende quello di un luogo appena intravisto nei Labirinti del Calice di Bloodborne. Nella lore del gioco, Loran era infatti descritta come una terra divorata dalla sabbia e infettata dalla Piaga: un modo per ricollegare in maniera geniale questo ipotetico sequel - di fatto un prequel - al capolavoro pubblicato da Sony nel 2016. Nell'immagine si nota il senso di scala poderoso, la palette di colori solare e uno stile architettonico radicalmente diverso dal trionfo vittoriano di Yharnam.

    Quello presentato dall'abilissimo Thomas è uno scenario desolato ma con le evidenti tracce di uno splendore passato. Un luogo dal fascino meraviglioso alimentato da dettagli come la gigantesca barriera sullo sfondo o l'enigmatico macchinario in primo piano, in cui la sabbia sta prendendo possesso di ogni cosa. Un paesaggio destinato a cambiare faccia e colori con il progredire di una spaventosa eclissi, come mostrato nei passaggi successivi.

    I nemici, zecche giganti rigonfie di sangue, servono a illustrare un dettaglio di gameplay deliziosamente disturbante ideato dal concept artist. Una delle meccaniche di Bloodborne 2 sarebbe infatti legata a una canula con sacche di sangue intercambiabili perennemente inserita nella carne del protagonista. Durante il corso dell'avventura si andrebbero a sbloccare canule diverse, capaci di assicurare diversi tipi di recupero dell'energia vitale. Ad esempio, la canula di cure istantanea ma di scarsa entità potrebbe essere ottima contro i boss, mentre quella per recuperare lentamente ma progressivamente più energia potrebbe servire durante le fasi di esplorazione.

    Oltre a immagini che ritraggono suggestive armi trasformabili, c'è spazio anche per due boss fight. La prima, dedicata allo scontro con la regina delle zecche Ixodida, è ripugnante nella sua minuziosa descrizione di un alveare pullulante di creature. Chamberlain-Keen si è persino immaginato le varie fasi della boss fight, con tanto di corpo rigonfio dell'essere destinato a riversare ettolitri di sangue ovunque una volta colpito e un'immonda esplosione finale di migliaia di minuscoli parassiti.

    Il finale mostra il testa a testa con un Grande Antico incontrato inizialmente dentro a un tempio sacrificale denominato l'Altare dell'Oceano Perduto. In entrambi gli artwork il senso di scala è sbalorditivo: se nel primo a rubare la scena è il contrasto fra luce e ombra che si riverbera sull'acqua, nel secondo trionfa l'anello di luce rosa di un'eclissi sovrannaturale che dirada l'oscurità di Loran.

    L'opera di world building dell'artista di Playground Games è formidabile. Thomas Chamberlain-Keen è riuscito a ideare un Bloodborne alternativo profondamente personale, che sa essere al tempo stesso lontano da quello ideato da From Software eppure davvero coerente con il riferimento originale. Il vero peccato è che un gioco simile non sia effettivamente in produzione, e che un prequel del genere sia destinato a rimanere sfuggente e inafferrabile come un miraggio nel deserto.

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