Italian Videogame Program: il territorio e la storia incontrano i videogiochi

AESVI e IFC annunciano la nascita dell'Italian Videogame Program, ideato da Andrea Dresseno e presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Italian Videogame Program: il territorio e la storia incontrano i videogiochi
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Nonostante il settore dei videogiochi rappresenti oggi uno dei segmenti più dinamici e in più rapida espansione del mercato, appena accanto ai principali settori dell'entertainment globale e al software, il nostro Paese ha ancora tanta strada da fare per diventare un attore principale a livello mondiale. Dal punto di vista pratico l'AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), in collaborazione con la società di ricerca GfK, ha rivelato come in Italia nel 2015 il giro d'affari legato al mondo videoludico abbia sfiorato il miliardo di euro, registrando un trend di crescita del 6,9% rispetto all'anno precedente. Sempre nel 2015 i videogiochi hanno intrattenuto il 49,7% degli italiani con età superiore ai 14 anni, fra gli under 14 la percentuale raggiunge invece quasi il 100%, dunque parliamo di un mercato davvero florido che ha ottime prospettive per il futuro. Bisogna invece migliorare sul piano della produzione, su tutto il territorio italiano si contano ormai circa 100 studi di sviluppo, ma è un numero irrisorio confrontato ad altre realtà europee e non solo; un settore giovanissimo in Italia, basti pensare che la maggior parte di queste piccole e medie aziende sono startup create da meno di tre anni e con un solo titolo all'attivo (alcune non ne hanno neppure uno, poiché hanno il loro debutto ancora in lavorazione). Molti di questi hanno fatto bella mostra all'ultima Gamescom e in altri eventi internazionali, possiamo citare Die Young, Asgard Rift: Battle Arena, Ride 2, Forma.8, Lanterns, Sébastien Loeb Rally EVO, un parco titoli che ci riempie d'orgoglio ma che deve necessariamente continuare a crescere. Proprio grazie alla voglia di aiutare questo settore, la stessa AESVI e l'IFC (Italian Film Commissions) supportano l'Italian Videogame Program, ideato da Andrea Dresseno e presentato ufficialmente oggi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Un progetto innovativo e assolutamente inedito per il nostro Paese, che mira a far collaborare le Film Commission regionali con gli sviluppatori italiani. In che modo? Focalizzandosi sul territorio, mappando location, luoghi d'interesse, monumenti, racconti, storie e personaggi adatti ai videogiochi, un sistema del resto molto simile a quello già usato nel mondo del cinema. Un modo per promuovere da una parte lo sviluppo di nuove idee, dall'altra la cultura e la memoria storica delle nostre regioni. Volendo fare un esempio materiale, analizziamo il caso di Assassin's Creed II, perfetto per l'occasione: il capolavoro di Ubisoft, considerato ancora adesso come il miglior titolo della saga di Assassin's Creed, è stato ambientato proprio in Italia, a Venezia, Firenze, San Gimignano, Forlì, Monteriggioni. Ricostruite in digitale, le città sono state apprezzate in tutto il mondo per la loro particolarità e bellezza, inoltre grazie alle numerose schede storiche presenti nel gioco gli utenti hanno avuto la possibilità di conoscere il vero passato di quei luoghi, il videogioco è così diventato un mezzo per divulgare cultura. Nella cittadina di Monteriggioni sono state addirittura create iniziative legate al titolo, tour per ripercorrere le tracce di Ezio Auditore, dimostrando come un territorio possa trarre beneficio da un videogioco ben realizzato. Valorizzare i migliori luoghi italiani, individuare nuove location da "esportare" in tutto il mondo, è dunque l'obiettivo dell'Italian Videogame Program (anche detto IVIPRO).
Un altro chiaro esempio di come territorio e videogiochi possano fondersi insieme è The Town of Light, lavoro dello studio tutto italiano Lka.it che ha venduto 20.000 copie in tutto il mondo, molte delle quali sono arrivate anche in Giappone (e con l'arrivo su console atteso per il prossimo anno la cifra è destinata a salire vertiginosamente). Per la sua creazione è stato digitalizzato per intero il vero ex manicomio di Volterra, un luogo abbandonato e spettrale che ha ispirato una storia appassionante con sfumature horror. Oltre alla ricostruzione della struttura e dei macchinari originali dell'epoca, sono stati utilizzati anche centinaia di documenti reali, riproposti in-game nella loro forma originale per immedesimare ancora di più il giocatore nelle atmosfere del titolo. Per il lancio di The Town of Light, giornalisti e utenti sono stati invitati in via eccezionale sui luoghi reali che lo hanno ispirato, dove ancora adesso - seppur di rado - vengono organizzate visite guidate; con un impegno costante e deciso dell'AESVI e dell'IFC, le potenzialità dell'intero territorio nazionale diventano davvero smisurate. Da non sottovalutare neppure il carattere culturale che molti videogiochi possono assumere, come ricordavamo per Asssassin's Creed: nel nostro piccolo, possiamo fare l'esempio del minuscolo studio We Are Muesli, che ha dato vita a Venti Mesi. Un'avventura grafico-testuale (per essere precisi una visual novel) che, attraverso l'animazione bidimensionale, fa vivere al giocatore venti storie sulla Resistenza italiana e sulla liberazione dal nazi-fascismo raccontate da diversi punti di vista. Possiamo entrare nei panni di un partigiano, di una madre, un bambino, un nonno, così da imparare giocando.

Dato il via ufficiale al progetto, ora toccherà svolgere un lavoro di ricerca e catalogazione minuzioso, al fine di creare un database generale legato alle singole Film Commission regionali. Una volta che tutto questo sarà realtà, studi e sviluppatori (italiani e non) potranno attingervi senza alcun problema, ottenendo facilmente accesso a informazioni altrimenti difficili da ottenere in breve tempo (o addirittura impossibili da reperire). Si parte in via sperimentale con quattro regioni, che hanno già dato il loro ok alla collaborazione: parliamo del Fiuli-Venezia Giulia, la Lombardia, la Toscana e il Trentino, anche se l'obiettivo è di estendere la mappatura a tutte le regioni italiane. Nel frattempo proprio da oggi è possibile raggiungere il portale Ivi Pro, all'interno del quale sarà possibile consultare il database in tre lingue diverse, l'italiano, l'inglese e il giapponese, ennesimo segno della voglia di portare le nostre bellezze paesaggistiche, storiche e culturali all'estero e nella patria assoluta dei videogiochi, il Giappone. Nel 2017 inoltre il progetto farà un ulteriore balzo in avanti, con la produzione e il finanziamento di un videogioco sul tema - sempre attuale, purtroppo - del dissesto idrogeologico italiano, un modo per sensibilizzare i giovanissimi con un linguaggio che masticano tutti i giorni. Con il cinema, la valorizzazione delle diverse realtà regionali funziona benissimo da diversi anni, certo con il supporto delle norme sul Tax Credit; permettere anche ai videogiochi di accedere ai fondi governativi per il loro sviluppo (materia di discussione dei prossimi decreti), al pari delle opere audiovisive, insieme alla creazione del database dell'Italian Videogame Program potrebbe davvero cambiare i connotati al settore videoludico nostrano. Che sia arrivato anche per noi il momento di giocare sul tavolo internazionale le nostre carte migliori?