Jack Black su YouTube: quando le star amano i videogiochi

Con il suo canale YouTube Jack Black sta macinando numeri da capogiro, ma la lista dei VIP appassionati di videogiochi è ben più nutrita...

Jack Black su YouTube: quando le star amano i videogiochi
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A guardare il canale Jablinski Games si potrebbe pensare ad un simpatico scherzo per schernire le generazioni moderne, ma i numeri e i feedback della community sbugiarderebbero questa valutazione: Jack Black si è dedicato al gaming, ma col piglio trascinante che da sempre lo ha caratterizzato. Con un sorriso sornione e lo sguardo di chi non si prende sul serio, con soli tre video (che messi insieme non raggiungono i cinque minuti di durata), in appena due settimane il buon JB ha già macinato milioni di iscritti e visualizzazioni. A fronte di un'offerta così "carente" potrebbe stupire quindi un risultato del genere, che in molti giustificherebbero come frutto della fama di Black. Bisogna ricordare, comunque, che dove può circolare del denaro arrivano anche gli interessi dei grandi investitori: da imponenti aziende - pronte a pubblicizzare prodotti con illustri personalità - fino ad operazioni che intraprendono sentieri inediti, raggiungendo risultati diversi e più peculiari. Tratteremo quindi tutte le possibili interazioni avvenute negli ultimi anni, provando a raccontare quel duplice filo che lega le celebrità mondiali e i videogames, in modo da costruire degli utili strumenti per cercare di intercettare questa tendenza e comprenderne le possibili evoluzioni in futuro.

Twitch Killed the Video Star

Nonostante il primo vero video di Jeblinski Games sia girato nella Pinball Hall of Fame di Las Vegas (e qualcuno potrebbe questionare sul fatto che non si tratti di gaming com'è inteso al giorno d'oggi), JB restituisce uno scorcio di un passato interessante, sviluppatosi sotto il dogma dell'old school. In pochi minuti vediamo flipper di vario tipo, un kinetoscopio che trasmette un incontro di boxing, ed il tutto è condito dalla soverchiante simpatia dell'attore americano. Chi ama Jack Black non può fare a meno di apprezzare il video, anche solo come piacevole parentesi multimediale, e nel mondo dell'internet 2.0 i "nuovi fan" chiedono a gran voce proprio questo: poter vedere una fotografia dei propri beniamini quando sono lontani dalle luci dei riflettori.

Youtube in tal senso è una piattaforma perfetta per trasmettere un'immagine più quotidiana, privata della sfarzosità da red carpet. Il primo passo intrapreso da Black restituisce pienamente il feeling del "broadcast yourself", e molti utenti americani hanno gradito infatti la sua semplicità nel proporre un contenuto considerato davvero genuino. Una trasparenza quindi che, attraverso altri personaggi, ha cercato di attecchire anche su Twitch, ma con risultati altalenanti: ad esempio, poco meno di un anno fa, Snoop Dogg fece una diretta in streaming giocando SOS Battle Royale. Tutto stava andando per il meglio, con una folta schiera di spettatori incuriositi dalla perfomance, ma il rapper (probabilmente sotto gli effetti di marijuana) decise di fumare e controllare il proprio cellulare, e nel frattempo la partita procedeva automaticamente. Avvenne tutto sotto l'occhio attento della webcam, facendo intuire come il gameplay fosse registrato e non in diretta. Ne emerse un piccolo caso, che non danneggiò tanto Snoop Dogg, ma di sicuro gli sviluppatori del titolo.

C'è sì molto interesse a portare una celebrità come testimonial di un gioco, soprattutto per il guadagno d'immagine che potrebbe ottenere il progetto stesso, ma più in generale sono gli stessi fan ad amare la condivisione della loro passione con un beniamino visto sul grande schermo. Il prossimo caso è la felice commistione tra questi due fattori, ed ha preso corpo nel mai dimenticato Robin Williams. Difficilmente vi sarà sfuggito lo spot televisivo per pubblicizzare The Legend of Zelda: Ocarina of Time per 3DS ma, qualora ve lo foste perso, vi rinfreschiamo la memoria. Williams è un fan della serie Nintendo, al punto tale da chiamare la figlia Zelda, una particolarità che non è sfuggita alla Casa di Kyoto. Nello spot in questione potete trovare tutto quello che serve per un'ottima idea di marketing: un volto d'eccezione, uno degli episodi più celebri di tutta la serie, condito con Zelda Williams che gioca con il suo 3DS, esaltando quel concetto di famiglia che Nintendo porta avanti dall'esordio del NES.

Il caso di Robin Williams rappresenta il perfetto utilizzo di un testimonial: occorre ribadire, però, che la pubblicità guadagna molti punti perché l'attore era effettivamente un grandissimo estimatore della serie, e questo fatto, noto pubblicamente, ha dato una marcia in più alla campagna di promozione. Il "bentornato amico mio" (nella versione italiana) che Williams recita davanti alla videocamera suona come un messaggio sincero, carico d'affetto, e per questo efficace. Quando però la tecnica del "testimonial" appare scontata, esiste un'altra strada da battere per i publisher: sfruttare le doti artistiche dei VIP.

Face On

La lista di personaggi collegati ai videogiochi è più lunga di quanto non si possa pensare, e molti hanno effettivamente lavorato in qualche produzione, prestando le proprie capacità attoriali. Riprendendo per un attimo l'uomo di cui abbiamo parlato in apertura, è impossibile non ricordare la partecipazione di Jack Black in Brutal Legend.

Lost in ItalianSpesso la community nostrana non apprezza la mancanza della localizzazione in italiano di un titolo, e parte di essa è anche infastidita dall'assenza del doppiaggio in lingua tricolore. Nulla da togliere alla nostra storica scuola recitativa e ai tanti artisti che ne fanno parte, ma è nostro dovere riportare alcuni esempi in cui le perfomance di grandi guest star non sono state colte, proprio a causa della traduzione integrale per il nostro mercato: da Andy Serkis in Enslaved Odyssey to the West, a Mark Hamill (l'iconico Luke Skywalker) nei panni del Joker nella trilogia dei Batman Arkham. Grandi prestazioni attoriali che sfortunatamente rischiano di passare inosservate.

Ma di esempi ne avremmo a iosa: da Kevin Spacey in Call of Duty Advanced Warfare a Kiefer Sutherland, chiamato al difficile compito di sostituire l'iconico David Hayter nel doppiaggio di Snake. Creare degli alter ego basati sulle fattezze di attori celebri, o sfruttare la loro caratterizzazione vocale è un percorso che porta ad un doppio benefit: da un lato la caratura artistica di certe star è di sicuro un valore aggiunto, specialmente per le grandi produzioni che puntano molto su comparto tecnico e narrativo, dall'altro presentare un cast in cui spicca una stella incentiva il marketing e la fama dell'opera durante il suo stesso sviluppo. Ma se a questa pratica siamo ormai abituati, risultano ben più curiose le nuove strade che le grandi aziende stanno battendo, coinvolgendo anche VIP di altri campi.
Un evento decisamente inusuale è quello che ha visto protagonista Ariana Grande, cantante americana dalle spiccate doti vocali, al Tonight Show di Jimmy Fallon: durante il programma, condito spesso da momenti musicali, l'artista si è esibita in uno dei suoi brani accompagnata dalla band The Roots, equipaggiata unicamente di Nintendo Labo al posto degli strumenti.

L'utilizzo del neo-prodotto della Grande N sulla rete nazionale ha dimostrato nel modo più naturale possibile le potenzialità delle periferiche di cartone. È un momento degno di nota, non solo per la qualità dell'esibizione in sé, ma per l'astuzia dei responsabili marketing di Nintendo nel pianificare una perfomance del genere. In assoluto uno dei migliori "spot celati" dell'anno appena trascorso.

Monopoly

Quando non sono usate per i loro talenti, anche le star, soprattutto quelle con uno spiccato senso degli affari, si siedono dietro una scrivania pianificando investimenti nel mondo del gaming. In tal senso uno dei personaggi più interessanti è stato indubbiamente Vin Diesel, fondatore, alle porte del secondo millennio, dei Tigon Studios, un'azienda incentrata nello sviluppo di videogiochi con protagonista proprio Diesel. Potrebbe apparire come un progetto lievemente megalomane, ma in realtà sono arrivate nelle nostre case produzioni di buona fattura, come Chronicles of Riddick Assault on Dark Athena ed il sequel Escape From Butcher Bay. Tuttavia è da segnalare come lo sviluppo sia stato condotto insieme ai ragazzi di Starbreeze Studios (Payday 2, Brothers: A Tale of Two Sons), e per i giochi che non li vedevano coinvolti i risultati non sono stati dello stesso livello. Oggi i Tigon Studios sono scomparsi nel mistero senza comunicazioni ufficiali, con alcuni annunci di titoli in fase di lavorazione mai arrivati nel mercato, e perfino il sito ufficiale sembra esser stato chiuso.

Di questi tempi altri attori di caratura internazionale stanno contribuendo al medium con imprese fondate personalmente: ne è un esempio Elijah Wood e la sua casa di produzione cinematografica SpectreVision, che insieme ad Ubisoft Montreal ha dato vita all'esperienza VR Transference, presentato sul palco dell'E3 di Los Angeles. Altro VIP che ha mosso i suoi passi nella kermesse americana è Joseph Gordon-Levitt, fondatore di HitRecord. Attraverso la sua società sta sostenendo il programma Space Monkey, una delle trovate più interessanti nella progettazione di Beyond Good & Evil 2, in cui verranno inserite tutte le creazioni musicali e artistiche della community. E dai primi video mostrati da Ubisoft, questa intuizione sembra donare al titolo un valore aggiunto non da poco.

Back to the Future

Dopo l'exploit di Jack Black, possiamo quindi ipotizzare canali streaming creati da celebrità alle prese con il gioco del momento, pronte a cavalcare l'onda del successo? È un difficile da prevedere, ma è certo che il videogame si sta spianando la strada verso un'accettazione comune e condivisa, almeno per quanto riguarda i territori d'oltreoceano. Nel frattempo qualche piccolo episodio non è mancato, come il cantante Drake che ha partecipato ad una sessione di Fortnite con lo streamer Ninja, senza però apparire in un collegamento video.

I segni di apertura verso l'industria del gaming stanno aumentando in maniera esponenziale. In fondo i VIP restano comunque persone con gusti e passioni, ma in virtù della propria privacy non tutti sono propensi a condividerne i dettagli: Matthew Perry (Chandler di Friends) anni fa ironizzava su come avesse contratto la sindrome del tunnel carpale per le centinaia di ore spese su Fallout 3, mentre di questi tempi Lady Gaga chiede supporto morale ai suoi fan su Twitter per superare un boss in Bayonetta.

C'è un ritorno d'immagine interessante per queste celebrità, dato che il videogame è visto (da chi ne fa parte) come un ambiente con passioni e conoscenze da condividere. In conclusione il filo che lega le star mondiali e l'industria che amiamo è molto più spesso di quanto si possa pensare. Pertanto, ci piacerebbe anche avanzare un'ipotesi azzardata: rimpolpare l'esercito dei giocatori con volti noti, pronti a testimoniare il lato positivo del gaming, un domani potrebbe aiutare a rompere definitivamente le ultime barriere culturali che testardamente persistono.