Kingdom Hearts: la chiave dei sogni, alla scoperta della saga di Tetsuya Nomura

Quali sono le chiavi che hanno permesso a Kingdom Hearts di aprire le porte dei cuori del grande pubblico e di conquistarli?

Kingdom Hearts: la chiave dei sogni, alla scoperta della saga di Tetsuya Nomura
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • Eravamo agli sgoccioli del ventesimo secolo quando, negli studi di SquareSoft, Shinji Hashimoto e Hironobu Sakaguchi iniziarono una discussione su Super Mario 64. Era inevitabile che degli sviluppatori come loro ne parlassero: era un gioco innovativo e di successo, e i due progettavano di creare un titolo in tre dimensioni e dotato di una simile libertà di movimento; tuttavia sarebbe stato difficile trovare un protagonista che riuscisse a competere con la popolarità e il carisma di Mario. Serviva un volto famoso, amato, come quello di un personaggio Disney. Il caso volle che, per una coincidenza o a causa delle pareti troppo sottili degli uffici, Tetsuya Nomura ascoltasse la loro conversazione con interesse e si proponesse come direttore dell'eventuale progetto. All'epoca Nomura era giovane, si occupava soprattutto di character design e probabilmente non poteva prevedere che quella proposta avrebbe segnato il suo esordio alla regia. Una seconda coincidenza giocò a favore dell'idea che i tre avevano in mente. Hashimoto incontrò in ascensore un dirigente Disney e non perse l'occasione di parlargli del nuovo progetto e di proporlo direttamente alla compagnia; e così, nei primi mesi del 2000, un team di oltre cento membri provenienti sia da SquareSoft che da Disney Interactive, iniziò la produzione di Kingdom Hearts sotto la direzione di Tetsuya Nomura.
    Le idee erano innovative ma anche insolite, ed il team sembrava intenzionato a far confluire tendenze nipponiche e occidentali in modo da creare un videogioco che piacesse a diversi tipi di pubblico: introducendo elementi dinamici e distaccandosi dai classici JRPG, ma anche unendo personaggi di Final Fantasy e della Disney per portarli nei mondi dei grandi classici d'animazione amati da grandi e piccoli. Era una vera scommessa, ma Square aveva i numeri giusti sui quali puntare per vincere: il gioco venne accolto calorosamente da pubblico e critica, le vendite superarono di gran lunga le aspettative, Kingdom Hearts si conquistò una posizione incontrastata nel panorama videoludico del 2002 e il sequel fino ad allora solo timidamente accennato divenne presto una concreta certezza.
    La prima storia ad esser stata raccontata, comunque, è quella di Sora, un giovane eroe che inizia un viaggio magico insieme a Paperino e Pippo per ritrovare i suoi amici perduti, armato di coraggio, determinazione e l'iconico Keyblade. Ignaro del grande destino che lo attende, durante la sua avventura Sora dovrà visitare diversi mondi per salvarli dalla minaccia degli Heartless, e incontrerà così nuovi amici. Un filmato segreto visibile nel gioco dopo aver soddisfatto specifici requisiti poneva le basi per Kingdom Hearts II (uscito pochi anni dopo, nel 2005), ma la trama era molto più complessa di quel che sembrava e necessitava di ulteriori prequel, sequel e spinoff che raccontassero al pubblico le origini del Keyblade, la saga di Xehanort, dell'Organizzazione, il viaggio nei sogni. Con essi, la serie è andata avanti negli anni e su diverse console, superando in totale oltre venti milioni di copie vendute.
    Ma quali sono le chiavi che hanno permesso a questa produzione di aprire le porte dei cuori del pubblico e di conquistarli?

    Un carattere unico

    La prima sensazione che Kingdom Hearts trasmette e che subito ci accoglie è quella di una confortevole e nostalgica familiarità con ambienti e personaggi presenti nell'infanzia della maggior parte di noi, e che riportano alla mente le emozioni e i ricordi di quel periodo: lo stupore e l'entusiasmo delle storie Disney vissute tra film e fumetti, la curiosità nei confronti di quel magico castello che sognavamo di visitare. Una familiarità che rievoca il passato e che, durante le sessioni di gioco, ci fa tornare un po' bambini e ci permette di affezionarci a quei personaggi che in fondo già conosciamo, di legarci alle loro cause e desiderare di aiutarli per preservare i loro mondi di origine. Forse, uno degli elementi vincenti della saga risiede proprio in questo: ci sentiamo a casa, in quei luoghi fiabeschi, ci sembra di conoscerli da sempre. Ad accompagnarci nel nostro viaggio troviamo le musiche composte da Yoko Shinomura, la melodiosa voce di Hikaru Utada, brani tratti dai classici Disney e arrangiati per l'occasione, e un cast di doppiaggio che include le voci originali dei personaggi più amati dei rispettivi film. L'immersione nelle atmosfere che ci troviamo davanti è garantita, ed ogni dettaglio curato nei minimi particolari per non lasciare nulla al caso. L'armonia delle unioni tra gli universi di Final Fantasy e Disney rapisce e trascina presto il giocatore nell'avventura, grazie anche ad un sistema di gameplay divertente, innovativo ed intuitivo.
    Le meccaniche di gioco di Kingdom Hearts, infatti, rappresentano di certo uno dei punti forti della serie, sebbene abbiano subito leggere variazioni da un capitolo all'altro. Alla base del sistema di combattimento troviamo elementi tipici dei giochi di ruolo e in particolare della serie di Final Fantasy, resi però più dinamici e interattivi grazie a componenti di tipo action che con essi si incastrano a perfezione. I combattimenti richiedono tempismo, abilità ma anche strategia, il giocatore controlla in maniera diretta il protagonista, ma ha la possibilità di personalizzare e influenzare il comportamento degli altri membri del party, in modo da mettere in atto la giusta tattica per la vittoria. Non mancano sfide più ardue, opzionali o segrete (come la battaglia contro Sephiroth, ad esempio).

    Grazie a queste caratteristiche, insomma, la saga di Kingdom Hearts è diventata un tassello importante della storia dei videogiochi e non c'è da stupirsi se, all'annuncio del terzo capitolo avvenuto nel corso dell'E3 2013, il pubblico abbia reagito con calore ed entusiasmo, aspettando impazientemente novità e aggiornamenti al riguardo. A detta di Tetsuya Nomura, che dirige il progetto, si tratterà del capitolo conclusivo della saga di Xehanort, ambientato dopo gli eventi di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance, e includerà nuovi mondi ispirati ai più recenti film Disney, come Rapunzel e Big Hero 6, oltre a location già viste che verranno riproposte, come il Monte Olimpo. Purtroppo, recentemente il direttore ha dichiarato ci vorrà ancora un po' di tempo prima dell'uscita di Kingdom Hearts III, ma per ingannare l'attesa potrebbe essere utile rivivere la complessa e intricata storia del gioco con le raccolte HD ReMix, per essere sicuri di non lasciarci sfuggire alcun frammento prima di dedicarci al terzo capitolo.

    La prima collection, Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX, contiene Kingdom Hearts: Final Mix, Kingdom Hearts Re:Chain of Memories e una serie di cutscene tratte da Kingdom Hearts 358/2 Days. In Kingdom Hearts HD 2.5 ReMIX troviamo invece Kingdom Hearts II: Final Mix, Kingdom Hearts Birth by Sleep: Final Mix e filmati tratti da Kingdom Hearts Re:Coded. Le due raccolte sono attualmente disponibili su PS3, ma è prevista l'uscita di entrambe anche in versione PS4, in una sola confezione, nel mese di marzo in Europa. Infine, tra pochi giorni (il 24 gennaio) arriverà sugli scaffali dei negozi Kingdom Hearts HD 2.8: Final Chapter Prologue, ultima raccolta contenente Kingdom Hearts 0.2: Birth by Sleep - A Fragmentary Passage, il remaster in HD di Kingdom Hearts: Dream Drop Distance e Kingdom Hearts X: Back Cover. Districarsi tra gli intrecci temporali della saga potrebbe non essere semplice, e forse alcuni giocatori potrebbero sentirsi un po' troppo cresciuti per tornare in quei mondi e rivivere le avventure di Sora, Paperino, Pippo, Riku, e tutti gli altri, ma il nostro consiglio è quello di non lasciarvi scoraggiare dalla vostra età, dagli impegni, o dalle prime impressioni; di aprire il vostro cuore ancora una volta a una storia che ha molte emozioni da offrire e lasciare riaffiorare i ricordi del passato per creare i momenti memorabili del futuro. Kingdom Hearts è un viaggio introspettivo nella nostra infanzia, una conversazione privata con i bambini che eravamo, una battaglia tra Luce e Oscurità che ognuno di noi può vivere e interpretare a modo proprio, ed è complicato da spiegare usando solo parole. Dopotutto, "sarebbe stolto, poter pensare di codificare una cosa tanto complessa come un cuore".

    Che voto dai a: Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue

    Media Voto Utenti
    Voti: 45
    7.8
    nd