Speciale L.A. Noire Stories

Letteratura, cinema e musica a supporto del prossimo videogame Rockstar

Speciale L.A. Noire Stories
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Oscillando pericolosamente tra un progetto crossmediale atto a coinvolgere differenti medium e una campagna promozionale condotta in grande stile, Rockstar si appresta a lanciare il suo ultimo titolo AAA: L.A. Noire. Quest'ultimo sarà sugli scaffali il prossimo 20 Maggio in versione Xbox 360 e Playstation3, con quest'ultima rimpinzata di alcuni contenuti bonus in nome di un vecchio accordo di esclusiva tra Rockstar e Sony. Accordo che si perde agli albori dell'attuale generazione di console, siglato proprio nel mentre Peter Moore svela il tatuaggio di Gran Theft Auto IV sul proprio braccio annunciando contenuti in esclusiva per la piattaforma Microsoft.
    The Lost and Damned
    e The Ballad of Gay Tony sono rimasti tali per un anno scarso. Che ci volete fare, a fronte di investimenti multimilionari l'unica via per garantire ritorni efficaci è quella di spalmare un prodotto su quante più console possibili. A maggior ragione per la software house diretta dai fratelli Houser, abituata a tenere in incubazione le proprie perle più rappresentative per due o più anni, finanche un lustro come avvenuto con Red Dead Redemption apparso lo scorso anno.
    La strategia di promozione vuole dichiarazioni telegrafiche per gran parte dello sviluppo, un paio di trailer in Computer Grafica giusto per mantenere la salivazione a livelli monitorati. Quindi a sei mesi dall'uscita si procede a un flusso inarrestabile di informazioni, comunicati stampa, presentazioni e hands on, trailer dettagliati doppiati nelle varie lingue, confezionamento di una limited edition e via di questo passo.
    Hype. L'uscita diventa un evento mediatico che abbraccia la comunità di videogiocatori e la utilizza come ariete per far breccia nella mente dell'opinione pubblica. I videogame Rockstar sono imponenti, compiuti graficamente e dal sapore fortemente cinematografico. Che Rockstar sia la Hollywood dei giochi elettronici?

    L.A. Noire: The Collected Stories

    Attraverso le porte socchiuse, June avrebbe potuto vedere alcune donne dalle austere capigliature e dagli orecchini pendenti, le braccia cinte in alto con bracciali alla messicana. Gli uomini con i baffi a matita e lo sguardo lucido della morfina misto alla cenere stile Chinatown, i loro gemelli a livello del suolo, le loro teste ciondolanti. Alcuni ballavano, stringevano i fianchi, altri stavano facendo altre cose, le cinghie scivolano dalle spalle, i bracciali risuonano sul pavimento piastrellato.

    Una Los Angeles di perdizione, in barba al proibizionismo, quella anni '40 di L.A. Noire!
    La descrizione di qui sopra, però, non apre uno dei casi del gioco Rockstar, bensì introduce la short story scritta da Megan Abbott (Morire un po', Queenpin: A Novel) intitolata The Girl. Una carrellata circolare con protagonista il personaggio di June, capitato nel bel mezzo della depravazione di un party tra gente di Hollywood.
    Tale racconto si riunirà insieme a molti altri (otto in tutto, introdotti da Charles Ardai, manager di Hard Case Crime, etichetta americana specializzata in romanzi di crimine e hardboiled) all'interno di L.A Noire The Collected Stories (Mulholland Books), dal 6 Giugno in versione e-book. L'editore ha chiesto a diversi narratori contemporanei già pratici dell'ambientazione giallistica e fumosa del noir americano di riprendere stralci del videogioco e rielaborarli secondo la forma più canonica del racconto di genere. Non a caso gran parte degli autori selezionati hanno o vinto un premio Edgar (riconoscimenti assegnati ogni anno dalla Mystery Writers of America aventi come effige un piccolo busto di Edgar Allan Poe) o sono stati nominati ad esso; penne abili con il mistero e con il thriller, ma non per forza di cose videogiocatrici affiatate. Duane Swierczynski, autore della storia Hell of an affair sull'amministrazione della giustizia, ha ammesso sul proprio blog di non essere un grande videogiocatore: "l'ultimo videogioco per cui sono andato fuori di testa è stato Grand Theft Auto III nel Dicembre 2001, in quei mesi pigri, folli, prima che diventassi padre". Ora che il figlio Parker è diventato l'hardcore gamer della famiglia, Swierczynski non può resistere alle sirene di L.A. Noire: "come GTA III, il gioco offre l'opportunità di addentrarsi nel crimine e nella confusione di un gigantesco nucleo urbano".

    Sul sito Rockstar potete leggere uno stralcio di The Girl di Megan Abbott, oltre alla storia completa What's in a name? di Jonathan Santlofer.

    L.A. Noire at Tribeca Film Festival

    I fratelli Houser, sommi capi di Rockstar, non hanno mai nascosto il loro amore e la loro devozione verso l'arte cinematografica. Nei Grand Theft Auto hanno omaggiato più o meno direttamente pellicole storiche della Hollywood anni '70 e '80. In Red Dead Revolver hanno cucito la colonna sonora attorno a temi celebri dello Spaghetti Western italiano. E in Redemption si sono divertiti ad richiamare sia il western fordiano che gli albori della cinematografia americana. Sempre lo scorso anno il regista John Hillcoat (The Road) ha tratto dalle sequenze d'apertura del western free roaming  un mediometraggio di circa mezz'ora.
    Deve essere stato proprio questo seminale progetto ad aver attirato gli organizzatori del Tribeca Film Festival, l'evento newyorkese dedicato ogni anno al cinema, verso la prossima produzione Rockstar, L.A. Noire. Trattasi della prima volta che un videogioco partecipa alla manifestazione, ma gli organizzatori non avevano dubbi circa la "cinematograficità" del lavoro di Team Bondi.
    Se ne è parlato nel corso di una tavola rotonda a cui hanno partecipato Rob Nelson e Simon Ramsey di Rockstar, insieme a Geoff Gilmore dello staff del festival. Appena calcato il palco Ramsey si è premurato di avvertire la platea: "non stiamo cercando di realizzare film interattivi, stiamo facendo videogiochi che siano cinematici", che rielaborino un certo tipo di ambientazione (la Los Angeles degli anni '40) e un certo tipo di estetica (la cinematografia noir) con le esigenze ludiche di un open world dall'alto tasso di interattività.
    La sfida non è semplice, anche perchè il linguaggio visivo dei videogame non è immediatamente digeribile da chi si accosta al gioco motivato solo dall'ambientazione accattivante. O magari dal cuore pulsante tecnologico: d'altronde con duecento personaggi da gestire, 20 casi da risolvere (di cui uno, The Red Lipstick Murder, svelato per la prima volta proprio a Tribeca) e una sceneggiatura di 2200 pagine pari a due stagioni di una serie televisiva, è necessario un motore grafico veramente potente. Quello messo in piedi dal Team Bondi comprende le più avanzate tecnologie Rockstar (Bullet per la gestione della fisica, Euphoria per le animazioni dei personaggi) congiunte all'inedito MotionScan, indispensabile per realizzare le sequenze di interrogatorio: "per molto tempo si giocava esattamente come un'avventura testuale - spiega Nelson - ma poi abbiamo convinto alcuni attori amatoriali a registrare dei siparietti da applicarvi sopra, alcuni meglio riusciti di altre. Eravamo un po' titubanti, ma dovevamo mettere ciò da parte e convincerci di aver scelto la persona giusta per quel ruolo". La prima cavia del MotionScan è stato Aaron Staton, il Ken Cosgrove di Mad Men, colui che sin dal 2009 ha prestato la propria faccia al protagonista di L.A. Noire, Cole Phelps.
    Quanto mostrato in occasione del Tribeca Film Festival non si deve interpretare necessariamente come una comparazione dei videogiochi rispetto ai film; non di certo l'intrattenimento interattivo abbisogna del sostegno della settimana arte per conseguire la tanto agognata piena legittimazione, eppure in un contesto crossmediale come quello messo in moto da internet il confronto è (quasi) sempre una preziosa occasione di crescita.

    L.A. Noire Soundtrack

    Non ha di certo il sapore di novità sensazionale come una raccolta di storie brevi o la partecipazione ad uno dei più prestigiosi festival d'arte cinematografica, eppure la colonna sonora di L.A. Noire ha un gusto tutto particolare. Come potete facilmente intuire le sonorità si rifanno principalmente alla musica jazz, all'atmosfera tipica delle partiture delle pellicole noir: il compositore Andrew Hale ( Scott Pilgrim vs. the World, The Getaway) ha reinciso alcuni classici del periodo agli studi di Abbey Road a Londra, brani di Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Louis Jordan, diffusi da una gracchiante radio mentre l'agente Cole pattuglia le strade di Los Angeles.
    I restanti effetti sonori e musiche d'accompagnamento sono di Woody Jackson, che già aveva lavorato sulla colonna sonora dinamica di Red Dead Redemption insieme a Bill Elm: in quel contesto la transizione tra differenti tipologie di gameplay (esplorazione, sparatoria, dialogo) era molto rapida e pertanto il sottofondo musicale cresceva o si dissolveva con sostenuta velocità. Il ritmo di gioco di L.A. Noire è abbastanza differente e mantiene un tono uniforme per l'intera durata del caso in esame.
    Potrete apprezzare i lavori di Hale e Jackson a partire dal 17 Maggio, giorno in cui la colonna sonora ufficiale sarà disponibile su iTunes. A fianco di essa sarà venduto anche uno speciale album contenente sei tracce, in cui alcuni DJ e remixer si sono divertiti a riproporre secondo un gusto contemporaneo una selezione di intramontabili pezzi jazz. Tale iniziativa si inserisce all'interno di un progetto intrapreso dalla storica etichetta jazz Verve Recordings volto ad "aggiornare" il proprio catalogo attraverso la collana Verve Remixed.
    Di seguito la lista dei sei brani che comporranno la L.A Noire Remixed:

    - Elle Fitzgerald & Louis Jordan - "Stone Cold Dead in the Market" (Ticklah remix)
    - Lionel Hampton & His Orchestra - "Hey-Ba-Ba-Re-Bop" (Midnight Sun remix)
    - Dinah Washington - "A Slick Chick (On the Mellow Side)" (Maximum Balloon remix)
    - Louis Jordan - "Ain't Nobody Here But Us Chickens" (DJ Premier remix)
    - Gene Krupa - "Sing Sing Sing" (Truth & Soul Remix)
    - Billie Holiday - "That Ol' Devil Called Love" (Moodymann remix)

    A questo indirizzo potete ascoltare il brano Guilty di Claudia Brucken, un estratto dalla colonna sonora originale.

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