La Compagnia dell'Anello: chi, come e perché

La Compagnia dell'Anello: ecco la storia dettagliata di tutti e 9 (meno uno) i personaggi che hanno salvato il mondo...

La Compagnia dell'Anello: chi, come e perché
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  • La cosa più bella e al tempo spiazzante del Signore degli Anelli è che nonostante sia una storia gigante e perfettamente compiuta sia solo un frammento di quello che Tolkien ha effettivamente pensato e scritto. Se anche tutta la sua opera si limitasse all'intervallo compreso tra la festa di Bilbo e la partenza di Frodo dai Porti Grigi ci troveremmo di fronte a una delle più belle, complete e accurate saghe fantasy di tutti i tempi, ma basta girare un paio di pagine e arrivare alle appendici per capire quanto davvero il professore inglese avesse pensato e scritto. Quelle appendici infatti sono per tantissime persone, tra cui me, per esempio, il punto di svolta, quello in cui si sbircia per la prima volta nell'universo tolkeniano e si capisce la vastità dell'opera, che solo leggendo le pubblicazioni del figlio si può effettivamente comprendere.

    Dopo aver visto insieme come sono nate Arda e gli Anelli del Potere e aver scoperto la storia di Fëanor e di tutti gli elfi è il momento di tornare dove tutto ebbe (editorialmente inizio), e cioè alla Compagnia dell'Anello e ai suoi strepitosi membri (tranne uno, il cui destino è già noto a tutti).

    Gandalf

    Il capo della Compagnia dell'Anello, nonché quello che salva la baracca in ben più d'un occasione sulla Terra di Mezzo non voleva nemmeno andarci. Gandalf è un Ainur (ricordate? I primissimi esseri nati dal pensiero di Iluvatar), un Maiar di Manwë e Varda che nacque con il nome di Olorín, fino a che non arrivò come ultimo degli Istari e da lì fu chiamato in mille modi diversi, tra cui Mithrandir, Grigio Pellegrino, Tharkun e appunto Gandalf, tutte traduzioni dall'originale Sindarin. Quello degli Istari, l'ordine a cui appartiene, è formato da Maia inviati per arginare la crescente influenza del male: il primo ad arrivare fu Saruman (che ne era anche il leader e il più potente), seguito da Alatar e Pallando prima (che spariscono subito a est e non se ne sente quasi mai più parlare) e successivamente Radagast (che fa la sua apparizione nello Hobbit).

    Gandalf arriva quindi come ultimo, ma Círdan, che ha l'occhio lungo, ne intuisce subito il potere e gli dona Narya, l'anello di fuoco forgiato da Celebrimbor insieme a Nenya e Vilya. Nonostante sia uno degli esseri più potenti della Terra di Mezzo, raramente fa sfoggio delle sue capacità, e l'importanza della sua figura è dovuta più al ruolo di collante tra i popoli che di guerriero (uccide comunque l'ultimo Balrog in vita, non esattamente una cosa da poco). Si deve a lui infatti la spedizione di Thorin Scudodiquercia (e Bilbo) a Erebor, che oltre ad aver impedito che Smaug e Sauron si alleassero (il vero motivo della spedizione per Gandalf) ha portato tra l'altro al recupero di Glamdring, la sua spada, Orcrist, quella di Thorin e Pungolo, il pugnale di Frodo nel Signore degli Anelli.

    A differenza di praticamente tutti gli altri saggi o uomini di potere del Signore degli Anelli, lui è l'unico che intuisce che quei botoli pelosi degli Hobbit possano avere un qualche ruolo nella battaglia contro Sauron, ed è per questo che ne diventa subito amico e li fa proteggere dai Raminghi una volta che ha capito l'esatta natura del ritrovamento di Bilbo nelle Montagne Nebbiose. Se gli Hobbit hanno recitato la loro parte, e se l'Unico Anello è stato prima ritrovato e successivamente distrutto è insomma merito del Grigio Pellegrino. Dopo duemila anni di permanenza sulla Terra di Mezzo, dopo aver sconfitto un Balrog, essere morto (e risorto come Il Bianco) e aver creato fuochi d'artificio per mezza Contea, Gandalf torna a Valinor insieme ai signori degli elfi e ai portatori degli Anelli.

    «Hai cercato di andartene di nascosto già una volta, Frodo, e non ci sei riuscito», egli disse. «Oggi stavi quasi per farcela, eppure hai di nuovo fallito. Ma non è stato Sam a tradirti questa volta, ma Gandalf in persona!». «Sì», disse Gandalf; «perché sarà meglio che torniate in tre piuttosto che Sam da solo. Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: "Non piangete", perché non tutte le lacrime sono un male».

    Aragorn

    Se fossimo a Westeros anziché ad Arda, e lui fosse molto più di Daenerys incline a far inginocchiare la qualunque, si presenterebbe sempre come Aragorn II della stirpe dei Dunedain, figlio di Arathorn, Re degli Uomini, Primo Re Supremo del Reame Unito di Gondor e Arnor, 26° Re di Arnor, 35° Re di Gondor, Signore della casa dei Telcontar, Capitano dei Raminghi, Camminatore instancabile, Amico di Hobbit. Nato nel 2931 della Terza Era da Arathorn II e Gilraen, Aragorn si sposta subito a Gran Burrone dove viene di fatto cresciuto da Elrond, parente alla lontanissima (suo fratello, Elros, fu il primo Re, nonché iniziatore della stirpe dei Numenoreani).

    Nei primi cinquant'anni della sua vita vaga per la terra di mezzo come Capitano dei Raminghi, servendo presso Thengel, Re di Rohan e Echtelion II, sovrintendente di Gondor prima di Denethor. Dopo aver incontrato due volte Arwen e aver perso la testa per lei in meno di un nano secondo, si imbarca con Gandalf nella ricerca di Gollum per capire se l'anello ritrovato da Bilbo fosse effettivamente "quell"'anello. Da lì in avanti, e sopratutto dall'incontro con gli Hobbit a Brea sotto le vesti di Grampasso, i suoi movimenti e la sua storia sono pressoché di pubblico dominio. La compagnia dell'Anello prima, la Grigia Compagnia dopo, il sentiero dei morti e Narsil, la spada spezzata di Isildur riforgiata in Anduril, la battaglia al Cancello Nero e infine l'incoronazione come Re Elessar, il primo Re degli Uomini dopo la sconfitta di Sauron.

    «Uomini di Gondor, ascoltate ora il Sovrintendente di questo Reame! Mirate! Finalmente è giunto colui che rivendica il titolo di Re. Ecco Aragorn figlio di Arathorn, Capitano dei Dúnedain di Arnor, Capitano dell'esercito dell'Ovest, portatore della Stella del Nord, possessore della Spada Riforgiata, vittorioso in battaglia, mani di guaritore, Gemma Elfica, Elessar della Linea di Valandil, figlio di Isildur, figlio di Elendil di Númenor. Volete che sia Re ed entri nella città e vi dimori

    Con queste parole Faramir, sovrintendente di Gondor (nonché futuro marito di quel personaggio meraviglioso che è Eowyn, colei che con Merry uccise il re Stregone di Angmar, capo dei Nazgul) dà vita a un regno che durerà centoventitrè anni, prima che Aragorn, ormai oltre i duecento anni di età, vada con Arwen alle Case dei Re, luogo del suo definitivo riposo.

    Frodo Baggins

    Nell'epica Tolkeniana ci sono due tipi di eroi: quelli classici, pagani, che si comportano così perché il loro contesto sociale, il loro onore, glielo impone, come Aragorn o Boromir, e quelli più intimi e personali, come Bilbo (sopratutto) e Frodo. I due Hobbit sono sia i protagonisti dei suoi romanzi più importanti, sia quelli che compiono atti di eroismo senza un pubblico davanti, perché lo fanno solo in risposta a un moto di crescita interiore e personale. Quando Bilbo uccide un ragno, quando scappa da Goblin Gate o raggiunge l'antro di Smaug, lo fa in totale solitudine, esattamente come Frodo che decide di allontanarsi dalla Compagnia con l'Anello o quando, in tutto il suo viaggio verso Mordor, ha solo Sam a fargli da scudiero e supporto. Frodo è eroe suo malgrado, e lo diventa non perché spinto dalla società, ma perché è la cosa giusta da fare.

    Eppure gli hobbit sono famosi per essere creature tranquille e pigre e anzi, essere troppo avventurieri, come ad esempio i Tuc o i Brandibuck (o i Baggins, post viaggio a Erebor) tende a emarginarli o farli vedere in una luce negativa. Frodo nasce nell'anno 2968 della Terza Era nella Terra di Buck, da Drogo Baggins e Primula Brandibuck, il che lo rende cugino di Merry e Pipino, in quanto il trisavolo Balbo Baggins ebbe diversi figli che si sparpagliarono per la Contea e che si sposarono con altri Tuc e Brandibuck. Frodo è un Pelopiede (una delle tre sotto-razze degli hobbit insieme a Paloidi e Sturoi, di cui fa parte Gollum) con un'infanzia molto più movimentata del normale per la sua razza, che ha preparato il campo per la sua spedizione a Mordor. Dopo la morte dei genitori viene adottato da Bilbo, dal quale riceve l'Anello, la cotta di Mithril e Pungolo, recuperata insieme a Glamdring da tre troll neri. Insieme a Samwise, suo superamico e giardiniere, si sobbarca tutto il peso della missione per sconfiggere Sauron, cosa che gli permetterà di partire verso Valinor insieme a Gandalf e agli altri signori degli Elfi.

    Tra però la morte di Sauron e la sua partenza gli succedono una tonnellata di cose, quasi tutte legate ai ricordi del suo viaggio e alle ferite ricevute, su tutte quella subita a Colle Vento dal Nazgul e quella infertagli da Shelob. Non è da dimenticare nemmeno la riconquista della Contea, visto che dopo l'incoronazione di Re Elessar gli Hobbit la trovarono al loro ritorno occupata dai Sackville-Baggins e dalla coppia Saruman - Vermilinguo, che ecco, non è andata troppo lontano ma ha creato comunque parecchi danni.

    «Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno.»
    Frodo, ne Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re

    Samwise Gamgee

    Figlio del Gaffiere e Bella Buonabimba, Sam è il vero eroe di tutta la spedizione a Mordor. Instancabile, leale, onesto: se Frodo si avvicina a essere l'eroe che Tolkien predilige, Sam lo è in tutto per tutto, grazie alle sue gesta che non hanno quasi mai un pubblico pronto a decantarle. Reclutato un po' per caso da Gandalf mentre stava origliando, Samwise diventa in seguito uno degli Hobbit più importanti e riconosciuti della storia, molto più che lo stesso Frodo. Se il suo aver (quasi) ucciso Shelob o aver salvato il padrone da Cirith Ungol rimangono infatti degli episodi nascosti, il suo essere Sindaco della Contea per quasi cinquant'anni ed essere nominato da Aragorn Consigliere del Nord sono sotto gli occhi di tutti gli altri Hobbit.

    Dopo essere tornato da Mordor e aver aiutato a liberare la contea, Sam sposa la sua amata Rosie Cotton dalla quale ha tredici figli, e con la quale va a vivere a casa Baggins dopo che Frodo è partito per i Porti Grigi. Sam poi è anche uno degli autori del Libro Rosso dei Confini Occidentali, che è l'escamotage narrativo grazie al quale Tolkien può raccontare le storie dello Hobbit e del Signore degli Anelli. Bilbo, Frodo e Sam sono in sostanza gli autori delle vicende che lui ha semplicemente riportato a tutti i lettori. Nel sessantuno della Quarta Era, dopo la morte della moglie, parte anche lui per Valinor, in quanto, seppur per poco, Portatore dell'Anello.

    Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc

    I due cugini di Frodo, nati rispettivamente nel 2982 e 2990 della Terza Era sono spesso considerati un'unica entità, e se anche con personalità molto diverse Tolkien gli fa seguire di fatto quasi lo stesso percorso di crescita. Del gruppo di superamici Hobbit (che comprendeva anche Frodo e Grassotto Bolgeri), Meriadoc era di gran lunga il più intelligente e preparato, mentre Pipino di gran lunga più impulsivo. Dopo aver congiurato per far parte insieme a Frodo della Compagnia dell'Anello, entrambi riescono a risultare protagonisti nonostante la scala delle forze in gioco. Sono determinanti intanto nel convincere gli Ent a entrare in guerra e sconfiggere quindi Saruman, e in aggiunta a questo Merry contribuisce ad abbattere il Re Stregone di Angmar insieme a Eowyn, che non è esattamente una quisquilia.

    La loro fama però crescerà solo nel corso dei decenni successivi alla guerra dell'Anello: dopo aver infatti liberato la contea da Sharkey (che è Saruman) e Grima, ricevono da Aragorn uno dei doni a loro più cari: l'indipendenza della Contea. Re Elessar donò la terra agli Hobbit, rendendo Contea e Terra di Buck indipendenti dai Regni di Gondor e Arnor, nominando il Sindaco (al tempo Sam) e il Conte, Consiglieri del Regno del Nord. Peregrino invece, dopo aver sposato la sua Diamante di Lungosquarcio e aver avuto un figlio che chiama Faramir, divenne Conte (della Contea) nel 13 della Quarta Era. Cinquant'anni dopo, insieme a Merry, va prima a Rohan a salutare Re Éomer e successivamente a Minas Tirith da Aragorn, dove entrambi muoiono pochi anni dopo. Visto l'incredibile affetto che li legava al Re, senza contare il peso del loro contributo, vengono entrambi sepolti insieme ai Re di Gondor, proprio vicino a Aragorn.

    Pipino: sentendo dei rumori provenienti dalla foresta di Fangorn Che cos'è questo rumore?
    Merry: Sono gli alberi!
    Pipino: Cosa?!
    Merry: Ricordi la vecchia foresta ai confini della terra di Buck? Le voci dicevano che nell'acqua c'era qualcosa per cui gli alberi si allungavano! E prendevano vita!
    Pipino: Vita?
    Merry: Alberi che sussurravano, parlavano tra loro, si muovevano perfino!

    Gimli

    Nel Signore Degli Anelli Gimli e Legolas sono un po' la "quotea minoranze" del libro, ma non per pregiudizio: Tolkien infatti limita al minimo la presenza di Elfi e Nani semplicemente perché il libro serve a traghettare la Terra di Mezzo nell'Era degli Uomini, e le altre razze sono il ricordo di un passato ormai lontano. Gimli è il figlio di Glóin, uno dei nani che insieme a Bilbo e Thorin vanno alla ri-conquista di Erebor. È nato nel 2879 della Terza Era nell'Ered Luín, e lì ha vissuto fino alla liberazione della Montagna Solitaria, nella quale si è poi trasferito.

    Aggregatosi alla Compagnia dell'Anello come unico della sua razza, il Gimli del libro è assai diverso da quello del film: feroce in battaglia, instancabile e determinato esattamente come Legolas al punto che a livello narrativo non c'è molta differenza tra i due personaggi, che seguono, esattamente come Merry e Pipino, un percorso molto simile. Il rapporto di amicizia che stringe con Legolas è infatti uno di quegli eventi più unici che rari all'interno delle dinamiche della Terra di Mezzo, perché il rapporto tra elfi e nani, figlio dell'imprevista e turbolenta creazione di quest'ultimi, è sempre stato difficile e al limite (spesso superato) del completo odio. Dopo la guerra dell'Anello Gimli mantiene la sua promessa di andare a esplorare le Caverne Scintillanti vicino al fosso di Helm con Legolas, e lì vi fonda un reame nanico di grande ricchezza che non ha più paura nel commerciare e interagire con gli uomini di Gondor.

    Dopo la morte di Aragorn-Re Elessar però decide di partire con Legolas verso Valinor, per seguire il suo ormai inseparabile amico e compagno. Per Gimli questo è un vero atto di fede perché a nessun nano è mai stato concesso prima l'onore di raggiungere la terra benedetta di Aman. Grazie però all'intercessione di Galadriel questa possibilità gli viene accordata: Gimli sarà l'unico tra i "figli di Aüle" a raggiungere Valinor.

    «Legolas mantenne la promessa fatta a Gimli, e si recò con lui alle Caverne Scintillanti; e al ritorno era silenzioso, e disse soltanto che Gimli era l'unico che potesse trovare parole adatte a descriverle. «E mai prima d'oggi un Nano aveva sconfitto un Elfo in una competizione di parole», disse. «Rechiamoci quindi a Fangorn, per rettificare il punteggio!»

    Legolas

    Partiamo subito dalle basi: Verdefoglia non è il cognome di Legolas, ma solo la traduzione dal Sindarin del suo nome, composto dalle parole laeg, verde, e golas, foglia. L'unico elfo della Compagnia dell'Anello (vale qua lo stesso discorso fatto per Gimli) è anche quello su cui Tolkien si sofferma meno quando si tratta di descriverlo, e perciò anche la sua iconografia va più a sensazione che altro. Per dire, la sua stirpe ha i capelli neri, ma il fatto che suo padre Thranduil, Re degli Elfi Silvani di Bosco Atro, abbia i capelli biondi fa credere che anche lui possa averli. Non ci sono nemmeno date certe relative alla sua nascita, che potrebbe essere verosimilmente intorno all'inizio della terza Era.

    Il suo ruolo nella Compagnia dell'Anello è quello di scout, ma quando c'è da menare le mani non si tira indietro e anzi ingaggia una gara al fosso di Helm con Gimli che di fatto si chiude in pareggio, a dimostrazione del suo valore. Dopo la sconfitta di Sauron si sposta per qualche tempo nell'Ithilien con alcuni altri elfi per bonificarlo dai danni creati da Sauron, e insieme al suo BFF Gimli visitano sia le Caverne Scintillanti che Fangorn, mantenendo così fede a una promessa che si fecero durante la Guerra dell'Anello.

    Alla morte di Re Elessar però, vero collante della Compagnia, capisce che il suo tempo sulla Terra di Mezzo è concluso, e dopo aver costruito una barca di legno grigio e percorso l'intero corso dell'Anduin salpa con Gimli alla volta di Valinor, chiudendo così la storia dei nove che più di tutti gli altri contribuirono alla sconfitta dell'Oscuro Signore.

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