La Pace in Corea potrebbe accendere i riflettori sugli eSport

Sport elettronici ambasciatori di pace, l'accordo tra le due Coree permetterà di accendere i riflettori sul mondo dei videogiochi competitivi.

La Pace in Corea potrebbe accendere i riflettori sugli eSport
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Circa 365 giorni fa pubblicavo un articolo in cui mi domandavo se l'eventuale guerra in Corea avrebbe potuto spegnere i riflettori sugli sport elettronici. Oggi, a distanza di un anno, visti i recenti sviluppi internazionali, sono qui per domandarmi l'esatto opposto. Sempre con uno sguardo critico.
L'obbiettivo è mettere in relazione gli sport elettronici con il panorama geopolitico che si sta andando a delineare nel prossimo futuro, cercando di capire se il mondo dei videogiochi competitivi possa essere d'aiuto nel processo di unificazione di due paesi per certi versi estremamente complicati.

Una pace inaspettata

Quella tra Corea del Sud e Corea del Nord non può che essere definita come una pace inaspettata.
Nel 2017 il mondo è rimasto con il fiato sospeso quando Kim Jong Un, figlio di Kim-il Sung, ha deciso di portare avanti il suo programma atomico arrivando ad ottenere quella che per molti è definita come la più potente "bomba" mai concepita, quella a Idrogeno.
Una situazione che a livello internazionale ha destato molta preoccupazione; gestita prima con impulsività e poi con raziocinio da tutte le parti coinvolte. Il 27 aprile gli attori coinvolti sono giunti alfine a uno storico accordo per la denuclearizzazione della penisola coreana, cosa che ha portato allo spegnimento dei reattori nucleari e allo smantellamento dei siti di ricerca in cambio della cessazione delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale alla Corea del Nord.

Uno storico incontro

Fortunatamente la linea rossa che è stata superata non ha portato alla nascita di un conflitto anche se, in realtà, il conflitto tra Corea del Sud e Corea del Nord non è mai cessato, emplicemente nel 1953 si è proposto un armistizio che ha messo fine alle ostilità fino ad oggi.
La linea rossa è stata superata da Kim Jong Un e Moon Jae In (leader sudcoreano, ndr.), una linea rossa di pace, una storica linea rossa, che ha portato il mondo ad avviare un processo che, se andrà a buon fine, porterà a grandi miglioramenti e stabilità nella regione asiatica, uno scenario da non sottovalutare in un momento storico così teso.
La sorprendente apertura della Corea del Nord nei confronti della controparte del sud è frutto di ottimi negoziati internazionali di altissimo livello che hanno avuto come obbiettivo quello di allentare la presa su una nazione che a causa dell'embargo e delle sanzioni internazionali stava iniziando a cedere, nonostante la fede nel leader supremo fosse, comunque, assolutamente inossidabile.

Il ruolo degli eSport

Gli sport elettronici cosa c'entrano in tutto questo? Ebbene, in realtà c'entrano più di quanto ognuno di noi possa effettivamente pensare o credere.

Gli esport in Corea del Sud sono sport nazionale, in televisione si raccontano le gesta dei giocatori più famosi e nella "nazione del futuro" la competizione videoludica rappresenta una solida base di investimento, i più forti cyber-atleti al mondo sono sudcoreani e questo è un elemento da prendere in seria considerazione quanto si mette in relazione con gli esport la stabilità della regione asiatica a livello geopolitico.
In Corea del Sud, non essendo mai cessata la guerra, vige ancora un periodo di leva militare obbligatoria che può essere svolta dai 18 ai 35 anni e ha una durata minima di 18 mesi, un periodo importante che mette, al momento, in serio rischio la carriera di un videogiocatore professionista che spesso e volentieri è costretto ad appendere mouse e tastiera al chiodo per lungo tempo perdendo la propria condizione e non riuscendo più a tornare, una volta finito il periodo di leva, allo stato di forma originario.

Lo storico trattato di Pace che si sta cercando di concordare tra le due Coree porterà sicuramente ad una diminuzione dell'apparato militare sudcoreano, questo significa che, molto probabilmente, anche la leva potrebbe essere ridimensionata a poche unità o abolita del tutto.
Questo comporterebbe in termini esportivi un aumento vertiginoso della carriera di un cyber-atleta che avrebbe la possibilità di avere continuità nel proprio percorso professionale senza avere la pressione di dover guadagnare quanto più possibile negli anni precedenti al servizio di leva, riuscendo così a pianificare il futuro con maggiori certezze.
Per non parlare anche del fatto che, senza l'incombere di una guerra, non ci sarebbe più nemmeno il problema dei riservisti che molto spesso sono anche esportivi di professione ma che comunque potrebbero essere richiamati in servizio in qualsiasi momento per servire alle armi il proprio paese in caso di necessità.

Gli eSport in Corea del Nord: Utopia o realtà?

Partiamo subito con il dire che nessuno, al momento, conosce le reali condizioni culturali, tecnologiche e infrastrutturali della Corea del Nord, questo per via di una chiusura ermetica al mondo esterno che ha portato il piccolo paese asiatico confinante con la Cina ad isolarsi dal resto del mondo.

Kwangmyong, questo è il nome della rete intranet aperta nel 2000 e che tuttora viene utilizzata dalla Corea del Nord per collegare le zone più importanti del paese, in grado, addirittura, di essere impenetrabile all'esterno.
Se, da una parte, possiamo dire che la rete internet esiste ma viene utilizzata pochissimo e solo da pochi individui benestanti, il paese appare povero e prevalentemente agricolo con evidenti arretratezze ed enormi disagi causati dall'embargo e dalle sanzioni internazionali che in questi anni hanno contribuito ad indebolire la popolazione.
In questo contesto, tuttavia, appare chiaro che in Corea del Nord gli sport elettronici potrebbero non arrivare mai e sicuramente non costituiscono un pensiero nell'immediato futuro.
In questo senso, però, va ricordato che la Corea del Nord non è una nazione che da un punto di vista sportivo è rimasta sempre isolata dal resto del pianeta, numerosi atleti, anche a livello internazionale, hanno raggiunto buoni risultati e prestazioni, l'esempio più recente è arrivato dal Tennistavolo femminile dove Corea del Sud e Corea del Nord si sono incontrate nei quarti di finale della coppa del mondo unendosi poi sotto un'unica storica bandiera prima delle semifinali.
Un altro esempio storico è sicuramente la squadra di calcio della Corea del Nord (quella che perse 7-0 contro il Portogallo durante i campionati mondiali in Sudafrica, ndr.) o la formazione a cinque cerchi che ha partecipato alle recenti Olimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud che ha ben figurato.

Insomma, la Corea del Nord è apparsa in questi anni distante da tutto e tutti a livello politico ma estremamente interessata al mondo sportivo e alla competizione internazionale e al lustro che ne consegue.
Per questo motivo la presenza degli sport elettronici, ed in particolare di Starcraft II, durante l'ultima rassegna olimpica potrebbe aver incuriosito gli inviati nordcoreani che potrebbero in futuro pensare di sviluppare dei progetti concreti in questa direzione. Il problema serio, almeno all'apparenza, appare però quello delle infrastrutture, rispetto alla Corea del Sud la connessione ad internet è di uso esclusivo per pochi eletti e le difficoltà, anche culturali, rimangono al momento l'ostacolo più grande per l'introduzione degli sport elettronici nel paese nordcoreano che oggettivamente parlando, al momento, ha bisogno di altre priorità.
Sicuramente questa apertura verso il mondo esterno, questo tentativo di ricercare un trattato di pace con i nemici storici, è un passo in avanti concreto di non poco conto per la Corea del Nord che da adesso in poi dovrà cercare di uscire dalla recessione e ridurre il divario tecnologico e scientifico con gli altri paesi vicini al più presto. Il percorso che attende la Corea del Nord non è assolutamente semplice e nemmeno scontato, in questo contesto però gli sport elettronici appaiono quindi ancora molto lontani ma, secondo chi scrive, l'idea che si possa arrivare ad una svolta decisiva in tal senso non è una semplice utopia ma un percorso realmente concreto e percorribile.

Al momento non esiste nessun giocatore professionista nordcoreano ma, nel prossimo futuro, è molto probabile, per via di questa importante apertura internazionale, che il numero dei cyber-atleti possa aumentare, magari anche attraverso delle specifiche collaborazioni tra Corea del Sud e Corea del Nord per la formazione di professionisti, un modo, alquanto particolare bisogna ammetterlo, che potrebbe contribuire a distendere ulteriormente i rapporti.

Un chiaro segnale per il mondo

L'accordo tra Corea del Sud e Corea del Nord è semplicemente storico, un segnale di Pace per il mondo che in questo momento sta vivendo un periodo molto difficile e carico di tensioni.
Oggettivamente parlando questo compromesso darà la possibilità anche agli eSport di evolversi con serenità proseguendo il percorso intrapreso e magari usufruendo degli investimenti statali ora destinati alle forze militari. Per quanto possa sembrare banale, gli sport elettronici, sono qualcosa di molto di più di un semplice spettacolo mediatico e sportivo, la capacità di questo movimento è quella di unire le persone sotto un'unica bandiera, quella della libertà e dell'uguaglianza, del rispetto reciproco.

Il futuro ovviamente è pieno di incertezze ma la pace raggiunta tra le due Coree è sicuramente un momento da interpretare positivamente in ottica futura con la consapevolezza che l'unione tra queste due realtà possa portare ad uno sviluppo imprevisto ma da tenere estremamente in considerazione del nostro mondo degli sport elettronici.
Questo accordo cambierà per sempre il modo con cui ci relazioneremo al passato, quando in futuro ci renderemo conto di quanto importante e significativa è stata quella storica stretta di mano tra due leader che in fondo, probabilmente, stavano ancora combattendo una guerra non più loro.