Speciale La Storia di PES - Dalle origini a Playstation 2

In attesa di PES 2015, ripercorriamo la storia del calcio Konami dal Super Nintendo al debutto su Playstation 2

Speciale La Storia di PES - Dalle origini a Playstation 2
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Ancora oggi, dopo più di vent'anni di calcio made in Konami, Shingo Takatsuka meglio conosciuto con il suo nickname "Seabass" ritiene che Pro Evolution Soccer esprima il 40-50% delle possibilità altrimenti espresse dal calcio reale. Ciò significa che anche per una serie che negli ultimi anni ha sofferto non poco la concorrenza canadese ci sono ampi margini di miglioramento tecnologico, ma sopratutto che rispetto a 2 decenni fa quando si partì da zero se ne è fatta di strada in termini di fedeltà e realismo.
    Nel corso di uno speciale suddiviso in due parti vogliamo ripercorrere la mirabolante storia della creatura calcistica di Konami Tokyo, dagli albori su SNES con International Superstar Soccer fino alla più recente incarnazione PES 2015 in uscita a Novembre e debuttante sulla next gen di Playstation 4 ed Xbox One.
    Oggi riportiamo indietro la macchina del tempo di Everyeye sino alla data astrale del 11 Novembre 1994...

    PES prima di PES

    Konami si era già mossa discretamente nel 1992 con Konami Hyper Soccer, che sebbene fosse uscito su NES mostrava un sincero passo avanti rispetto al più acerbo Soccer sviluppato da Nintendo. Ma già la divisione di Osaka, altrimenti detta KCEO (Konami Computer Entertainment Osaka), dimostrava di voler puntare al più performante 16 bit per realizzare una simulazione calcistica più fluida, meno prevedibile e più realistica. I replay sempre identici e le immagini statiche di esultanza dovevano essere superate!
    Il risultato non si fece attendere e divenne realtà proprio nell'Autunno di due anni più tardi, quando International Superstar Soccer baciò i lidi del Super Nintendo. Là dentro c'era una perfetta simulazione del Mondiali USA '94, quelli persi dall'Italia in finale contro il Brasile: dal lancio della monetina ai cori da stadio, passando per una prospettiva isometrica che esaltava le differenze di sprite tra i diversi giocatori in campo. ISS appariva superiore a FIFA e Kick Off sopratutto per il sistema di passaggi più preciso ed una maggiore varietà nei tiri.
    Il successo fu ribadito nel 1996 quando ISS Deluxe approdò su Super Nintendo, ma anche su Megadrive e Playstation (nel 1997). Il titolo offriva alcune migliorie al videogioco precedente, la maggior parte piccoli accorgimenti tecnici o interpretazioni più calzanti del regolamento calcistico.
    Nonostante la versione per la console Sony si faccia attendere un annetto in più delle altre due, essa appare come un mero porting e non sfrutta affatto l'hardware superiore. Il motivo è semplice: il ritardo è dovuto al trasloco di parte del team con sede ad Osaka verso il quartier generale di Tokyo dove diede vita a KCET. Con un mercato che vedeva ancora il dominio di Nintendo e le fulgide promesse di Nintendo 64, ma anche un'ascesa a sorpresa di Sony e Playstation, Konami voleva mantenere la leadership nei titoli calcistici qualunque fosse la console che avrebbe dominato il mercato di lì a pochi anni.
    Ecco perchè il team di Osaka cominciò a specializzarsi verso gli hardware della casa di Mario portando avanti la serie ISS Pro con ottimi risultati sia nelle 3 dimensioni di Nintendo 64 (3 episodi), che sullo schermo portatile del Gameboy Color, prima di estinguersi dopo due episodi su Gamecube, Xbox e Playstation 2. Ma a quel punto era già emerso come superiore e maggiormente redditizio l'astro nascente Pro Evolution Soccer...

    In cerca della simulazione...

    Sono più d'una le ragioni che portarono una semplice costola di Tokyo dell'originale KCEO sino ai più alti livelli del calcio virtuale. A loro vantaggio è andata senz'altro la situazione del mercato, con una maggior diffusione di Playstation rispetto al Nintendo 64, ma anche una direzione ludica peculiare che alla lunga darà i suoi frutti.
    Il primo capitolo originale sviluppato da KCET in esclusiva per Playstation voleva evitare il confronto sia esterno con FIFA e Virtua Striker, sia interno con ISS: Winning Eleven 97 o in Europa International Superstar Soccer Pro era impostato per essere maggior simulativo e lo esibiva sin dal sottotitolo, quel Pro aggiunto in fondo. Certo il confronto con il "rivale" ISS 64 era improponibile, sia sul fronte grafico e sul numero di poligoni, sia su quello della fluidità. Eppure le buone vendite confortarono il team di sviluppo che quella della simulazione fosse una direzione effettivamente percorribile: ne erano sopratutto convinti sia il producer Shingo Takatsuka in arte Seabass per via della sua passione per la pesca (ma è anche tifoso sfegatato dell'Inter e Recoba è il suo giocatore preferito), sia il director Akiyoshi Chosokabe soprannominato Greyhound per via dei due Levrieri Italiani (tipo l'Aiutante di Babbo Natale dei Simpsons) che tiene nella propria casa, il mago del sistema di controllo dagli albori ad oggi, inclusa le conversioni fuori dagli schemi per Wii.
    La cavalcata prosegue nel 1998 con International Superstar Soccer Pro '98, il quale vede tra le altre cose un maggior numero di team e di giocatori: 54 nazionali e 18 giocatori per ciascuna di esse. Peccato solo che la licenza dei nomi dei giocatori latita ancora, costringendo molti di noi a trascorrere lunghi pomeriggi nel Player Name Editor con risultati molto spesso esilaranti! Lo sconforto era duplice anche per via dell'inganno ordito da Konami, che aveva esaurito il budget solo per avere il capellone Valderrama sulla cover della versione statunitense ed il brizzolato Ravanelli su quella europea...
    La prima novità di Internation Superstar Soccer Pro Evolution la si nota anche a schermo spento: una telecronaca in inglese introduce i match e commenta ogni azione della partita. Ma la novità più importante la si nota scorrendo lungo i menù di gioco e si chiama Master League: nata inizialmente come tentativo di introdurre le squadre di club in un gioco solitamente riservato alle compagini nazionali, facendo scontrare le 16 migliori squadre europee. Quelle s'intende di cui Konami aveva acquisito la licenza ufficiale! Più che vincere partite e competizioni, KCET esortava i giocatori a scambiare calciatori tra i team, salvando poi la squadra dei sogni nella propria memory card così da mostrarla ad un amico.
    L'episodio uscito nel 2000, International Superstar Soccer Pro Evolution 2, compie un altro passo sulla strada delle licenze, acquistando nomi, cognomi e fattezze dei più celebri calciatori del pianeta: ad esempio Beckham invece che Bekham di ISS Pro Evolution! Essendo concomitante con le Olimpiadi di Sidney 2000, esso inserisce anche le nazionali Under-23 come dimostra l'edizione giapponese dal sottotitolo "U-23 Medal Heno Chousen", ma sopratutto migliora la Master League, che ora vede 2 divisioni e 24 club, aggiungendo sqaudre come il Leeds United ed il River Plate: la suddivisione in due gironi rende ora più interessante anche la fase di promozioni e retrocessioni, facendo vivere quella sensazione di costante miglioramento, dalle stalle alle stelle!
    Dal 1997 al 2001 KCET e la sua simulazione calcistica avevano compiuto passi da giganti: la blocchettosità dei calciatori era rimasta la medesima, ma il gameplay era migliorato nettamente, consentendo approcci variegati e tattiche adeguate allo stile di ciascun giocatore. Quando uscì International Superstar Soccer Pro Evolution 2 Playstation 2 era una realtà già in tutti i mercati: difficile per Seabass e soci non approfittare delle nuove possibilità tecnologiche ed ecco il salto generazionale con Winning Eleven 5, che in Europa diventa Pro Evolution Soccer, inaugurando quella staffetta tra versione nipponica ed occidentale che ancora oggi tiene impegnato il folto team di Konami Tokyo!
    Ma dell'incredibile cavalcata che portò la serie su Playstation 2 a divenire a tutti gli effetti la regina del calcio virtuale parleremo in una prossima puntata!

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