La storia di Mario Kart

Ripercorriamo le tappe che ci hanno portato all'ottavo capitolo del racing Nintendo

La storia di Mario Kart
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  • Wii U
  • Mario Kart 8 era atteso come il gioco in grado di salvare una console, quel Wii U che fatica ad imporsi sul mercato, sia presso gli appassionati quanto tra il grande pubblico che tanto ha apprezzato Wii, rendendola di fatto una delle console di maggior successo nella storia di Nintendo.
    Nemmeno l'uscita di Super Mario 3D World, avvenuta strategicamente nel periodo che precede il Natale, è riuscita a risollevare le vendite dell'attuale console casalinga di Nintendo, ed era quindi necessario reagire.
    Come accadde per il GameCube, però, i tempi di Nintendo non sono così rapidi e gli appassionati hanno dovuto attendere parecchi mesi per l'arrivo del racing arcade per eccellenza, finalmente disponibile da questo fine settimana in tutto il mondo.
    L'episodio per Wii si è imposto tra i best seller della scorsa generazione, grazie ad un volante di plastica che ha trasformato in piloti anche i meno avvezzi al genere, uno stile irresistibile, un track design di buon livello e una componente online non perfetta ma in grado di far tenere il disco del gioco all'interno del lettore della console per moltissimi mesi.
    L'ottavo capitolo della serie migliora molti aspetti, introduce nuovissime piste e mezzi in grado di sfidare la gravità e si candida ad essere il nuovo punto di riferimento per Wii U, con una campagna di marketing aggressiva al punto da regalare un gioco agli acquirenti del primo periodo.
    Se l'ottavo episodio non è però il vostro primo Mario Kart, probabilmente avrete molti ricordi legati ai passati capitoli della serie, molti dei quali sono considerati vere e proprie pietre miliari del mondo dei videogiochi.
    Ripercorriamone quindi la storia, magari andando a ricordare una vittoria particolarmente sudata in split screen o una nottata di studio prima di un esame che si è improvvisamente trasformata in una festa a base di derapate e sgommate.

    Più di vent'anni (e non sentirli)

    Mario Kart nasce nella prima metà degli anni '90, con un ritardo di alcuni mesi per quanto riguarda l'arrivo in Europa rispetto al Giappone.
    Chi già giocava nel Gennaio del 1993 si trovò davanti ad una cartuccia che per moltissimo tempo rimase saldamente nello slot del Super Nintendo, non tanto per la quantità di contenuti, ma per il piacere di guidare e la sfida imposta dall'ostica categoria 150cc.
    Il parco personaggi era infatti limitato (conteneva per fortuna la maggior parte degli eroi provenienti da giochi di Mario di quegli anni), ma gli otto mondi e i venti circuiti erano in grado far appassionare sin dal primo istante.
    Merito anche del Mode 7, rivoluzionaria tecnica di rendering che riuscì ad imporsi grazie ad una resa visiva incredibile, che divenne il marchio di fabbrica per quanto riguarda le produzioni più ardite per la console a 16 bit di Nintendo.
    Super Mario Kart ha quindi imposto un immaginario ed uno stile di gioco che non è poi cambiato molto negli anni, tra derapate, gusci blu e piste da percorrere a rotta di collo, con Rainbow Road che ancora rappresenta un sogno corsistico (o un incubo, a seconda della propria abilità).
    Per qualcuno il primo Super Mario Kart rimane ancora il migliore della serie, anche se tale affermazione potrebbe essere benissimo "traviata" dai ricordi piacevoli delle gare con gli amici in split screen.

    Mario Kart 64 traghettò la serie alla generazione successiva, nel 1997. Le piste più larghe, l'introduzione delle scatole per i power-up e una motore grafico realmente poligonale, stranamente non troppo funestato dalla quasi sempre limitata draw distance dei giochi per Nintendo 64, riuscirono a variare la formula quel tanto che bastava a renderlo un buon successo.
    È però nuovamente lo split screen a fare la differenza, con il supporto ai quattro controller subito disponibile e senza alcun adattatore. Guidare con lo stick analogico del pad della console fu una rivoluzione e impose uno stile di guida nuovo, sebbene sempre basato sulla derapata e che favoriva la ricerca della scorciatoia perfetta.

    Nel 2001 Mario Kart si fece finalmente portatile: Super Circuit allietò gli spostamenti di moltissimi possessori di Game Boy Advance, grazie ad una grafica chiaramente derivata dal capostipite della serie, ma con qualche chicca in più, tra effetti atmosferici e una moltitudine di contenuti sbloccabili. Le piste erano infatti in numero appena discreto ma la disponibilità delle versioni rivisitate di quelle originali, venti in tutto, raddoppiò praticamente i tracciati a disposizione, ampliando notevolmente il gioco e trasformandolo in un'altra cartuccia per GBA da portare sempre con sè.

    Due anni dopo Mario Kart approdò su Game Cube con Double Dash, episodio completamente incentrato sulla possibilità di scegliere due personaggi alla volta per guidare il proprio mezzo.
    L'opportunità di scambiarli in corsa, accumulando power-up, trasformò in parte il gameplay, facendolo virare verso un'esperienza nella quale l'abilità di guida era meno importante, in virtù di una vena competitiva a base di scorrettezze e uso di armi.
    Double Dash calcò poi la mano sulla caratterizzazione dei mezzi, ora molto legati per design e stile ai rispettivi proprietari, elemento che poi tornerà in maniera ancora più marcata negli episodi successivi. La possibilità di giocare in split screen con quattro controller fece sicuramente bene alle vendite, ma Double Dash non è comunque ricordato come uno degli episodi migliori della serie, malgrado abbia comunque molti fan disposti a difenderlo a spada tratta.

    Se ogni episodio di Mario Kart può essere ricordato per un tracciato specifico, quello che ha contraddistinto Mario Kart DS è sicuramente quello ambientato a Delfino Square, con tanto di musica a tema che ancora riecheggia nelle orecchie delle migliaia di giocatori che l'hanno percorso gareggiando online.
    La possibilità di giocare in multiplayer in rete è stata infatti la caratteristica più importante di questo secondo episodio portatile, con in più un comparto grafico eccezionale, malgrado le limitate capacità di elaborazione poligonale della prima console a due schermi di Nintendo.
    La presenza di trentadue piste, benché solo la metà inedite, e di un parco auto e personaggi molto ampio, hanno reso Mario Kart DS uno degli episodi più giocati in assoluto, anche grazie grandissima diffusione della console in quegli anni.

    Arriviamo quindi all'episodio per Wii, quello che ha sdoganato il motion control alla guida e che ha quindi convinto orde di non giocatori a mettersi al volante.
    Le piste decisamente larghe hanno permesso l'introduzione di una modalità online a dodici giocatori molto apprezzata, con in più l'aggiunta delle moto, nervose da guidare e diverse come approccio quel tanto che basta da convincere sia i veterani che i nuovi arrivati, spronati alla competizione anche dalla possibilità di consultare le classifiche online grazie al canale Wii dedicato.
    Un episodio che ha quindi riscosso un grandissimo successo e che ha fatto da traino per le vendite della console per moltissimi mesi, anche grazie a campagne televisive e sulla stampa generalista estese e martellanti.

    Il 2011 ha infine visto l'introduzione della numerazione nel titolo della serie, grazie a Mario Kart 7 per 3DS.
    L'arrivo del 3D è stata sicuramente la feature più chiacchierata, con fan che giuravano che la terza dimensione era fondamentale per migliorare la sensazione di velocità e il colpo d'occhio sulla pista, mentre i puristi hanno quasi sempre giocato in 2D, apprezzando però la grandissima quantità di contenuti, incluse alcune tra le piste più folli mai viste, da percorrere anche planando.
    La customizzazione dei kart ha permesso l'introduzione di un sistema progressivo di unlock dei contenuti, spingendo a continuare a giocare sia da soli che online, con rinnovate modalità multiplayer di grandissimo successo.

    Mario Kart 8 La storia di Mario Kart è costellata da tanti successi e solo alcuni passi falsi. La profondità del sistema di guida è sempre stata uno dei punti di forza della serie, soprattutto perché poco visibile ad una prima partita: fattore, questo, che ha permesso a chiunque di avvicinarsi a qualcuno dei molti capitoli usciti in questi venti anni. Un paio di fugaci gare si sono però spesso trasformate in amore profondo, quando il driving system ha svelato tutte le sue potenzialità, intrecciate con un track design sempre solidissimo. Ecco insomma spiegato il motivo della tanta attesa per Mario Kart 8, episodio che si è dimostrato -come potete leggere nella nostra review- davvero esaltante. Resta solo da capire se basterà questo eccellente capolavoro a riportare Wii U sotto le luci della ribalta, oppure se si dovrà davvero attendere un nuovo Zelda.

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