La trama di Diablo 4: Lilith e la sua storia

In attesa di Diablo 4, ripercorriamo le cronache della saga per approfondire la storia di Lilith, figlia di Mephisto e creatrice di Sanctuary.

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  • Xbox One X
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  • A ben sette anni dall'esordio - decisamente problematico - di Diablo 3, la BlizzCon di quest'anno ci ha finalmente regalato un primo sguardo al futuro dei Nephalem di Sanctuary. Un futuro che al momento appare dannatamente promettente, visto che Diablo 4 sembra voler recuperare i toni, i ritmi e - in definitiva - lo spirito di quello che viene largamente considerato come il miglior gioco della serie: l'indimenticato Diablo 2. Tra le eredità del secondo capitolo figura anche un'antagonista d'eccezione, riemersa dalle profondità dell'abisso per lasciare un indelebile marchio scarlatto nell'immaginario del pubblico anelante. Se è già certo che il ritorno di Lilith (uno dei boss di Diablo 2) avrà un ruolo di spicco nel futuro narrativo della saga, le esatte circostanze della sua rinascita sono ancora ignote. Quale momento migliore, quindi, per ripercorrere la storia di questa sinuosa signora del male, e per riscoprire le origini di un personaggio legato indissolubilmente al destino di ognuno degli eroi incarnati dai giocatori nel mondo di Blizzard?
    Preparatevi, amici, perché sarà un racconto pieno di intrighi, tradimenti e sangue, di furiose lotte e fragili alleanze.

    La nascita di Sanctuary

    Molto prima che i figli dei Nephalem varcassero i cancelli di Sanctuary, prima che il mondo conoscesse le lusinghe dei Primi Maligni e degli angeli del Paradiso Celeste, c'era la Guerra Eterna: un conflitto senza tempo in cui le forze di luce e oscurità combattevano su fronti opposti in un sanguinoso stallo. Tra i più potenti condottieri degli Inferi c'era Lilith, la regina delle succubi, che assieme al fratello Lucion guidava le forze del Signore dell'Odio Mephisto, suo padre e principe dell'abisso assieme a Diablo e Baal.

    Col passare dei secoli, Lilith era sempre più stanca del modo in cui il triumvirato stava portando avanti la guerra, e desiderava sfuggire a questo ciclo senza fine di vittorie e sconfitte. Al termine di una di queste battaglie, la "Figlia dell'Odio" riportò nei suoi regni un singolare trofeo: il corpo di un angelo caduto sul campo. Rianimato dal suo malevolo tocco, questa miserabile creature manifestò sin da subito desideri simili a quelli della sua aguzzina. Vedendo nel prigioniero, ribattezzato Inarius, un potenziale alleato per soddisfare le sue ambizioni, Lilith raccolse un manipolo di rinnegati e assaltò la Fortezza del Pandemonio, riuscendo infine a rubare la Pietra del Mondo, il più antico degli oggetti di potere.

    Avendo compreso che la Guerra Eterna non poteva essere fermata, almeno per il momento, la coppia utilizzò l'artefatto per dare origine a un nuovo mondo, dove rifugiarsi per sfuggire agli orrori del conflitto. Così nacque Sanctuary, una dimensione sospesa tra inferno e paradiso dove i due conobbero un fugace momento di serenità, scoprendo che a legarli non c'era solo un comune obiettivo, ma anche un sentimento che ben presto portò Lilith e Inarius a concepire una nuova razza: i Nephalem, creature più potenti di qualsiasi angelo o demone.

    Tale era la portata delle capacità di questa progenie, che tra le fila dei traditori al servizio dei reggenti di Sanctuary cominciarono a serpeggiare i versi di un'oscura profezia. Molti credevano infatti che, qualora l'esistenza dei Nephalem fosse diventata nota ai signori di paradiso e inferno, questi avrebbero preso d'assalto Sanctuary e annientato quest'oasi di pace e tutti i suoi abitanti.

    A questo punto i rinnegati si divisero in due fazioni: una parte di loro chiedeva a gran voce l'eliminazione preventiva dei Nephalem, ritenuta l'unico modo per rimanere invisibili agli occhi degli altri regni, mentre un'altra sosteneva il loro diritto a esistere. Dilaniato dal dubbio, Inarius impose ai seguaci un periodo di riflessione, in modo da decidere saggiamente sulla sorte dei suoi figli. Lilith, d'altra parte, trovava l'idea di sterminare la sua discendenza semplicemente intollerabile, un pensiero tanto orrendo da trasfigurarla in un abominio di pura distruzione.

    Dopo aver assunto fattezze ancor più demoniache, la regina di Sanctuary massacrò tutti i seguaci di Inarius, disponendo al suo cospetto un affresco di assoluto orrore. Determinato a fermare la consorte, ma incapace di toglierle la vita, l'angelo caduto bandì Lilith oltre i confini del Vuoto, una dimensione di infinita oscurità. Dolente, Inarius usò ancora una volta i poteri della Pietra del Mondo per fare in modo che i Nephalem perdessero potere generazione dopo generazione, fino a diventare semplici mortali. I figli primigeni di Inarius e Lilith, tra cui il re barbaro Bul'Kathos e il signore dei negromanti Linarian, tentarono di opporsi al piano del padre, ma vennero completamente annientati. L'unico a sopravvivere fu proprio Linarian che, dopo aver finto la proprio morte, si rifugiò nel reame di Trag'Oul, un antico drago che aveva assunto il ruolo di guardiano di Sanctuary. Dopo aver assunto il nome di Rathma ("studente"), Linarian divenne l'allievo di Trag'Oul e giurò di difendere l'equilibrio tra caos e ordine, di nascondere Sanctuary all'occhio immortale di inferno e paradiso. Un obiettivo che, purtroppo, era destinato a non realizzarsi.

    La Guerra del Peccato

    A millenni dalla creazione del mondo degli uomini, i Nephalem avevano ormai perso buona parte dei loro poteri. La magia, che una volta era un atto naturale come il respiro, era ora vincolata a complessi rituali sciamanici, per la gran parte inconcludenti. Uno di questi, condotto dal più abile mago del clan Vizjerei, culminò nell'evocazione di un demone, una creatura che fino ad allora non aveva mai messo piede nel regno dell'umanità. L'ambizione degli stregoni, la loro insaziabile fame di potere, fece allora sì che, per la prima volta dalla creazione di Sanctuary, i Primi Maligni prendessero coscienza dell'esistenza di questo mondo incorrotto.

    Desideroso di convincere gli uomini a sposare la causa del caos e combattere contro gli angeli nella Guerra Eterna, Mephisto inviò a Sanctuary suo figlio Lucion, il fratello di Lilith. Giunto tra l'umanità, il primogenito del principe demoniaco creò il Culto della Trinità, una setta di fanatici adoratori del trono infernale. Per tutta risposta Inarius, che dopo aver esiliato la compagna era rimasto nascosto nell'ombra, fondò un secondo culto chiamato Cattedrale della Luce, con l'obiettivo di diffondere i dettami dell'ordine.

    Per i dieci anni successivi, le due sette complottarono in segreto per conquistare le anime degli abitanti di Sanctuary, creando profonde fratture nella società degli uomini. Un conflitto celato che sarebbe poi esploso nella Guerra del Peccato, il cui inizio coincide con la fuga di Lilith dal Vuoto. Tornata a Sanctuary, e determinata a restituire ai Nephalem il loro antico potere, la figlia di Mephisto assunse la forma di Lylia, una giovane nobildonna dall'aspetto fragile e di grande bellezza. Caratteristiche che il demone utilizzò per sedurre e ingannare un contadino del villaggio di Seram, Uldyssian ul-Diomed, facendo in modo che le autorità lo accusassero del brutale omicidio di un emissario della Cattedrale di Luce.

    A uccidere l'uomo era stata la stessa Lilith, poco dopo aver riservato il medesimo destino a un membro del Culto della Trinità: il suo piano era quello di destabilizzare l'equilibrio tra le due sette, che nel frattempo avevano guadagnato un grande ascendente sociale e politico, e costringere Uldyssian a diventare il bersaglio di entrambi gli schieramenti. L'ex regina delle succubi voleva in questo modo spingere l'uomo con le spalle al muro, creando le condizioni ideali per risvegliare in lui il potere dei Nephalem e utilizzarlo per annientare l'influenza di Mephisto e Inarius.

    Sotto la guida ingannevole di Lylia, Uldyssian si scagliò contro qualunque nemico la sua amante gli indicasse, utilizzando il suo tocco anche per ridestare le capacità sopite di una nuova generazione di Nephalem, gli Edyrem. Scoperta finalmente la vera identità della sua compagna, l'uomo subì indicibili torture fisiche e mentali ad opera di Lilith, che lo abbandonò senza più alcun potere e con l'animo distrutto. Ormai convinto che le sue abilità fossero solo il risultato della maligna influenza del demone, Uldyssian venne condotto dai suoi compagni presso Toraya, una cittadina controllata dal Culto della Trinità. E fu proprio nelle foreste attorno alla città che il contadino - ancora ferito - si trovò al cospetto di Lucion, intenzionato a metterlo alla prova. Lo scontro scatenò un nuovo risveglio dei poteri di Uldyssian che, dopo aver sconfitto il figlio di Mephisto, decise di sua volontà di liberare il mondo dall'influenza delle grandi sette, manifestazione degli interessi perversi delle eminenze di ordine e caos.

    In testa a un'armata di Edyrem, il condottiero assaltò per primo il grande tempio del Culto della Trinità, dominato dalla stessa Lilith che nel frattempo aveva assunto le sembianze del fratello. Dopo un'intensa battaglia, Uldyssian sconfisse Lilith, che venne nuovamente condannata al vuoto grazie all'intervento di Inarius. Non pago della vittoria appena conquistata, il Nephalem guidò il suo esercito verso le porte della Cattedrale della Luce, fino all'inevitabile confronto con Inarius. Al culmine massimo della sua potenza, Uldyssian inflisse un durissimo colpo all'angelo caduto, tanto da scatenare l'immediata reazione di Tyrael, che già da tempo osservava gli eventi della Guerra del Peccato e seguiva con interesse le azioni della chiesa di Inarius.

    L'arrivo delle truppe degli angeli innescò una reazione a catena che trasformò Sancturay in uno spaventoso campo di battaglia: all'improvviso il mondo dei Nephalem era diventato il teatro principale della Guerra Eterna, con le forze di inferno e paradiso pronte a spegnere nel sangue la fiamma dell'umanità.

    Sfruttando il potere della Pietra del Mondo, Uldyssian respinse entrambi gli schieramenti ma, sentendo come quella forza fosse in grado di schiacciare la sua stessa umanità, decise di sacrificarsi per liberare ancora una volta i Nephalem dal loro lascito sovrumano. Tornati mortali, gli abitanti di Sanctuary divennero l'oggetto di un nuovo trattato tra il Concilio degli Archangeli e Mephisto, che stabilirono come nessuna delle due fazioni dovesse più interferire con gli affari di quel mondo.

    Le condizioni di questa tregua erano tanto semplici quanto terribili: nessuno degli Edyrem sopravvissuti avrebbe dovuto ricordare nulla della guerra (fatta eccezione per il fratello di Uldyssian, Mendeln, e per i clan dei maghi, scelti come custodi del patto), e la Pietra del Mondo sarebbe stata utilizzata per fare in modo che i Nephelem non tornassero a sviluppare i loro talenti ancestrali. Come prova di buona volontà, Tyrael accettò che Inarius fosse consegnato a Mephisto negli inferi, dove avrebbe dovuto sopportare un tormento eterno. Questo avveniva 3000 anni prima della nascita di Deckard Cain, prima della caduta di Tristram e del ritorno di Tyrael a Sanctuary (gli avvenimenti della trilogia videoludica), a un'era di distanza da un ritorno inaspettato e terrificante, quello di Lilith.

    Il ritorno della regina

    Durante l'intero corso della Guerra del Peccato, Linarian aveva agito nell'ombra per aiutare Uldyssian nella lotta contro Lilith e Inarius, ed era perfino diventato il mentore di suo fratello Mendeln, che sarebbe passato alla storia come il fondatore dei Preti di Rathma, l'ordine dei negromanti. Una missione portata avanti con un preciso obiettivo: mantenere intatto l'equilibrio tra ordine e caos scacciando da Sanctuary le forze provenienti dalle altre dimensioni.

    Un equilibrio corrotto ancora una volta dall'esito della battaglia finale di Diablo III, che ha segnato l'inizio di una solida alleanza tra uomini e angeli. Nel presente Sanctuary gode quindi dei frutti garantiti dal patto con queste incarnazioni dell'ordine e dall'intercessione di Tyrael, mentre il Primo Maligno Diablo - liberato alla fine di Reaper of Souls - rimane nascosto nelle tenebre, in attesa.

    Si tratta senza dubbio di un tempo di pace, ma ben lontano dal concetto di equilibrio trasmesso da Trag'Oul a Linarian. Passando dalla lore alla speculazione demoniaca, possiamo quindi supporre che Rathma, una delle creature più potenti dell'universo di Diablo, non sia esattamente entusiasta del nuovo status quo. Tanto che il negromante potrebbe aver deciso di riequilibrare le cose scatenando sul mondo un male tanto antico quanto familiare: Lilith.

    Le parole "benedetta madre" pronunciate dal pallido stregone nel primissimo trailer di Diablo 4 si accordano in effetti con questa teoria, ma potrebbe esserci dell'altro. L'intento di Rathma potrebbe anche essere quello di restituire ai Nephalem la loro antica forza, da sempre l'obiettivo di Lilith, per prepararli al ritorno di Diablo e al contempo affrancarli dalla superiorità degli angeli, numi tutelari dell'ordine assoluto. In questo caso, il fine ultimo di questa coalizione sacrilega sarebbe quello di evitare che l'umanità finisca di nuovo per rimanere coinvolta, inerme, nell'eterno confitto tra angeli e demoni. Quale che sia la verità, il cammino tracciato da Blizzard col ritorno della Figlia dell'Odio sembra molto promettente. La speranza di un ritorno ai fasti di Diablo 2, alimentata dai primi trailer di gioco, contribuisce a rendere questa prospettiva ancora più stimolante, in attesa di conoscere con esattezza la data del nostro nuovo viaggio tra le oscure maglie di Sanctuary.

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