Libri a 360 bit: Octopath Traveler ed il Decamerone, storie da incorniciare

Il capolavoro di Boccaccio ed il JRPG di Square Enix condividono una narrazione puntiforme e stratificata. Vediamo quali sono gli elementi di contatto.

Libri a 360 bit: Octopath Traveler ed il Decamerone, storie da incorniciare
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Esiste un legame che accomuna Il Decamerone di Boccaccio ad Octopath Traveler, il delizioso jrpg firmato Square-Enix, una connessione che travalica il tempo e persino il medium di riferimento: si tratta, infatti, di due veri esercizi di stile da parte dei rispettivi autori, i quali - consci delle loro potenzialità - hanno scelto di imbastire un racconto multiplo, fatto di varie storie che, tutte insieme, danno vita ad opere monumentali. Il gioiello del team giapponese ricorda in modo sorprendente il capolavoro dello scrittore fiorentino, ed ambedue finiscono per essere accumunati dalla medesima finalità espressiva, benché i modi di metterla in atto siano separati dalle ovvie diversità dei due media d'appartenenza, ossia quello videoludico e letterario. Il Decamerone, come suggerisce il nome, racconta ben 100 storie (101, a voler essere precisi) suddivise in dieci giorni e connesse da una cornice narrativa; allo stesso modo, Octopath Traveler frantuma il tessuto della sua trama per proporre all'utente otto vicende, legate alle sorti di altrettanti protagonisti giocabili.
Al di là degli intenti di partenza, ad avvicinare le due opere è anche un pizzico di follia, dato che entrambe sono contraddistinte da uno stile leggero e fiabesco, seppur ambientate in un mondo oscuro, dannato e perduto. Infatti Il Decamerone riunisce un gruppo di "giovin signore e signori" in un luogo ameno, situato lungo le colline sopra Firenze, mentre la città è sconvolta dalla peste. Ugualmente le contee di Octopath Traveler sono sempre avvolte da una minaccia oscura e maligna: un pericolo che entra piacevolmente in contrasto con i dialoghi del gioco, a volte molto fanciulleschi e spensierati. Vita e morte, buio e luce, disperazione e allegrezza, nelle due opere, sono insomma proprio ad un passo distanza.

Come reagire al presente attraverso il racconto

Sebbene sia Il Decamerone che Octopath Traveler abbiano al loro interno un ventaglio di sfumature allegre, idilliache e sognanti, il motivo che ha scatenato un simile registro stilistico è da ricercarsi nel dramma. Più il mondo al di fuori del racconto è oscuro e pericoloso, più il tono si fa, per contrasto, amabile e scanzonato. L'universo di Octopath Traveler è delizioso, nella sua forma in pixel art e nella sua sceneggiatura, ma la minaccia che incombe sul regno è, di contro, decisamente pericolosa.

Così nel Decamerone, mentre infuria il morbo tra le vie della Firenze del 1348, le sette fanciulle protagoniste appaiono seducenti e spensierate, ed i tre ragazzi che le corteggiano altrettanto audaci. In entrambi i casi, assistiamo ad uno specchio "in positivo" di una realtà "in negativo", una dicotomia che genera moltissimi gradi di lettura. Così facendo, la narrazione ed il modo di veicolarla diventano lo strumento tramite il quale reagire all'orrore di un presente che rischia di precludere il futuro.

Tanti personaggi per tante storie

Un gioco di ruolo che si rispetti necessita della presenza di moltissimi personaggi che popolano il suo universo, così da renderlo vivo, sfaccettato e verosimile. Similmente, in un libro come Il Decamerone, composto da un centinaio di novelle, i personaggi sono innumerevoli. Barcamenarsi in questo dedalo di personalità non è semplice, ed alle volte, per approcciarsi all'avventura o alla lettura, occorre essere consapevoli di ciò che ci attende. Considerata la necessità di mettere in scena un mondo così vasto e stratificato, è quasi fisiologico che i primi momenti del libro o del gioco possano risultare piuttosto lenti e, a tratti, persino un po' noiosi.

Occorre del resto dare il tempo alle due opere di presentare a dovere tutti gli elementi che le caratterizzano. Il lungimirante Boccaccio, secoli prima della nascita dei JRPG, si era già dimostrato consapevole di questo rischio. Proprio all'inizio della prima giornata del Decamerone, infatti, si scusa con chi lo sta "ascoltando" per un avvio troppo lento: "Quantunque volte, graziosissime donne, meco pensando riguardo quanto voi naturalmente tutte siete pietose, tante conosco che la presente opera al vostro iudicio avrà grave e noioso principio". Insomma se all'inizio della vostra esperienza ruolistica con Octopath Traveler avvertite il peso della lentezza e del tedio, provate a resistere ed andate avanti: tutto è calcolato per introdurvi al mondo di gioco, e per permettervi di apprezzare i colpi di scena che puntelleranno la narrazione.

Maledetta nostalgia

Sia Boccaccio che Square Enix hanno creato, nei rispettivi lavori, un monumento alla nostalgia. Nel Decamerone, infatti, dove un'allegra brigata di giovani si rifugia dalle malattie del mondo esterno in un ambiente chiuso e protetto, riecheggia il mito del "luogo ameno" caro a Socrate e a molti altri pensatori, scrittori e poeti dei tempi andati. In Octopath Traveler è percepibile in egual modo un omaggio sincero e ricco di passione al magico reame dei GDR bidimensionali appartenenti ad un passato ormai mitico. Tuttavia Il Decamerone ed Octopath Traveler non si limitano a riproporre le atmosfere di un'epoca antica, ma anzi provano a rielaborarle seguendo uno stile tutto personale.

Nel caso di Boccaccio, nello specifico, l'influenza del suo capolavoro è stata tale da generare, nei secoli a venire, un numero incredibile di opere ispirate proprio al Decamerone, come ad esempio I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer. Dell'eredità di Octopath Traveler è invece ancora troppo presto per poterne parlare: giocando al titolo di Square Enix, però, l'impressione concreta è quella di avere dinanzi agli occhi una gemma tanto preziosa quanto rara, più che il punto di partenza per la rinascita dei JRPG vecchia scuola.

Varietà, qualità e quantità

Siamo giunti ormai al termine della nostra disamina. Per concludere il parallelismo, vale la pena riportare qualche piccolo dato "numerico": nel Decamerone ci sono all'incirca 60 protagonisti (e parliamo solo di quelli realmente "principali") mentre in Octopath Traveler, come è noto, sono otto i diversi personaggi che possiamo interpretare. È chiaro ed evidente che le due opere fanno della quantità un loro punto di forza. Ciò non implica che l'accumulo di eventi finisca per soppiantare la qualità: la varietà di luoghi, storie e situazioni, d'altronde, è piuttosto sostanziosa, ed in alcuni casi calca anche la mano su tematiche decisamente complesse da affrontare.

Se nel Decamerone si parla di necrofilia, simonia e rapporti più o meno incestuosi, anche in Octopath Traveler gli sceneggiatori hanno avuto il coraggio di trattare argomenti indubbiamente ardui. È il caso, ad esempio, della vicenda di Primrose Azelhart (di gran lunga il personaggio con la storyline più indimenticabile). La peculiarità dell'opera di Square, così come di quella di Boccaccio, è che la potenza destabilizzante di alcune storie viene controbilanciata da un piglio fanciullesco e leggiadro, volutamente contrastivo e, per questo, ancora più affascinante. A conti fatti, Il Decamerone ed Octopath Traveler ci insegnano quanto sia incredibilmente appagante, in qualsiasi epoca e con qualsiasi mezzo, narrare delle belle storie. Che siano vicende reali, inventate di sana pianta o intrecciate sotto forma di pixel art, non ha davvero importanza: ciò che conta è sedersi attorno ad un fuoco in compagnia dei nostri amici e "raccontare la vita, gli odi e gli amori".