Lo voglio: un viaggio alla scoperta di Limited, Deluxe e Collector's Edition

Limited, Deluxe, Prestige, Collector e Ultimate. Quali scegliete? Con quali edizioni speciali riuscite a placare il vostro desiderio sentendovi appagati?

Lo voglio: un viaggio alla scoperta di Limited, Deluxe e Collector's Edition
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Qual è il motivo che ci spinge a volere una cosa così ardentemente? Quali sono le aree del nostro cervello che si attivano quando teniamo finalmente in mano l'oggetto del nostro desiderio? Appagamento? Morbosa bramosia? Semplice desiderio di possedere ciò che altri, magari, non possono avere? Questo ci permette di gettare nella mischia parole che, in un certo senso, da sempre ci fanno sentire speciali: Limited, Deluxe, Prestige, Collector e Ultimate. Al di là della confusione sensoriale che colpisce il povero avventore, il quale si trova sommerso da una miriade di versioni diverse del medesimo titolo, sono essenzialmente due i motivi del successo di tale mercato: il senso dell'esclusività e l'esiguità delle copie in commercio. Questi sono gli elementi che fanno acquisire importanza a ciò che si possiede. In parole povere, ci sentiamo coccolati e appagati da ogni singolo contenuto aggiuntivo che arricchisce la "misera" edizione standard. Molto spesso l'esclusività è data semplicemente dal negozio in cui si compra o si effettua il pre-ordine: così è possibile "distinguere" chi ha acquistato da una catena piuttosto che in un'altra o, ancora, chi si rivolge direttamente allo store digitale di un determinato publisher.
Se ci pensate, però, le barriere all'entrata sono solo temporali. Oggigiorno una fitta costellazione di negozi, fisici e online, mette a disposizione, tramite promozioni e offerte, collector edition a un prezzo più basso pochi giorni (o settimane) dopo l'uscita. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che esiste pur sempre un florido sottobosco che prospera sull'usato. Persino gli store digitali ci consentono di acquistare i contenuti in game già compresi nei foglietti all'interno delle edizioni speciali. Allora, se non possiamo sentirci più "fortunati" di altri, cosa resta? Ovvio, la passione per il collezionismo.

L'ordine, la chiave di tutto

Partendo da una visione più generale - ma che vale ovviamente anche per il nostro amato medium - il tema del "collezionismo", come tutte le attività umane, è stato affrontato sotto un profilo clinico, grazie alla psicologia. Secondo Freud sussiste un nesso tra collezionismo ed erotismo (esattamente, è il suo chiodo fisso), tanto che l'oggetto collezionato viene definito come una sorta di feticcio erotico che ci mette al riparo dall'angoscia del disordine creando, di fatto, una comfort zone psico-fisica. Che la storia del feticcio sia vera o no, è indubitabile che collezionare significhi prima di tutto "ordine".

Gesti meticolosi e studiati ci portano infatti a calcolare l'angolo perfetto con cui esporre l'oggetto, spolverarlo, farlo risaltare sotto la fulgida luce del nostro orgoglio e rimirarlo ogni qualvolta si ha la possibilità. Un tempo si mostrava il risultato della propria fatica hobbistica - quando andava bene - a pochi amici fidati che sapevano apprezzare il valore del prodotto. Durante la maggior parte del tempo, però, il rapporto con la propria collezione era vis à vis. Ora, invece, è entrata prepotentemente in gioco la componente sociale. Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat e qualunque altro mezzo ci metta in contatto col globo terracqueo può essere idoneo a far vedere che si possiede l'edizione limitata del momento.
Il profumo inconfondibile della plastica nuova di zecca, lo scricchiolio prodotto dal polistirolo non appena lo sfiliamo dal contenitore e tutta quella roba...sigillata, ammaliante, invitante, che aspetta solo di essere strappata per godere del contenuto. L'action figure ovviamente va per la maggiore, ma non mancano contenuti bizzarri, rimasti nella storia, e di cui parleremo a breve. A ogni modo, l'incarnazione in PVC del protagonista (o antagonista) di turno si trova a far bella mostra di sé in pose - ci mancherebbe altro - plastiche e con una base d'appoggio enorme (come accadde per l'action figure di Max Payne 3). Il fascino di vedere i nostri alter ego digitali (oppure le repliche del loro equipaggiamento) lì, davanti a noi, non ha prezzo. O meglio, ce l'ha. E di solito si concretizza in un esborso monetario decisamente importante. Ecco, dunque, tornare il tema dell'esclusività. Spendere il doppio, se non il triplo, rispetto a un'edizione normale per possedere quel qualcosa in più che si può recuperare comodamente in un secondo momento, è da considerarsi quasi un affare per pochi. Per questo campagne marketing studiate in modo meticoloso provano a tentarci in tutti i modi possibili invogliandoci a fare follie. Molto spesso, prescindendo dal gioco vero e proprio. Un caso emblematico è quello di Ubisoft, da sempre molto attiva nel campo del merchandising e dei collezionabili legati ai propri titoli.

Once you go Black...

Parlando di Ubisoft, non potevamo che iniziare con il famoso dubbio amletico: Black o White? Ovviamente sapete bene di cosa stiamo parlando. All'epoca, le diverse edizioni dedicate ad Assassin's Creed II crearono un fermento che si alimenta ancor oggi se ci si perde per le bancarelle delle fiere. La cosiddetta Black Edition, in cui un giovanissimo Ezio Auditore appariva in un'action figure di nero vestito, venne messa in commercio in pochissimi esemplari, rispetto a quanto accadde alla sua gemella bianca. Ciò bastò per mandare in cortocircuito i fan che fecero l'impossibile per accaparrarsi tutte e due le versioni. Ora, se siete tra coloro che sono riusciti nell'impresa di recuperarle, in teoria dovreste possedere una piccola fortuna. Sbagliato. Infatti, qualche tempo dopo, Ubicollectibles, mise in commercio la "Ezio Auditore Complete Figurine Set" (conosciuta anche come Heritage Set) con cui, alla comoda cifra di circa novanta euro, ci si poteva portare a casa ben quattro action figures, due delle quali identiche alle introvabili Black & White edition.

Da allora la saga degli assassini si è arricchita da edizioni esclusive d'ogni sorta che, comunque, hanno sempre visto una action figure come centrale oggetto dei desideri proibiti di ogni appassionato. Se prendessimo in considerazione anche il merchandising correlato ai prodotti videoludici targati Ubisoft e non "allegato" alla copia del gioco allungheremmo a dismisura l'articolo col rischio di non vederne mai la fine. Ma il discorso, in potenza, può valere per qualunque collector edition. Ad ogni buon conto, lanciata la moda e assicuratosi un grande riscontro da parte del pubblico, ogni singolo titolo della società francese può ora contare su una stratificazione di edizioni differenti. Prendete come esempio il recente Watch Dogs 2. Oltre alla Standard Edition troviamo nell'ordine: Deluxe, Gold, San Francisco Edition, The Return of DedSec e Wrench jr Robot Collector Pack. Queste ultime, oltre ad essere riservate allo store Uplay, rappresentano anche il punto apicale dell'esclusività. La Wrench Jr. Robot Collector Pack, per citarne una a caso, tenta l'acquirente addirittura con un mini-robot radiocomandato. Ecco, come abbiamo anticipato in apertura, sembra che i publisher non abbiano alcun timore di proporci i contenuti più disparati (e, ogni tanto, dal dubbio gusto) i quali superano di gran lunga le oramai "normali" statuette o i cosiddetti diorami, oramai sempre più spesso prodotte in dimensioni spropositate. Basta ricordare opere mastodontiche quali Dark Souls III, Titanfall, The Witcher 3, Killzone 3, Star Wars: The Old Republic, Halo: Guardians , Halo Reach, e tutti i prodotti targati Warner Bros. Games, come Injustice e buona parte della serie Arkham (tralasciando la magra figura fatta con la Batmobile Edition). La missione più difficile di un collezionista, insomma, è sempre quella di trovare il posto più adeguato in cui mettere tali monumentali pezzi di plastica. Il 2017 è un anno che si preannuncia non essere meno impegnativo da questo punto di vista. Tra pochi giorni, infatti, ci attende la collector edition del nuovo Resident Evil, con la replica della casa maledetta; cui seguirà uno splendido diorama di Aloy, protagonista di Horizon Zero Dawn, in azione; un enorme espositore con i tre elmi delle fazioni di For Honor in scala 1:3; l'action figure di NieR: Automata (arriverà?) e il modellino radiocomandato del Nomad di Mass Effect Andromeda. Ci pare di sentire i componenti del consiglio d'amministrazione dell'Ikea sfregarsi energicamente le mani e ringraziare per tutte le librerie e le vetrinette che verranno vendute anche quest'anno.

Alcuni chiari esempi di tentazioni a cui è difficile resistere

Frigoriferi, boxer, quadricotteri e My lil' Apocalypse

Il titolo del paragrafo sembra il setting di un festino a luci rosse. Comprensivo di quadricotteri. Invece, gli oggetti elencati fanno parte di alcune collector edition proposte ai giocatori in questi anni. Sotto questo profilo, e lasciando per un momento da parte Ubisoft in quanto fuori categoria, tra i publisher più fantasiosi non possiamo che menzionare Activision. Per Call of Duty, da considerarsi il suo franchise di punta, ha dato sfoggio di discreta inventiva "rifilandoci" nel corso del tempo borracce, visori notturni, quadricotteri, macchine radiocomandate e persino un mini frigorifero perfettamente funzionante. Visto che abbiamo tirato in ballo questo oggetto ingombrante, ci vengono in mente una marea di altri aggeggi che, in quanto a presenza, riescono a rivaleggiare con le action figure di cui sopra. Stiamo parlando di oggetti iconici come la maschera di Corvo Attano e il Pip Boy di Fallout 4 oppure, ancora, la replica del Plasma Cutter di Dead Space 2, il casco da pilota di Titanfall 2, il rampino di Rico Rodriguez, il disturbante torso mutilato di Dead Island: Riptide e il braccio bionico di Big Boss. E questi possono essere considerati ancora "passabili".

Se vi ricordate, Altus ci "regalò" delle chicche indimenticabili con Catherine: cuscino, boxer coi cuoricini e maglietta, tutto all'interno di un cartone della pizza. Marvelous, invece, con quel capolavoro di Senran Kagura di solito pensa a noi con "happy boobs box" e tappetini oppai, per garantire un maggior comfort al nostro povero polso indolenzito. Come abbiamo già detto, dovremmo passare intere giornate ad elencare le bizzarrie per cui abbiamo sborsato i nostri soldi. In alcune occasioni, però, non ce la siamo proprio sentiti di metter mano al portafogli e fare la pazzia. Forse perché siamo ancora sani di mente...o forse perché, purtroppo, non siamo riusciti a far fruttare le paghette elargite dalle nonne con spericolati investimenti in borsa. Questo è il caso, ad esempio, della My Apocalypse Edition di Dying Light: solo 250.000 sterline per "portarsi" a casa un visore notturno, una statua zombie a grandezza naturale, lezioni di parkour e un rifugio anti-zombie. Gli appassionati di motori, invece, potevano contare sul sostegno di Codemaster che, per Grid 2, lanciò la Mono Edition: 125.000 sterline per un'auto da corsa. E il gioco, ovvio. Se vi sembra ancora abbordabile, allora dovreste considerare l'esistenza della Super Dangerous Wad Wad Edition di Saint Row 4. Conosciuta anche come Million Dollar Pack, per un evidente motivo. Oltre al gioco, tra gli altri succosi extra avremmo potuto godere di un viaggio con la Virgin Galactic, intervento di chirurgia plastica, personal shopper, Lamborghini Gallardo, il nuovo modello di Prius (perché?), volo in prima classe per Dubai e soggiorno di una settimana nella royal suite al Burj-Al-Arab. Purtroppo, non avevano specificato la tipologia di trattamento, se All Inclusive o solo pernottamento. In realtà è per questo abbiamo lasciato perdere. A ogni buon conto, queste sono solo pinzillacchere a confronto del vero futuro che attende i collezionisti duri e puri: le collector edition senza gioco incluso, ma con un'esclusiva steelbook in cui conservare il titolo. Quando si avrà modo di acquistarlo, chiaramente. La via è già stata tracciata da EA, con Mirror's Edge Catalyst e Battlefield 1 e, pare, seguita da Capcom con la Biohazard Collector's Edition dell'imminente Resident Evil, citata poco più sopra. Allora, quanto avete da parte?