Come scrivevamo nella recensione di Resident Evil 4, Capcom è riuscita a modernizzare con grande efficacia l'esperienza originale e non solo sul fronte ludico e prettamente grafico ma anche narrativo: l'indagine nel cuore della Spagna rurale di Leon S. Kennedy infatti non raccontava soltanto la storia del salvataggio di Ashley, la figlia del presidente degli Stati Uniti: dava spazio a una serie di vicende di contorno assolutamente interessanti, che arricchivano ulteriormente l'intreccio.
Il remake non ha fatto altro che riprendere queste sottotrame, per dar loro ancor più valore, complici i tanti documenti di lore e l'espansione di alcuni ruoli, in primis quello di Luis Serra Navarro. Dalle tristi storie degli abitanti del villaggio, passando per la crociata dei Salazar, fino ai segreti del culto di Saddler e ad... altre sorprese, abbiamo davvero tanti elementi da esaminare. Chiaramente, sappiate che d'ora in avanti troverete spoiler sui personaggi e gli eventi del gioco.
La fine del villaggio e i peccati di Luis Serra
Un villaggio decisamente arretrato, ma al contempo popolato da anime buone e collaborative: questa doveva essere, in origine, la prima ambientazione di Resident Evil 4. Con la messa in funzione della ferriera all'inizio degli anni '90 e l'espansione delle attività di allevamento e pesca, questa area isolata della Spagna aveva cominciato a prosperare e i suoi cittadini, a sorridere.
È Bitores Mendez in persona a raccontarci queste cose nei suoi scritti, un capovillaggio attento e generoso ben diverso dal mostruoso energumeno affrontato da Leon. Quando gli venne affidato il compito di vegliare sulla popolazione, gli venne detto che il sorriso doveva adornare ogni sua fotografia e in un primo momento fu effettivamente così: Bitores insegnava ai ragazzini a scrivere e a far di conto ed era solito invitare a cena le famiglie, per ascoltarne i bisogni e ridere assieme, a caccia dell'ultimo pettegolezzo.
Tra questi abitanti c'erano anche un ragazzino e il suo amato nonno, l'unico familiare rimastogli dopo la morte di sua madre. Il nipotino del signor Navarro era intelligente, curioso e aveva un'ossessione per le avventure di Don Chisciotte. Poteva diventare un accademico per il suo affezionato parente, che poco dopo ci racconta di un terribile incidente: un giorno infatti è stato assalito da un lupo. Gli ha sparato alla testa ma l'animale non è morto e anzi lo ha morso.
Le condizioni dell'uomo peggioravano, la ferita si era fatta sempre più scura, e delle strane voci albergavano la sua mente. L'anziano quindi ha preso da parte Mendez e gli ha detto "se succede qualcosa, sai cosa devi fare". Le memorie di Bitores ci parlano di una strana "follia" diffusasi nel villaggio, come pure dell'abitazione del vecchio avvolta dalle fiamme, e di suo nipote che, dopo aver fissato in silenzio la capanna incendiata, ha fatto perdere le proprie tracce il giorno seguente. È in questo preciso momento che il giovane Luis Serra Navarro e i suoi compaesani hanno imboccato un sentiero insanguinato, verso un abisso di morte. Per porre fine alla pazzia dilagante, Mendez e i suoi si sono fatti convincere dalle parole di salvezza predicate da uno strano gruppo di individui vestiti con tuniche nere, giunti dal castello con una bandiera raffigurante una creatura inquietante.
Si trattava degli Illuminados, e quella che avevano iniettato agli ignari cittadini non era una cura ma un esemplare di Plaga, che avrebbe trasformato ciascuno di loro in un animale del "bestiame", in una marionetta assetata di sangue nelle mani di un santone ambizioso e spietato. Quanto a Luis, in questo remake è stato tramutato in un personaggio ancor più significativo per l'immaginario di Resident Evil. Secondo i file il suo nome è apparso per la prima volta nel registro di un'università, col ragazzo che poi è stato assunto dall'Umbrella Corporation per lavorare a dei medicinali la cui produzione è cessata prima dell'immissione sul mercato.
Si trattava chiaramente di una copertura, come ben sottolineano i suoi sforzi - andati a buon fine - di sfuggire con ogni mezzo alle autorità dopo la caduta della compagnia farmaceutica. Ma allora quale è stato il vero contributo di Serra Navarro al circo degli orrori di Oswell E. Spencer? La risposta è in una vecchia foto nel suo laboratorio, che lo ritrae sorridente assieme al "Dream Team" di Europa Sei, uno stabilimento che con ogni probabilità ha fornito un apporto decisivo alla creazione del parassita Ne-Alpha e quindi alla nascita dell'arma biologica Nemesis (qui il nostro speciale su Nemesis).
Ricordiamo infatti che il parassita fosse capaci di sostituirsi al cervello della vittima prendendo il controllo del suo sistema nervoso, una caratteristica questa ispirata direttamente al comportamento delle Plagas, la cui esistenza a questo punto doveva essere ben nota a Luis. Ad ogni modo, una cosa è certa: nel corso della sua carriera Serra Navarro si è macchiato di peccati indicibili, ed è con l'intento di redimersi che ha fatto ritorno al suo paese, dove tutto era cominciato, per avvicinarsi agli Illuminados e studiare l'Ambra.
Anche se piccola e in stato di sospensione, questa conteneva il medesimo organo ritrovato nelle varianti dominanti delle Plagas e perciò dotata di un potere latente in grado di eguagliare quello del capo del culto in persona. Ormai alla luce del sole, le distanze di Serra dalle mire di Saddler lo avevano reso un bersaglio per i cultisti, ed è così che - nella speranza di salvarsi e condurre le proprie ricerche altrove - Luis si è rivolto a un losco individuo che i fan della serie ben conoscono: Albert Wesker. Lo spagnolo infine non è riuscito a salvare sé stesso ma la verità è che senza il suo prezioso contributo la missione di Leon non avrebbe avuto successo.
Caduta dei Salazar, ascesa dei Saddler
Sin dall'antichità, la dinastia dei Salazar ha votato la propria esistenza alla salvaguardia del paese dalla minaccia delle Plagas, coi suoi castellani che con coraggio hanno continuato a battersi in questa lotta secolare. Distintosi per le sue eroiche azioni, Gregorio il Conquistatore venne nominato conte e ricevette il compito di tenere sotto controllo i parassiti. Al prezzo della vita, Hipolito riuscì effettivamente a sigillare questi abomini, mentre Gregorio - detto l'Architetto - installò nel castello una serie di trappole e macchinari sofisticati, per dar sfogo alla propria paranoia.
Jose Alonso ripristinò l'onore perduto della famiglia, Alejandro fece costruire una splendida sala da ballo, per poi lasciare i suoi possedimenti prima a Maria Isabel e poi a Diego, soprannominato il Rigoroso. Il conte venne ucciso da un "essere demoniaco", probabilmente uno degli Illuminados, e fu così che ebbe inizio l'era di Ramon. Nella speranza di curare la sua grave malattia, la madre Catalina fece entrare, testuali parole, il "diavolo in casa". Parliamo quasi certamente di Osmund Saddler, che tramite il parassita ha preso il controllo del castellano e dei segreti del suo regno.
Da qui la liberazione delle Plagas, voluta dall'ultimo dei Salazar per compiacere il suo nuovo padrone e ottenere la redenzione, a seguito dei "peccati" commessi dai suoi blasfemi antenati. Tra cameriere sfigurate con l'acido per capriccio e una sequela di indicibili esperimenti, il regno di Ramon è sorto dal sangue di innumerevoli innocenti, pensiamo alle vicende del suo assistente, incaricato di pulire la sporcizia e di dar da mangiare all'orrido Garrador, che da umano fu il torturatore al soldo dei Salazar. Intenzionato a fuggire per non cedere alla follia di quel luogo, l'assistente ha incontrato una fine orrenda, proprio per mano del mostro a cui doveva badare.
Esistono poi degli individui che hanno compiuto qualsiasi nefandezza per accontentare il loro signore: è questo il caso di Isidro Uriarte Talavera. Ricevuta la cosiddetta "illuminazione" delle Plagas, questo folle ha cominciato a sperimentare modi per migliorare i difetti della forma umana, alla ricerca della perfezione degli artropodi. A sei anni dal suo assoggettamento a Saddler, l'uomo ha fatto portare in grembo ad alcune donne delle "sacre larve", che una volta partorite sono diventate U-II o, col nome assegnatogli da Salazar, i Novistador (qui lo speciale sui mostri di Resident Evil 4).
Le lacrime versate per questa macabra gioia hanno spinto Uriarte ancora oltre: tramite il sacrificio della governante di Ramon, l'adepto ha ultimato la fusione tra uomo e insetto con la nascita dell'U-III. Ultimo atto di questa folle carriera è stato l'esperimento che ha compiuto su di sé, per trasformarsi nel formidabile Verdugo di Salazar al prezzo di incidibili mutazioni e dolore.
La fine di questa stirpe nobiliare ha permesso l'ascesa della famiglia di Saddler, un antagonista che il nuovo Resident Evil 4 è riuscito a caratterizzare con maggior efficacia. Mentre nel 2005 ci siamo trovati dinanzi a un uomo che dietro il culto degli Illuminados celava interessi ben distanti dalla sfera religiosa, l'Osmund del rifacimento è sì alla ricerca del dominio globale ma al contempo è sinceramente convinto dei dettami del suo credo. Questo perché gli addetti ai lavori ci hanno parlato dei suoi predecessori, con chiari riferimenti antico-testamentari (il primo di essi è Adam Saddler), le guide del bestiame nei tempi antichi. Nell'epitaffio della caverna ad esempio una sua antenata, Hester Saddler, scriveva dell'esilio dei cultisti sull'isola per mano dei Salazar, parlandone come di una prova, di un purgatorio da scontare.
Chiaramente, la salvezza vuota promessa dagli Illuminados è giunta a caro prezzo per i Ganados e per tutta una serie di uomini e donne legati agli scavi e agli esperimenti condotti nell'area di influenza di Osmund. Per provvedere all'alimentazione di El Gigante, il popolo è stato costretto alla fame, fino a quando i patriarchi non si sono riuniti per cominciare a sorteggiare dei "prescelti" di cui nutrirsi. Da qui anche le scomparse di coloro che avevano la sfortuna di perdersi nelle vicinanze del villaggio, menzionate dagli agenti di polizia all'inizio del gioco.
Quelli che si occupavano delle ricerche sulle Plagas, hanno tutti subito la somministrazione del parassita, un destino simile a quelli che nelle miniere hanno scavato incessantemente per riportare alla luce, ignari, l'antico male delle Plagas. Il supervisore dei lavori ad esempio rivolge i suoi ultimi pensieri lucidi alla figlioletta, prima di iniziare a vaneggiare sulle opere di Lord Saddler, ormai sotto il controllo del parassita.
Krauser, Ada e l'oscuro burattinaio
Prima di chiudere il discorso non potevamo non soffermarci su altri volti importanti dell'avventura, a partire da quello di Jack Krauser. Anpo-san e i suoi infatti sono intervenuti per migliorare le sue boss fight ma anche per donargli alcune sfaccettature da non sottovalutare. Parliamo sempre di un individuo profondamente disturbato, eppure evidentemente segnato dal trauma dell'Operazione Javier.
Nella sua tenda infatti Krauser tiene le piastrine di tutti i suoi vecchi compagni, eliminati per volere degli Stati Uniti come parte dell'insabbiamento di questa missione segreta. In aggiunta, durante lo scontro decisivo col suo vecchio pupillo, Jack urla a Leon una frase molto precisa: "la forza è tutto. I deboli non possono proteggere nulla". È qui insomma che si palesa il senso di colpa del soldato, che non era riuscito a salvare la vita dei suoi in passato.
A proposito di scrupoli di coscienza, anche Ada - per quanto motivata a trarre vantaggio dalla sua scampagnata spagnola - decide di mostrarsi all'altezza dei sentimenti di Leon e all'ultimo ordina al pilota d'elicottero di cambiare direzione, per impedire al suo folle alleato occhialuto di dare il via alle sue macchinazioni.
Mentre è in chiamata con la donna, Wesker le parla dei suoi piani di sterminio, quelli al centro di Resident Evil 5, ma sappiate che in realtà i riferimenti all'indagine africana di Chris Redfield non si fermano qui. Durante la breve cutscene viene infatti mostrato il volto di Excella Gionne, partner in crime di Albert, così come una fotografia de La Scala verso il Sole, il fiore da cui i fondatori dell'Umbrella riuscirono a ottenere il Virus Progenitor, l'alba degli orrori che decenni più tardi ha portato al disastro di Raccoon City (per approfondire, qui lo speciale sulla storia di Resident Evil). In sostanza, l'ipotesi di un futuro remake di Resident Evil 5, magari forte di una reinterpretazione ancor più massiccia del materiale originale, comincia a essere tutt'altro che strampalata.
La nuova lore di Resident Evil 4 Remake: la storia e i segreti
Non solo il salvataggio di Ashley: il rifacimento di Resident Evil 4 racconta molte vicende, spesso amare, tragiche e tinte d'orrore.
Come scrivevamo nella recensione di Resident Evil 4, Capcom è riuscita a modernizzare con grande efficacia l'esperienza originale e non solo sul fronte ludico e prettamente grafico ma anche narrativo: l'indagine nel cuore della Spagna rurale di Leon S. Kennedy infatti non raccontava soltanto la storia del salvataggio di Ashley, la figlia del presidente degli Stati Uniti: dava spazio a una serie di vicende di contorno assolutamente interessanti, che arricchivano ulteriormente l'intreccio.
Il remake non ha fatto altro che riprendere queste sottotrame, per dar loro ancor più valore, complici i tanti documenti di lore e l'espansione di alcuni ruoli, in primis quello di Luis Serra Navarro. Dalle tristi storie degli abitanti del villaggio, passando per la crociata dei Salazar, fino ai segreti del culto di Saddler e ad... altre sorprese, abbiamo davvero tanti elementi da esaminare. Chiaramente, sappiate che d'ora in avanti troverete spoiler sui personaggi e gli eventi del gioco.
La fine del villaggio e i peccati di Luis Serra
Un villaggio decisamente arretrato, ma al contempo popolato da anime buone e collaborative: questa doveva essere, in origine, la prima ambientazione di Resident Evil 4. Con la messa in funzione della ferriera all'inizio degli anni '90 e l'espansione delle attività di allevamento e pesca, questa area isolata della Spagna aveva cominciato a prosperare e i suoi cittadini, a sorridere.
È Bitores Mendez in persona a raccontarci queste cose nei suoi scritti, un capovillaggio attento e generoso ben diverso dal mostruoso energumeno affrontato da Leon. Quando gli venne affidato il compito di vegliare sulla popolazione, gli venne detto che il sorriso doveva adornare ogni sua fotografia e in un primo momento fu effettivamente così: Bitores insegnava ai ragazzini a scrivere e a far di conto ed era solito invitare a cena le famiglie, per ascoltarne i bisogni e ridere assieme, a caccia dell'ultimo pettegolezzo.
Tra questi abitanti c'erano anche un ragazzino e il suo amato nonno, l'unico familiare rimastogli dopo la morte di sua madre. Il nipotino del signor Navarro era intelligente, curioso e aveva un'ossessione per le avventure di Don Chisciotte. Poteva diventare un accademico per il suo affezionato parente, che poco dopo ci racconta di un terribile incidente: un giorno infatti è stato assalito da un lupo. Gli ha sparato alla testa ma l'animale non è morto e anzi lo ha morso.
Le condizioni dell'uomo peggioravano, la ferita si era fatta sempre più scura, e delle strane voci albergavano la sua mente. L'anziano quindi ha preso da parte Mendez e gli ha detto "se succede qualcosa, sai cosa devi fare". Le memorie di Bitores ci parlano di una strana "follia" diffusasi nel villaggio, come pure dell'abitazione del vecchio avvolta dalle fiamme, e di suo nipote che, dopo aver fissato in silenzio la capanna incendiata, ha fatto perdere le proprie tracce il giorno seguente. È in questo preciso momento che il giovane Luis Serra Navarro e i suoi compaesani hanno imboccato un sentiero insanguinato, verso un abisso di morte. Per porre fine alla pazzia dilagante, Mendez e i suoi si sono fatti convincere dalle parole di salvezza predicate da uno strano gruppo di individui vestiti con tuniche nere, giunti dal castello con una bandiera raffigurante una creatura inquietante.
Si trattava degli Illuminados, e quella che avevano iniettato agli ignari cittadini non era una cura ma un esemplare di Plaga, che avrebbe trasformato ciascuno di loro in un animale del "bestiame", in una marionetta assetata di sangue nelle mani di un santone ambizioso e spietato. Quanto a Luis, in questo remake è stato tramutato in un personaggio ancor più significativo per l'immaginario di Resident Evil. Secondo i file il suo nome è apparso per la prima volta nel registro di un'università, col ragazzo che poi è stato assunto dall'Umbrella Corporation per lavorare a dei medicinali la cui produzione è cessata prima dell'immissione sul mercato.
Si trattava chiaramente di una copertura, come ben sottolineano i suoi sforzi - andati a buon fine - di sfuggire con ogni mezzo alle autorità dopo la caduta della compagnia farmaceutica. Ma allora quale è stato il vero contributo di Serra Navarro al circo degli orrori di Oswell E. Spencer? La risposta è in una vecchia foto nel suo laboratorio, che lo ritrae sorridente assieme al "Dream Team" di Europa Sei, uno stabilimento che con ogni probabilità ha fornito un apporto decisivo alla creazione del parassita Ne-Alpha e quindi alla nascita dell'arma biologica Nemesis (qui il nostro speciale su Nemesis).
Ricordiamo infatti che il parassita fosse capaci di sostituirsi al cervello della vittima prendendo il controllo del suo sistema nervoso, una caratteristica questa ispirata direttamente al comportamento delle Plagas, la cui esistenza a questo punto doveva essere ben nota a Luis. Ad ogni modo, una cosa è certa: nel corso della sua carriera Serra Navarro si è macchiato di peccati indicibili, ed è con l'intento di redimersi che ha fatto ritorno al suo paese, dove tutto era cominciato, per avvicinarsi agli Illuminados e studiare l'Ambra.
Anche se piccola e in stato di sospensione, questa conteneva il medesimo organo ritrovato nelle varianti dominanti delle Plagas e perciò dotata di un potere latente in grado di eguagliare quello del capo del culto in persona. Ormai alla luce del sole, le distanze di Serra dalle mire di Saddler lo avevano reso un bersaglio per i cultisti, ed è così che - nella speranza di salvarsi e condurre le proprie ricerche altrove - Luis si è rivolto a un losco individuo che i fan della serie ben conoscono: Albert Wesker. Lo spagnolo infine non è riuscito a salvare sé stesso ma la verità è che senza il suo prezioso contributo la missione di Leon non avrebbe avuto successo.
Caduta dei Salazar, ascesa dei Saddler
Sin dall'antichità, la dinastia dei Salazar ha votato la propria esistenza alla salvaguardia del paese dalla minaccia delle Plagas, coi suoi castellani che con coraggio hanno continuato a battersi in questa lotta secolare. Distintosi per le sue eroiche azioni, Gregorio il Conquistatore venne nominato conte e ricevette il compito di tenere sotto controllo i parassiti. Al prezzo della vita, Hipolito riuscì effettivamente a sigillare questi abomini, mentre Gregorio - detto l'Architetto - installò nel castello una serie di trappole e macchinari sofisticati, per dar sfogo alla propria paranoia.
Jose Alonso ripristinò l'onore perduto della famiglia, Alejandro fece costruire una splendida sala da ballo, per poi lasciare i suoi possedimenti prima a Maria Isabel e poi a Diego, soprannominato il Rigoroso. Il conte venne ucciso da un "essere demoniaco", probabilmente uno degli Illuminados, e fu così che ebbe inizio l'era di Ramon. Nella speranza di curare la sua grave malattia, la madre Catalina fece entrare, testuali parole, il "diavolo in casa". Parliamo quasi certamente di Osmund Saddler, che tramite il parassita ha preso il controllo del castellano e dei segreti del suo regno.
Da qui la liberazione delle Plagas, voluta dall'ultimo dei Salazar per compiacere il suo nuovo padrone e ottenere la redenzione, a seguito dei "peccati" commessi dai suoi blasfemi antenati. Tra cameriere sfigurate con l'acido per capriccio e una sequela di indicibili esperimenti, il regno di Ramon è sorto dal sangue di innumerevoli innocenti, pensiamo alle vicende del suo assistente, incaricato di pulire la sporcizia e di dar da mangiare all'orrido Garrador, che da umano fu il torturatore al soldo dei Salazar. Intenzionato a fuggire per non cedere alla follia di quel luogo, l'assistente ha incontrato una fine orrenda, proprio per mano del mostro a cui doveva badare.
Esistono poi degli individui che hanno compiuto qualsiasi nefandezza per accontentare il loro signore: è questo il caso di Isidro Uriarte Talavera. Ricevuta la cosiddetta "illuminazione" delle Plagas, questo folle ha cominciato a sperimentare modi per migliorare i difetti della forma umana, alla ricerca della perfezione degli artropodi. A sei anni dal suo assoggettamento a Saddler, l'uomo ha fatto portare in grembo ad alcune donne delle "sacre larve", che una volta partorite sono diventate U-II o, col nome assegnatogli da Salazar, i Novistador (qui lo speciale sui mostri di Resident Evil 4).
Le lacrime versate per questa macabra gioia hanno spinto Uriarte ancora oltre: tramite il sacrificio della governante di Ramon, l'adepto ha ultimato la fusione tra uomo e insetto con la nascita dell'U-III. Ultimo atto di questa folle carriera è stato l'esperimento che ha compiuto su di sé, per trasformarsi nel formidabile Verdugo di Salazar al prezzo di incidibili mutazioni e dolore.
La fine di questa stirpe nobiliare ha permesso l'ascesa della famiglia di Saddler, un antagonista che il nuovo Resident Evil 4 è riuscito a caratterizzare con maggior efficacia. Mentre nel 2005 ci siamo trovati dinanzi a un uomo che dietro il culto degli Illuminados celava interessi ben distanti dalla sfera religiosa, l'Osmund del rifacimento è sì alla ricerca del dominio globale ma al contempo è sinceramente convinto dei dettami del suo credo. Questo perché gli addetti ai lavori ci hanno parlato dei suoi predecessori, con chiari riferimenti antico-testamentari (il primo di essi è Adam Saddler), le guide del bestiame nei tempi antichi. Nell'epitaffio della caverna ad esempio una sua antenata, Hester Saddler, scriveva dell'esilio dei cultisti sull'isola per mano dei Salazar, parlandone come di una prova, di un purgatorio da scontare.
Chiaramente, la salvezza vuota promessa dagli Illuminados è giunta a caro prezzo per i Ganados e per tutta una serie di uomini e donne legati agli scavi e agli esperimenti condotti nell'area di influenza di Osmund. Per provvedere all'alimentazione di El Gigante, il popolo è stato costretto alla fame, fino a quando i patriarchi non si sono riuniti per cominciare a sorteggiare dei "prescelti" di cui nutrirsi. Da qui anche le scomparse di coloro che avevano la sfortuna di perdersi nelle vicinanze del villaggio, menzionate dagli agenti di polizia all'inizio del gioco.
Quelli che si occupavano delle ricerche sulle Plagas, hanno tutti subito la somministrazione del parassita, un destino simile a quelli che nelle miniere hanno scavato incessantemente per riportare alla luce, ignari, l'antico male delle Plagas. Il supervisore dei lavori ad esempio rivolge i suoi ultimi pensieri lucidi alla figlioletta, prima di iniziare a vaneggiare sulle opere di Lord Saddler, ormai sotto il controllo del parassita.
Krauser, Ada e l'oscuro burattinaio
Prima di chiudere il discorso non potevamo non soffermarci su altri volti importanti dell'avventura, a partire da quello di Jack Krauser. Anpo-san e i suoi infatti sono intervenuti per migliorare le sue boss fight ma anche per donargli alcune sfaccettature da non sottovalutare. Parliamo sempre di un individuo profondamente disturbato, eppure evidentemente segnato dal trauma dell'Operazione Javier.
Nella sua tenda infatti Krauser tiene le piastrine di tutti i suoi vecchi compagni, eliminati per volere degli Stati Uniti come parte dell'insabbiamento di questa missione segreta. In aggiunta, durante lo scontro decisivo col suo vecchio pupillo, Jack urla a Leon una frase molto precisa: "la forza è tutto. I deboli non possono proteggere nulla". È qui insomma che si palesa il senso di colpa del soldato, che non era riuscito a salvare la vita dei suoi in passato.
A proposito di scrupoli di coscienza, anche Ada - per quanto motivata a trarre vantaggio dalla sua scampagnata spagnola - decide di mostrarsi all'altezza dei sentimenti di Leon e all'ultimo ordina al pilota d'elicottero di cambiare direzione, per impedire al suo folle alleato occhialuto di dare il via alle sue macchinazioni.
Mentre è in chiamata con la donna, Wesker le parla dei suoi piani di sterminio, quelli al centro di Resident Evil 5, ma sappiate che in realtà i riferimenti all'indagine africana di Chris Redfield non si fermano qui. Durante la breve cutscene viene infatti mostrato il volto di Excella Gionne, partner in crime di Albert, così come una fotografia de La Scala verso il Sole, il fiore da cui i fondatori dell'Umbrella riuscirono a ottenere il Virus Progenitor, l'alba degli orrori che decenni più tardi ha portato al disastro di Raccoon City (per approfondire, qui lo speciale sulla storia di Resident Evil). In sostanza, l'ipotesi di un futuro remake di Resident Evil 5, magari forte di una reinterpretazione ancor più massiccia del materiale originale, comincia a essere tutt'altro che strampalata.
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