Mario Party Superstars: una festa per tutte le generazioni

Dagli anni '90 a oggi, Mario Party ha saputo divertire famiglie, coppie e amici di ogni tipo: una serie sempreverde, pronta a tornare su Nintendo Switch.

Mario Party Superstars: una festa per tutte le generazioni
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  • Il tempo passa, le cose cambiano. Per giunta la storia recente ci insegna che i cambiamenti avvengono oramai senza respiro, a intervalli sempre più brevi: le mode sgomitano e si alternano alla velocità della luce, la tecnologia si evolve a ritmi incredibili, muta di continuo il modo di comunicare fra persone vicine e lontane. Quel che più interessa noialtri è che a cambiare, insieme e conseguentemente al resto, sono soprattutto le abitudini del sano videogiocare, oggi alquanto diverse rispetto ad anche soltanto una decina d'anni fa. Nuove tendenze che la stragrande maggioranza dei titoli rincorre - spesso con evidente affanno - laddove sono poche le produzioni che, all'opposto, riescono a saltare oltre l'ostacolo del gusto predominante, procedendo comunque fiere per la propria strada.

    Svariati brand Nintendo dimostrano di possedere questa particolare qualità e quello di Mario Party, fra i tanti, rappresenta un caso che varrebbe certamente la pena prendere in esame. Nonostante le ben sedici iterazioni che porta attualmente sulle spalle, e sebbene le pratiche del multiplayer abbiano infranto i confini delle mura domestiche già da qualche lustro, il festoso filone insiste infatti a presentarsi nelle sue tradizionali vesti da gioco di gruppo ideale per una spiritosa e leggera fruizione fianco a fianco; eppure il pubblico non sembra aver perso curiosità nei confronti della formula - semmai il contrario, come testimoniano le ottime vendite di Super Mario Party per Switch. Potere di un prodotto sempreverde, il cui fascino trasversale -e transgenerazionale- tornerà presto in Mario Party Superstars: un capitolo che, togliendo polvere ad alcuni storici contenuti della serie, è pronto a ricordarci i motivi per cui una proposta ludica talmente ferma nelle proprie convinzioni riesca ancora a funzionare così bene.

    Le regole del gioco

    Tralasciando le rassicuranti garanzie fornite dalla presenza dell'idraulico baffuto in copertina, pensiamo non sia azzardato affermare che le ragioni alla base dell'intramontabile efficacia dei Mario Party risiedano nell'estrema riconoscibilità della propria ricetta, esplicitamente debitrice nei confronti del vasto panorama dei giochi in scatola.

    Una frangia dell'universo ricreativo che soprattutto negli anni Novanta, quando lo spin-off "mariesco" debuttò su Nintendo 64, era largamente frequentata da chiunque fosse in cerca di un pretesto per socializzare, tanto da attrarre le attenzioni del Videogioco stesso, impaziente di saccheggiarne linguaggi e dinamiche. Non è forse l'opera sviluppata nel '99 da Hudson Soft a detenere il titolo di primo party game in assoluto - all'epoca già circolavano pedissequi adattamenti digitali dei blasonati Monopoly e Trivial Pursuit - ma è indubbio che l'esperienza seppe imporre la sua visione del far festa "pad con cavo alla mano" attraverso uno stile unico, senza precedenti.

    Le fondamenta erano e rimangono quelle del popolare Gioco dell'Oca: quattro partecipanti, a turno, vengono chiamati a lanciare un dado per avanzare sulle caselle di un tabellone, piegati ad accettare i bonus o malus posizionati lungo il percorso. L'immaginario è ovviamente quello rassicurante del Regno dei Funghi, con le Stelle a far da bottino indispensabile ai fini della vittoria finale e le pedine del tavoliere sostituite dai personaggi in carne e pixel, in quest'occasione privati delle rispettive proprietà fisiche e interattive.

    Diversamente da un qualsiasi Mario Kart o Golf (a proposito, ecco la nostra recensione di Mario Golf Super Rush per Nintendo Switch), non c'è quindi differenza fra impersonare il massiccio Donkey Kong o l'esile Principessa Peach: si sceglie l'avatar secondo simpatia, senza che vi siano conseguenze una volta entrati in gara. A quanto scritto sin qui bisogna aggiungere vari oggetti moltiplicatori, eventi imprevisti e numerose occasioni di ribaltamento di classifica, oltre alle fasi d'intermezzo fra un turno e l'altro rappresentate dai minigiochi, prove di natura variegata imbastite per competere ora suddivisi in squadre da due, ora in assetto tre contro uno, ora ciascuno per proprio conto.

    Una festa per tutti

    Benché le partite in solitaria con la CPU siano sempre state concesse, è lampante che ogni elemento, nei Mario Party, guardi deciso in direzione del local multiplayer, il cosiddetto svago "da divano". Le regole semplici, l'immediatezza dei comandi, la rilassatezza della progressione e la creatività alla base dei tavoli e dei giochi non hanno mai smesso di assecondare la voglia di ritrovarsi sotto lo stesso tetto per passare un po' di tempo con i componenti del proprio nucleo familiare, oppure assieme al partner, o ancor meglio in compagnia di qualche amico di lunga data.

    Così è stato dagli esordi a 64 bit fino alla splendente epoca GameCube, che addirittura con Mario Party 7 ha ampliato il ventaglio multigiocatore a un massimo di ben otto utenti in presenza, proseguendo poi su Wii e Wii U con un paio di appuntamenti forse non memorabili, eppure forieri di qualche bel guizzo - si pensi alla modalità Bowser Party di Mario Party 10, una battaglia asimmetrica 4vs1. Nel contempo non si può negare che la ricetta, nata per vivere all'interno del televisore, abbia talvolta tentato di stare al passo con gli usi delle più recenti generazioni di videogiocatori, inseguendo l'ipermobilità dei tempi moderni - ultimo biennio a parte - attraverso alcune versioni studiate per i piccoli display delle console portatili. Edizioni che, peraltro, hanno consegnato agli appassionati nuove opzioni per condividere l'esperienza con i propri cari, fondate sulla chance di avvicinare gli hardware e farli comunicare in wireless locale.

    Funzionalità come il Download Play di Mario Party DS oppure trovate quali Party Guest, il particolare software usato in Mario Party Star Rush per Nintendo 3DS (per approfondire ecco la recensione di Mario Party Star Rush), hanno aumentato le opportunità di aggregazione permettendo di connettere più sistemi di gioco pur possedendo una sola copia del prodotto.

    L'espressione massima di questa filosofia dell'affrontarsi "dove, quando e con chi vuoi" è stata infine raggiunta con l'uscita del già citato Super Mario Party, la cui forma ibrida ha aperto la porte alle possibilità di fruizione più disparate: tra gente coetanea e non, per mezzo di uno o più schermi, in casa o fuori. Recenti update hanno inoltre reso possibile sfidare qualche festante avversario in rete, dalla distanza; una feature che i fan desideravano già da molti anni, e che tornerà anche in Mario Party Superstars.

    Che il multiplayer online finalmente ci sia non può che far piacere, e d'altro canto non c'è dubbio che il divertimento regalato dalle sessioni spalla contro spalla di Mario Party continui a non avere eguali. Il futuro prossimo del franchise se ne farà ancora una volta portabandiera: non a caso, Nintendo ha scelto di battere la via del passato confezionando un episodio, Superstars, che si mostra come un vero e proprio tripudio amarcord.

    L'operazione, al crocevia fra remaster e raccolta, ha l'obiettivo di riproporre alcune delle idee più apprezzate dal pubblico della prima ora: cinque dei coloratissimi tabelloni di Mario Party 1, 2 e 3 nonché cento fra i minigame apparsi nel corso delle dieci puntate "ordinarie" della serie. Un patrimonio che ritorna consapevole di avere tutte le carte in regola per entusiasmare un'utenza davvero vasta, vecchia e nuova, più e meno giovane, oggi come il giorno in cui il buon Mario ha per la prima volta aperto le porte della sua allegra festicciola a tutti quanti.

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