Mario Strikers Battle League Football: un folle sport per tutti i giocatori

Come da tradizione per le opere Nintendo, anche il nuovo Mario Strikers è un gioco altamente stratificato, pensato per diversi tipi di giocatori.

Mario Strikers Battle League Football: un folle sport per tutti i giocatori
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  • Switch
  • Battle League segna il trionfale ritorno dell'idraulico baffuto sui campi da calcio. Quella di Mario Strikers è una vera e propria istituzione nel settore dei calcistici di stampo arcade e questo terzo capitolo appena approdato su Nintendo Switch non è certo da meno: il gameplay frenetico e sopra le righe permette a tutti quanti i tipi di giocatori di prendere parte a delle sfide senza quartiere nel tentativo di primeggiare sulla squadra avversaria. Se quindi anche chi non è avvezzo al mondo del gaming o non è particolarmente patito di calcio può trovare la sua sana dose di divertimento in Battle League Football (per saperne di più ecco la recensione di Mario Strikers Battle League Football), allo stesso modo chi vuole confrontarsi con un titolo che offre una complessità di gioco tutt'altro che scontata troverà pane per i propri denti.

    Perché sì: Mario Strikers, esattamente come Mario Kart, è un gioco versatile e potenzialmente adatto a tutti i tipi di utenti. Ecco quindi perché Battle League è un prodotto che non dovrebbe mancare all'interno di nessuna collezione Nintendo Switch.

    Il calcio come non lo avete mai visto

    Nel corso degli anni Nintendo si è distinta per abbracciare una filosofia del gaming ben precisa: tutte le sue produzioni sono confezionate con l'obiettivo di non tagliare fuori nessuno ed essere così accessibili a una platea vastissima. Un titolo può esercitare un forte appeal su utenti molto diversi tra loro: nonostante i differenti livelli di abilità e gusti videoludici, l'obiettivo è quello di permettere a chiunque di trovare il proprio tipo di divertimento e anzi riuscire ad avvicinare mondi apparentemente incompatibili.

    Mario Strikers: Battle League Football rappresenta forse uno dei tentativi più concreti degli ultimi anni di proporre un gioco "universale", e lo sforzo di Next Level Games ha dato i suoi frutti. La base di partenza del calcio rappresenta solamente un riferimento marginale, utile più che altro per fornire delle coordinate universali. Lo si capisce già dal filmato introduttivo: quello di Strikers è un calcio molto particolare, che in realtà con lo sport reale ha ben poco da spartire. Ogni partita vede due squadre da cinque giocatori ciascuna sfidarsi nel tentativo di fare più goal possibili nell'arco di quattro minuti. Finiscono qui le somiglianze con il vero calcio, e con le sue regole: dall'assenza di qualsiasi tipo di arbitraggio fino all'impossibilità di far uscire fuori il pallone dal campo, passando dall'utilizzo di oggetti e dalla possibilità di effettuare coreografici Ipertiri, tutto è studiato in funzione di una semplicità di approccio che dà priorità assoluta alla spettacolarità.

    Come è giusto aspettarsi da ogni titolo arcade che si rispetti, il gameplay di Mario Strikers consente anche ai giocatori meno esperti di ritrovarsi, nell'arco di poche partite, a dare il via a frenetiche azioni di prima che culminano in dei pirotecnici goal. Tra contrasti durissimi, salti che sfidano le leggi della gravità, scie infuocate e schivate in slow-motion, l'azione in Battle League Football risulta così gratificante da riuscire ad appassionare anche chi il calcio non lo mastica affatto. Infatti sarebbe forse più giusto avvicinare il nuovo Strikers al regno dei party game, un settore in cui Nintendo vanta una maestria senza rivali.

    Party Game

    Abbiamo già citato Mario Kart, e non a caso: il principio è sempre quello di ridurre al minimo i comandi fondamentali per non disorientare i giocatori, inserendo però il tutto in un contesto ricco di variabili che permettono di creare una varietà di situazioni senza eguali, capaci di differenziare in modo marcato ogni partita dalla precedente.

    Ad esempio in Battle League Football gli oggetti come i gusci di tartaruga, le bob-ombe e le stelle dell'invincibilità svolgono una duplice funzione: da una parte permettono di aggiungere un livello di stratificazione al gameplay che però prescinde dall'abilità tecnica degli utenti, dall'altra consentono di avere a disposizione un potente mezzo per riequilibrare le sorti di una partita il cui esito sembra già scritto. In definitiva, la scelta di utilizzare un sistema di controllo essenziale, che sfrutta l'utilizzo di pochi tasti associati alle azioni basilari del calcio, aiuta a inquadrare in maniera ancora più netta l'incredibile semplicità di approccio di Battle League Football, un titolo che sfrutta appieno le potenzialità di Switch e della sua natura ibrida.

    L'idea di poter dar vita a delle sessioni multigiocatore anche tramite l'utilizzo di un joy-con a testa è ciò che ci si aspetta da un gioco pensato su misura sull'hardware di Switch, ma in questo caso Next Level Games è riuscita a spingersi anche oltre, trasformando Mario Strikers in una delle offerte multiplayer in locale definitive. La possibilità di condividere la stessa console con altri sette utenti e dare forma a partite dove in campo sono schierati otto giocatori nella stessa stanza è una di quelle caratteristiche distintive delle produzioni Nintendo, purtroppo ormai sempre più rare nel panorama del gaming moderno.

    Tempo di fare sul serio!

    Attenzione però: fermarsi qui significherebbe non rendere giustizia al potenziale di Mario Strikers Battle League Football e raccontare solo una metà di quello che in realtà è il calcistico della mascotte Nintendo. Per tirare in ballo un altro pilastro della libreria Switch, anche il paragone con Super Smash Bros. Ultimate può tornare utile per capire la portata di questo titolo sportivo. La fenomenale creazione di Masahiro Sakurai vive di una duplice anima sin dalle sue prime apparizioni su Nintendo64 e GameCube.

    Quello che in realtà può essere vissuto come un party game a tutti gli effetti, perfetto per sessioni multiplayer in locale aperte anche ai giocatori meno avvezzi al genere dei picchiaduro, è al tempo stesso un fighting game con una scena competitiva gigantesca e attiva ancora oggi. La classica stratificazione del gameplay delle produzioni Nintendo permette del resto un approccio estremamente tecnico e competitivo al gaming e chi vuole potrà far diventare oggetto di studio quello che fino a poche partite prima era un passatempo da condividere con amici e parenti.

    Battle League Football non è certo da meno e sono tantissimi gli elementi secondari, sicuramente meno evidenti ma non per questo di poca importanza, che si celano dietro a un gioco solo in apparenza votato esclusivamente all'impostazione arcade.

    Per chi vorrà alzare il livello della competizione, il caos controllato delle prime partite lascia il posto quindi a un gioco altrettanto frenetico ma più strutturato e ragionato. Ci sono infatti alcuni fattori fondamentali che trasformano radicalmente l'esperienza ludica, elementi che vengono introdotti già nei tutorial di livello avanzato ma di cui se ne intuisce l'utilità soltanto affrontando giocatori ben più esperti nelle partite online.

    Tempismo, personalizzazione e gioco di squadra

    Il primo tra questi fattori è senza ombra di dubbio il tempismo. Next Level Games ha infatti ancora una volta deciso di premiare un approccio aggressivo alle azioni in campo e al giocatore è richiesto di non far mai fermare la palla. Per giocare "tutto di prima" bisogna inserire gli input con un tempismo preciso, poco prima di ricevere la sfera al piede, e questo permette di realizzare delle versioni potenziate delle azioni base, molto più difficili da intercettare.

    Questo ovviamente significa possedere una visione di gioco ben chiara in grado di disporre correttamente i propri membri di squadra sulla superficie del campo e al tempo stesso saper anticipare le mosse degli avversari, sia con contrasti a vuoto per creare delle corsie libere di movimento sia con passaggi filtranti per disorientare tanto i difensori quanto il portiere.

    Il fatto che anche i tiri e i contrasti possano essere caricati per mettere a segno delle azioni più potenti ma decisamente più rischiose apre poi al discorso delle statistiche dei singoli personaggi e alla possibilità di modificare il loro equipaggiamento. La scelta dei quattro atleti da schierare in campo infatti non è puramente dettata dalla simpatia che si nutre verso le icone della grande N, ma è una decisione che pesa sul bilanciamento complessivo della squadra. Ogni personaggio ha infatti vantaggi e debolezze, riassunte da statistiche come velocità, forza e potenza di tiro. Modificando le corazze dei calciatori, ognuna delle quali porterà con sé dei pro e dei contro, sarà possibile riequilibrare, secondo le proprie preferenze, le abilità in campo dei personaggi, creandone delle versioni alternative.

    Starà al giocatore scegliere se valorizzare i punti di forza di un membro della squadra oppure se cercare di correggere i suoi deficit più evidenti. Una volta accettate le sfide online, ci si rende conto di come la situazione sia ben più complessa di quanto assaporato nel gioco in locale o contro la CPU. Ma c'è un terzo fattore che, ancora una volta, stratifica e rende più complessa l'esperienza di gioco: la possibilità di condividere la propria squadra in doppio anche da remoto. Dividendo la metà campo con un amico si sblocca un mondo di possibilità che richiedono di tenere a mente tante nuove accortezze, come l'utilizzo degli oggetti condivisi, il posizionamento in campo e anche l'attuazione del contrasto di squadra. Questa azione, che consiste nello spingere bruscamente gli altri membri del team tramite contrasti, è infatti una delle novità strategiche più importanti dell'intero gameplay di Battle League Football, ma per sbloccarne il vero potenziale bisognerà prima avere un buon feeling di gioco con il proprio compagno di squadra.

    Un arcade...per veri PRO!

    E questa è solo la punta dell'iceberg per quanto riguarda la stratificazione del gameplay in Battle League Football: tra passaggi filtranti, finte di tiro, schivate all'ultimo secondo e tecniche meno ortodosse (come l'utilizzo delle barriere per saltare gli avversari a suon di rimpalli), chi vorrà primeggiare e diventare uno dei migliori calciatori di Strikers dovrà studiare tanto per imparare a leggere l'azione anche nei momenti più caotici e confusionari.

    Ma questo modo di vivere il gioco non è obbligatorio, né quello principale: tutti saranno in grado di trovare la propria dimensione, sia essa scanzonata o competitiva, all'interno di Mario Strikers: Battle League Football.

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