Marvel's Spider-Man 2: L'ultima caccia di Kraven, un personaggio magnifico

In vista del lancio di Marvel's Spider-Man 2, riscopriamo L'ultima caccia di Kraven, tra i migliori archi narrativi a fumetti dedicati a Peter Parker.

Marvel's Spider-Man 2
Speciale: PlayStation 5
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  • PS5
  • Insomniac Games ha approfittato del PlayStation Showcase di maggio per confermare che Kraven sarà tra i protagonisti di Marvel's Spider-Man 2. Il folle Cacciatore si appresta a scatenare il caos della New York di Terra-1048, per ghermire non solo Peter Parker e Miles Morales, ma anche Lizard, Gatta Nera e tante altre icone del Ragnoverso. Alla guida di un manipolo di accaniti seguaci, Kraven esordirà nell'esclusiva PlayStation 5 come villain di una storia completamente originale, slegata dalle vicissitudini della sua controparte cartacea. Nonostante ciò, recuperare uno degli archi narrativi fumettistici dedicati al personaggio potrebbe essere proprio uno dei modi migliori per ingannare l'attesa in vista del lancio di Marvel's Spider-Man 2 (per ulteriori dettagli sul gioco, vi rimandiamo alla nostra anteprima di Marvel's Spider-Man 2).

    Dalle pagine di Everyeye, vi suggeriamo in particolare di (ri)scoprire Spider-Man: L'ultima caccia di Kraven, mini-serie firmata nel 1987 da J.M. DeMatteis (sceneggiatura), Mike Zeck (matite e colori) e Bob McLeod (chine). A distanza di decenni dalla sua prima pubblicazione, questa cupa parabola narrativa rappresenta infatti ancora una delle migliori declinazioni del mondo a fumetti di Spider-Man, un racconto angosciante e sfaccettato destinato a continuare a brillare nell'universo di casa Marvel. E non è un caso che gli autori di Insomniac, durante il processo di creazione del loro Kraven, abbiano riletto proprio L'Ultima Caccia, come rivelatoci nella nostra intervista esclusiva su Marvel's Spider-Man 2.

    Supereroi umani

    Sul finire degli anni Ottanta, il mondo dei comics americani si rese protagonista di una rivoluzione. Stanca di muovere i fili di burattini supereroistici privi di spessore, una talentuosa generazione di sceneggiatori decise di mutare gli equilibri di casa Marvel e DC. Nelle due storiche case editrici statunitensi, iniziarono a prendere forma racconti più maturi, popolati di personaggi sfaccettati e icone reinterpretate. È in questi anni che il mercato diede il benvenuto a capolavori del calibro di Watchmen o Batman: Il Cavaliere Oscuro. Un approccio nuovo alla narrazione a fumetti, che irruppe anche nel Ragnoverso, prendendo forma - tra gli altri - in Spider-Man: L'ultima caccia di Kraven.

    Nel 1987, Spider-Man cessava temporaneamente di essere l'eroe solare e scanzonato amato da appassionati di ogni età, per tramutarsi in un protagonista tragico e tormentato. Una metamorfosi indimenticabile, che richiese una lunghissima gestazione. Come più volte raccontato da DeMatteis, l'idea alla base dell'arco narrativo necessitò infatti di molto tempo per prendere forma. Inizialmente, lo sceneggiatore ne aveva modellato gli elementi essenziali sul personaggio di Wonder Man, per poi passare a proporla per una nuova run di Batman. In entrambi i casi, l'idea di DeMatteis fu rigettata - per vari motivi, tra i quali l'imminente lancio di The Killing Joke, al quale avrebbe rischiato di sovrapporsi per temi e approccio - dai curatori editoriali dell'epoca.

    Dopo diversi anni, l'autore riuscì infine ad avere carta bianca per la realizzazione di

    una storia destinata ad approdare in simultanea su tutte e tre le grandi collane dell'epoca dedicate a Spider-Man: Amazing Spider-Man, Spectacular Spider-Man e Web of Spider-Man. DeMatteis aveva finalmente l'occasione per dare vita a quella vicenda cupa che gli albergava nella mente da tempo e che ambiva a raccontare la rinascita di un eroe sconfitto e traumatizzato dai suoi avversari e demoni interiori. Inizialmente, il racconto con protagonista Peter Parker avrebbe dovuto poter contare su di un villain inedito, confezionato appositamente per l'occasione. Tale approccio fu però improvvisamente modificato da DeMatteis, che dopo essersi imbattuto in Kraven - personaggio all'epoca poco utilizzato in casa Marvel - capì di avere già a disposizione tutto ciò che gli serviva per scrivere la storia.

    L'ultima caccia di Kraven

    Da poco convolato a nozze con l'amica d'infanzia Mary Jane, Peter Parker si ritrova catapultato in un incubo ordito da Sergei Kravinoff, più noto nello Spiderverso come Kraven il Cacciatore. Originario della Russia, l'uomo si era lasciato alle spalle il Paese già nella prima infanzia. La sua famiglia, di estrazione aristocratica, aveva infatti dovuto abbandonare la madrepatria a causa dei moti rivoluzionari. Per il giovane Sergei, era iniziata così una giovinezza complessa, vissuta in un'America che il bambino sentiva estranea, mentre l'equilibrio famigliare veniva infranto dal suicidio della madre, da anni tormentata da problemi di salute mentale.

    Crescendo, il ragazzo vede nella civiltà che lo circonda l'ombra costante della corruzione e del disonore: incapace di adattarsi alla modernità, Sergei - ormai adulto - cerca rifugio nel continente africano. È qui che sviluppa una personalità disturbata, che alimenta con pozioni ed erbe in grado di donargli agilità e forza sovrumane. In una degenerazione rapida e violenta, Sergei diviene Kraven, un individuo che vede nella caccia di prede sempre più ambiziose l'unico modo per riconquistare un non meglio precisato onore perduto. Ritornato a New York, il villain si vede però ostacolato in questa sua missione da Spider-Man, avversario formidabile in grado di avere più volte la meglio sul cacciatore russo.

    Progressivamente, la frustrazione di Kraven si tramuta in ossessione, destinata a sua volta a tradursi in follia. Accecato dall'odio, Sergei elabora un piano malato: prendere il posto di Spider-Man e dimostrare a se stesso di poter essere una versione migliore del Ragno.

    È in una notte piovosa che Peter Parker - che in questa fase sfoggia un costume bianconero ispirato al Simbionte e intessuto da Gatta Nera - è colto di sorpresa dall'assalto di Kraven. Ferito e drogato, Spider-Man è rinchiuso in una bara e sepolto vivo. Una prigionia angosciante, destinata a lasciare segni profondi nella psiche e nell'anima dell'Arrampicamuri.

    In superficie, intanto, Sergei veste gli abiti di Spider-Man, per impersonare un

    supereroe violento e spietato. Il costume di Peter Parker si macchia di sangue, mentre in città imperversa un villain ancora più tragico: Vermin. Tra episodi di cannibalismo e sequenze dai tratti onirici, L'ultima caccia di Kraven mette in scena una narrazione magnetica e dai ritmi sincopati. Flussi di coscienza, dialoghi interiori e dilemmi etici tratteggiano un labile confine tra morale e follia, in un vortice che vede smarrirsi tanto i villain quanto lo stesso Peter Parker. In un continuo gioco di specchi grafico e narrativo, DeMatteis travolge il lettore, in un arco narrativo nel quale aleggia il fantasma letterario di Dostoevskij e che non esita a chiamare in causa il poeta britannico William Blake, i cui versi sono qui reinterpretati da Kraven: "Ragno! Ragno! Bruciante di luce. Nella foresta della notte. Quale mano od occhio immortale può aver composto la tua tremenda simmetria?".

    Il settimo frammento: L'anima del Cacciatore

    Tra gli anni Ottanta e Novanta, L'ultima caccia di Kraven fu tra i primi archi narrativi contemporanei a essere raccolti dalla Marvel in un volume unico brossurato. Una pratica oggi estremamente diffusa, ma che all'epoca era agli albori e coinvolgeva principalmente i grandi classici del fumetto pubblicati tra anni Cinquanta e Sessanta. È in questo formato che la mini-serie è distribuita ancora oggi dalla Casa delle Idee, che nel tempo vi ha tuttavia innestato un settimo frammento.

    Poco tempo dopo il completamento de L'ultima caccia di Kraven, DeMatteis tornò infatti a esplorarne l'immaginario, confezionandone un ulteriore capitolo: L'anima del Cacciatore. Le ragioni che portarono a questa scelta, racconta l'autore, furono molteplici.

    Da un lato, lo sceneggiatore fu colpito dalla reazione di un'associazione statunitense impegnata nella prevenzione del suicidio, che accusò la serie di glorificare la scelta di togliersi la vita. Tale interpretazione era lontanissima dalle intenzioni artistiche di DeMatteis, che decise dunque di cogliere l'occasione per tornare a indagare gli animi tormentati di Kraven e Spider-Man.

    Il risultato di questa riflessione fu appunto L'anima del Cacciatore, un'intensa appendice all'epilogo de L'ultima caccia di Kraven, nella quale si intrecciano riflessioni sul senso di colpa, l'elaborazione del lutto e gli effetti prodotti sulla psiche da eventi profondamente traumatici.

    Marvel's Spider-Man 2 "L'ultima caccia di Kraven" rappresenta ancora oggi uno degli archi narrativi più apprezzati della vita editoriale di Spider-Man. Un racconto intenso e cupo, molto lontano dai canoni tradizionali proposti dall'Arrampicamuri negli anni Ottanta. Profondamente adulta nei temi e nella narrazione, la mini-serie firmata da DeMatteis rappresenta a nostro avviso una delle letture più indicate per prepararsi al debutto autunnale di Marvel's Spider-Man 2.

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