Mass Effect Andromeda: cosa aspettarsi dal nuovo gioco BioWare?

Il nuovo gioco di Electronic Arts e BioWare è uno dei titoli più attesi della primavera: cosa aspettarsi da Mass Effect Andromeda?

Mass Effect Andromeda: cosa aspettarsi dal nuovo gioco BioWare?
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Mass Effect è un'epopea di straordinaria potenza. Un'opera che ha appassionato milioni di giocatori, li ha traghettati in un universo bellissimo, vivo, vibrante, ha pompato adrenalina nelle loro vene con folli atti di eroismo e, con le note di Sam Hulick in sottofondo e un compagno morente tra le braccia, è riuscita anche a strappargli qualche lacrima. È difficile dimenticare i minuti spesi ad osservare le stelle dall'oblò della Normandy, con il ronzio dei motori ad avvolgere la stanza, le sagome dei pesci nell'acquario e la fioca luce di una lampada ad illuminare i modellini sulle mensole. Non si può non emozionarsi nuovamente ripensando alle chiamate all'intercom, alle storie di vita dei nostri fratelli d'arme o agli scambi di battute con l'abile Joker. Magari mentre quest'ultimo stava schivando un campo d'asteroidi o i letali raggi di un Razziatore.
    È quindi normalissimo che Mass Effect: Andromeda sia atteso con tanto ardore e da una così folta schiera di persone. Ma siamo sicuri che il brivido che ci percorre la schiena quando si pensa all'imminente creatura di BioWare sia composto da solo piacere? Le carte in tavola per far bene ci sono tutte: una galassia da scoprire, Andromeda, popolata da mondi e razze che dipingono un immaginario nuovo e inedito, affiancato da numerosi elementi che hanno reso grandi i primi tre giochi di ruolo spaziali. C'è inoltre un cast di personaggi che sembra poter tenere testa anche ai volti più iconici della serie: Liam, un ex-poliziotto, la bella Cora Harper, con cui molti stanno pensando di intraprendere un tour sotto le coperte,

    Vetra, affascinante quanto rara Turian femmina (ne avevamo incontrata un'altra, Nyleen, nel DLC Omega di Mass Effect 3) e il brutale Krogan Dreck. Non dimentichiamoci la schietta e scorbutica PeeBee, che molti hanno accostato ad Aria T'Loak, il pilota Salarian Kallo Jath, alla guida della Tempest, SAM, l'IA che prenderà il posto di IDA, ed il misterioso Jaal.
    Un gruppo eterogeneo che non vediamo l'ora di conoscere, con il quale, nei panni di uno dei fratelli Ryder, dovremo affrontare "The Archon" e i suoi predoni, o almeno questo è quello che abbiamo intuito dagli ultimi video mostrati.
    Sebbene siamo rapiti da tutto quello che BioWare ci ha promesso e riusciamo a trattenere a stento la voglia di lanciarci all'esplorazione di nuovi sistemi solari, non possiamo non essere cauti per ciò che concerne le modifiche alla formula dei Mass Effect. I capitoli originali non erano perfetti ed alcune novità che verranno introdotte con Andromeda contribuiranno di certo a migliorare, sotto determinati punti di vista, l'esperienza di gioco. Eppure gli sviluppatori canadesi, che hanno alle spalle il buono ma non sorprendente Dragon Age: Inquisition, potrebbero aver preso delle decisioni fin troppo ambiziose e poco in linea con lo spirito e con l'impostazione della serie.
    Ci riferiamo chiaramente alla struttura a macro aree e alla forte componente esplorativa a bordo dell'agile Nomad, un palese riferimento alle poco riuscite sezioni con il Mako nel primo Mass Effect. Sotto questo punto di vista Andromeda è una sorta di ritorno alle origini, un gioco che vuole prendere degli elementi dal passato, poi tagliati nelle produzioni successive, e rilanciarli con ancora più vigore. Tutto molto bello sulla carta, ma è possibile coniugare l'esplorazione di aree vaste, probabilmente ricolme di nemici ed incarichi, con una narrazione incalzante, cinematografica e lineare? Alcuni prodotti recenti (vedi The Witcher 3) sono riusciti a sfoggiare mappe open world senza rinunciare a contenuti secondari di qualità e, soprattutto, senza far pesare troppo tale impostazione sul filone narrativo principale.
    Ma giochi come quello di CD Projekt RED sono delle mosche bianche nell'intero panorama videoludico: cucire assieme aree sterminate e narrazione serrata è un'impresa improba, che ha dato problemi anche ad esperti dell'open world (vedi Bethesda con Fallout 4), e che dovrebbe essere intrapresa solo se si ha grande consapevolezza dei propri mezzi. Non vogliamo essere pessimisti, ma ci sembra chiaro che la saga di Mass Effect abbia in passato tratto potere da caratteristiche che potrebbero non risaltare fulgidamente se poste in un contesto più vasto, ma non adeguatamente profondo.

    Da amanti della serie non possiamo che augurarci che lo studio con base in Canada abbia acquisito la maturità necessaria per imbarcarsi in esperienze di questo tipo, e soprattutto che la volontà di ingigantire così tanto il progetto non porti al sacrificio di elementi distintivi e di pregio.
    Dopotutto nessuno in un Mass Effect ha mai sentito il bisogno di aree vaste, di più contenuti di contorno che deviassero dall'avventura principale o di una manciata di ore aggiuntive. I panorami bellissimi, ma poco estesi, della Cittadella facevano felici gli appassionati della fantascienza, mentre la progressione lineare, ma coesa e calcolata, creava una grandiosa sintonia con il protagonista e i suoi compagni. Magari non c'era grandissima libertà dal punto di vista interpretativo e il moral system era fin troppo banale, una cosa che fortunatamente è stata riconosciuta da BioWare e che sarà auspicabilmente corretta in Andromeda. Sparirà infatti il sistema Paragon/Renegade e le scelte morali non verranno più segnalate sulla ruota di dialogo con opzioni colorate: come riferito dagli sviluppatori le decisioni abbracceranno una "scala di grigi" ed influenzeranno singolarmente ogni compagno. Una notizia, questa, decisamente positiva, ma che non permette di comprendere appieno l'obiettivo di Andromeda: la virata sulla maggiore profondità è affiancata anche dalla spinta sulla vastità, e le due cose non vanno sempre d'amore e d'accordo.

    C'è il serio rischio che uno dei due elementi metta in ombra l'altro, ciò sarebbe davvero un peccato considerando l'enorme sforzo che BioWare ha impiegato nello sviluppo. Perciò è sempre bene ricordarsi che il videogioco di ruolo ben fatto non è quello che ingloba tutte le caratteristiche migliori, non è quello forgiato da un improbabile dream team composto dai più abili sulla scena. I migliori prodotti di questo genere sono quelli più armonici e fruibili, che non cercano di strafare e che si concentrano sulle loro caratteristiche di spicco. Se la saga di Mass Effect può definirsi una delle pietre miliari negli RPG è perché si è sempre migliorata, ha tagliato le caratteristiche meno riuscite e ha pensato soprattutto ad affinare quelle ben integrate e funzionanti. Ci piangerebbe il cuore se Andromeda non si rispecchiasse in questa filosofia.
    Manca in ogni caso poco più di un mese all'uscita: è ancora presto, quindi, per capire se Mass Effect: Andromeda sarà o meno un prodotto in linea con le smisurate aspettative che lo circondano. Bioware è una software house con tantissimi anni d'esperienza e che ha messo la firma su molti capolavori del passato, di conseguenza sarà sostanzialmente impossibile trovarsi alle prese con un gioco di qualità scadente. In questi casi, tuttavia, è sempre meglio attendere e rimanere informati: ben presto avremo modo di tornare a parlare del gioco dopo una prova diretta, per scoprire altri aspetti non approfonditi in questo articolo, come il sistema di combattimento, le novità introdotte negli spostamenti grazie all'utilizzo del jetpack e, non per ultimo, il comparto multigiocatore, il quale rimane ancora avvolto nel mistero. Speriamo quindi che alla release l'ultimo nato dei talenti canadesi spazzi via qualsiasi dubbio e ci conquisti sotto tutti i punti di vista, che si riveli un degno esponente della saga e magari ne segni un nuovo, brillante inizio. Incrociamo le dita.

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