Metal Gear Solid V: The Phantom Pain viene ormai associato sempre più spesso al divorzio tra Hideo Kojima e Konami, ma di tutte le vicende ruotate intorno al quinto capitolo della storica serie ce n'è una che rimarrà nella storia: l'inganno del geniale game designer legato all'annuncio. Il recentissimo clamore mediatico generatosi intorno al caso Abandoned e sul suo fantomatico legame con Silent Hill, tutt'altro che confermato, ci ha riportato alla mente le peculiari soluzioni comunicative dell'autore nipponico, soprattutto perché in molti hanno sospettato della vera identità del progetto di Blue Box Studios proprio in virtù dello stravagante "inganno" messo in atto, anni fa, da Kojima (a tal proposito vi invitiamo a leggere il nostro speciale sui punti di contatto tra Abandoned e Hideo Kojima). Cogliamo quindi l'occasione per ripercorrere insieme la storia dell'annuncio di The Phantom Pain, momento nel quale il celebre sviluppatore giapponese si è preso gioco di milioni di fan.
V has come to
La grande recita di Kojima ebbe inizio sul palco degli Spike Video Game Awards del dicembre 2012. All'epoca era già nota l'esistenza di un quinto capitolo di Metal Gear Solid ma nessuno ne conosceva i dettagli specifici (incluso il titolo definitivo) e le uniche informazioni note erano relative a Ground Zeroes, l'esperienza stand alone che sarebbe arrivata poi sul mercato qualche mese prima del gioco vero e proprio e avrebbe dovuto rappresentare un prologo delle vicende narrate in The Phantom Pain. Ground Zeroes era quindi già stato annunciato ad agosto 2012 al Penny Arcade Expo attraverso un trailer che mostrava il vecchio Big Boss in forma smagliante grazie all'utilizzo, inedito fino a quel momento, del FOX Engine, il prodigioso motore grafico sviluppato dal team di Kojima.
Fatta questa importante premessa possiamo tornare agli Spike Video Game Awards, show durante il quale accadde un evento inaspettato: nel corso della presentazione venne infatti mostrato al pubblico un nuovo gioco intitolato "The Phantom Pain", prodotto in lavorazione presso il team svedese Moby Dick Studio e diretto da un certo Joakim Mogren. Fin qui tutto bene, ma a destare qualche sospetto nei fan fu il filmato in engine palesato pochi istanti dopo. Il video mostrava il risveglio di un uomo da un lungo coma in seguito ad un grave incidente, sequenza che precedeva una rapida carrellata di immagini legate ad una turbolenta fuga dalla clinica nella quale vedevamo il barbuto protagonista, un uomo il cui volto era avvolto dalle bende e un paio di misteriosi figuri dotati di abilità sovrumane.
Il filmato in questione non solo vantava un montaggio perfetto, ma proponeva una serie di personaggi la cui estetica ricordava molto da vicino quelli di Metal Gear Solid: il protagonista era molto simile a Big Boss e tra le mostruosità presenti nel video ce n'era una che ricordava il vecchio Colonnello Volgin. Non meno importante era l'aspetto tecnico, dal momento che il comparto grafico aveva numerosi punti di contatto con il trailer mostrato qualche mese prima per l'annuncio di Metal Gear Solid Ground Zeroes e nel quale venivano evidenziate le caratteristiche del FOX Engine.
Estremamente significativo fu il logo del gioco mostrato nelle sequenze finali del trailer, che venne analizzato con grande attenzione da parte dei fan e svelò un particolare molto interessante: le lettere che componevano il logo presentavano infatti delle parti cave che potevano essere riempite in maniera inequivocabile da "Metal Gear Solid V". A mente lucida, poi, è stato quasi impossibile non notare come il nome del fondatore di Moby Dick Studio, Joakim Mogren, non fosse altro che l'anagramma di Kojima.
Come se non bastasse, dietro le quinte dell'evento, nell'area VIP dedicata esclusivamente allo staff di Konami, sono stati avvistati diversi sviluppatori che indossavano una maglietta con il logo del misterioso team. Lo stesso sviluppatore, a poche ore dall'evento, pubblicò sul suo account Twitter ufficiale un apprezzamento sul trailer, dicendosi soddisfatto di come il team avesse preso spunto da Metal Gear Solid.
Sono Kojima!
Le teorie dei fan, andate avanti a lungo, sono state poi alimentate da un altro bizzarro avvenimento. Nel marzo del 2013, infatti, venne pubblicata una video-intervista sul canale GameTrailers TV adun uomo con il volto bendato proprio come quello del trailer d'annuncio di The Phantom Pain. Questo personaggio, intervistato niente meno che da da Geoff Keighley, disse di essere Joakim Mogren e nel corso dell'intervista mostrò al buon Geoff un tablet con sopra delle immagini del gioco: quando il celebre presentatore evidenziò la presenza del logo del FOX Engine negli screenshot, Mogren iniziò a innervosirsi fino ad interrompere bruscamente il filmato.
Poco prima della chiusura di questa gag, che probabilmente rappresenta proprio la genesi dell'ormai consolidato rapporto tra Keighley e Kojima, l'uomo mascherato informò il pubblico sulla presenza del gioco alla GDC. In occasione della Game Developer Conference 2013 l'inganno fu svelato, e Hideo Kojima si tolse davanti a tutti la maschera confermando al mondo intero di essere lui la mente dietro questo grande progetto e, soprattutto, dietro Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, che tornò a mostrarsi con uno splendido trailer sulle note di "Not Your Kind of People" dei Garbage.
Insomma, lo scherzo organizzato dal buon Kojima fu geniale ma non impeccabile, poiché alcune imperfezioni (probabilmente volute proprio dall'autore per creare confusione) permisero ai giocatori di scoprire con largo anticipo quale fosse il segreto che si nascondeva dietro Moby Dick Studio e il suo annuncio. A prescindere dal caso Abandoned, che ultimamente fa parlare molto di sé, è impossibile negare quanto estro comunicativo si manifesti nell'autore giapponese: per rinfrescarvi la memoria, vi suggeriamo anche di leggere il nostro speciale Hideo Kojima: maestro della comunicazione.
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Metal Gear Solid 5, Joakim Mogren e l'inganno di Hideo Kojima
Ripercorriamo insieme la storia legata all'annuncio di Metal Gear Solid 5 The Phantom Pain e all'inganno di Hideo Kojima.
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain viene ormai associato sempre più spesso al divorzio tra Hideo Kojima e Konami, ma di tutte le vicende ruotate intorno al quinto capitolo della storica serie ce n'è una che rimarrà nella storia: l'inganno del geniale game designer legato all'annuncio. Il recentissimo clamore mediatico generatosi intorno al caso Abandoned e sul suo fantomatico legame con Silent Hill, tutt'altro che confermato, ci ha riportato alla mente le peculiari soluzioni comunicative dell'autore nipponico, soprattutto perché in molti hanno sospettato della vera identità del progetto di Blue Box Studios proprio in virtù dello stravagante "inganno" messo in atto, anni fa, da Kojima (a tal proposito vi invitiamo a leggere il nostro speciale sui punti di contatto tra Abandoned e Hideo Kojima). Cogliamo quindi l'occasione per ripercorrere insieme la storia dell'annuncio di The Phantom Pain, momento nel quale il celebre sviluppatore giapponese si è preso gioco di milioni di fan.
V has come to
La grande recita di Kojima ebbe inizio sul palco degli Spike Video Game Awards del dicembre 2012. All'epoca era già nota l'esistenza di un quinto capitolo di Metal Gear Solid ma nessuno ne conosceva i dettagli specifici (incluso il titolo definitivo) e le uniche informazioni note erano relative a Ground Zeroes, l'esperienza stand alone che sarebbe arrivata poi sul mercato qualche mese prima del gioco vero e proprio e avrebbe dovuto rappresentare un prologo delle vicende narrate in The Phantom Pain. Ground Zeroes era quindi già stato annunciato ad agosto 2012 al Penny Arcade Expo attraverso un trailer che mostrava il vecchio Big Boss in forma smagliante grazie all'utilizzo, inedito fino a quel momento, del FOX Engine, il prodigioso motore grafico sviluppato dal team di Kojima.
Fatta questa importante premessa possiamo tornare agli Spike Video Game Awards, show durante il quale accadde un evento inaspettato: nel corso della presentazione venne infatti mostrato al pubblico un nuovo gioco intitolato "The Phantom Pain", prodotto in lavorazione presso il team svedese Moby Dick Studio e diretto da un certo Joakim Mogren. Fin qui tutto bene, ma a destare qualche sospetto nei fan fu il filmato in engine palesato pochi istanti dopo. Il video mostrava il risveglio di un uomo da un lungo coma in seguito ad un grave incidente, sequenza che precedeva una rapida carrellata di immagini legate ad una turbolenta fuga dalla clinica nella quale vedevamo il barbuto protagonista, un uomo il cui volto era avvolto dalle bende e un paio di misteriosi figuri dotati di abilità sovrumane.
Il filmato in questione non solo vantava un montaggio perfetto, ma proponeva una serie di personaggi la cui estetica ricordava molto da vicino quelli di Metal Gear Solid: il protagonista era molto simile a Big Boss e tra le mostruosità presenti nel video ce n'era una che ricordava il vecchio Colonnello Volgin. Non meno importante era l'aspetto tecnico, dal momento che il comparto grafico aveva numerosi punti di contatto con il trailer mostrato qualche mese prima per l'annuncio di Metal Gear Solid Ground Zeroes e nel quale venivano evidenziate le caratteristiche del FOX Engine.
Estremamente significativo fu il logo del gioco mostrato nelle sequenze finali del trailer, che venne analizzato con grande attenzione da parte dei fan e svelò un particolare molto interessante: le lettere che componevano il logo presentavano infatti delle parti cave che potevano essere riempite in maniera inequivocabile da "Metal Gear Solid V". A mente lucida, poi, è stato quasi impossibile non notare come il nome del fondatore di Moby Dick Studio, Joakim Mogren, non fosse altro che l'anagramma di Kojima.
Come se non bastasse, dietro le quinte dell'evento, nell'area VIP dedicata esclusivamente allo staff di Konami, sono stati avvistati diversi sviluppatori che indossavano una maglietta con il logo del misterioso team. Lo stesso sviluppatore, a poche ore dall'evento, pubblicò sul suo account Twitter ufficiale un apprezzamento sul trailer, dicendosi soddisfatto di come il team avesse preso spunto da Metal Gear Solid.
Sono Kojima!
Le teorie dei fan, andate avanti a lungo, sono state poi alimentate da un altro bizzarro avvenimento. Nel marzo del 2013, infatti, venne pubblicata una video-intervista sul canale GameTrailers TV adun uomo con il volto bendato proprio come quello del trailer d'annuncio di The Phantom Pain. Questo personaggio, intervistato niente meno che da da Geoff Keighley, disse di essere Joakim Mogren e nel corso dell'intervista mostrò al buon Geoff un tablet con sopra delle immagini del gioco: quando il celebre presentatore evidenziò la presenza del logo del FOX Engine negli screenshot, Mogren iniziò a innervosirsi fino ad interrompere bruscamente il filmato.
Poco prima della chiusura di questa gag, che probabilmente rappresenta proprio la genesi dell'ormai consolidato rapporto tra Keighley e Kojima, l'uomo mascherato informò il pubblico sulla presenza del gioco alla GDC. In occasione della Game Developer Conference 2013 l'inganno fu svelato, e Hideo Kojima si tolse davanti a tutti la maschera confermando al mondo intero di essere lui la mente dietro questo grande progetto e, soprattutto, dietro Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, che tornò a mostrarsi con uno splendido trailer sulle note di "Not Your Kind of People" dei Garbage.
Insomma, lo scherzo organizzato dal buon Kojima fu geniale ma non impeccabile, poiché alcune imperfezioni (probabilmente volute proprio dall'autore per creare confusione) permisero ai giocatori di scoprire con largo anticipo quale fosse il segreto che si nascondeva dietro Moby Dick Studio e il suo annuncio. A prescindere dal caso Abandoned, che ultimamente fa parlare molto di sé, è impossibile negare quanto estro comunicativo si manifesti nell'autore giapponese: per rinfrescarvi la memoria, vi suggeriamo anche di leggere il nostro speciale Hideo Kojima: maestro della comunicazione.
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