Microsoft e Bethesda: prospettive future di un'acquisizione titanica

Microsoft acquisisce Bethesda Softworks e Zenimax Media Inc. Quali potrebbero essere le conseguenze di questo affare?

Microsoft e Bethesda: prospettive future di un'acquisizione titanica
Articolo a cura di

Fino a poche ore fa la proposta di Sony per la nuova generazione di console sembrava non avere eguali. Xbox Series X è un'ottima macchina, sia ben chiaro, ma tra il rinvio di Halo: Infinite e i tanti trailer in computer grafica mostrati all'evento di luglio, l'offerta di PS5 per il lancio e il 2021 era di fatto la più concreta, al netto dell'indiscutibile valore di Xbox Game Pass. A modificare gli equilibri di potere tra i grandi platform holder ci ha pensato un annuncio di poche ore fa, che abbiamo trovato tanto inatteso quanto sbalorditivo: Zenimax Media Inc. e Bethesda Softworks sono ora parte integrante di Microsoft Xbox, assieme ai relativi studi e a IP blasonate del calibro di DOOM, Wolfenstein, The Elder Scrolls e Fallout, tanto per fare qualche nome.

L'accordo da ben 7,5 miliardi di dollari rappresenta l'entrata di un impero in un altro impero e ha accresciuto in modo esponenziale la famiglia di Xbox, che al suo interno ora ospita ben 23 team. Dati impressionanti a parte, ci è sembrato doveroso trattare la situazione in modo adeguato e riflettere sulle prospettive future di quella che è stata un'acquisizione titanica, dall'espansione di Xbox Game Pass, passando per la produzione di grandi esclusive, fino alle possibili conseguenze in casa PlayStation.

Un portfolio fuori dal comune: da DOOM a Fallout, The Elder Scrolls e Dishonored

Prima di pensare al futuro, è bene guardare al passato, per capire da dove vengono i 2300 talenti che si sono uniti alla famiglia in verde. Fondata da Christopher Weaver nel lontano '86, Bethesda Softworks è diventata una sussidiaria di Zenimax Media nel '99, per poi votarsi interamente al publishing e lasciare lo sviluppo dei giochi a Bethesda Game Studios. Tutto ciò è avvenuto nell'anno 2001 e cioè quando la compagnia aveva prodotto già decine di giochi, tra cui i leggendari The Elder Scrolls Arena e Daggerfall.

Forti di mondi enormi e intrisi di lore, i due ruolistici hanno scritto pagine fondamentali della storia videoludica e sono valsi un posto a Bethesda tra le realtà più talentuose della game industry. Diretto da un giovane Todd Howard, The Elder Scrolls III: Morrowind è stato un vero e proprio battesimo del fuoco per Bethesda Game Studios che, oltre a regalarci uno dei primi capolavori della settima generazione (TES IV: Oblivion), ha dato vita all'indimenticabile Fallout 3. Dopo la bancarotta di Interplay, l'acclamata serie di GDR con setting post apocalittico è finita nelle mani di Bethesda Softworks , e quindi affidata a Todd Howard e soci per il suo esordio in prima persona. Nonostante il viaggio nel 2277 sia stato un successo enorme per Bethesda, l'avventura del Sangue di Drago, approdata su console e PC nel 2011, ha generato un clamore ancor più dilagante .

Accompagnato dall'indimenticabile colonna sonora firmata da Jeremy Soule, The Elder Scrolls V: Skyrim ha lasciato un segno profondo nel cuore dei giocatori e non è un caso che - grazie ai porting e alle remaster - il suo ciclo vitale sia durato ben oltre i confini del supporto post-lancio programmato dal team. A seguito dell'uscita di Skyrim, Bethesda si è impegnata anima e corpo su Fallout, prima con il quarto capitolo numerato e poi con Fallout 76, il GDR multiplayer con cui la serie ha salutato l'ottava generazione di console.

Specializzata nella creazione di vasti mondi multiplayer, Zenimax Online Studio si è in gran parte concentrata su di un unico, ambizioso, progetto: The Elder Scrolls Online. Dal 2014 l'enorme gdr multi-regione ambientato 1000 anni prima di Skyrim si è espanso senza battute d'arresto e approderà su PS5 e Xbox Series X nel prossimo futuro. I nomi di Bethesda e Zenimax Media sono legati a quelli di molte altre realtà di talento, a cominciare da Tango Gameworks. Aperto da Shinji Mikami in persona, lo studio con sede a Tokyo è stato acquisito da Zenimax nel 2010 ed è così che sono nate le indagini dell'orrore del detective Sebastian Castellanos, lo sfortunato protagonista di The Evil Within 1 e 2.

Pur avendo presentato a vari publisher le sue idee, MachineGames non era riuscita a catturare l'interesse dei giganti dell'industria, rischiando la bancarotta ancor prima di dimostrare il suo valore. Quando id Software e i diritti di Wolfenstein sono stati acquisiti da Zenimax, al team di Uppsala è stato proposto di prendere in consegna il futuro della serie, un'offerta che lo studio ha ovviamente accettato di buon grado.

Da questa opportunità hanno avuto origine le campagne di morte di B.J. Blazkowicz, che ha combattuto le oscure forze del Reich in Wolfenstein: The New Order, The Old Blood e Wolfenstein II: The New Colossus, l'acclamato sequel uscito nel 2017 su console e PC. Sempre a MachineGames dobbiamo Wolfenstein: Youngblood e Cyberpilot VR, gli spin-off sviluppati assieme ai ragazzi di Arkane. A tal proposito, Arkane Studios è nata per volere di Rapahel Colantonio sul finire del'99 ed è cresciuta fino a diventare una delle software house più rinomate nel panorama videoludico.

Sorvolando sugli action GDR Arx Fatalis e Dark Messiah of Might and Magic, il collettivo francesce è salito agli onori della cronaca con i due capitoli di Dishonored, distintisi per le atmosfere a tinte fosche, un universo narrativo stratificato e una ricetta ludica all'insegna della libertà d'azione. Quest'ultimo tratto contraddistingue un altro grande gioco di Arkane, il famoso reboot di Prey nato dalle ceneri del Prey 2 di Human Head Studios.

Quando quest'ultima ha chiuso i battenti, Bethesda Softworks ha offerto alla totalità dei dipendenti di entrare a far parte di Roundhouse Studios e unirsi alla sua grande famiglia, che più o meno nello stesso periodo ha accolto anche i ragazzi di Alpha Dog, conosciuti per aver firmato titoli mobile come MonstroCity: Rampage e Wraithborne.

Chiudiamo la carrellata con un altro pezzo da novanta in seno agli Xbox Game Studios: sua maestà id Software. Aperta da quattro membri di Softdisk tra cui John Carmack e John Romero, la compagnia ha contribuito in modo decisivo all'espansione dei videogiochi 3D, stravolgendo la game industry dei primi anni '90. Oltre ai platform a scorrimento della serie Commander Keen, infatti, è a id Software che dobbiamo la nascita di alcuni tra gli sparatutto più influenti della storia, da Wolfenstein 3D a Doom, fino a Quake.

Tra i sanguinolenti scontri del Doomslayer e di William Blazkowicz, il talentuoso team statunitense ha continuato a prosperare e a compiere prodigi sul fronte tecnico, finché non è entrato in Zenimax Media nel 2009. Complici l'avvento di Rage e il reboot di Doom, che con il nuovo Eternal ha regalato ai giocatori un'esperienza degna della nomination al GOTY, id Software ambisce a un futuro prodigioso, che ormai è legato a doppio filo alla divisione Xbox.

Un'offerta d'inestimabile valore

L'acquisizione del "Bethesda-verse" da parte di Microsoft è un qualcosa che nessuno aveva visto arrivare, inclusi gli analisti, i veterani dell'industry e probabilmente la stessa Sony. Parliamo d'altra parte di una "spesa" da 7,5 miliardi di dollari, che fa sembrare l'acquisto per 2,5 miliardi di Minecraft e Mojang un'operazione minore.

Passato l'iniziale stupore è bene mettere in chiaro una cosa: ora che Phil Spencer è una delle personalità più importanti del colosso di Redmond - che dal 2019 vale più di un trilione di dollari - avrà avuto accesso a un "portafoglio operativo" ben più consistente, che in parole povere gli ha permesso di stravolgere la proposta di Xbox. La grande famiglia verdecrociata ha appena accolto un incredibile coacervo di talenti, tra cui Shinji Mikami e Todd Howard, che si sono uniti ad altri "giganti" come Feargus Urquhart, Tim Cain e Tim Schafer, tanto per fare qualche esempio.

Alla rinnovata forza lavoro dobbiamo aggiungere engine come l'id Tech 7 e il motore nuovo di zecca messo a punto da Bethesda Games Studios, che muoveranno le prossime iterazioni di IP come DOOM, Wolfenstein e The Elder Scrolls. Fatte le dovute premesse, ci sovviene un'unica domanda: in che modo il panorama Xbox andrà a servirsi di queste nuove risorse? Andiamo con ordine.

Con Xbox Game Pass e Project xCloud, Microsoft vuole valicare le "barriere" del mondo console per abbracciare non solo il PC Gaming ma qualsiasi dispositivo su cui in teoria sarebbe possibile giocare, non importa se tramite l'uso diretto dell'hardware o grazie alla potenza del cloud gaming. Non a caso il comunicato ufficiale dell'accordo su Microsoft.com inizia con "più di tre miliardi di persone al mondo giocano ai videogiochi per divertirsi o creare legami con gli altri".

Il colosso della tecnologia vuole fare di Game Pass e xCloud la chiave per aprire la porta che conduce a questa enorme utenza che, grazie a quella che oggi appare come un'offerta di inestimabile valore, potrebbe pian piano unirsi ai 15 milioni di abbonati al servizio. Non abbiamo i dati per fare previsioni sul lungo periodo, ma crediamo che l'arrivo al day one dei titoli a marchio Bethesda rappresenti un incentivo di grande importanza per i giocatori alle prese con il salto generazionale. Con la futura espansione di Game Pass (xCloud) su dispositivi Android (inclusi i televisori) e forse iOS, molti altri potrebbero scegliere la proposta di Microsoft, merito anche di un prezzo del biglietto semplicemente irresistibile. Al centro di tutto, ovviamente, ci sarebbe ancora una volta il parco titoli, che nel prossimo futuro ospiterà produzioni di primissimo piano.

Il radioso futuro del panorama Xbox

Se un team come The Initiative deve ancora mostrarci il suo valore, per la pura e semplice assenza di uno storico, i successi di Bethesda Game Studios, id Software e MachineGames parlano da soli, soprattutto perché ci è già possibile pronunciarci sui tanti prodotti attualmente in sviluppo presso questi studi. Forti della revisione dell'engine più massiccia sin dai tempi di TES IV: Oblivion, l'immensa space opera Starfield e The Elder Scrolls VI sono in piena lavorazione e, come da conferma, arriveranno sul Game Pass sin dal lancio.

Scontato inoltre - ma ci vorranno anni - il debutto di un prossimo Fallout, che potrebbe essere quel New Vegas 2 che i fan desiderano. Ora che l'IP è nelle mani di Microsoft, Obsidian potrebbe tranquillamente lavorare al sequel del suo gioco, una possibilità che sembra piacerle non poco. Oltre alla versione next-gen di Doom Eternal, è facile pensare che id Software stia lavorando alla terza avventura dell'ammazzademoni, mentre sappiamo che MachineGames è già impegnata sul terzo capitolo di Wolfenstein.

Assieme a Deathloop, Arkane sta lavorando a due progetti non ancora annunciati, che potrebbero essere legati proprio a Dishonored e a Prey, con Tango Gameworks che dopo Ghostwire Tokyo potrebbe ritornare alle indagini del buon Castellanos in The Evil Within 3. Insomma, i prossimi anni di gaming su Xbox sono diventati a dir poco "affollati" in un battito di ciglia, pieni come sono di prodotti in grado di rivaleggiare con l'attrattiva generata dalle esclusive di PlayStation.

Inutile dirlo, l'acquisizione di Bethesda Softworks da parte della concorrenza potrebbe generare conseguenze importanti sull'offerta di PlayStation nel medio periodo. Phil Spencer ha dichiarato che onorerà l'esclusività temporale di Deathloop e Ghostwire Tokyo ma per i prossimi grandi giochi del mondo Zenimax Media e Bethesda il discorso appare più incerto. La guida di Xbox parla di decisioni che verranno prese "caso per caso", mentre Pete Hines sostiene che titoli come Starfield e The Elder Scrolls VI continueranno a essere "pubblicati da Bethesda".

La realtà è che Microsoft potrebbe adottare un approccio ibrido, fatto di esclusive temporali su Xbox e PC, produzioni multipiattaforma sin dalla prima ora ed esclusive totali. Certo è che permettere l'arrivo di un gioco come TES VI su PS5 consentirebbe alla compagnia di ottenere ricavi importanti, soprattutto a fronte di un approdo istantaneo su Game Pass che spingerebbe i giocatori Microsoft a evitare un acquisto a prezzo pieno. In ogni caso, questo matrimonio tra Microsoft e il Bethesda-verse è stato un vero colpo da maestri che, oltre a segnare un grandioso ritorno in partita per Xbox, avrà scosso e non poco le certezze di Sony. A questo punto, attendiamo con ansia di assistere alla reazione di PlayStation, che potrebbe avere in programma di ampliare ulteriormente la sua scuderia con acquisizioni e nuovi team.