Mini Big Love Days: quando le automobili incontrano i videogiochi

Mini ci ha invitati ai suoi Big Love Days, due giorni dedicati interamente al mondo Mini, a metà tra videogiochi e automobilismo.

Mini Big Love Days: quando le automobili incontrano i videogiochi
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Cosa succede quando il mondo delle auto e quello del gaming si incontrano? Qualcuno starà già pensando a titoli del calibro di Forza Horizon 5 o di Gran Turismo 7, oppure addirittura a simulatori di guida ben più tecnici, da giocare con volante e pedaliera. Mini, invece, sembra avere un'idea differente di matrimonio tra le quattro ruote e i videogiochi, che si avvicina molto più ad un Mario Kart qualsiasi che al tecnicismo delle corse sui simulatori automobilistici di Microsoft e Sony.

Per questo, l'azienda britannica ci ha dato la possibilità di testare con mano la nuova gamma Mini all'Autodromo di Modena, sabato 27 agosto, durante i Mini Big Love Days, la manifestazione annuale del mondo Mini, che quest'anno ha assunto i connotati di un grande gioco offline a metà tra Mario Kart e - inaspettatamente - Call of Duty.

Il Regno dei Funghi a Modena

La sostanza dell'evento, inutile dirlo, sono state le più recenti vetture di casa Mini, ovvero la Mini John Cooper Works, la Mini Full Electric e la Mini All4 Countryman.

A ciascuna delle tre auto è stato dedicato un tracciato e un test drive personalizzato, volto a metterne in luce le caratteristiche principali. Siamo così scesi in pista con un pilota professionista sul circuito dell'autodromo modenese, cercando di spingere al massimo la Mini JCW, ottenendo risultati ottimi per un'auto considerata "compatta". Ci siamo poi dedicati alla corsa sullo sterrato e sul bagnato con la Mini All4 Countryman, di cui abbiamo potuto apprezzare la trazione integrale che permette un'aderenza senza tentennamenti anche sul bagnato, nel fuoristrada e sulle salite e le discese più ripide. Infine, abbiamo testato con mano la Mini Full Electric, vera star della giornata, in una doppia prova, ossia quella sul circuito urbano della motor valley modenese e quella di accelerazione da 0 a 100 chilometri orari sul rettilineo dell'aeroporto di Modena. Quest'ultima prova, in particolare, ci ha lasciati senza parole: la piccola elettrica, infatti, ha saputo farsi apprezzare con un'accelerazione 0-100 in 7,3 secondi, senza ritardi e senza interruzioni dovute al cambio (che in ogni modello era ovviamente automatico).

Questa però non è una recensione: se volete saperne di più, vi invitiamo a dare un'occhiata all'annuncio della Mini John Cooper Works oppure al test dell'alce di Mini All4 Countryman SE.

Quando, qualche riga fa, abbiamo confrontato i test drive e l'esperienza di guida ideati da Mini con le coppe di Mario Kart, l'abbiamo fatto perché, grazie al cambio automatico, al motore elettrico e alla dotazione tecnologica fornita dall'azienda, guidare una Full Electric, una Countryman o una JCW ricorda molto da vicino lo sfrecciare tra le piste dell'arcade racing di Nintendo.

L'esperienza di guida è fluidissima, semplice e immediata, tanto che anche un neofita del mondo delle auto elettriche e del cambio automatico può salire in auto e divertirsi nel circuito senza alcun problema. Sicuramente, dunque, quella proposta da Mini con la sua lineup del 2022 è un'idea di guida che pone al centro la semplicità e l'aspetto ludico, soprattutto per i giovani, che d'altro canto sono da sempre il pubblico di riferimento del marchio inglese. A qualcuno, specie tra i puristi dell'automobilismo, questo approccio potrà far storcere il naso, ma, in un ambiente controllato come quello dei test drive, l'immediatezza di utilizzo ci ha ricordato da vicino i videogiochi, al punto che non sarebbe stato difficile sostituire la combo volante e acceleratore con un qualsiasi controller di una console di nuova generazione. Ovviamente, in un ambiente meno "protetto" le cose si complicano, ma dalla nostra prova sembra evidente che la semplificazione sia stata la parola d'ordine per Mini, tanto che le sue nuove vetture, per certi versi, ricordano più da vicino il controllo dei kart di Mario, Peach e compagnia che quello delle sportive di Gran Turismo 7 o di Forza Horizon 5.

Non solo: le differenze tra un modello e l'altro di Mini sono tangibili anche dopo pochi minuti di guida, tanto da restituire un feeling del tutto simile a quello del selettore della vettura presente nei racing della Grande N. A contribuire alla varietà complessiva dei test drive è stata poi la scelta di permettere ai fan e alla stampa di testare le auto disponibili in condizioni tra loro ben diverse, che ci hanno ricordato da vicino i tracciati di un gioco di guida. Nessuno si sognerebbe mai di affrontare il Circuito di Mario e la Fattoria Muu Muu allo stesso modo, oppure di correre sulla Pista Arcobaleno come farebbe nel Castello di Bowser.

Allo stesso modo, benché (sfortunatamente) senza deltaplani e eliche da sommergibile, Mini ci ha dato la possibilità di toccare con mano situazioni lontanissime tra loro, mostrandoci come la sua lineup sia in grado di adeguarsi alle condizioni di guida più variabili. Non è dunque un caso che, durante i test, siano più e più volte affiorati i ricordi di quella strana collaborazione tra Mario Kart e Mercedes del 2014, che ha portato alcune auto della compagnia tedesca ad apparire in Mario Kart 8 per Wii U: la mossa di Mini, perfetta per avvicinarsi ancora di più ad un pubblico giovanile, è stata il rovescio di quella di Mercedes, portando il feeling di guida nei videogiochi su un'auto fisica.

Una "Beast" da domare

Spiegato il motivo per cui, nell'introduzione, abbiamo provato a parlarvi dei Mini Big Love Days citando Mario Kart, qualcuno potrebbe ora chiedersi perché abbiamo tirato in ballo anche Call of Duty.

Ebbene, a svettare di fronte alla pista dell'autodromo di Modena era nientemeno che il Bouncy Beast, un vero e proprio percorso di guerra degno di qualsiasi soldato comparso nell'FPS targato Activision, non a caso ribattezzato "Maniacs Call of Duty". Mini ci parla di Bouncy Beast come di un'"attrazione unica nel suo genere", e lo fa con buonissime ragioni: si tratta infatti del gioco gonfiabile più grande d'Europa, con una dimensione di 80 metri di lunghezza per 30 di larghezza, divisi lungo quattro rettilinei collegati tra loro a formare un percorso ad ostacoli che farebbe sudare sette camicie anche a personaggi che vantano un physique du rôle come Chris Redfield di Resident Evil, Duke Nukem (che non a caso doveva essere adattato al cinema da John Cena), oppure uno dei militari protagonisti della serie-icona di Activision. Insomma, una prova di velocità, forza e resistenza, soprattutto per gli spavaldi che hanno deciso di farsi cronometrare o di lanciarsi in sfide tra amici e famigliari.

La difficoltà principale di Bouncy Beast? Sta tutta nel nome: il percorso non è solo una beast da affrontare, ma è anche incredibilmente bouncy. Vi abbiamo già spiegato che, con i suoi quattro rettilinei e la sua enorme lunghezza complessiva, il gonfiabile non è certamente un gioco per (soli) bambini. Non è dunque un caso che, prima della partenza, un briefing degli addetti ai lavori spieghi che, per affrontare la "bestia" e sperare di uscirne vincitori, occorre tenere sotto controllo e non sprecare le energie, perché il rischio di arrivare sfiancati a metà del percorso (o prima) è tangibile, e solo ai vincitori vengono tributati i massimi onori per il superamento di una prova così ardua.

Incredibile ma vero, il fatto che il gonfiabile sia - ovviamente - gonfiabile è un altro elemento a sfavore degli adulti e che premia i più piccoli, i quali sembrano magicamente riuscire a saltare da una sporgenza all'altra, a salire sulle pareti, a lanciarsi tra gli ostacoli con una facilità decisamente maggiore rispetto ai più cresciuti. Eppure, l'arrivo alla fine del percorso è un momento catartico, anche perché poter dire di "avercela fatta" a superare il percorso non è cosa da tutti.

Mini, però, non ha portato Bouncy Beast in Italia solo per farci provare un "percorso di guerra" gonfiabile: l'attrazione, infatti, aveva anche lo scopo di promuovere le quattro Edition della nuova Mini, ovvero la Mini Countryman Untamed, la Mini Pat Moss, la Mini Clubman Untold e la Mini Resolute, a ciascuna delle quali è stato dedicato un "segmento" dell'attrazione.

Un'ottima scelta di mercato, che riesce anche a coniugare due attività (i test drive e bouncy beast) che altrimenti avrebbero cozzato tra loro nella stessa cornice. Insomma, quest'anno la casa britannica ha creato una sinergia tra mondo videoludico e automobilistico unica nel suo genere (almeno in Italia), sfruttando il primo per promuovere il secondo e quest'ultimo per far conoscere il gaming anche a chi finora non si è mai interessato a esso. Una scelta ancora più da applaudire se consideriamo che Mini è riuscita perfettamente a centrare il proprio target di pubblico, creando un evento capace di generare un enorme appeal tra i più giovani senza però fare distinzioni tra appassionati e neofiti, non mancando di avere un occhio di riguardo sia per le famiglie che per i numerosi Mini Club sparsi in tutta la penisola.

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