Monster Hunter Rise: le novità più interessanti del capolavoro Capcom

Il nuovo capitolo della serie riprende ovviamente la formula ludica tipica di Monster Hunter ma la espande e introduce alcune intriganti novità.

Monster Hunter Rise è un capolavoro
Speciale: Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Sono passate ormai diverse settimane dall'inizio della stagione della caccia, eppure Monster Hunter Rise continua a divertirci e a sorprenderci quanto il primo giorno. Poiché si avvicina finalmente il momento in cui verrà pubblicato il primo aggiornamento ufficiale del prodotto, grazie al quale avremo un primo assaggio dell'endgame escogitato a questo giro dal team di Capcom (l'update introdurrà infatti dei mostri al momento assenti, come il Drago Anziano meglio noto come Chameleos o l'inedito Rathalos Apex), abbiamo deciso di riepilogare un'ultima volta le novità principali di Monster Hunter Rise, allo scopo di invitare alla festa anche gli scettici ed eventuali ritardatari. Ricordandovi che sulle pagine di Everyeye.it trovate anche uno speciale coi cinque motivi che rendono Rise il gioco perfetto per avvicinarsi all'hunting game, diamo dunque inizio al nostro tour!

    Le leggende prendono vita

    Sin dal secondo episodio della serie, ciascuna incarnazione di Monster Hunter ha cercato di proporre ai giocatori un certo numero di mostri inediti, includendo nel bestiario anche quelli più iconici, come ad esempio il Rathalos, la Rathian o il feroce Diablos. Con MH Rise, Capcom ha quindi selezionato alcune tra le creature più amate dagli appassionati dell'hunting game, affiancando loro delle bestie che non si vedevano da un po' e una nutrita selezione di mostri inediti, nonché creati appositamente per questo nuovo capitolo del franchise.

    Con le sue 63 belve, cui a brevissimo se ne aggiungeranno almeno altre due, Rise vanta insomma un bestiario notevole e variegato, specie se si considera che il prodotto non è una versione "Ultimate" (il suffisso utilizzato per distinguere MH3 e MH4 dalle ricchissime riedizioni lanciate qualche tempo dopo), ma una cosiddetta "edizione base".

    Mettendo dunque da parte i mostri classici, che per ferocia e design non sono per nulla inferiori ai nuovi, durante le centinaia di ore che abbiamo speso in compagnia di Rise ci siamo dedicati per lo più allo studio delle nuove bestie, che come spiegato nello speciale incentrato sulle più entusiasmanti sfide di Monster Hunter Rise sono rigorosamente ispirate alle creature del folklore orientale. Dimenticate quindi animali e dinosauri troppo cresciuti, poiché le nuove proposte di Rise sono degli autentici mostri, nel vero senso della parola! Dal Goss Harag al Ragna-Kadaki, senza dimenticare l'astuto Magnamalo, ciascuno di essi ricorda infatti una particolare creatura menzionata nella letteratura e nelle leggende del Giappone.

    Prendiamo ad esempio l'enorme Almudron, che di solito vive nei pressi delle montagne e se attaccato tende a creare con la coda delle rovinose ondate di fango. A prima vista potrebbe sembrare solo un leviatano troppo cresciuto, come l'indimenticabile Lagiacrus o il sinuoso Mitsuzune tanto amato dai possessori di MH Generations (qui trovate la nostra recensione di Monster Hunter Generations Ultimate), ma in realtà l'Almudron ha ereditato una parte del proprio design dai draghi cinesi, che come lui presentano cinque artigli posizionati sulle zampe anteriori, un naso da mammifero e i caratteristici baffi.

    Il mostro è comunque ispirato al Dorotabo, uno spirito del fango che secondo la leggenda emergerebbe dal fango torbido delle risaie, il che spiegherebbe il motivo per cui la creatura di MH abbia la fastidiosa abitudine di sbucare dal nulla e travolgere i cacciatori incaricati di eliminarla.

    Non meno interessanti ci sono parsi poi i Draghi Anziani esclusivi di Rise, l'Ibushi del Vento e la Narwa del Tuono, che con tutta probabilità saranno al centro del secondo aggiornamento gratuito del titolo. Palesemente ispirati alle divinità nipponiche Fujin e Raijin (tant'è che le armature realizzabili coi loro materiali ricordano il minaccioso aspetto del Dio del Vento e di quello del Tuono), i due draghi - uno di sesso maschile e l'altro femminile - hanno l'insolita abitudine levitare a testa in giù e di utilizzare rispettivamente la coda per provocare delle esplosioni d'aria talmente forti da devastare il paesaggio circostante o rilasciare anelli di elettricità che carbonizzano chiunque osi avvicinarsi troppo. Due mostri, in definitiva, la cui eleganza è pari solo alla desolante distruzione che lasciano al loro passaggio.

    Il fascino dell'Oriente

    I mostri, in ogni caso, non sono gli unici ad essere stati influenzati dal fascino tipico del Paese del Sol Levante. Il Villaggio di Kamura in particolare trasuda Giappone medievale da ogni poro: dai pontili in legno rosso alle lanterne che adornano i vicoli del paesello, senza dimenticare i suggestivi alberi di ciliegio piantati qua e là, ogni angolo del vivace centro abitato è stato costruito con la precisa intenzione di trasmettere al giocatore la sensazione di trovarsi improvvisamente nell'epoca Edo: un periodo storico in cui il Paese del Sol Levante adottò una politica di totale isolamento della nazione, agevolando tra le altre cose il recupero e la valorizzazione delle proprie usanze e delle longevi tradizioni nipponiche.

    Tornando al Villaggio di Kamura, uno dei luoghi più simbolici è la Mensa, dove una giovanissima Yomogi e i suoi assistenti Felyne sono soliti preparare dei deliziosi dango, ossia dolcetti che, a seconda delle scelte compiute dal giocatore in fase di ordinazione, possono conferire una vasta serie di bonus utili durante la caccia. Va comunque specificato che persino le mappe inedite presentano non pochi riferimenti alle culture orientali. Ad esempio, nei presi delle Antiche Rovine è possibile trovare numerose strutture in pietra che ricordano i "torii", i portali d'accesso che secondo la tradizione giapponese conducono a un santuario shintoista o comunque a un'area sacra. Tutta la mappa, poi, è tappezzata da piccoli santuari cui fermarsi a pregare, appariscenti stendardi, lanterne in pietra, sigilli sacri e addirittura una manciata di edifici costruiti talvolta su più piani.

    Ad ogni modo, le due mappe che ci hanno colpito maggiormente sono le Piane Sabbiose e la Foresta Inondata: due location già note ai fan dell'hunting game, in quanto introdotte oltre un decennio fa in Monster Hunter Tri per Nintendo Wii. Al fine di adattarle agli standard moderni, Capcom ha unito le tante stanzette che formavano le suddette aree di caccia, dando vita a due mappe vastissime e ricche di elementi tratti dalle versioni originali.

    Naturalmente le zone allagate della Foresta Inondata, dove appunto era necessario combattere sott'acqua, sono state rimosse, ma questa ha conservato tanti altri dettagli particolari, come le grotte scavate dall'acqua o la gigantesca piramide che a suo tempo fungeva solo da sfondo. Stavolta, invece, la struttura piramidale è addirittura scalabile e presenta delle stanze segrete, per la gioia dei cacciatori di tesori nascosti, insetti rari e altri materiali insoliti.

    Per quanto riguarda invece le Piane Sabbiose, la mappa desertica ha ereditato l'iconico laghetto fangoso che in terza generazione fungeva da tana del Barroth e l'ampio foro in pietra in cui un tempo si rifugiavano i mostri in difficoltà, che grazie a una vasta rete di gallerie ospita ora numerose stanze segrete ed è collegato a diverse altre zone sotterranee.

    A caccia di insetti, bestiole colorate e Spiriuccelli

    Se Monster Hunter Rise ha completamente abbandonato meccaniche obsolete e tediose come la raccolta delle tracce proposte in MH World, nonché la necessità di cercare i mostri sulla mappa, che al contrario stavolta sono sempre visibili, la componente esplorativa non ne ha assolutamente risentito. Anzi, il maggior valore conferito alla cosiddetta Fauna Endemica l'ha invece rafforzata non poco. Questo perché le mappe, che grazie alla verticalità riescono ad essere spaziose e mai confusionarie, pullulano di piccole creature estremamente utili, che una volta raccolte conferiscono una vasta gamma di bonus.

    Gli Spiriuccelli, ad esempio, incrementano i punti vita, la resistenza e persino la difesa, incoraggiando i cacciatori a raccoglierne il più possibile durante il tragitto compiuto per arrivare al bersaglio designato. La Leporimuffa, invece, fermenta il cibo trasportato dal giocatore, dandogli valori nutrizionali aggiuntivi e incrementando l'effetto di tutti gli oggetti curativi. Di tutti gli esemplari di fauna endemica, uno tra i più utili è comunque la Fetorbestia, che una volta "attivata" ricopre il cacciatore con un olezzo talmente forte e disgustoso da attirare su di sé l'attenzione dei mostri circostanti. Proprio questo espediente, se utilizzato con ingegno, permette di farsi inseguire per un certo lasso di tempo dalle bestie di taglia grande e di spingerle a combattere tra di loro per il predominio sul territorio. Perché è così importante questa meccanica? È presto detto: non solo gli scontri tra mostri sono spassosi da seguire, ma la creatura che ha la peggio diventa cavalcabile, consentendo addirittura al giocatore di prenderne il controllo per qualche tempo e di obbligarla a colpire l'altro mostro con tutte le sue forze.

    È uno stratagemma molto utile per indebolire velocemente i bersagli più coriacei - soprattutto nel caso in cui riusciate a cavalcare il violentissimo Rajang - e lasciarli tramortiti per qualche tempo, così da facilitare la rottura delle parti del corpo frantumabili, come ad esempio le ali, le corna, gli artigli o la coda. Un procedimento essenziale, questo, per reperire i materiali più rari delle mostruose creature di Capcom.

    Per conoscere tutti i dettagli sulle altre novità del prodotto, come ad esempio le Missioni Furia (vere e proprie sessioni da Tower Defence che hanno luogo in una mappa speciale) o le agevolazioni derivate dall'introduzione del Canyne, vi rimandiamo direttamente alla nostra recensione di Monster Hunter Rise, che grazie a tutte le nuove meccaniche e ai numerosi espedienti escogitati dal team di Tsujimoto ha conquistato di diritto la cintura destinata all'assoluto campione degli hunting game. Un riconoscimento che il Magnamalo e gli altri mostri di casa Capcom difenderanno con tutta la forza e la tenacia di cui sono padroni.

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