È già trascorso un mese circa da quando Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è atterrato su PC e Nintendo Switch, favorendo la nascita di una nuova generazione di Fantini. Mentre Capcom ha scelto di festeggiare tale ricorrenza pubblicando il secondo Title Update del titolo, che tra gli altri nuovi Monstie ha introdotto il mastodontico Kulve Taroth, da parte nostra abbiamo invece colto la balla al balzo per raccontarvi le principali differenze tra il primo e il secondo episodio del filone Stories, nonché le più interessanti novità che il team di Kenji Oguro (Director) e Ryozo Tsujimoto (Producer) hanno escogitato per migliorare la formula originale del capostipite. Salite dunque in sella ai vostri Monstie preferiti e seguiteci in questo ennesimo viaggio alla scoperta di Wings of Ruin!
La scelta dell'uovo
Come accennato nella recensione di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin e durante l'intervista rilasciataci dagli sviluppatori, è innegabile che la differenza più impattante tra il primo gioco e il suo sequel vada ricercata nel cambio di look.
Laddove lo stile "chibi" del titolo pubblicato a suo tempo su Nintendo 3DS attribuiva ai personaggi un aspetto troppo fanciullesco e non adatto a tutti i palati, il nuovo design adottato in Wings of Ruin ci ha invece regalato dei modelli poligonali ben più affascinanti, longilinei e ricchi di particolari. Ad ogni modo, la nuova creatura di Capcom porta in dote anche degli accorgimenti minori, che nel complesso ci hanno restituito un'esperienza sicuramente più godibile della precedente. Per esempio, i possessori del gioco originale ricorderanno che nel primo Stories era molto difficile intuire dall'aspetto dell'uovo il suo contenuto, in quanto ogni mostro poteva sbucare fuori da quattro uova diverse, i cui pattern erano però condivisi con quelle di altre bestie. Basarios e Gravios, ad esempio, nascevano da uova con striature orizzontali e diagonali, e sebbene fosse abbastanza semplice associare quelle tinte ai due mostri di pietra, capire quale dei due si nascondesse all'interno dell'uovo raccolto era ogni volta una scommessa dall'esito imprevedibile.
Per ovviare al "problema", con Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin si è quindi scelto di assegnare all'uovo di ciascun mostro una tinta soltanto, in modo tale da semplificarne il riconoscimento e fornire ai giocatori più pigri - e per nulla interessati alla componente competitiva - un valido strumento con cui evitare dei "doppioni" potenzialmente fastidiosi.
Pertanto, a questo giro munirsi di un'apposita guida o anche solo fotografare le uova già trovate in precedenza facilita enormemente l'ottenimento delle bestie desiderate. Per di più, se Navirou ha sempre avuto l'abitudine di sottolineare il peso e l'odore dell'uovo raccolto (tratti che indicano la presenza di ottimi geni), la comparsa di un bagliore dai colori dell'arcobaleno subito dopo la selezione dello stesso sta a significare che la bestiolina al suo interno potrebbe possedere qualche raro Gene Arcobaleno.
Un rituale sciamanico più accessibile
Più volte su queste pagine vi abbiamo raccontato che la forza di un Monstie non dipende soltanto dal livello raggiunto e dai suoi parametri di base, ma anche e soprattutto dai suoi geni, ossia le abilità incastonate in una griglia 3x3.
Dopo la nascita, infatti, ogni bestia possiede un certo numero di geni, ma è il giocatore a dover completare la suddetta griglia, sbloccando ove necessario gli slot sigillati con l'aumento di livello o comunque mediante l'uso degli appositi stimolanti, e ricorrendo al cosiddetto Rituale Sciamanico per riempire quelli vuoti (per tutti i dettagli consultate la nostra guida con trucchi e consigli per sopravvivere in Monster Hunter Stories 2). Sacrificando un compagno, il Rider ha la facoltà di trasferire un gene del Monstie donatore a quello ricevente, rafforzando il patrimonio genetico del secondo. Questa meccanica può essere sfruttata per limarne i punti deboli, trasferendo geni che incrementano la resistenza a un dato elemento o tecniche che di norma non potrebbero essere apprese: immaginate, ad esempio, un Rathalos con un'alta resistenza al tuono o all'elemento drago, e magari persino in possesso di attacchi basati su acqua e ghiaccio. Qualcosa che siamo certi farebbe inorridire i puristi del brand di Capcom, ma che al momento di menar le mani può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Già presente nel primo episodio di Stories, al tempo il Rituale Sciamanico aveva però un grosso difetto, in quanto all'utente non era permesso di scegliere dove incastonare il gene selezionato: semplicemente, nel passaggio dal Monstie A al Monstie B l'abilità desiderata conservava la propria posizione originale e non vi era modo di spostarla.
Di conseguenza, non solo alle volte era necessario sovrascrivere uno dei geni già presenti in griglia, ma si verificavano situazioni in cui non era possibile portare a termine il trasferimento. Fortunatamente in Wings of Ruin questa meccanica è stata rivista e i Fantini hanno ora la possibilità di decidere in quale slot piazzare la tecnica donata, facilitando tra le altre cose la realizzazione di file dello stesso colore e di Bonus Bingo. Grazie a questo piccolo, ma fondamentale accorgimento, la personalizzazione dei compagni può dirsi davvero totale e favorire la creazione di squadre squisitamente competitive.
Spedizioni e tornei online
Incalzati circa le novità di rilievo offerte da Monster Hunter Stories 2, Oguro e Tsujimoto risposero ai nostri microfoni che le battaglie cooperative sarebbero state un importante elemento di rottura, nonché una delle componenti fondamentali del pacchetto (qui trovate la nostra intervista al team di Monster Hunter Stories 2).
In effetti, quando abbiamo posto Wings of Ruin sul banco di prova, non abbiamo potuto fare a meno di apprezzarne la rinnovata componente strategica, che proprio grazie al coinvolgimento di un secondo Rider - con tanto di Monstie al proprio seguito - ha "ricalibrato" sia il sistema di combattimento che il livello di difficoltà complessivo, che nel primo episodio dava talvolta qualche grattacapo.
Laddove il capostipite prevedeva delle attività da svolgere online in assoluta solitudine, a nostro avviso è proprio in modalità multiplayer che il combat system del sequel tira fuori gli artigli, specie nel caso in cui i due giocatori abbiano la possibilità di comunicare e aggiornare al volo la strategia da attuare.
Accedendo alle funzioni multigiocatore, che su Nintendo Switch sono disponibili sia in locale che in rete, gli utenti sono infatti liberi di formare squadre di due persone al massimo per affrontare una serie di missioni, i cui obiettivi cambiano in base al grado di difficoltà. Per esempio, le missioni prettamente di caccia fanno sì che due Rider e i loro Monstie vengano catapultati nella stessa Tana di Mostro, al fine di cercare l'obiettivo - solitamente nascosto nelle profondità - e portare a casa un uovo.
Tra l'altro, se le missioni della gilda pongono le squadre contro belve comuni, agevolando il recupero di materiali, spendendo i cosiddette Ticket Spedizione si può invece accedere alle Tane di Mostro Rare, dove le creature incontrate sono sicuramente più coriacee, ma lo stesso discorso si applica ai premi: non a caso, cimentarsi con le missioni co-op è il metodo più rapido, semplice e oltretutto divertente per accumulare esperienza e mettere le mani sulle bestiole più potenti, Draghi Anziani inclusi.
Come nel primo Monster Hunter Stories, Wings of Ruin presenta anche una modalità PvP, che all'occorrenza consente a due amici (o due perfetti sconosciuti) di affrontare altrettanti avversari, o addirittura di prendere parte ad un vero e proprio torneo online. Un sistema alquanto simpatico per mettere alla prova la propria squadra di Monstie, ma anche per confrontarsi con altri Rider e apprenderne le tecniche di lotta.
Se a questo aggiungiamo che, come in passato, le battaglie online permettono di accumulare tanti Tappi di Bottiglia da scambiare con l'apposito NPC, la componente multiplayer diventa insomma uno strumento irrinunciabile per poter potenziare al massimo i propri compagni di avventure e raggiungere vette sempre più elevate.
Che voto dai a: Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin
Media Voto Utenti Voti: 9
8
nd
Altri contenuti per Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin
Monster Hunter Stories 2: le differenze tra il primo e il secondo gioco
Passiamo in rassegna tutte le differenze tra il primo episodio e la seconda incarnazione del JRPG targato Nintendo.
È già trascorso un mese circa da quando Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è atterrato su PC e Nintendo Switch, favorendo la nascita di una nuova generazione di Fantini. Mentre Capcom ha scelto di festeggiare tale ricorrenza pubblicando il secondo Title Update del titolo, che tra gli altri nuovi Monstie ha introdotto il mastodontico Kulve Taroth, da parte nostra abbiamo invece colto la balla al balzo per raccontarvi le principali differenze tra il primo e il secondo episodio del filone Stories, nonché le più interessanti novità che il team di Kenji Oguro (Director) e Ryozo Tsujimoto (Producer) hanno escogitato per migliorare la formula originale del capostipite. Salite dunque in sella ai vostri Monstie preferiti e seguiteci in questo ennesimo viaggio alla scoperta di Wings of Ruin!
La scelta dell'uovo
Come accennato nella recensione di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin e durante l'intervista rilasciataci dagli sviluppatori, è innegabile che la differenza più impattante tra il primo gioco e il suo sequel vada ricercata nel cambio di look.
Laddove lo stile "chibi" del titolo pubblicato a suo tempo su Nintendo 3DS attribuiva ai personaggi un aspetto troppo fanciullesco e non adatto a tutti i palati, il nuovo design adottato in Wings of Ruin ci ha invece regalato dei modelli poligonali ben più affascinanti, longilinei e ricchi di particolari. Ad ogni modo, la nuova creatura di Capcom porta in dote anche degli accorgimenti minori, che nel complesso ci hanno restituito un'esperienza sicuramente più godibile della precedente. Per esempio, i possessori del gioco originale ricorderanno che nel primo Stories era molto difficile intuire dall'aspetto dell'uovo il suo contenuto, in quanto ogni mostro poteva sbucare fuori da quattro uova diverse, i cui pattern erano però condivisi con quelle di altre bestie. Basarios e Gravios, ad esempio, nascevano da uova con striature orizzontali e diagonali, e sebbene fosse abbastanza semplice associare quelle tinte ai due mostri di pietra, capire quale dei due si nascondesse all'interno dell'uovo raccolto era ogni volta una scommessa dall'esito imprevedibile.
Per ovviare al "problema", con Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin si è quindi scelto di assegnare all'uovo di ciascun mostro una tinta soltanto, in modo tale da semplificarne il riconoscimento e fornire ai giocatori più pigri - e per nulla interessati alla componente competitiva - un valido strumento con cui evitare dei "doppioni" potenzialmente fastidiosi.
Pertanto, a questo giro munirsi di un'apposita guida o anche solo fotografare le uova già trovate in precedenza facilita enormemente l'ottenimento delle bestie desiderate. Per di più, se Navirou ha sempre avuto l'abitudine di sottolineare il peso e l'odore dell'uovo raccolto (tratti che indicano la presenza di ottimi geni), la comparsa di un bagliore dai colori dell'arcobaleno subito dopo la selezione dello stesso sta a significare che la bestiolina al suo interno potrebbe possedere qualche raro Gene Arcobaleno.
Un rituale sciamanico più accessibile
Più volte su queste pagine vi abbiamo raccontato che la forza di un Monstie non dipende soltanto dal livello raggiunto e dai suoi parametri di base, ma anche e soprattutto dai suoi geni, ossia le abilità incastonate in una griglia 3x3.
Dopo la nascita, infatti, ogni bestia possiede un certo numero di geni, ma è il giocatore a dover completare la suddetta griglia, sbloccando ove necessario gli slot sigillati con l'aumento di livello o comunque mediante l'uso degli appositi stimolanti, e ricorrendo al cosiddetto Rituale Sciamanico per riempire quelli vuoti (per tutti i dettagli consultate la nostra guida con trucchi e consigli per sopravvivere in Monster Hunter Stories 2). Sacrificando un compagno, il Rider ha la facoltà di trasferire un gene del Monstie donatore a quello ricevente, rafforzando il patrimonio genetico del secondo. Questa meccanica può essere sfruttata per limarne i punti deboli, trasferendo geni che incrementano la resistenza a un dato elemento o tecniche che di norma non potrebbero essere apprese: immaginate, ad esempio, un Rathalos con un'alta resistenza al tuono o all'elemento drago, e magari persino in possesso di attacchi basati su acqua e ghiaccio. Qualcosa che siamo certi farebbe inorridire i puristi del brand di Capcom, ma che al momento di menar le mani può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Già presente nel primo episodio di Stories, al tempo il Rituale Sciamanico aveva però un grosso difetto, in quanto all'utente non era permesso di scegliere dove incastonare il gene selezionato: semplicemente, nel passaggio dal Monstie A al Monstie B l'abilità desiderata conservava la propria posizione originale e non vi era modo di spostarla.
Di conseguenza, non solo alle volte era necessario sovrascrivere uno dei geni già presenti in griglia, ma si verificavano situazioni in cui non era possibile portare a termine il trasferimento. Fortunatamente in Wings of Ruin questa meccanica è stata rivista e i Fantini hanno ora la possibilità di decidere in quale slot piazzare la tecnica donata, facilitando tra le altre cose la realizzazione di file dello stesso colore e di Bonus Bingo. Grazie a questo piccolo, ma fondamentale accorgimento, la personalizzazione dei compagni può dirsi davvero totale e favorire la creazione di squadre squisitamente competitive.
Spedizioni e tornei online
Incalzati circa le novità di rilievo offerte da Monster Hunter Stories 2, Oguro e Tsujimoto risposero ai nostri microfoni che le battaglie cooperative sarebbero state un importante elemento di rottura, nonché una delle componenti fondamentali del pacchetto (qui trovate la nostra intervista al team di Monster Hunter Stories 2).
In effetti, quando abbiamo posto Wings of Ruin sul banco di prova, non abbiamo potuto fare a meno di apprezzarne la rinnovata componente strategica, che proprio grazie al coinvolgimento di un secondo Rider - con tanto di Monstie al proprio seguito - ha "ricalibrato" sia il sistema di combattimento che il livello di difficoltà complessivo, che nel primo episodio dava talvolta qualche grattacapo.
Laddove il capostipite prevedeva delle attività da svolgere online in assoluta solitudine, a nostro avviso è proprio in modalità multiplayer che il combat system del sequel tira fuori gli artigli, specie nel caso in cui i due giocatori abbiano la possibilità di comunicare e aggiornare al volo la strategia da attuare.
Accedendo alle funzioni multigiocatore, che su Nintendo Switch sono disponibili sia in locale che in rete, gli utenti sono infatti liberi di formare squadre di due persone al massimo per affrontare una serie di missioni, i cui obiettivi cambiano in base al grado di difficoltà. Per esempio, le missioni prettamente di caccia fanno sì che due Rider e i loro Monstie vengano catapultati nella stessa Tana di Mostro, al fine di cercare l'obiettivo - solitamente nascosto nelle profondità - e portare a casa un uovo.
Tra l'altro, se le missioni della gilda pongono le squadre contro belve comuni, agevolando il recupero di materiali, spendendo i cosiddette Ticket Spedizione si può invece accedere alle Tane di Mostro Rare, dove le creature incontrate sono sicuramente più coriacee, ma lo stesso discorso si applica ai premi: non a caso, cimentarsi con le missioni co-op è il metodo più rapido, semplice e oltretutto divertente per accumulare esperienza e mettere le mani sulle bestiole più potenti, Draghi Anziani inclusi.
Come nel primo Monster Hunter Stories, Wings of Ruin presenta anche una modalità PvP, che all'occorrenza consente a due amici (o due perfetti sconosciuti) di affrontare altrettanti avversari, o addirittura di prendere parte ad un vero e proprio torneo online. Un sistema alquanto simpatico per mettere alla prova la propria squadra di Monstie, ma anche per confrontarsi con altri Rider e apprenderne le tecniche di lotta.
Se a questo aggiungiamo che, come in passato, le battaglie online permettono di accumulare tanti Tappi di Bottiglia da scambiare con l'apposito NPC, la componente multiplayer diventa insomma uno strumento irrinunciabile per poter potenziare al massimo i propri compagni di avventure e raggiungere vette sempre più elevate.
Che voto dai a: Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin
Voti: 9
Altri contenuti per Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin