Mortal Kombat: cosmogonia del Netherrealm, tra lore e divinità kombattenti

Continuiamo ad approfondire la lore di Mortal Kombat in vista dell'arrivo dell'undicesimo episodio della serie.

Mortal Kombat: cosmogonia del Netherrealm, tra lore e divinità kombattenti
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  • Pochi giorni fa vi abbiamo parlato dei protagonisti di Mortal Kombat 11 e delle fonti d'ispirazione che li hanno generati, non mancando di collegarli ai reami d'appartenenza. Occorre a questo punto chiedersi da dove provengano queste terre e far luce sui cataclismi che hanno plasmato l'universo che le contiene. La fervida fantasia di Boon e compagni ha dato vita a un immaginario con pochi eguali, che - espandendosi di gioco in gioco - non ha mai smesso di evolversi. Daremo quindi spazio agli Dei Anziani, impegnati a combattere la forza inarrestabile dell'Unico, e all'importante ruolo degli Elementali, tentando di far luce al contempo sulla natura di Kronika e Geras, le formidabili new entry. Per ovvi motivi il nostro viaggio non prescinderà dalla timeline originale, che per ora si conferma come la più "generosa" in termini di lore. Senza ulteriori indugi, prepariamoci al confronto con gli Dei, i quali - saggi e onnipotenti - sono pronti a svelare i loro segreti.

    Gli Dei Anziani e la minaccia dell'Unico: un "Mortal Kombat" ancestrale

    Deception ha il merito di aver fatto luce sulla cosmogonia di Mortal Kombat, approfondendo la storia degli Dei e del loro antico nemico, un'entità oscura dal potere infinito. Considerato come il progenitore dei regni, l'Unico condivise la vastità del caos con gli Dei Anziani e, cibandosi della loro essenza, li rese sempre più deboli e sottomessi.

    Ormai allo stremo delle forze, questi forgiarono i leggendari Kamidogu - "strumenti divini" in Giapponese - mediante i quali riuscirono a frammentarne la coscienza. In altre parole, i reami di Mortal Kombat sarebbero delle porzioni di quest'essere, a quanto pare impossibile da eliminare del tutto.

    Stando ad alcune leggende del Regno Esterno, l'esistenza di ogni singolo mortale e di tutte le cose altro non sarebbe che il frutto dei sogni dell'Unico, che svegliandosi ne provocherebbe il collasso. Ciò motiverebbe anche uno dei comportamenti più inspiegabili degli Dei, i quali - pur assistendo alla violazione delle regole stabilite - non intervengono mai nelle questioni dei mortali se non in casi eclatanti: risvegliare la furia distruttrice dell'Unico, d'altronde, è un'eventualità che non possono permettersi.

    Anche nel corso della nuova timeline, nata con Mortal Kombat 2011, sono comparsi solo quando Shao Khan ha dichiarato di voler unificare i regni, benché avesse già violato i termini del Mortal Kombat e compiuto genocidi.

    Sulle orme di TolkienPremettendo che la statura dei due racconti sia imparagonabile, i ragazzi di Midway potrebbero aver tratto ispirazione dal Silmarillion per costruire le basi della lore. Eru Ilúvatar, il Dio di tutte le cose, ha dato vita ad creato Arda (la Terra), dando forma alla canzone degli Ainur, suoi figli. Questi si sono poi tramutati in Valar e Maiar, che potremmo definire come divinità maggiori e minori. Dei secondi fa parte anche Gandalf, il quale diviene una sorta di protettore della Terra di Mezzo. In Mortal Kombat invece, gli Dei Anziani hanno creato i regni frammentando l'Unico, un essere onnipotente. I minori tra loro, gli Elementali, sono diventati protettori di queste terre, camminando tra i mortali. Al pari di Morgoth, il Vala rinnegato, Shinnok perde lo status di Anziano per l'avido desiderio di conquistare i regni. Dopo aver subito una pesante sconfitta, viene esiliato in un luogo infernale, mentre Morgoth - sopraffatto dalle forze di Valinor - viene gettato nel Vuoto. E ancora, nel tentativo di controllare la Terra di Mezzo e i suoi abitanti, Sauron forgia l'anello del potere. Quest'oggetto magico amplifica la forza dell'Oscuro Signore, rendendolo un nemico ancor più pericoloso. Primo fra i Kamidogu, l'amuleto di Shinnok viene creato dal dio caduto per prendere il controllo dei regni e, neanche a dirlo, rende il suo ideatore ancor più potente. Come avrebbe fatto una lunga sequela di smembramenti a ispirarsi alle opere di Tolkien? L'idea alla base di Baraka è nata da Nosferatu, l'iconica pellicola di Murnau, perciò tutto è possibile...

    Oltre a possedere i talenti degli Dei e la facoltà di plasmare la realtà stessa, l'Unico sarebbe dotato di un'abilità tanto insolita quanto temibile, che ne confermerebbe l'immenso potere. Sebbene si trovi da eoni in uno stato letargico, è riuscito a "sussurrare" alle anime dei malvagi, spingendoli nolenti a favorirne il ritorno. L'ossessione di Shao Khan per la conquista dei regni e il piano di Onaga per ottenere i Kamidogu, che contengono l'essenza dell'Unico, sarebbero in realtà dei falsi mantra, come confermato dal finale arcade di Shinnok in MK X. Pur di vendicarsi dei suoi pari, infatti, il signore oscuro conquista tutti i regni e ricostituisce l'Unico, che divora gli Dei Anziani e provoca la fine dell'esistenza.
    Fortunatamente, tralasciando un piccolo problema con l'Armageddon, i custodi dei reami hanno impedito che ciò accadesse, unendo le forze per sconfiggere il male incombente. Dotati di enormi poteri elementali, i protettori camminano e vivono assieme ai mortali, subendo lutti e pagando il prezzo di scelte dolorose. Sono loro ad essere il vero riferimento nel momento del bisogno e non gli Anziani, accostabili piuttosto alle figure di padri e madri assenti. In definitiva, Mortal Kombat non si fa mancare nulla, neanche un antico nemico e delle solide origini. Il mito in sé è molto affascinante, tanto da lasciar intravedere alcuni riferimenti al Silmarillion di Tolkien: per non deviare troppo dal discorso principale, abbiamo preferito parlarne in un box dedicato.

    Il protettore di Edenia e i suoi figli

    Prima di dedicarci alle divinità kombattenti, è bene chiarire alcune cose. Sebbene la loro forza assomigli a quella degli elementali, lottatori come Onaga, Shao Khan e lo stesso Kotal Khan non appartengono alla categoria. Il Re Dragone ha una potenza sconvolgente, capace di intimorire Shao Khan in persona, ma è di fatto un drago. Allo stesso modo, anche se venerato come un dio dal popolo dei Maya, Kotal Khan è l'ultimo degli Osh-Tekk, un'altra delle razze cadute per mano dell'imperatore.

    Fatta la doverosa premessa, partiamo subito da un altro regno perduto, che ha dato i natali a Sindel, Kitana, Jade e molti altri guerrieri. Tra tutti i mondi esistenti, Edenia è di certo quello più simile alla Terra. Il nome dovrebbe lasciar ben intuire l'identità del reame, che rassomiglia proprio al mitico Giardino dell'Eden.

    Bagnato dalle piogge e impreziosito dagli arcobaleni, è ricco di foreste e di fauna, sviluppatasi in piena armonia con gli Edeniani. Questi sono molto simili ai terrestri ma preferiscono ricorrere alla magia, piuttosto che affidarsi al progresso tecnologico. Inoltre, complice la discendenza dagli Dei Anziani, presentano dei tratti somatici armoniosi e invecchiano più lentamente del normale. Pur sembrando una giovincella di vent'anni, la principessa Kitana ne ha ben 10.000, il che - senz'ombra di dubbio - fa della sua relazione con Liu Kang un qualcosa di malsano.

    Tornando seri, Edenia era una monarchia feudale guidata dal re Jerrod e dalla regina Sindel, almeno fin quando Shao Khan non ha deciso di appropriarsene. I lucenti palazzi e la flora rigogliosa sono nulla rispetto alla magnificenza della Piramide di Argus, custodita proprio dal protettore del regno.
    Considerato come il più potente tra gli dei del luogo, Argus è il padre di Taven e Daegon, due figure chiave per la profezia di sua moglie Delia, annunciatrice dell'Armageddon.

    Secondo le visioni della sacerdotessa, i kombattenti avrebbero causato la fine del mondo, un'eventualità che - ancora una volta - ha spaventato gli Dei Anziani. Al fine di impedire una simile catastrofe, Argus ha pensato di eliminare i lottatori, incontrando le resistenze della donna, che non voleva un simile destino per gli innocenti e i valorosi. Da qui gli eventi di Mortal Kombat: Armageddon e la sfida tra Daegon e Taven: il vincitore dello scontro con Blaze avrebbe deciso il fato dei kombattenti, raggiungendo anche lo stadio di divinità.

    Senza addentrarci oltre nella trama del gioco, che in ogni caso ha portato all'Armageddon e all'inizio della nuova timeline, ci limitiamo a dire che i due fratelli non sono tra i personaggi più indovinati della serie. In contrapposizione al fratellastro Rain, il quale sfrutta a piacimento l'acqua, Taven e Daegon controllano il fuoco e possiedono una forza sovrumana.

    Il più giovane però è in grado di teletrasportarsi e arrestare il tempo per un breve periodo, mentre il più attempato è un maestro delle doppie lame. Conosciuti inizialmente coi nomignoli di "Bob" e "Doug", sono tra i pochi kombattenti a non possedere delle Fatality caratteristiche, fatto che di certo ne ha limitato la popolarità.

    Il discorso con Rain è un po' diverso, essendo apparso in forma giocabile in Mortal Kombat 2011 e come NPC durante la campagna di MK X. In origine pensato come un joke character in stile Noob Saibot - il nome proviene da "Purple Rain" di Prince - ha fatto il suo debutto in Ultimate Mortal Kombat 3 come figlio di un generale imprecisato.

    Scoperta la sua vera natura in MK: Armageddon, questi si autoproclama principe di Edenia, iniziando a indossare oggetti regali. Rain ha la facoltà di scatenare violente tempeste, potendo controllare sia l'acqua, sia il vento e non ha nulla da invidiare ai più forti lottatori in circolazione: in soldoni, il suo arrivo in MK 11 tramite DLC non è solo possibile ma è anche auspicabile.

    Raiden e Fujin: signori degli elementi e protettori della Terra

    Antico gioiello del cosmo al pari di Edenia, la Terra è il bersaglio dei malvagi per eccellenza. Per tutelarne gli abitanti, gli Dei Anziani hanno ordinato a Raiden e Fujin di proteggerla, assieme a un altro manipolo di divinità elementali. Per rafforzarne ulteriormente le difese, il dio del tuono ha pensato di allenare i suoi discepoli al Tempio della Luce Shaolin, supportando gli schieramenti delle Forze Speciali e del Lin Kuei.

    A differenza del nostro amato pianeta azzurro, gli umani non sono stati i primi esseri evoluti ad abitarlo, un ruolo che invece spetta ai Sauriani. Discendenti dei dinosauri hanno dovuto lasciare la propria casa per scampare all'antica guerra tra Raiden e Shinnok, che arrivò a un passo dal distruggere la Terra. I Sauriani si stabilirono nel reame di Zaterra, pensando di aver superato la crisi ma purtroppo vennero trucidati da Shao Khan.

    Reptile è uno degli ultimi Sauriani rimasti in vita e, similmente a D'Vorah, ha scelto di servire l'imperatore per evitare la morte. Tornando a noi, gli umani di Mortal Kombat appaiono distanti dal mondo magico - a eccezion fatta di Sub Zero, Liu Kang e pochi altri - ma in compenso sono dotati di tecnologie avveniristiche. Tra le tante dottrine religiose spicca il Buddismo, praticato dal grande Kung Lao e i suoi discendenti, i quali - se non ci fossero così tante minacce - dedicherebbero molto del proprio tempo alla meditazione.

    Non sappiamo se in Mortal Kombat esista un personaggio più amato di Raiden. Secondo le credenze Shintoiste, il demone Raijin è capace di scatenare il fulmine ogni qualvolta fa suonare il suo tamburo, quindi la sua influenza nella creazione del kombattente è molto probabile. Per quanto concerne l'aspetto, invece, Raiden è basato su di un celebre nemico di "Grosso Guaio a Chinatown", la famosa commedia action di John Carpenter: parliamo di un membro delle Tre Bufere, il quale possiede l'abilità di controllare i fulmini e indossa un cappello molto simile a quello del protettore.

    In origine doppiato da Jon Hey, un semplice impiegato di Midway, è passato alla storia anche per il famoso "Ouribabaree", l'urlo di battaglia che precede il suo Electric Fly (in gergo mossa alla Superman). I fan credevano che fosse una parola in Giapponese ma John Tobias ha smentito la cosa, svelando l'origine insensata del vocabolo. Il dono della preveggenza e la capacità di guarire gli alleati, impallidiscono dinanzi alle oltre 750 forme di Jujitsu che conosce, che - unite all'arte del Bojutsu - lo rendono un asso del Mortal Kombat.

    Asceso ai cieli come Dio Anziano, Raiden ha preferito tornare sulla Terra per aiutare i suoi protetti, sacrificando la propria vita per tentate di fermare Onaga. Ricostituitosi nella forma oscura dopo il violento scontro, ha provato a evitare l'Armageddon, mandando un messaggio al suo sé del passato per avvertirlo della minaccia. Durante la nuova timeline ha sacrificato la sua integrità per eradicare il pericolo

    di Shinnok, assumendo nuovamente la forma oscura. Col sovrapporsi delle linee temporali e le macchinazioni di Kronika, non vediamo l'ora di assistere allo scontro tra Raiden buono e il suo opposto.

    Descritto come "il fratello di Raiden" nella guida di Mortal Kombat 4, Fujin ha fatto la sua prima apparizione in Mythologies: Sub Zero, mostrando i suoi poteri da divinità del vento. Durante il periodo da Dio Anziano di Raiden, ha preso il suo posto come protettore della Terra, combattendo valorosamente contro Shinnok e i suoi adepti. Ispirato a un dio Shintoista, col quale condivide anche il nome, è alto, muscoloso e porta i capelli raccolti in una lunga coda.

    Neanche a dirlo, Fujin è in grado di levitare, manipolare i venti e scagliare dei mini tornado sugli avversari, i quali - storditi - vengono raggiunti da poderose scariche di colpi in un baleno. Dando prova di superare anche i campioni di questa pratica (Marston e Arthur Morgan), riesce a scuoiare i nemici con potenti raffiche di vento e senza l'aiuto di alcuna lama. Scherzi a parte, nonostante sia apparso brevemente in Mortal Kombat X come NPC, vorremmo vederlo arrivare in MK 11 tramite DLC, forte delle possibilità ludico-visive garantite dall'Unreal Engine 4. Del resto, siccome gli sviluppatori hanno rivelato che non ricicleranno i Kombat Pack, Fujin potrebbe costituire una delle scelte più sensate.

    Shinnok: l'avvelenatore di regni

    Tralasciando il reame dell'Ordine e il suo caotico opposto, che non hanno mai brillato per rilevanza all'interno della serie, giungiamo agli ultimi due regni principali di Mortal Kombat. Pensata come una terra scossa da continui tumulti, complice l'unione incontrollata con altri reami, il Regno Esterno è morfologicamente vario e comprende ampie zone desolate, dense foreste animate da mostri e altri posti non adatti a trascorrere una vacanza.

    In esso vi è ormai anche il regno perduto di Edenia, la cui magnificenza si contrappone al tempio oscuro di Onaga. Ne consegue che sia abitato da una moltitudine di razze, in eterna lotta tra loro perché accostate in modo forzoso e innaturale. Per intenderci, benché il maestro Bo' Rai Cho sia nativo del Regno Esterno, questo ospita anche i Tarkatan, gli Edeniani, gli Shokan, i Centauriani, i Vampiri e gli Osh-Tekk, per citarne alcuni.

    Nuova patria di Shinnok e mondo più oscuro di qualunque altro, il Regno Occulto è l'analogo del nostro Inferno. Rassomigliante a un continente disseminato di vulcani e pozze di lava, accoglie le anime dei dannati, affinché possano soggiornarvi nel modo peggiore possibile: lo stesso Shujinko di Deception ha assistito a una "sagra del rogo", durante la quale i dannati venivano arsi vivi per la gioia degli astanti. Abitato da entità maligne e dai demoni Oni - ispirati alle creature del folklore nipponico - presenta ben poche entrate e ancor meno uscite (per ovvi motivi).

    Le sue rocce e strutture sono memori di tempi antichissimi e della caduta di Shinnok, voluta dagli Dei per porre fine alla sua superbia. Fallita la conquista della Terra, egli non ha fatto altro che spodestare Lucifero, prendendone il posto assieme a Quan Chi, suo generale e fedele suddito. A tal proposito, è stato proprio lo stregone a generare gli altri abitanti del regno, quei Revenant capitanati da ex eroi come Noob Saibot, Kitana e Liu Kang.

    Pur non avendo alcuna corrispondenza diretta con la mitologia, il nome di Shinnok sarebbe composto da "Shin" (dio o spirito in Giapponese) e "nok", che proverrebbe dal Latino "nox", notte. Eterna nemesi di Raiden e, forse, la più grande minaccia mai affrontata dai kombattenti mortali, Lord Shinnok ha già fatto bella mostra di sé all'interno della nuova timeline e, ne siamo certi, sarà uno dei personaggi giocabili di Mortal Kombat 11.

    Corrompendo il Jinsei, fonte di potere del Regno della Terra, ha quasi eliminato Raiden e avvelenato il pianeta, rafforzandosi oltre ogni immaginazione. Nella sua forma demoniaca, amuleto incluso, è un nemico praticamente inarrestabile, capace di mettere in ginocchio anche il lottatore più esperto. Sebbene all'apparenza sembri più debole di Shao Khan, è in realtà un mago formidabile, in grado di assumere le mosse e le sembianze di qualsiasi kombattente.

    Vederlo eseguire il peto di Bo' Rai Cho potrà anche essere "out of character" ma di certo fornisce un'idea chiara di chi egli sia. Forse a causa della permanenza nel Regno Occulto, la sua pelle è diventata bianco cadavere, rendendolo - di fatto - il preciso "negativo" dei lucenti Anziani. Secondo l'opinione del sottoscritto, il più grande potere di Shinnok è legato alla sua capacità di concepire piani machiavellici, che prevedono l'inconsapevole partecipazione di despoti, l'annessione di interi regni e - inutile dirlo - massacri a tutto spiano: nelle sue macchinazioni è a tratti visibile il genio ancestrale dell'Unico.

    I custodi del tempo: le nuove leve di Mortal Kombat 11

    Mortal Kombat 11 potrebbe essere il primo capitolo a introdurre una nuova tipologia di dei: i custodi del tempo. Sin dalla comparsa di Kronika, Geras e un'imprecisata spalla di sesso femminile, i giocatori hanno cominciato a interrogarsi sulla loro natura, dando vita ad accesi dibattiti.

    Piuttosto che fare ipotesi campate in aria, sarebbe meglio raccogliere gli indizi che il buon Ed ci ha lasciato, a partire dalle poche parole dell'affabile Geras. Scontrandosi con Raiden nel trailer di debutto ha detto di non temerne in alcun modo il potere. D'altronde ha mostrato di poter riavvolgere il tempo, fatto che gli garantisce una sorta di immortalità. A Scorpion invece confessa di diventare più saggio e intelligente a ogni dipartita, dichiarazione che ben si sposa con le sue origini: nell'Antica Grecia, infatti, Geras era il dio della vecchiaia, raggrinzito e stanco ma esperto e saggio.

    Rinato almeno un miliardo di volte (letteralmente), può controllare anche la sabbia e ha una forza sovrumana, come ben dimostra la sua Fatality: eseguendo "Phasing Through Time" riesce a sparar via il cervello dal cranio di un nemico con il solo palmo della mano. Tra un teletrasporto e un freeze temporale può anche rigenerare sé stesso, ricostituendo le parti del corpo danneggiate.

    Ma quindi qual è la natura di Geras? La risposta potrebbe essere un po' diversa da ciò che ci si aspetterebbe. Sebbene egli sia un kombattente d'inusitata potenza, resta in una condizione di sudditanza rispetto a Kronika. Inoltre quando viene ferito perde una strana sostanza blu, la stessa che pare celarsi sotto al teschio dorato che ha incastonato sul petto: in altre parole, potrebbe trattarsi di un costrutto realizzato da Kronika, impossibilitato a morire perché generato dal suo immenso potere.

    Primo boss femminile della serie, Kronika è la custode del tempo e si definisce "architetto del destino dell'universo". In effetti può manipolare gli equilibri spazio-temporali e provocare le convergenze del passato e del presente, in modo da cercare nuovi alleati in entrambe le timeline.

    Non conosciamo le sue abilità in combattimento ma non abbiamo dubbi sul fatto che siano fuori dal comune. Di certo nutre un astio malcelato nei confronti di Raiden, colpevole di aver "destabilizzato l'equilibrio della storia". In definitiva, crediamo possa essere un'entità ancestrale, forse più antica degli Dei Anziani stessi. Che abbia una qualche relazione con l'Unico? Non vediamo l'ora di scoprirlo.

    Mortal Kombat 11 In sede abbiamo dato uno sguardo alla cosmogonia del mondo di Mortal Kombat, viaggiando nel tempo per assistere allo scontro tra gli Dei Anziani e l'Unico. Quest'evento ha causato la nascita dei mondi che conosciamo, i teatri delle guerre che hanno segnato la trama di ciascun capitolo. Dopo aver fatto tanta strada, incontrato i protettori dei regni e il male in persona, speriamo ardentemente che Kronika possa arricchire ancor di più una lore già di per sé affascinante, baciata dai miti e plasmata da un team di creativi che non ha mai cessato di stupire.

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