I mostri di Resident Evil 4 Remake: Ganados, Regeneradores e altre bestie

Scopriamo gli abomini generati dalle Plagas nel remake di Resident Evil 4, che ha modernizzato l'iconico bestiario del gioco Capcom uscito nel 2005.

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  • Un bestiario pieno di orride minacce è cosa fondamentale nella serie di Resident Evil dal suo esordio, per alimentare sgomento e sorpresa grazie a un calcolato crescendo di abomini imprevedibili. Come dicevamo nella nostra recensione di Resident Evil 4, il remake mantiene in parte quella sfrenata e già più che ispirata sfilata di mostri partorita dall'originale, talvolta variando con sottigliezza per negare un sentimento di sicurezza in chi ben conosce il videogame del 2005, altre stravolgendo oppure aggiungendo, addirittura sottraendo. Tuffiamoci nell'incubo con una rassegna dei principali nemici che popolano la Spagna rurale di questo nuovo ed eccellente rifacimento di casa Capcom.

    I Ganados

    "Ganado" in spagnolo può significare "vinto" e "conquistato" oppure "mandria" e "bestiame"; si tratta di accezioni che corrispondono entrambe alle orde di invasati che si muovono in adorazione mistica e in laborioso affanno per le strade sporche e dissestate del villaggio, i membri di un popolo sconfitto e ridotto a un gregge involontario di salmodianti e minacciose pecore assassine.

    Se le osserviamo a distanza di sicurezza, queste persone spiritate sembrano mimare quotidiane attività contadine o religiose, sostando o muovendosi lente tra i resti urbani della loro vita distrutta dalle aristocratiche, folli mire egemoniche di Lord Saddler. Ma questa imbambolata fissità non è che un'illusione, perché quando ci avvistano o persino quando suppongono che siamo nei dintorni, cominciano ad agire con una furia micidiale e non dissennata, ma organizzata e per questo letale.

    Era ipotizzabile che, considerata l'evoluzione tecnologica dal 2005 ad oggi, le folle contadine, clericali o para-militari dei Ganados avrebbero agito con più "intelligenza" nel remake, sebbene anche nell'originale non fossero così ottuse, almeno per chi ricordava gli zombie lenti e romeriani dei precedenti episodi di Resident Evil, talvolta smarriti in dementi "loop" che li rendevano una facile vittima dei nostri pochi proiettili. Talvolta. Tuttavia nel rifacimento brillante della seminale opera di Shinji Mikami, i Ganados dimostrano un'intelligenza di branco sconvolgente una volta aizzati. Questi avversari si raggruppano e non a caso, procedono mandando avanti un tizio barbuto con un forcone mentre da dietro ci lanciano rudimentali ordigni, cercano di circondarci, di afferrarci alle spalle.

    Talvolta si ha l'illusione ( o è vero?) che essi sacrifichino i membri meno offensivi della loro sventurata masnada affinché Leon possa scaricare la pistola su di loro e gli altri lo possano cogliere indifeso mentre carica l'arma. I nuovi modelli di questi logorroici e ossessivi Ganados non differiscono in maniera drastica dall'originale ma risultano meno mostruosi mantenendo con più evidenza il ricordo della loro umanità perduta, risultando quindi più spaventosi e persino più orribili.

    Particolarmente nefaste per il giocatore, almeno durante i primi capitoli "bucolici", sono certe anziane signore che si muovono sempre arzille nella vece di cani da guardia, giocando con Leon a un orripilante nascondino. Un loro urlo gracchiante ed ecco scatenarsi tutta l'infelice combriccola alla quale sono state aggiunte nuove, terribili forme che rimandano appunto alla bestialità a cui allude la seconda accezione di Ganado.

    Oltre all'infame e già nota famiglia della motosega dal viso maciullato celato da sporchi panni, ci sono infatti due nuove tipologie di invasati mascherati: uno di questi copre il viso con i resti di un cranio bovino decollato, sia esso di una mucca o di un toro; l'altro invece con quello di un suino, ricordandoci con angoscia la perfida figura del notevole e troppo dimenticato Manhunt di Rockstar, anche se la maschera bestiale di Resident Evil 4 Remake ricorda più quella di un cinghiale . I "bovini" si fanno largo metodici e implacabili tra i compari con spietata determinazione omicida e sovente sono armati di un grosso martello. Quelli in guisa di porco sono invece dotati di una mitraglietta da braccio e può inizialmente sembrare che non abbiano una mira da cecchini, ma non è così scopriremo a nostre spese. Il Ganados suino e mitragliatore ha sostituito una figura difficile da dimenticare dell'originale, ovvero un imponente soldato dal berretto rosso armato di una reboante "gatling gun" che accoglieva il giocatore con i suoi spari incessanti uno volta sbarcato sull'isola.

    I Ganados "clericali" che incontriamo nel castello sono quasi invariati nella loro monacale veste ma qui oltre ad essere più veloci dimostrano di ospitare una nuova forma di parassita nel momento in cui questo esplode dai resti martoriati del cranio: questa Plaga è più grande di quella che di solito erutta dagli altri Ganados e ha la spiacevole peculiarità di attaccarsi al soffitto per poi offendere Leon con un attacco subito letale, almeno in modalità "estrema".

    Da segnalare, per antipatia e malvagità tra questo malvagio ordine clericale, c'è il ricorrente "cardinale" (per via delle vesti rosse) che qui ha la peculiarità di smuovere simultaneamente la fuoriuscita del parassita dalle sue orde con un musicale salmodiare di oscene preghiere. Tornano le mutazioni antropomorfe estreme in forma "smagliante", come il lento ma devastante El Gigante e gli irascibili Garrador, energumeni artigliati e non vedenti, anche questi migliorati con particolari visivi e sonori agghiaccianti.

    Regeneradores, Iron Maiden e le altre bestie

    Chiunque abbia già esperito questa grandiosa avventura del terrore inventata da Mikami si ricorda con timore e raccapriccio i più che disturbanti Regeneradores, mutazioni nate da indicibili esperimenti. Flaccide, glabre e lente solo in una maniera illusoria, queste creature si possono uccidere identificando i loro parassiti all'interno del corpo, utilizzando un visore termico in momenti d'azione che muovono al panico chi gioca. Il primo di questi Regeneradores che incontriamo è convenzionale, quindi defunge finalmente quando eliminiamo a fatica le sue tre Plagas.

    Dopo tuttavia Capcom ci fa una sorpresa: buttiamo giù tremanti ed esaltati il mostro ed ecco che questo sembra esplodere. Sembra, appunto, perché poi si ricompone e si trasforma in un'altra creatura che invece nell'originale era distinta, ovvero nel cosiddetto Iron Maiden dal corpo capace di proiettare lunghe punte, come il suo medievale e metallaro soprannome suggerisce, e con le braccia che si allungano per afferrarci in un obbrobrio di elasticità.

    Questa metamorfosi sorprendente è quasi una sintesi di tutta la ritmica fenomenale di Resident Evil 4, costruita tramite accelerazioni continue, insostenibili in maniera magnifica e solo talvolta intervallate da illusorie boccate d'aria fresca, che precedono un nuovo incubo.

    Tranne qualche vacca denutrita, le utili trote, i sordidi maiali, i corvi, le serpi, i ratti e le galline (guai a irritarle) l'unica bestia benevola di Resident Evil 4 è ancora il bianco lupo che possiamo salvare da una tagliola, che quando il gioco originale uscì sembrava alludere al venturo Okami. Gli altri canidi sono invece ridotti a bestiacce rognose e spaventose, soprattutto quando si muovono veloci nella notte piovosa.

    Nel remake i cani infetti hanno un'apparenza ancora più mostruosa che nell'originale, vantando zanne dalla dimensione iperbolica e un raggio d'azione imprevedibile, davvero bestiale. L'acquatica creatura Del Lago potrebbe essere equivocata con un pesce, e la si caccia come tale con la perizia di un arpionatore in Moby Dick, ma non lo è affatto, trattandosi di una sorta di salamandra mutata.

    Nel Remake questo mostro natante ricorda anche la forma enfiata di una sanguisuga. E poi ci sono gli insetti - i Novistador - che nell'esperienza moderna ci sono parsi più grandi, ronzanti e pericolosi rispetto all'originale, soprattutto nel terrificante segmento della Sala da Ballo, dove il loro sciamare sembra non cessare mai, al pari delle imboscate che tendono al protagonista quando si mimetizzano con l'ambiente circostante.

    Di armature animate e aberrazioni totali

    Una "bella" novità del Remake consiste in una nefasta reinterpretazione horror-cavalleresca delle armature fantasma del gotico cinematografico che qui rimanda persino in maniera sinistra, solo una sfocata ma affascinante corrispondenza, a Ghouls & Ghosts, con le sue corazze mosse da una melma. Le armature animate sono presenti anche nell'originale ma lì permangono immobili, pronte solo a colpirci con la loro spada e sono evitabili tramite un "quick time event".

    In questo viaggio modernizzato invece sono assai più minacciose perché si possono muovere, ci braccano celando il loro parassita sotto l'elmo da dove trabocca disgustosamente solo quando ferito. Sono deboli alla luce come tutte le forme di Plagas, e la loro presenza arricchisce (di terrore e divertimento) il segmento in cui controlliamo Ashley. Tra gli innumerevoli e quasi indescrivibili nemici formidabili e abominevoli che si affrontano durante le boss fight, nel Remake manca U-3, una chimera tra rettile, insetto ed essere umano. Chissà forse U-3 farà la sua comparsa nell'espansione dedicata ad Ada, perché è inspiegabile la sua assenza, considerato il suo fascino mostruoso. Permangono gli altri, dall'orrida versione mutata di Mendez, i cui movimenti risultano nella nuova forma ancora più schifosamente realistici, fino d un Ramon ancora più inquietante anche nella sua dimensione umana, con un viso da "nonna psicopatica" da horror anni '70. Riuscito come motore di suspense è l'implacabile (tranne dal ghiaccio) Verdugo che bracca Leon nell'attesa infinita di un ascensore.

    Senza nulla togliere al definitivo Saddler mutato e sublimato in terrore lovecraftiano e agli altri suoi sottomessi, il boss più riuscito del remake di Resident Evil 4 è Krauser, il soldato traumatizzato e impazzito che ci costringe a un indimenticabile combattimento che si prolunga per più fasi, fino alla sua mutazione.

    Qui, opponendoci alle sue braccia abnormi e deformi, lotteremo per la vita con un'enfasi e una strategia a base di lame memore dell'addestramento militare di Leon, portato avanti sotto lo sguardo vigile del maggiore.

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