Speciale NBA 2K16: La perfetta sinergia

Abbiamo messo le mani sulla versione PC dell'ultima grande simulazione cestistica di Visual Concepts: lo straordinario comparto tecnico viene esaltato a tal punto da diventare parte essenziale del gameplay.

Speciale NBA 2K16: La perfetta sinergia
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Il giorno in cui scelsero di chiamarsi "Visual Concepts", i ragazzi del celebre team californiano, in tutta probabilità, non erano davvero consapevoli dell'importanza che quei "concetti visuali" avrebbero avuto nella loro carriera, né tantomeno degli incredibili traguardi videoludici che avrebbero raggiunto grazie ad essi. Perché sì, insomma, nel tempo si sono dimostrati un gruppo affiato e ben assortito di sviluppatori, ingegneri e designer, consapevoli che i migliori risultati si possono ottenere solamente solcando scenari alternativi e puntando sulle idee più innovative: ma in quanti avrebbero scommesso che il loro modo di creare una perfetta sinergia tra il comparto tecnico ed il gameplay, tanto da rendere il primo un elemento essenziale per fare funzionare il secondo, si sarebbe evoluto così tanto da arrivare a dominare il campo delle simulazioni sportive, annichilendo persino i ben più blasonati brand di FIFA e Pro Evolution Soccer. Eppure eccoli lì, con il loro NBA 2K16 sul piedistallo: inarrivabili dalla concorrenza (NBA Live non ce ne voglia), premiati dalle recensioni unanimi della stampa internazionale, e acclamati dagli appassionati di basket perché, almeno loro, sono riusciti a rendere il motto "feel the game" un dogma imprescindibile del loro ultimo grande capolavoro. Ebbene, dopo le 400 ore passate in compagnia del suo predecessore, abbiamo messo finalmente le mani sulla versione PC di NBA 2K16, e quella che segue è una breve e circostanziata analisi dello straordinario comparto tecnico che anima il titolo.

    Learn to play

    Prima di avventurarci nella disamina delle migliorie introdotte in questo nuovo capitolo, vorremo spendere qualche riga sugli aspetti meno riusciti della produzione. Anche quest'anno, purtroppo, i ragazzi di Visual Concepts non sono riusciti a realizzare un menu principale e delle interfacce al passo con il minimalismo e l'immediatezza espressa da altri sportivi, FIFA in primis. Nessun menu a "mosaico", quindi, per tenere sotto controllo tutti i contenuti principali di gioco. tutte le volte che vorremo spulciare appena sotto la superficie contenutistica, che sia per analizzare la tabella con le statistiche dei team o per importare il roster ufficiale aggiornato, dovremo attraversare qualche menu o schermata di troppo, con annessi alcuni caricamenti e salvataggi. Nulla che mini la bontà del titolo, ci mancherebbe, ma si tratta di un difetto storico che ci auguriamo possa essere finalmente sistemato già nel prossimo capitolo. Quello che invece delude enormemente è l'assenza di un tutorial in-game (presente in altre edizioni), che sarebbe stato una manna dal cielo per tutti i giocatori alla loro prima esperienza con la serie; tra l'altro, specialmente quest'anno, un tutorial non sarebbe dispiaciuto nemmeno ai giocatori più esperti, dato che i comandi sono stati riconfigurati con l'aggiunta di nuove opzioni di passaggio. Gli unici consigli di gioco vengono forniti attraverso quattro striminziti video; davvero poca cosa rispetto alla profondità sconfinata del sistema di controllo e delle dinamiche offerte dal gameplay.


    The great show

    Accantonati gli aspetti più deboli, possiamo finalmente sondarne le caratteristiche più succose e brillanti dell'ultima fatica di Visual Concepts, e lo facciamo partendo dalle piacevoli riconferme rispetto all'edizione 2K15. Anche quest'anno il team di sviluppo si è speso duramente per restituire una fedeltà nei volti e nelle espressioni facciali degli atleti davvero ai limiti del realismo, andando anche a migliorare gran parte delle incertezze registrate nella riproduzione dei volti degli atleti ritenuti "minori", che non avevano ricevuto un trattamento lontanamente paragonabile a quello riservato alle "superstar". Certo, persiste la presenza di alcuni volti con texture e mole poligonale inferiori, soprattutto con quegli atleti che non si sono prestati per le sessioni di "scan facciale" tenute da Visual Concepts con tutte le squadre NBA, ma la situazione è sicuramente migliorata rispetto al passato. Questo livello incredibile di realismo, comunque, è apprezzabile soprattutto nella modalità "My Carrier" (quella diretta dal regista Spike Lee), dove il motion capture di attori in carne ed ossa, unito alla bontà dei modelli poligonali e delle texture, creano un effetto visivo che rasenta davvero quello di una vera serie TV.

    Ma che cosa sarebbe NBA 2K senza tutti gli elementi di cornice che concorrono ad esaltare pienamente lo spirito del grande evento americano? La risposta è semplice: la metà di quello che rappresenta oggigiorno. Ecco perché, anche quest'anno, sono state investite grandi risorse creative per cercare di riprodurre nel migliore dei modi le introduzioni spettacolari delle partite NBA, adottando anche il nuovo incredibile sistema di "proiezioni" sul campo che animano i parquet degli stadi già dallo scorso anno. Anche il gruppo delle cheerleader ha subito notevoli migliorie, con coreografie ben più ricche di animazioni e diversificate egregiamente tra un periodo e l'altro, senza contare le piccole asincronie tra le ballerine, che rende ancora più realistico il quadretto. Continua, inoltre, la tradizione degli eccezionali collegamenti allo studio virtuale di "2K Sports", in compagnia del leggendario Shaquille O'Neal e di Ernie Johnson, oltre che della nuova aggiunta Kenny Smith, che quest'anno si occuperanno di commentare anche il finale di partita (oltre che il pre-partita e l'intervallo) e di eleggere il migliore giocatore del match. Insomma, il lavoro di finitura è stato così meticoloso e profondo da rendere il gioco una vera e propria simulazione di tutte le componenti che animano il celebre evento americano.

    Una questione di fisica, e di fisico

    È quando si assapora il parquet dei campi da gioco, tuttavia, che NBA 2K16 tira fuori il meglio di sé. Esattamente come lo scorso anno, gran parte delle meraviglie tecniche saggiate in partita sono state possibili grazie all'Eco-Motion Engine di Visual Concepts, cui spetta l'onere di gestire i movimenti di ogni atleta sul campo, e quindi tutte le animazioni e i raccordi tra una mossa e l'altra, in presenza di altri giocatori intorno a lui, così che ogni azione di gioco restituisca il feeling di una vera partita NBA, oltre che migliorare notevolmente la resa complessiva del gameplay. In NBA 2K16 l'Eco-Engine è stato migliorato ulteriormente, dicendo addio a gran parte delle animazioni scriptate che si vedevano in NBA 2K15, specialmente nelle conclusioni in corsa verso il canestro, dove spesso veniva letteralmente ignorato qualsivoglia intervento difensivo. Ora, invece, quando un giocatore si lancerà con veemenza verso il canestro, magari per effettuare un layup o una schiacciata, il suo corpo reagirà in maniera differente in base alla presenza sulla sua traiettoria di uno o più giocatori, adattandosi in tempo reale a tutto ciò che gli si oppone. I passi avanti, comunque, non sono mancati nemmeno nella gestione della corporatura degli atleti, che quest'anno può vantare una vera e propria differenziazione dei giocatori anche nella lunghezza delle braccia e nella larghezza delle spalle, da affiancare alle canoniche statistiche di altezza e peso. Grazie a queste due modifiche apparentemente solo estetiche, sono state valorizzate tutte le specificità atletiche dei giocatori virtuali, così che possano rappresentare ancora più fedelmente le loro controparti reali. Dwight Howard, ad esempio, forte delle sue spalle poderose, in NBA 2K16 riuscirà a garantirsi un margine di spazio superiore durante i movimenti in "post" e tutte le conclusioni ravvicinate al canestro, costringendo gli avversari a commettere fallo molto più spesso. Allo stesso modo, Kawhi Leonard, famoso per l'estensione delle sua braccia e delle sue mani, quest'anno avrà un piccolo vantaggio durante i tiri in sospensione, oltre che essere più abile nell'intercettare i passaggi degli avversari. Insomma, la forza di un giocatore non si troverà solamente nel valori delle sue skill, ma sarà anche determinata dalla sua corporatura, esattamente come avviene nella realtà. L'ultima grande nota di plauso va riservata all'incredibile fisica del pallone, che quest'anno reagisce in maniera spaventosamente realistica nelle collisioni con il ferro o il tabellone, eludendo l'effetto "calamita" nei rimbalzi e nelle palle vaganti che si verificava lo scorso anno. Inoltre, grazie alla nuova gestione fisica della palla e del suo peso, assisteremo più spesso ai cosiddetti "in & out", ovvero quando la palla ritorna fuori dalla retina per colpa di un rimbalzo con il ferro, e a nuove tipologie di tiro, tra cui quelle più arcuate, utili ad eludere il difensore che prova a stoppare la palla.

    Concludiamo la nostra analisi parlandovi delle prestazioni registrate in-game. Nonostante l'aggiunta di qualche nuovo filtro (mappa dinamica ambientale, effetti volumetrici, livello di dettaglio di peli e capelli), NBA 2K16 si avvale della stessa buona fluidità dell'edizione passata, rimanendo ancorato ai 60 FPS (con anti-aliasing settato a 4) nella maggior parte delle situazioni, con qualche strano rallentamento solamente durante l'introduzione dei quintetti ad inizio partita; per questo bisognerà aspettare una patch correttiva. Globalmente, comunque, il titolo è tecnicamente eccelso, ricco di centinaia di nuove dettagliatissime animazioni e con una fisica mai vista prima in una simulazione sportiva. Tutti elementi che esaltano la perfetta sinergia raggiunta dai ragazzi di Visual Concepts tra il comparto tecnico ed il gameplay, e che fanno di NBA 2K16 uno dei migliori videogiochi sportivi mai realizzati.

    NBA 2K16 Non sono bastate le sbavatura nella "trama" della modalità My Carrier o nelle interfacce di gioco per macchiare la straordinaria edizione 2K16 del simulatore cestistico ideato da Visual Concepts. Il team californiano quest'anno si è davvero superato, introducendo una ricca serie di migliorie tecniche capaci di mutare radicalmente la resa simulativa del gameplay. Dalla cornice degli stadi alla fedeltà dei volti dei giocatori, passando per le migliaia di animazioni che guidano sul campo di gioco le gesta atletiche dei giocatori, NBA 2K16 è una perfetta celebrazione della grande sinergia che può esistere in un videogame tra il comparto tecnico ed il gameplay. Sarà davvero difficile per Visual Concepts potersi replicare in futuro; eppure siamo quasi certi che il prossimo anno saremo ancora qui a raccontarvi della migliore simulazione sportiva esistente.

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