New Super Mario Bros U Deluxe: quando Mario riscoprì le due dimensioni

La serie New Super Mario Bros è l'anello di congiunzione fra modernità e tradizione dei platform di Mario e Luigi. Ne ripercorriamo le tappe e i successi.

New Super Mario Bros U Deluxe: Ritorno al 2D
Speciale: Nintendo Switch
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  • Switch
  • In principio la terra era piatta. Aspettate, non siamo impazziti: semplicemente, è l'immagine che ci balza in testa quando pensiamo alle origini del famigerato Regno dei Funghi, quello strano mondo che ha ospitato spesso e volentieri le gesta del prode Mario e di tutta la sua combriccola. Le due dimensioni e lo scorrimento orizzontale di Super Mario Bros sono stati i cardini per definire non soltanto l'identità di uno dei personaggi simbolo del Videogioco, ma anche le regole di uno dei generi - il gioco di piattaforme - più prolifici dell'industria, almeno fino alla conclusione degli anni Novanta. Un decennio, quest'ultimo, che ha rappresentato anche il palco di una rivoluzione linguistico-strutturale imponente, che l'idraulico italo-giapponese non ha rinunciato a promuovere prima di tutti i suoi congeneri.

    Super Mario 64, classe 1996, è stato il primo titolo ad aver guidato il platformer (in generale) e la serie di Mario (nello specifico) tra le onde della grafica 3D e della profondità di campo liberamente esplorabile. Accantonata la classica progressione da sinistra a destra, la nuova formula permise per la prima volta all'eroe baffuto di sgambettare fra stage finalmente "aperti", e in più di scoprire un'elasticità muscolare superiore ad ogni aspettativa, poi ulteriormente esasperata con l'arrivo di Super Mario Sunshine. Insomma, agli albori del terzo millennio il futuro di Mario sembrava tracciato, esclusivamente -e irreversibilmente- proiettato verso la scoperta di spazi virtuali sempre più vasti e meno ingabbiati da un avanzamento rigido e lineare. Salvo il fatto che nel 2006, come se niente fosse, Nintendo estrasse dal cilindro tale New Super Mario Bros. Che al futuro, a prima vista, sembrava preferire di gran lunga il passato.

    Idraulico ibrido

    La verità è che quell'episodio per Nintendo DS al futuro in effetti guardava, ma in una maniera diversa da come sarebbe stato normale aspettarsi. Dopotutto, in un modo nemmeno così estraneo alle abitudini della casa di Kyoto: vale a dire giocherellando con ciò che del platform "mariesco" già esisteva e, nel contempo, con il desiderio di toccare le corde emotive di quanti più ammiratori del personaggio possibile.

    In altre parole, cercando d'intercettare il gusto di tutti, ma proprio tutti i fan di Mario, a prescindere da quali fossero i loro trascorsi con il franchise. Mica una bazzecola, considerando che l'epopea del saltatore ha saputo coinvolgere videogiocatori di ogni risma, dai gamer della domenica ai platformisti irriducibili, da chi si è ritrovato col pad in mano solo in giovane età a chi, dopo anni, continua a tenerlo stretto con fierezza.

    Se i fatti testimoniano che con il primo New Super Mario Bros. Nintendo ha innegabilmente fatto centro - ad oggi è sul podio dei best seller Mario-centrici, con oltre 30 milioni di copie vendute - è perché l'idea alla base dell'operazione fu a dir poco indovinata. Per altro, l'impressione è che il publisher stesso non fosse totalmente preparato a un boom di tale portata.

    Nelle intenzioni, infatti, il titolo doveva essere un mero omaggio alle radici platform della mascotte; eppure, di fatto, diede il via a una sorta linea di giochi di piattaforme mezzosangue. Era fondata sulle basi sidescrolling del capofila per NES, influenzata dagli immaginari di Bros. 3 e di World, ma viveva anche degli echi cosmetici e ludici del ramo tridimensionale "post-64".

    Il palcoscenico tornava a essere un Mushroom Kingdom dal feeling familiare, tutto dislivelli, dirupi, tubi, question block e bandierine di fine corsa, esattamente come nel 1985. Proprio come agli albori, Mario doveva raggiungere indenne i punti d'uscita di stage in 2D dal colpo d'occhio variegato, album delle ambientazioni più iconiche del Regno reimmaginate per l'occasione. Protagonisti, nemici e ambienti godevano di una foggia poligonale mai utilizzata nei platformer realizzati con quel gameplay specifico.

    Le stesse abilità fisiche dell'idraulico apparivano cambiate, ora molto più legate all'inerzia e affini alle capacità acrobatiche sfoggiate dal Mario in tre dimensioni rispetto alle movenze ingessate del personaggio nei capitoli storici.
    La formula di New Super Mario Bros. fu un successo senza pari perché univa una giocabilità atavica e rassicurante a un look vivace e moderno, sebbene la sua prima incarnazione fosse un prodotto ancora abbastanza grezzo. Per approfondire quanto messo in atto su portatile il colosso nipponico si concesse i tre anni successivi a quel primo exploit, sbarcando infine su una console, Nintendo Wii, che nel frattempo era riuscita a consolidare una fanbase di tutto rispetto.

    New Super Mario Bros. Wii, uscito in tempo per festeggiare il venticinquesimo compleanno del capostipite in 8-bit, prese il concept espresso nel New tascabile e ne migliorò l'appeal. Ne derivò un gioco dalle soluzioni di design più a fuoco, dal ritrovato gusto per i costumi e i power up, dalla difficoltà un po' più conforme a quella dei Mario Bros. ottantini.La voglia di aprire l'esperienza alle possibilità del multiplayer, abbozzata con timidezza anche su DS, trovò inoltre la quadra in una curiosa co-op per fino a quattro giocatori seduti di fronte allo stesso televisore.

    Che l'opportunità di approcciare l'avventura di Mario anche in gruppi di persone (non-videogiocatori inclusi) abbia contribuito, nei fatti, ad aumentare il fascino della produzione non è ovviamente facile da provare. Quel che è certo è che il primo New Super Mario Bros. per home console è divenuto un vero e proprio campione di popolarità, tutt'oggi ricordato con una certa dose di affetto da una platea di utenti alquanto composita.

    Un salto indietro, due avanti

    Oltre ad essere un trionfo in sé, l'iterazione per Wii di New Super Mario Bros. ebbe addirittura la forza di moltiplicare le vendite della sua piattaforma di riferimento, un po' in sofferenza nel periodo appena antecedente. Parve la netta dimostrazione che il brand New avesse tutte le carte in regola per prendere definitivamente le redini dei videogiochi di Mario a scorrimento laterale. Forse è nella consapevolezza di avere acquisito tanta rilevanza e radunato stuoie di seguaci che la serie, con New Super Mario Bros. 2, si concesse il lusso di sperimentare ancora un pochino con gli ingredienti della propria ricetta.

    Il capitolo per 3DS era quasi interamente focalizzato sull'accumulo seriale di monete d'oro, ma al tempo stesso mostrava diversi limiti in fatto di creatività e generali ambizioni. L'aggiunta della foglia Tanooki, richiamo al terzo Super Mario Bros, non bastò a nascondere un design dei livelli "copia-incolla" e una sfida sostanzialmente intangibile. Non fu comunque un insuccesso commerciale, ma non temiamo di affermare che si tratti in assoluto del gioco meno memorabile di tutto il filone.

    Con l'obiettivo di accompagnare il debutto dell'hardware successore di Wii, Nintendo Wii U, New Super Mario Bros. tornò alla riscossa sul finire del 2012. Superficialmente parlando, a New Super Mario Bros. U venne assegnato l'incarico di condurre la serie fra le meravigliose terre dell'alta definizione. Scendendo più in profondità, l'esponente di nuova generazione rappresentava soprattutto un'evoluzione a tutto tondo dell'offerta casalinga sviluppata tre anni prima.

    Ne rafforzò praticamente ogni aspetto, ispirandosi a Super Mario World soprattutto dal punto di vista dell'inserimento di un'unica world map ramificata, senza contare il ritorno in campo degli Yoshi cavalcabili. Mario U alzò anche l'asticella della difficoltà, proponendo un livello di competizione forse non old school come ai vecchi tempi, ma finalmente ben percepibile. Non è un caso che New Super Luigi U, espansione del prodotto base distribuita nel 2013 ("L'anno di Luigi"), puntò sulla sfida nuda e cruda con slancio persino maggiore, costringendo i giocatori a combattere contro il tempo e l'avatar stesso, mai così ostico da controllare.

    Un futuro a scorrimento?

    Nonostante un percorso in progressiva pendenza e passibile di critiche, com'è inevitabile quando qualcosa d'inedito tenta di affacciarsi sul mercato nel nome di una tradizione consolidata, New Super Mario Bros, oggi, si è fatto canone in maniera piuttosto plateale. Mentre la branca sorella -quella del 3D duro e puro- porta avanti la propria incredibile filosofia, inanellando esperienze tanto intense quanto creativamente inesauribili, il "giovane vecchio" Mario 2D avanza cauto lungo i suoi semplici ma solidi binari stilistici.

    A margine, sembra che nell'immaginario di New Super Mario Bros. la Grande N abbia anche identificato una discreta palestra per alcuni dei suoi esperimenti trasversali. Basti pensare anche solo alla sua presenza in Super Mario Maker, oppure a Super Mario Run, l'insolito runner game per dispositivi mobile che ne ricicla gli asset pressoché integralmente.
    Il brand farà capolino su Switch tra poche settimane con New Super Mario Bros. U Deluxe, operazione che non guarda tanto all'avvenire, quanto alla giusta valorizzazione del passato "recente". D'altronde basta il nome a metterne in chiaro le finalità di ricomposizione di un episodio in due parti davvero ben congegnato, sebbene messo in ombra dalla debacle del proprio sistema di gioco.

    Passato

    Presente

    La scelta sembra comunque suggerire che mamma Nintendo non sia dell'idea di rinunciare tanto facilmente alla formula di New Super Mario Bros. e che il futuro bidimensionale del buon idraulico, forse, potrebbe avere ancora a che fare con questa tipologia di prodotti. Come sempre, Mario dovrà sforzarsi di saltare ancora più in alto per cadere -qualitativamente parlando- un po' più in là dell'ultima volta, rinnovandosi pur senza rinnegare le fondamenta di un genere che è ancora nel cuore di tanti. Un'impresa perfettamente all'altezza di chi, in fondo, quel genere lo ha consacrato.

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