Nier Automata: gira benissimo anche su Switch

Abbiamo provato l'incarnazione Nintendo Switch di Nier: Automata, il capolavoro di Yoko Taro, e ha saputo soddisfarci

Nier Automata: gira benissimo anche su Switch
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Si è scritto e discusso tanto su Nier: Automata, un titolo che già oggi viene ricordato come uno dei videogiochi più importanti dello scorso decennio. Pubblicata originariamente su Playstation 4 e PC nel 2017, e poco dopo su Xbox One (qui la nostra recensione di Nier: Automata), la creatura nata dagli sforzi congiunti del genio creativo di Yoko Taro e Platinum Games raggiunge finalmente i lidi della console ibrida di Nintendo. Quella di Square-Enix è stata una scelta coraggiosa, che sulle prime ha colto tutti quanti di sorpresa: c'era parecchio scetticismo intorno alle capacità hardware limitate di Switch, che sulla carta non sembra affatto la piattaforma adatta ad accogliere un'opera così ambiziosa.

    Eppure, l'aver affidato l'arduo compito a dei veterani del settore come Virtuos (studio che in passato si è occupato di altri porting Switch del calibro di Dying Light e The Bioshock Collection) ha sicuramente dato i suoi frutti, e il risultato finale della The End of Yohra Edition raggiunge vette qualitative che non fanno rimpiangere le incarnazioni su hardware più performanti.

    Una sfida complessa

    Sulle prime è difficile inquadrare il gameplay di Nier: Automata nel genere degli action GDR. Già l'introduzione del titolo fa di tutto per destabilizzare i giocatori, frantumando qualsiasi aspettattiva possibile. Nella prima mezz'ora dell'avventura si alternano con naturalezza segmenti da shooter a scorrimento verticale, sezioni da twin stick shooter, momenti da bullet hell presi direttamente dai più classici shoot 'em up e solo infine il gameplay propone una ricetta action vera e propria. Ma terminata l'introduzione, seguita da un breve intermezzo narrativo, Nier: Automata svela la sua vera anima votata all'esplorazione di scenari desolati, capaci - da soli - di raccontare una storia.

    Quella di Yoko Taro è un'opera complessa, che vive di tante identità differenti che una volta sommate creano un qualcosa di davvero peculiare. La sfida nel portare Automata su Switch era quindi duplice: da una parte garantire una fluidità di gioco in grado di assecondare l'azione frenetica e dall'altra restituire lo stesso impatto visivo originale, che grazie a una direzione artistica indovinata, riusciva a regalare degli scorci e delle sequenze indimenticabili. E fortunatamente su Switch nulla di tutto questo è andato perduto, (tenendo però conto degli ovvi compromessi).

    Compromessi e priorità

    I principali aggiustamenti apportati su questo porting riguardano il frame rate e la risoluzione di gioco. Nel primo caso, gli addetti ai lavori hanno rinunciato ai 60 fotogrammi al secondo su Nintendo Switch, operando con ogni probabilità una scelta obbligata, che di certo potrebbe rappresentare un compromesso non da poco per gli amanti dell'azione a ritmi serrati, vista anche la grande importanza dei combattimenti all'arma bianca all'interno della ricetta ludica. Di contro, i 30 fps offerti da questa versione si sono dimostrati assolutamente solidi, sorvolando su alcuni cali in specifiche zone delle mappe aperte. In generale, insomma la End of the Yohra edition ha saputo offrirci un'esperienza di gioco stabile e piacevole.

    Sul fronte della risoluzione, in modalità portatile il gioco ha il target di 720p, mentre in quella fissa si spinge fino al Full HD. Si tratta ovviamente di risoluzioni adattive, un espediente utilizzato molto spesso su console ibrida. In altre parole, quelli da noi indicati sono dei valori ottimali che vanno a mutare dinamicamente, così da favorire la fluidità dell'esperienza al prezzo della nitidezza dell'immagine. Rispetto a titoli come Xenoblade Chronicles 2 (qui la nostra recensione di Xenoblade Chronicles 2), che facevano un uso intensivo di questa tecnica, producendo molto spesso risultati sgradevoli alla vista, in Nier: Automata sono veramente poche le situazioni in cui è percepibile un abbassamento della risoluzione e l'azione di gioco scorre nella maggior parte dei casi senza gravi inciampi.

    Confronti diretti

    In portabilità, soprattutto sullo schermo di Nintendo Switch OLED, la resa finale di Nier Automata è a tratti sorprendente, sia durante l'esplorazione del suo mondo devastato, sia nelle fasi più concitate. I combattimenti risultano fluidi e leggibili e nella frenesia dell'azione non si notano particolari downgrade grafici. Si riesce insomma d avere il pieno controllo del combat system grazie a dei controlli reattivi e sempre precisi, senza rinunciare alla spettacolarità visiva di ogni scontro, tra effetti particellari, esplosioni e animazioni piacevoli alla vista. Ad ogni modo, in modalità docked la presentazione visiva è parzialmente ridimensionata, soprattutto se si confronta direttamente con quella offerta dalle altre versioni.

    Oltre a texture e ombre a bassa risoluzione, su Switch abbiamo notato delle variazioni al sistema di illuminazione, che in parte cambiano la resa cromatica complessiva. Ma appunto, si tratta di un confronto diretto, che non rende giustizia al risultato finale. Ad esempio non c'è alcuno stacco evidente tra le cutscene prerenderizzate e l'azione di gioco vera e propria, a testimonianza dell'ottimo lavoro svolto dal team. Difficilmente si sarebbe potuto pretendere di più, e anzi l'idea di optare per un porting nativo al posto di una versione in cloud (come accaduto recentemente per la saga di Kingdom Hearts) dimostra come con il giusto impegno sia possibile raggiungere risultati apprezzabili anche su un hardware datato come quello di Switch.

    Una nuova incarnazione

    Se la The End of Yohra non ha nulla da invidiare alle sue controparti, è anche vero che questa riedizione aggiunge ben poco a quanto visto fino ad ora. A livello contenutistico abbiamo l'inclusione di un DLC già presente sulle altre piattaforme e in esclusiva su Switch solo qualche costume extra con cui personalizzare i protagonisti dell'avventura. In materia di funzionalità citiamo l'utilizzo di HD rumble e l'implementazione dei sensori di movimento a cui sono associate alcune azioni di base come la schivata. Una feature quest'ultima che purtroppo non aggiunge nulla di interessante al gameplay, anzi rischia solo di complicare le cose e che fortunatamente può essere disattivata in qualsiasi momento.

    Per rispondere alla domanda iniziale, pur non essendo la miglior versione dell'opera di Yoko Taro, The End of Yohra Edition non deve essere sottovalutata, perché propone un'esperienza complessiva soddisfacente. Chi ha già giocato e adorato alla follia Nier: Automata non troverà in questa reincarnazione alcun reale stimolo a rivivere l'epopea di 2B e 9S ma i possessori di Nintendo Switch che invece non hanno mai avuto la possibilità di avvicinarsi a Nier: Automata farebbero bene a regalarsi questa perla.

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