Nintendo E3: Super Smash Bros, Pokemon e Fortnite protagonisti del Direct Switch

Nintendo si presenta all'E3 di Los Angeles con un Direct dai contenuti interessanti ma forse troppo avaro di (grandi) sorprese...

Nintendo E3: Riassunto Conferenza
Speciale: Nintendo Switch
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Volenti o nolenti, bisogna accettare che per Nintendo l'E3 losangelino non sia più un appuntamento centrale e totalizzante. Sono ormai lontani i tempi delle grandi conferenze, e il fatto che la fiera venga accompagnata solamente da un Direct può essere letto come un messaggio ben preciso. L'expo californiana è soltanto uno dei molti momenti comunicativi diluiti nel corso dell'anno, e non è assolutamente detto che sia quello più importante. Anzi, se dovessimo confrontare il Direct trasmesso poche ore prima dell'apertura dello showfloor con quelli che hanno scandito la prima parte del 2018, non sarebbe così remota l'eventualità di preferire qualcuno di questi ultimi, in certi casi migliori per ritmo, struttura e varietà.

Da Super Mario Party a Fire Emblem Three Houses

Meglio specificare per evitare fraintendimenti: il Direct dell'E3 non è stato certo rinunciatario o privo di novità d'alto profilo. E ci riferiamo tanto ai robot di Daemon Ex Machina quanto al (graditissimo) DLC di Xenoblade Chronicles 2, ma soprattutto all'annuncio delle due nuove esclusive, ripescate dai brand storici della Grande N. Da una parte c'è il nuovo Super Mario Party, in arrivo all'inizio di settembre: brillante la possibilità di far interagire due (o più?) Switch semplicemente affiancandole, e sicuramente molto vasta la gamma dei minigiochi, ravvivati per altro dalla ritrovata precisione dei Joy-Con.

Dall'altra c'è Fire Emblem Three Houses, previsto per l'inizio del prossimo anno. Il DNA e lo stile sono quelli tipici della serie, solo che in questo caso gli scontri fra singole unità si trasformano in schermaglie tra piccoli manipoli di soldati, per una caratura strategica sicuramente più sfaccettata.
Sebbene siano da considerare come le novità principali del Direct, ci sembra onestamente che queste due produzioni non siano sufficienti né a dare un senso di compiutezza alla diretta, né a lasciare un segno forte sulla futura line-up di Switch.
Difficile, insomma, non rimanere delusi per il ritorno dei "big" che Nintendo aveva annunciato gli anni passati. Che fine hanno fatto, per esempio, Bayonetta 3 e Metroid Prime 4? Persino l'assenza (ingiustificata) di Yoshi lascia un po' stupefatti. Insomma, anche chi era sempre rimasto coi piedi per terra, senza cedere alle lusinghe dei rumor su un nuovo F-Zero, un altro Starfox, un ritorno dei Pikmin, deve ammettere di aver visto uno "show" meno scoppiettante delle aspettative.
Persino la parentesi dedicata ai due Pokémon Let's Go ci è sembrata del tutto superflua: quasi tutte le informazioni su questo capitolo di transizione erano emerse nelle scorse settimane, e l'inserimento nella scaletta del Direct sembrava quasi un enorme spot per vendere le Pokéball Plus (visto che dentro ad ogni controller c'è il leggendario Mew).

Sebbene sia stata davvero breve e condensata, forse la sezione dedicata alle terze parti può dirsi la più movimentata. Da Overcooked 2 a Hollow Knight (disponibile dalla fine dell'evento), passando per Starlink, Arena of Valor e per la conferma che Dragon Ball FighterZ arriverà anche su Switch, la sostanza non è mancata. Il messaggio è sempre lo stesso: ormai le software house esterne considerano l'ibrida Nintendo una macchina vincente, e sono ben disposte - quando non ci sono evidenti impedimenti tecnologici - a trascinare le proprie produzioni sull'hardware della Grande N. Ulteriore prova la pubblicazione immediata di Fortnite Switch, il "fenomeno" del momento, nonché un titolo che probabilmente non può mancare nella proposta software di una piattaforma che aspiri ad avere un forte richiamo commerciale.
Complessivamente, in ogni caso, tutta la prima parte del Direct si può definire concreta anche se non roboante. Molto stravagante è invece quello che è successo dopo. Dei 42 minuti di durata dell'evento pre-registrato, sostanzialmente la metà è stata infatti concessa a Super Smash Bros Ultimate. Il titolo, in arrivo il 7 dicembre (in barba a chi diceva che Nintendo non aveva nulla per chiudere l'anno in bellezza) avrà un ruolo fondamentale nella line-up dell'azienda e incarna al contempo il cardine della sua presenza qui all'E3 2018; eppure l'attenzione dedicata al prodotto ci è sembrata addirittura eccessiva.

Probabilmente questa scelta è figlia della contraddizione in cui vive la serie stessa: ogni episodio è sviluppato con un'attenzione quasi maniacale per i dettagli, il bilanciamento, la varietà, tanto da rappresentare un vero gioiello di game design; eppure la saga resta non solo scarsamente appetibile a chi non ama il genere di riferimento, ma anche difficilissima da avvicinare. Scagliati sul campo di battaglia senza troppi preamboli introduttivi, si viene investiti da una serie quasi soverchiante di input, di mosse, di personaggi (in questa edizione ce ne saranno 64), di oggetti, effetti speciali, arene in continuo mutamento. Si possono spiegare le meccaniche di base ed il funzionamento delle tecniche Smash, ma la verità è che SSB resta un'opera che ha delle fortissime precondizioni per essere apprezzata appieno. Ed ecco quindi che Nintendo decide di pubblicare quella che assomiglia quasi ad una video-guida, concentrata in maniera davvero esagerata su tutte le (splendide) minuzie della produzione.

Moveset, tecniche avanzate, nuovi combattenti e vecchi ritorni, vengono analizzati con fare quasi maniacale, in un lungo filmato sicuramente prezioso, ma del tutto fuori contesto.
Resta vero che Super Smash Bros Ultimate è, con tutta probabilità, il sogno bagnato di tutta la fanbase della saga, nonché un prodotto di proporzioni monumentali. Ma al di là del suo valore enciclopedico, della sua capacità di stare a metà fra celebrazione e nostalgia, della complessità impressionante e inarrivabile per qualsiasi altro brawler game, e ancora della quantità soverchiante di contenuti, è davvero difficile giustificare una scelta comunicativa del genere. A conti fatti il "Direct dell'E3" si è trasformato nel "Direct di Super Smash Bros", e forse tutti avremmo gradito un evento di più ampio respiro.
Possiamo sicuramente accontentarci, consapevoli che nel corso dell'anno arriveranno altri Direct e che anche la frequenza di queste "conferenze in pillole" è un valore da non sottovalutare. Eppure, per una volta, sarebbe stato bello osservare uno di quegli appuntamenti tonanti e indimenticabili che la concorrenza continua a proporre con discreta fierezza.