Nintendo Switch 2 tra 4K e NVIDIA Tegra239: aspettative, sogni e speranze
Il 2023 potrebbe segnare gli ultimi atti di Nintendo Switch. In attesa di informazioni concrete, proviamo a speculare sulla possibile Nintendo Switch 2.
L'incredibile successo di Nintendo Switch nasce, come ormai sappiamo, da un mix perfetto tra l'alta qualità dell'offerta videoludica proposta dalla casa di Kyoto e il concept stesso della macchina. La comunicazione della grande N ha fatto il resto, riuscendo persino a trasformare il suono di aggancio tra Joy-Con e console in un vero e proprio marchio di fabbrica: stiamo parlando dell'ormai celebre "click". Da dove può partire Nintendo per replicare quanto fatto dal 2017 ad oggi? Nelle prossime righe proveremo a speculare sulle novità della prossima e ipotetica Nintendo Switch 2.
Semplice upgrade o rivoluzione?
Sin dagli albori dell'industria videoludica Nintendo ha spesso stupito il settore proponendo formule innovative e in certi casi rischiose. Il percorso tracciato da Wii, Wii U e 3DS ha portato alla sintesi per niente scontata rappresentata da Switch. In questo senso immaginare il successivo passo del colosso giapponese è un'impresa ardua. Possiamo però azzardare quella che sarà l'evoluzione hardware della prossima console a partire dalla potenza di elaborazione.
Sebbene i giochi first party riescano ancora a stupire gli utenti dal punto di vista grafico, sul fronte delle terze parti i limiti di Nintendo Switch emergono con maggiore evidenza: il vecchio chipset Tegra X1 di NVIDIA ha già espresso tutto il suo potenziale e al giorno d'oggi sono presenti sul mercato smartphone di fascia media che possono superarlo senza fatica.
Un aggiornamento da questo punto di vista è più che auspicabile e gli indizi emersi in rete nel corso del 2022 fanno ben sperare. Stando alle informazioni pubblicate dall'ormai celebre kopite7kimi, insider tra i più credibili in materia NVIDIA, il candidato principale a dare potenza a Nintendo Switch 2 potrebbe essere il SoC NVIDIA Tegra239 (T239): la sua esistenza sarebbe stata confermata da una mailing list dell'ingegnere senior dell'azienda californiana Sumit Gupta, in cui si parlerebbe del supporto all'inedito chip.
Se la nuova proposta di Nintendo continuerà a insistere su una soluzione ibrida, l'introduzione del DLSS potrebbe colmare il gap tecnologico con le concorrenti di ultima generazioni, introducendo una funzionalità al momento inedita nel segmento delle console e che porterebbe un apporto notevole in termini di rapporto risoluzione/framerate: l'algoritmo di NVIDIA è in grado di renderizzare fotogrammi a una risoluzione inferiore rispetto a quella visualizzata, utilizzando poi l'intelligenza artificiale per effettuare l'upscaling.
La potenza di calcolo risparmiata in questa fase può quindi essere utilizzata per migliorare la qualità dell'immagine, per esempio applicando la pesantissima illuminazione Ray tracing.
Se volessimo invece ipotizzare una vera rivoluzione, potremmo chiamare in causa AMD e i suoi chipset con GPU RDNA sviluppati insieme a Samsung. I SoC Exynos 2200 - accompagnati dalla GPU Xclipse 920 - che hanno esordito sul Samsung S22 Ultra potrebbero essere un buon punto di partenza per sviluppare una versione custom dedicata alla nuova console Nintendo.
D'altronde la collaborazione tra le due aziende non è inedita: Nintendo Switch Sport ha già incluso il supporto a AMD FidelityFX, diretto concorrente del DLSS che ha il vantaggio di non dover utilizzare un hardware dedicato per funzionare. Anche in questo caso la risoluzione e la qualità generale dell'immagine potrebbero trarne un grande vantaggio, al netto di un minor impatto sulle prestazioni.
Immaginare The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom o il prossimo titolo dedicato a Mario che puntino alla risoluzione 4K, magari con un accenno di Ray tracing, farebbe venire l'acquolina in bocca persino al videogiocatore meno interessato all'aspetto grafico. Al momento, purtroppo, dobbiamo accontentarci di sognare. Al di là delle speculazioni però la prossima console di Nintendo dovrà necessariamente restare al passo coi tempi: non rimane che attendere nuove informazioni per scoprire cosa ha in serbo l'azienda di Kyoto.
La potenza è nulla senza controllo (reprise)
Per potersi esprimere un buon processore ha bisogno di una "infrastruttura" in grado di sostenerne le capacità e le necessità. Ipotizzando una console che mantenga la sua natura ibrida (o comunque portatile), un display di qualità può fare la differenza. Il pannello portato in dote da Nintendo Switch OLED è un ottimo punto di partenza: il display da 7 pollici animato da diodi organici prodotto da Samsung offre una migliore visione rispetto al modello originale e a parità di risoluzione, che si ferma ad un massimo di 720p, presenta colori più brillanti, neri profondi e un maggiore contrasto.
Immaginando un nuovo modello potremmo allora ipotizzare un display che supporti una risoluzione più alta, si potrebbe desiderare fino 1080p, anche se è più realistico pensare ad uno schermo da 800/900p, tale da affiancare degnamente una GPU più prestante.
Fondamentale (anche se improbabile) sarebbe poi migliorare il refresh rate, portandolo almeno ad una frequenza di 120 Hz: indipendentemente dal frame rate infatti, frequenze di aggiornamento elevate consentirebbero una migliore navigazione nei menù ed in generale una maggiore qualità di visione dei contenuti. Se volessimo esagerare con le richieste, picchi di luminosità più alti e il supporto a HDR 10 sarebbero più che graditi...del resto, sognare è gratis!
Più potenza e display con le caratteristiche appena elencate richiederebbero anche un maggiore contributo energetico: una batteria efficace diventerebbe quindi fondamentale e ancora di più lo sarebbe accorciare i tempi di ricarica.
Molti smartphone sono ormai da tempo accompagnati da caricatori rapidi, alcuni dei quali capaci di ricaricare completamente il dispositivo in poco più di 10 minuti. Ancora una volta sognare non costa nulla. Tutto questo presupporrebbe comunque un sistema di raffreddamento rinnovato, magari basato su camera di vapore, tale da placare i bollenti spiriti della console e da salvaguardare la funzionalità della batteria.
Non succede...ma se succede
Se volessimo analizzare i problemi di Nintendo Switch alla ricerca di possibili miglioramenti per una nuova console potremmo concentrarci, almeno inizialmente, sui due fattori di natura diversa: lo "storico" dilemma dei servizi e la più recente questione dei Joy-Con difettosi. Il problema dei servizi, se tale può essere definito, richiede una soluzione strutturale che prescinde dalla console stessa e presuppone un cambio di visione.
I segnali fatti trapelare da Nintendo sono abbastanza chiari: maggiore attenzione alle richieste della community, creazione di una vera infrastruttura online (magari accompagnata da un'applicazione funzionale) e semplificazione generale. Come Nintendo voglia raggiungere questi risultati mantenendo la sua identità è però un vero mistero. Possiamo limitarci ad immaginare, intanto, un supporto agli standard di connettività più recenti: questo miglioramento potrebbe già incidere in maniera positiva sulla fruibilità allargata della console.
Il problema dei Joy-Con è invece prettamente legato alla fase di sviluppo e produzione, soprattutto nelle prime fasi della generazione: sebbene Nintendo non abbia mai ammesso difetti di sorta, la propensione al "drifting" dei piccoli controller è innegabile. Risolvere la questione e garantire una maggiore longevità dei JoyCon sarebbe già un grande traguardo...ammesso che la nuova console preveda una soluzione del genere!
Insomma, le proposte appena elencate sono piuttosto banali, alcune persino scontate: in tante occasioni però, nel corso del ciclo vitale di Nintendo Switch (che non è ancora terminato), ci è capitato di pensare alle potenzialità di alcuni titoli su una macchina dalle capacità hardware meno limitanti.
Al di là delle ipotesi più o meno credibili, la nuova console della grande N deve continuare a poggiare le proprie fondamenta sull'altissima qualità delle proprie esclusive. Se e come riuscirà a farlo, ce lo dirà solo il tempo. Il 2023 potrebbe segnare l'ultimo, lunghissimo, giro di giostra di Switch... non resta che rimanere sintonizzati nella speranza di captare qualche succosa novità.
Nintendo Switch 2 tra 4K e NVIDIA Tegra239: aspettative, sogni e speranze
Il 2023 potrebbe segnare gli ultimi atti di Nintendo Switch. In attesa di informazioni concrete, proviamo a speculare sulla possibile Nintendo Switch 2.
L'incredibile successo di Nintendo Switch nasce, come ormai sappiamo, da un mix perfetto tra l'alta qualità dell'offerta videoludica proposta dalla casa di Kyoto e il concept stesso della macchina. La comunicazione della grande N ha fatto il resto, riuscendo persino a trasformare il suono di aggancio tra Joy-Con e console in un vero e proprio marchio di fabbrica: stiamo parlando dell'ormai celebre "click". Da dove può partire Nintendo per replicare quanto fatto dal 2017 ad oggi? Nelle prossime righe proveremo a speculare sulle novità della prossima e ipotetica Nintendo Switch 2.
Semplice upgrade o rivoluzione?
Sin dagli albori dell'industria videoludica Nintendo ha spesso stupito il settore proponendo formule innovative e in certi casi rischiose. Il percorso tracciato da Wii, Wii U e 3DS ha portato alla sintesi per niente scontata rappresentata da Switch. In questo senso immaginare il successivo passo del colosso giapponese è un'impresa ardua. Possiamo però azzardare quella che sarà l'evoluzione hardware della prossima console a partire dalla potenza di elaborazione.
Sebbene i giochi first party riescano ancora a stupire gli utenti dal punto di vista grafico, sul fronte delle terze parti i limiti di Nintendo Switch emergono con maggiore evidenza: il vecchio chipset Tegra X1 di NVIDIA ha già espresso tutto il suo potenziale e al giorno d'oggi sono presenti sul mercato smartphone di fascia media che possono superarlo senza fatica.
Un aggiornamento da questo punto di vista è più che auspicabile e gli indizi emersi in rete nel corso del 2022 fanno ben sperare. Stando alle informazioni pubblicate dall'ormai celebre kopite7kimi, insider tra i più credibili in materia NVIDIA, il candidato principale a dare potenza a Nintendo Switch 2 potrebbe essere il SoC NVIDIA Tegra239 (T239): la sua esistenza sarebbe stata confermata da una mailing list dell'ingegnere senior dell'azienda californiana Sumit Gupta, in cui si parlerebbe del supporto all'inedito chip.
Inizialmente pensato per la fantomatica e mai uscita Nintendo Switch Pro, questo SoC dovrebbe essere una versione custom del già conosciuto T234 della famiglia Orin, basato su architettura Ampere ed equipaggiato con una GPU dotata di 2.048 CUDA Core e una CPU da 8 core ARM Cortex-A78C/A78. Il chip potrebbe portare in dote il supporto a DLSS 2.2 e Ray-Tracing su Nintendo Switch 2.
Se la nuova proposta di Nintendo continuerà a insistere su una soluzione ibrida, l'introduzione del DLSS potrebbe colmare il gap tecnologico con le concorrenti di ultima generazioni, introducendo una funzionalità al momento inedita nel segmento delle console e che porterebbe un apporto notevole in termini di rapporto risoluzione/framerate: l'algoritmo di NVIDIA è in grado di renderizzare fotogrammi a una risoluzione inferiore rispetto a quella visualizzata, utilizzando poi l'intelligenza artificiale per effettuare l'upscaling.
La potenza di calcolo risparmiata in questa fase può quindi essere utilizzata per migliorare la qualità dell'immagine, per esempio applicando la pesantissima illuminazione Ray tracing.
Se volessimo invece ipotizzare una vera rivoluzione, potremmo chiamare in causa AMD e i suoi chipset con GPU RDNA sviluppati insieme a Samsung. I SoC Exynos 2200 - accompagnati dalla GPU Xclipse 920 - che hanno esordito sul Samsung S22 Ultra potrebbero essere un buon punto di partenza per sviluppare una versione custom dedicata alla nuova console Nintendo.
D'altronde la collaborazione tra le due aziende non è inedita: Nintendo Switch Sport ha già incluso il supporto a AMD FidelityFX, diretto concorrente del DLSS che ha il vantaggio di non dover utilizzare un hardware dedicato per funzionare. Anche in questo caso la risoluzione e la qualità generale dell'immagine potrebbero trarne un grande vantaggio, al netto di un minor impatto sulle prestazioni.
Immaginare The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom o il prossimo titolo dedicato a Mario che puntino alla risoluzione 4K, magari con un accenno di Ray tracing, farebbe venire l'acquolina in bocca persino al videogiocatore meno interessato all'aspetto grafico. Al momento, purtroppo, dobbiamo accontentarci di sognare. Al di là delle speculazioni però la prossima console di Nintendo dovrà necessariamente restare al passo coi tempi: non rimane che attendere nuove informazioni per scoprire cosa ha in serbo l'azienda di Kyoto.
La potenza è nulla senza controllo (reprise)
Per potersi esprimere un buon processore ha bisogno di una "infrastruttura" in grado di sostenerne le capacità e le necessità. Ipotizzando una console che mantenga la sua natura ibrida (o comunque portatile), un display di qualità può fare la differenza. Il pannello portato in dote da Nintendo Switch OLED è un ottimo punto di partenza: il display da 7 pollici animato da diodi organici prodotto da Samsung offre una migliore visione rispetto al modello originale e a parità di risoluzione, che si ferma ad un massimo di 720p, presenta colori più brillanti, neri profondi e un maggiore contrasto.
Immaginando un nuovo modello potremmo allora ipotizzare un display che supporti una risoluzione più alta, si potrebbe desiderare fino 1080p, anche se è più realistico pensare ad uno schermo da 800/900p, tale da affiancare degnamente una GPU più prestante.
Fondamentale (anche se improbabile) sarebbe poi migliorare il refresh rate, portandolo almeno ad una frequenza di 120 Hz: indipendentemente dal frame rate infatti, frequenze di aggiornamento elevate consentirebbero una migliore navigazione nei menù ed in generale una maggiore qualità di visione dei contenuti. Se volessimo esagerare con le richieste, picchi di luminosità più alti e il supporto a HDR 10 sarebbero più che graditi...del resto, sognare è gratis!
Più potenza e display con le caratteristiche appena elencate richiederebbero anche un maggiore contributo energetico: una batteria efficace diventerebbe quindi fondamentale e ancora di più lo sarebbe accorciare i tempi di ricarica.
Molti smartphone sono ormai da tempo accompagnati da caricatori rapidi, alcuni dei quali capaci di ricaricare completamente il dispositivo in poco più di 10 minuti. Ancora una volta sognare non costa nulla. Tutto questo presupporrebbe comunque un sistema di raffreddamento rinnovato, magari basato su camera di vapore, tale da placare i bollenti spiriti della console e da salvaguardare la funzionalità della batteria.
Non succede...ma se succede
Se volessimo analizzare i problemi di Nintendo Switch alla ricerca di possibili miglioramenti per una nuova console potremmo concentrarci, almeno inizialmente, sui due fattori di natura diversa: lo "storico" dilemma dei servizi e la più recente questione dei Joy-Con difettosi. Il problema dei servizi, se tale può essere definito, richiede una soluzione strutturale che prescinde dalla console stessa e presuppone un cambio di visione.
I segnali fatti trapelare da Nintendo sono abbastanza chiari: maggiore attenzione alle richieste della community, creazione di una vera infrastruttura online (magari accompagnata da un'applicazione funzionale) e semplificazione generale. Come Nintendo voglia raggiungere questi risultati mantenendo la sua identità è però un vero mistero. Possiamo limitarci ad immaginare, intanto, un supporto agli standard di connettività più recenti: questo miglioramento potrebbe già incidere in maniera positiva sulla fruibilità allargata della console.
Il problema dei Joy-Con è invece prettamente legato alla fase di sviluppo e produzione, soprattutto nelle prime fasi della generazione: sebbene Nintendo non abbia mai ammesso difetti di sorta, la propensione al "drifting" dei piccoli controller è innegabile. Risolvere la questione e garantire una maggiore longevità dei JoyCon sarebbe già un grande traguardo...ammesso che la nuova console preveda una soluzione del genere!
Insomma, le proposte appena elencate sono piuttosto banali, alcune persino scontate: in tante occasioni però, nel corso del ciclo vitale di Nintendo Switch (che non è ancora terminato), ci è capitato di pensare alle potenzialità di alcuni titoli su una macchina dalle capacità hardware meno limitanti.
Al di là delle ipotesi più o meno credibili, la nuova console della grande N deve continuare a poggiare le proprie fondamenta sull'altissima qualità delle proprie esclusive. Se e come riuscirà a farlo, ce lo dirà solo il tempo. Il 2023 potrebbe segnare l'ultimo, lunghissimo, giro di giostra di Switch... non resta che rimanere sintonizzati nella speranza di captare qualche succosa novità.
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