Nintendo Switch Lite: potenzialità e fraintendimenti della nuova console

Con Switch Lite, Nintendo non punta a offrire un'alternativa ai possessori di Switch, ma a completare il proprio ecosistema con un nuovo tassello.

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Preannunciato dal consueto ciclone di rumor e speculazioni internettiane, l'annuncio ufficiale di Nintendo Switch Lite è stato accolto con una certa freddezza dalla community videoludica. Questo perché una parte del pubblico, quelli che si aspettavano di vedere una valida alternativa al modello originale, ha da subito bollato come "inutile" la nuova versione. Un giudizio quantomai corrivo, che non tiene conto di un nodo chiave: Switch Lite non è pensata per stuzzicare il portafogli di chi già possiede l'ibrida di Kyoto. Ma manco per niente.
E allora a chi si rivolge la nuova piccolina di casa Nintendo?
Ecco, parliamone.

Nintendo Switch Lite: ragioni e prospettive

Al costo di 220 euro, circa cento euro in meno rispetto al prezzo di listino della sorella maggiore, Nintendo Switch Lite offre dimensioni e peso leggermente ridotti, uno schermo da 5.5 pollici sempre a 720p (ma con una maggior densità di pixel) e un'autonomia lievemente ampliata. In linea con la natura spiccatamente portatile della console, l'hardware non dispone però di Joy-Con separabili (con annesso HD Rumble) e non supporta la modalità TV. Tutto considerato, si potrebbe benissimo pensare che Nintendo abbia impostato la revisione della propria ammiraglia con l'intenzione di pensionare definitivamente la famiglia 3DS, ma non è proprio così.

Mettendo da parte le dichiarazioni del COO Doug Bowser, che nega chiaramente questo proposito, la strategia è più che altro quella di costruire un'offerta handeld che si estenda a tutte le fasce di prezzo ed età. Per le sue caratteristiche, e considerando i 100 euro necessari all'acquisto, il 2DS rappresenta ancora il miglior punto d'accesso per l'ecosistema Nintendo, specialmente per i giovanissimi, e porta con sé una libreria di titoli praticamente sterminata. Dati alla mano, si tratta chiaramente di una delle colonne portanti del business videoludico dell'azienda di Kyoto, visto che le vendite (in crescita fino al 2017) si sono mantenute soddisfacenti anche nell'ultimo anno fiscale. È però innegabile che la filiera produttiva di 3DS, almeno sul versante software, è ormai in corso di esaurimento, e non è certo un caso se nel corso dell'ultimo E3 Nintendo non ha concesso alcuno spazio alla console portatile. Ecco quindi che Switch Lite si presenta sul mercato con un prezzo di poco superiore al top di gamma della famiglia 3DS, tale da invogliare l'utenza handheld "più matura" a considerare un passaggio di consegne. Non è infatti difficile riconoscere in questa fetta di pubblico il principale target della nuova proposta del colosso giapponese, dato che le specifiche di Switch Lite non lo rendono un prodotto attraente - se non in casi limite - per tutti quelli che già possiedono la versione originale.

Una collocazione che, nel quadro delle attuali strategie di Nintendo, risulta perfettamente sensata. Questo non vuol però dire che la scelta di prezzo per Switch Lite sia completamente azzeccata, per quanto le due affermazioni possano sembrare in contrasto.

Sciogliere questa impasse logica è in realtà piuttosto semplice: a due anni dall'esordio dell'ibrida, Nintendo avrebbe dovuto avviare un calo di prezzo esteso a tutti i membri della sua "famiglia allargata" di console, proponendo entrambe le Switch a una cinquantina d'euro in meno e effettuando tagli minori sui diversi 3DS (per non arrivare a vendere sottocosto).

Una condotta in grado di alterare in maniera significativa la percezione della platea circa il rapporto rinunce-vantaggi messo in campo da Switch Lite. Di nuovo, vale la pena precisare che la portatile non è in alcun modo un prodotto concepito per spingere i possessori di Switch a un acquisto sostitutivo, ma punta chiaramente a intercettare il pubblico handheld (enorme nei territori asiatici), magari offrendo qualche incentivo in più a chi la vede solo come una console d'accompagnamento dotata di ottime esclusive.

La domanda, a questo punto, è la seguente: perché mai Nintendo non ha operato il taglio organico di cui sopra? La risposta è quasi scontata: non ne ha visto la convenienza. Le vendite di Switch sono in continua crescita sia sul versante hardware che su quello software, e pertanto è facile intuire come la compagnia non consideri vantaggioso modificare i prezzi della propria lineup, almeno fino all'approssimarsi di un momento di ristagno. Un ragionamento che, in un'ottica puramente commerciale, non fa una grinza. È però chiaro che l'azienda dovrà gestire saggiamente la produzione di Switch Lite, valutando l'accoglienza del pubblico di riferimento per bilanciare correttamente richiesta e offerta. Va detto che, considerando l'approccio cauto adottato a inizio generazione (con Switch andata sold out a più riprese), è improbabile che Nintendo si stia avviando verso un autogol.

In definitiva, al netto delle riflessioni sul prezzo di listino, Switch Lite rimane una console con un buon potenziale commerciale, in grado - almeno sulla carta - di consolidare la presenza di Nintendo nel mercato handheld, in previsione dell'inevitabile obsolescenza della famiglia 3DS. Chissà che il colpo di grazia non arrivi proprio con l'annuncio, magari nel 2020, di un'ipotetica versione "Pro": una Switch potenziata che potrebbe fare da ponte verso la prossima generazione targata Nintendo.