Olimpiadi ed Esport: un nuovo inizio? Al via le Olympics Esports Series '23

Abbiamo assistito alla presentazione delle Olympics Esports Series 2023, rinnovata scommessa del Comitato Olimpico nell'ambito eSport.

Olimpiadi ed Esport: un nuovo inizio? Al via le Olympics Esports Series '23
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Si torna a parlare di Olimpiadi ed esport. Il tema si è fatto scottante negli anni del "boom" del gaming competitivo (racchiuso tra il 2017 e il 2018) e ha condotto ad accesi dibattiti. Diverse figure del mondo sportivo e istituzionale si sono espresse sull'argomento, dimostrando peraltro di conoscerlo davvero poco. Intervistato a Che Tempo Che Fa, il presidente del CONI Giovanni Malagò ha dichiarato di considerare gli esport una "barzelletta". Il presidente del CIO Thomas Bach invece li aveva inizialmente equiparati all'attività di "lavorare a maglia". Eppure, l'irresistibile emersione del gaming competitivo, il volume d'affari generato e i travolgenti numeri mossi in termini di pubblico e appassionati, non potevano certo lasciare indifferenti le istituzioni e i colossi dell'entertainment.

Dopo anni di tentennamenti e posizioni ostili, insomma, a un certo punto il CIO ha adottato l'approccio del "se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro". Un orientamento questo che ben presto ha condotto a summit, dialoghi importanti, attività di studio e parziali aperture. Nell'Agenda 2020+5, il CIO ha indicato alle federazioni sportive entro la propria sfera di influenza di sviluppare gli sport virtuali tramite il dialogo con le community. Una delle più importanti iniziative in tal senso è stata la nascita delle Olympic Virtual Series nel 2021, evento competitivo questo che è stato organizzato proprio dal CIO. Ebbene, il comitato adesso ha deciso di spingersi ancora oltre e noi ci siamo recati a Losanna per saperne di più.

Le Olimpiadi del 2024 e la conferenza di Losanna

Per quale motivo il CIO ha deciso di proseguire sul sentiero imboccato tempo fa? Le ragioni, ovviamente, sono molte ed estremamente complesse da analizzare. Partiamo quindi dal dato di fatto più evidente: è il movimento olimpico ad aver bisogno dell'esport (di tutto ciò che gli gravita attorno) e non il contrario. La necessità è quella di intercettare i più giovani, quelle più distanti dall'intrattenimento sportivo tradizionale.

Inoltre, il CIO vuole servirsi degli esport per parlare la lingua delle nuove generazioni, così da sensibilizzarle e farle avvicinare all'attività sportiva, oltre che ai valori di cui si fa promotore. Non solo: con l'approssimarsi delle Olimpiadi di Parigi del 2024 e l'endorsement del governo Macron nei confronti dell'esport (inserito nel programma politico, regolamentato, e promosso in tutto il mondo attraverso le ambasciate transalpine), il comitato non poteva restare indifferente. Ecco perché, probabilmente, ha deciso di rinnovare l'appuntamento con le Olympics Esports Series.

Nel corso della presentazione ha preso la parola lo Sport Director del Comitato Olimpico Internazionale, Kit McConnell, il quale ha ricordato la necessità di esplorare la connessione, le potenzialità e i benefici che possono nascere attraverso il legame tra sport tradizionali ed esport. "Siamo orgogliosi di introdurre le Olympic Esports Series 2023, che copriranno diverse discipline, molte di più rispetto a quelle degli scorsi anni.

"Il CIO è responsabile della promozione dell'esport e agisce in coordinamento con le federazioni sportive. Vediamo che sempre più persone si divertono e guardano le versioni virtuali degli sport. Un esempio? Riguardo agli scacchi (a tal proposito vi invitiamo a recuperare il nostro speciale sugli scacchi), 10 dei 15 maggiori tornei più importanti del mondo giocati online hanno goduto di picchi di spettatori senza precedenti.

Abbiamo notato che l'esport può essere un vantaggio per gli atleti, in quanto il gaming contribuisce alla loro preparazione ma, soprattutto, permette di abbattere quelle barriere all'entrata che spesso impediscono agli atleti di emergere ad alti livelli. Basti pensare al caso di Lucas Ordóñez Martín-Esperanza, pilota spagnolo, che è entrato nel mondo delle competizioni professionali vincendo prima su Gran Turismo su PlayStation 3.

Nel 2011 lui e il suo team sono riusciti a classificarsi secondi nella classe LMP2 alla 24 Ore di Le Mans. Lo spagnolo è stato campione della classe Pro-Am della Blancpain Endurance Series 2013. Crediamo quindi che supportare gli sport virtuali in ogni loro livello, dalla fan experience alla collaborazione con le maggiori federazioni sia non solo fondamentale, ma possa essere anche un punto di partenza attraverso cui incoraggiare, inspirare e permettere a sempre più persone di avvicinarsi allo sport nella sua accezione più larga".

Dello stesso parere David Lappartient, presidente dell'UCI, l'Unione Ciclistica Internazionale. "Quando correvo su strada mai avrei immaginato che sarebbe stato possibile competere con la propria bici contro avversari di tutto il mondo, direttamente dalla propria casa. Le possibilità, con l'esport, sono inimmaginabili. Esistono così tante sinergie tra sport tradizionale e virtuale. Non solo, il CIO ha potuto constatare che questa connessione permette alle diverse comunità di imparare e confrontarsi le une con le altre. L'esport può essere d'ispirazione in questo. Il comitato ha iniziato ad approfondire queste potenzialità nel 2018, grazie al Summit con giocatori professionisti, organizzazioni e altri attori nell'esport" (ne parlammo anche noi, del Summit di Losanna, quasi cinque anni fa).

"Ci siamo accorti che esistono così tanti benefici provenienti dall'esport. La piattaforma Zwift, ad esempio, conta addirittura più iscritti di tutte le federazioni ciclistiche del mondo. Questo significa che il "virtual cycling" consente di creare una connessione senza precedenti e, soprattutto, permette al movimento ciclistico di crescere ancora. Inoltre, gli ecosistemi esport hanno il grosso vantaggio, attraverso le loro piattaforme, di poter includere educational tool, strumenti per il mental support, percorsi guidati di allenamento e così via. Questo è anche uno dei motivi per cui, nel 2021, abbiamo lanciato la prima edizione delle Olympics Virtual Series. Oltre 250.000 persone vi hanno partecipato e oggi siamo qui per presentare l'evoluzione di quella iniziativa".

L'esperienza degli atleti

A corroborare le dichiarazioni del presidente UCI e dello Sport Director del CIO ci ha pensato Ashleigh Moolman-Pasio, ciclista, tre volte olimpica e campionessa Zwift. L'atleta sudafricana ha voluto raccontare il suo avvicinamento allo sport virtuale e soprattutto come il digitale può integrare al meglio le routine quotidiane di preparazione.

"Ho scoperto il virtual cycling durante la pandemia, quando sono rimasta bloccata in Spagna a causa dell'hard lockdown dei primi mesi, ed era l'unica opzione per continuare ad allenarsi. Quello che mi ha colpito fin da subito è stata la possibilità di connettersi e gareggiare in tempo reale con persone provenienti da tutto il mondo, ma in casa propria. Dopo settimane di allenamento mi sono accorta che questa routine poteva rendermi più forte, resistente, proprio perché si trattava di un allenamento più studiato, più smart. Dopo quell'esperienza ho continuato a mantenere una sessione di training settimanale con Swift".

Il virtual cycling, secondo la Moolman-Pasio, può favorire la caduta di diverse barriere e, ad esempio, aiutare le ragazze che vorrebbero iniziare la loro carriera agonistica nel ciclismo. "Il ciclismo, soprattutto per le donne, può essere davvero qualcosa che intimorisce; credo che l'indoor cycling e l'esport possano davvero rappresentare l'opportunità perfetta per le giovani che vogliono scoprire il proprio talento e mettersi alla prova in tutta sicurezza, diventare più consapevoli delle proprie capacità, incoraggiarsi a vicenda".

A completare l'incontro un graditissimo ospite: Valerio Gallo, sim driver di grande successo non solo conosciuto in tutto il mondo, ma anche primo campione olimpico esport, titolo che ha guadagnato con Gran Turismo. Il nostro connazionale ha ripercorso la propria carriera, dalle prime derapate seguendo le orme paterne, sino alla vittoria nelle Olympics Esports Series del 2021. Il suo obiettivo, ora, è quello di arrivare alla fase finale e... ripetersi, ovviamente. Appuntamento a Singapore, dunque, il prossimo giugno.

Singapore, le fasi finali

Avete capito bene: le finali delle Olympics Esports Series 2023 si compiranno nel Sudest asiatico, a Singapore (capitale tecnologica già molto attiva nella promozione dell'esport). Le fasi conclusive di tutte le discipline, stando al programma provvisorio del CIO, si terranno dal vivo dal 22 al 25 giugno 2023.

Oltre agli sport che hanno già partecipato alla precedente edizione di due anni fa verrà dato spazio anche a dei "nuovi arrivati", a partire dal baseball. Bisogna ringraziare Konami per questo, giacché contribuirà con WBSC eBASEBALL: POWER PROS, il gioco ufficiale della World Baseball Softball Confederation; Il ciclismo invece parteciperà grazie a UCI e Zwift, mentre il motorsport lo farà per merito della FIA e, ancora una volta, di Gran Turismo. Troveremo poi il tiro con l'arco, gli scacchi - in collaborazione con la Chess Federation e la piattaforma Chess.com - col campione del gioco che sarà considerato il primo "esport Chess Master" della storia. Ci sarà anche un titolo molto popolare di Ubisoft, e non si tratta di Rainbow Six Siege. Il colosso transalpino ha collaborato con la Federazione mondiale di Danza per portare Just Dance.

Ma le sorprese non sono finite. Ci sarà anche il tennis con l'app mobile Tennis Clash (che può vantare partnership di peso come quella con gli organizzatori del Roland Garros). Ultimo ma non per importanza, troveremo anche il Taekwondo, che sfrutterà il motion tracking per simulare i movimenti degli atleti. Il percorso di avvicinamento alle fasi è cominciato dal primo marzo, con i qualifier e gli eventi Invitational in vari paesi del mondo.

Esport...o sport virtuali?

I due termini, esport e sport virtuali, potrebbero apparire ai più come "sinonimi", stando a quanto abbiamo visto sino ad ora. In realtà, a volersi soffermare per approfondirne il significato, possiamo trovare molteplici sfumature che li rendono piuttosto differenti tra loro. Al momento vogliamo sottolineare (lo ha ricordato a Losanna lo stesso Kit McConnell) il fatto che il CIO accetta e ammette nel proprio alveo solo gli sport virtuali in grado di rispettare i valori olimpici.

Ciò significa giocoforza escludere alcuni tra i titoli competitivi più seguiti e amati al mondo: CS:GO, League of Legends, Rainbow Six Siege per citarne alcuni e, per farla breve, ogni altro videogioco che implichi una qualche forma di "violenza". Senza contare tutti quelli per cui le licenze sono esclusive o inarrivabili (FIFA, per esempio). Per questo motivo i titoli coinvolti nelle Olympics Esports Series 2023 non sono tra i più conosciuti o, perlomeno, non sono quelli che un qualunque appassionato di esport si aspetterebbe di trovare. Delusione, quindi? Non proprio.

Nonostante non siano esattamente le esperienze competitive più in voga tra i fan, non possiamo negare il grande passo in avanti verso la progressiva apertura al virtuale che il CIO ha deciso di intraprendere, addirittura "credendoci" e non solo con operazioni di facciata. Di sicuro nei prossimi mesi vedremo sempre più la parola esport associata alle Olimpiadi. E questa non potrebbe essere che una cosa molto positiva.