Perché Nintendo Switch è la console del 2017 (e non solo)

Storia di un passionale amore sbocciato a sorpresa con Nintendo Switch, e di un mea culpa a questo punto doveroso...

Perché Nintendo Switch è la console del 2017 (e non solo)
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Devo fare pubblica ammenda e confessare una cosa. Un po' perché credo sia corretto e onorevole assumersi le proprie responsabilità, un po' perché gennaio è sempre tempo di bilanci e di buoni propositi (grande tradizione di ogni inizio dell'anno che si rispetti...) e un po' perché, come dice la saggezza popolare, è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare.
E dunque eccoci qui, via, fuori il rospo: ho sbagliato, riguardo a Nintendo Switch. Forse ho preso un abbaglio, forse mi sono fatto tradire dalla sicumera del piccolo Pachter o magari ancora, più semplicemente, proprio non ci avevo proprio capito una fava. Sta di fatto che io, lo ammetto con colpevole candore, non credevo quasi per nulla nell'ultima nata della casa di Mario.

Amore e Odio

Una console che non mi aveva particolarmente colpito a livello di concept già durante la primissima presentazione video, quella con "Karen" la moretta sbarazzina che si porta la console al party sull'attico con gli amici, e che anche dopo il primo effettivo hands on -avvenuto fra l'altro grossomodo dodici mesi or sono - non aveva fatto scattare in me chissà quale scintilla.
In questo senso, un aneddoto-verità buttato lì così, giusto per dare colore: ricordo come fosse ieri il momento in cui, durante la premiere tenutasi all'Apollo Theater di Londra, ho incrociato in zona guardaroba il buon Francesco Fossetti (all'epoca soltanto conoscente e non ancora compagno di redazione). Un saluto veloce, due chiacchiere di rito, e poi il Fossa mi chiede a bruciapelo: "Ok, e quindi? Che ne pensi? Io dico di sì...". Ecco, non ho dimenticato la mia risposta di allora: un "hmm..." non troppo convinto, accompagnato/rafforzato da una smorfia con alzata di sopracciglio e labbro un leggermente arricciato.

Intendiamoci: non che Nintendo Switch mi avesse fatto schifo eh, questo di certo no. Anzi, alcune cose mi avevano colpito eccome, dal fatto di veder girare a 60fps su una piattaforma portatile Splatoon o Mario Kart al feeling generale della macchina, per arrivare ovviamente ad ARMS (in quel caso erano stati proprio cuoricini a prima vista). Però... c'era un però. Un grosso però. Una discriminante che all'epoca proprio non mi convinceva, e che ad essere al 100% onesto anche oggi continua a lasciarmi qualche dubbio: il target della console.
Capitemi, dai. Si veniva dal floppone di Wii U, dal crollo di un certo tipo di casual gaming da salotto, da una percezione di prodotto in termini di comunicazione e di appeal radicalmente opposta a quella del trionfale Wii. In tutto questo, non riuscivo a capire bene a chi si stesse rivolgendo davvero la Grande N, quale potesse essere il pubblico di riferimento di una strana console ibrida, con un timido ritorno al motion control ma anche con l'abbandono totale dell'idea del doppio schermo, per di più venduta a 330€ (e senza nemmeno un gioco in bundle!).
Chi spenderà mai tutti quei soldi, con Xbox One e soprattutto PS4 già lanciatissime sul mercato e vendute per molto meno? Lo zoccolo duro di fan N, ovvio (al netto dei non pochi che si sentivano traditi da Wii U), ma al di là di quelli chi altro? Ce li vedete i giocatori occasionali, per non dire le mamme, che spendono 400€ sull'unghia, magari pure a marzo o qualche mese dopo, per un hardware Nintendo? Nah, dai. Ma poi figurati se la usi così, in giro, in multiplayer nei locali... Marketing tirato un po' per i capelli, buono forse solo per il Giappone.
E non solo, mica finisce qui: OK, Zelda Breath of the Wild pare una specie di apocalisse ludica, ma poi? Al netto di un FIFA che se conosco bene EA sarà un porting al massimo appena potenziato della versione PS360, le terze parti staranno ovviamente a guardare, e vatti a fidare di Nintendo e basta. Dai, no, non so. La prendo al lancio perché sono il solito early adopter stronzo e viziato che non sa resistere al giocattolino nuovo, ma il calo di prezzo entro l'autunno qua è più che assicurato, figuriamoci. Ad andare bene, perché mi sa che anche a questo giro le idee sono un po' confuse e stanno tirando troppo la corda.

Dodici mesi dopo, AHAHAHA. Quante cazzate messe tutte insieme. E il bello è che le pensavo pure sul serio, magari non in maniera arrogante ma comunque con genuina convinzione. E quindi? E quindi torniamo al punto di partenza, a quanto io mi sia profondamente sbagliato e a quanto Nintendo c'abbia visto lungo, lunghissimo. Ti chiedo scusa, Mamma N, e chiedo scusa soprattutto a te, mio piccolo Switch...

Scusa, scusa, scusa

Ti chiedo scusa per tanti motivi, che vanno dal macroscopico/globale al microscopico/ soggettivo. Perché la magnitudine della mia svista è direttamente proporzionale al clamore che la piattaforma sta (meritatamente) riscuotendo: una macchina capace di andare oltre le più rosee aspettative, diventando, tanto per citare solo l'ultimo record in ordine di tempo, la console venduta più rapidamente di sempre negli Stati Uniti.

Roba che in un singolo anno si rischia concretamente di raggiungere la base installata dell'intero ciclo di Wii U, o comunque di avvicinarcisi alla grande. Senza trascurare poi il lato software, con performance eccellenti sia per i grossi calibri che per i titoli "minori", e in generale un attach rate tarato vertiginosamente verso l'alto (specie per gli indie, che spesso e volentieri registrano performance record sull'eShop).
Al di là di discorsi oggettivi e dei grandi numeri, è però sul piano più strettamente personale che l'erroneità delle mie previsioni di sventura si fa quasi grottesca, col senno di poi. Perché Nintendo Switch ha, senza mezzi termini, stravolto e rivoluzionato il mio modo di interfacciarmi all'attività del videogiocare.
Posto che per quanto mi riguarda Switch viene impiegata al 99% come una console portatile, trovo oggi irresistibile la sua natura ibrida, il suo adattarsi a sessioni rapidissime (anche in multiplayer!), il suo farti godere in mobilità non di spin-off, bensì dei capitoli capitoli principali di serie come Mario o Zelda.
Robe semplicemente impensabili anche solo un paio di anni fa, che sono diventate realtà da un giorno all'altro, lo scorso marzo. Dettagli-mica-tanto-dettagli di cui, oltretutto, mi accorgo di poter fare sempre meno a meno, a scapito delle ore trascorse in compagnia delle ben più carrozzate rivali PS4 e Xbox One.
E così, appena ho un attimo di tempo, basta un attimo e via, mi lancio senza neanche pensarci nella caccia ad una luna di Super Mario Odyssey, mi sparo una run a GoNNER, oppure mi sollazzo con un po' di sano Graceful Explosion Machine.

E che dire di quella volta che mi sono ritrovato, appena prima di Natale ed in maniera totalmente fortuita, a giocare durante una bevuta al pub a Soccer Brawl con un gruppo di amici (fra l'altro gente che nemmeno sapesse cosa fosse un Nintendo Switch)? Già, proprio come quelli del teaser con Karen, quelli che "figurati se poi lo usi davvero così in giro, tzè!".
Io non so fino a quando durerà questo effetto luna di miele, non lo so e nemmeno lo voglio sapere. Quello che invece so con certezza è che Switch si è già ampiamente dimostrata una console elettrizzante, a cui senza esagerare io ormai "voglio bene" e che in appena dieci mesi ha saputo ritagliarsi un angolino tutto suo nel mio cuore. Perché banalmente mi piacciono da morire gli allegri colori neon dei Joy-Con, perché mi entusiasma la softeca stracolma di chicche indie, perché è fantasmagorico svegliarsi, allungare il braccio e continuare a giocare esattamente da dove avevi finito la notte prima.
Non è tutto perfetto, anzi - alcuni aspetti continuano ad essere tremendi, su tutti un'infrastruttura online abominevole e vergognosa, per la quale non riesco proprio a concepire come Nintendo potrà mai arrivare a chiedere dei soldi, fosse anche solo un simbolico euro, nel corso di questo 2018 - eppure il mio rapporto con la macchina procede a gonfie vele, come certe storie d'amore che magari all'inizio sottovaluti un po' e poi ti buttano totalmente gambe all'aria.

Aspettando di capire cosa accadrà in futuro (perché sui prossimi mesi regna un'evidente incertezza, destinata tuttavia ad essere allontanata da un corposo Nintendo Direct che i rumor vogliono come imminente), io mi guardo indietro, mi do da solo un po' del pirla e sorrido. E adesso scusate, ma tutto questo scrivere di Switch mi ha messo addosso un certo pruritino... mi restano ancora un sacco di lune da recuperare, vado a fare quattro salti sotto il Monte Vulcanbon.