PlayStation Now e Game Pass: quale futuro per i servizi Sony e Microsoft?

Con l'attuale generazione indirizzata verso il tramonto, quale sarà il futuro dei servizi di streaming e download a marchio Sony e Microsoft?

PlayStation Now e Game Pass: quale futuro per i servizi Sony e Microsoft?
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L'attuale generazione di console viaggia verso la sua conclusione, dopo averci regalato molte sorprese e alcuni capolavori epocali. Sony ha conosciuto un periodo d'indiscusso splendore, con PS4 sempre più vicina alla base installata della prima iconica PlayStation e il consenso di una vasta utenza. Dopo una partenza non proprio ottimale, Microsoft sta compiendo degli sforzi importanti per rilanciare Xbox One, sia in termini di giochi, sia sul versante dei servizi. Elementi centrali della sua offerta, quest'ultimi non includono più il solo Live Gold ma anche la retrocompatibilità e soprattutto l'Xbox Game Pass, da molti considerato come un vero "Netflix dei videogiochi". Impegnarsi in tale ambito significa offrire un'alternativa a PS4, la quale - avendo messo da parte i servizi non convenzionali - deve la propria fortuna alle grandi esclusive e al PlayStation Plus.

Ora che Microsoft sta rafforzando le fila degli studi first party, Sony si sta tacitamente muovendo per migliorare ed espandere il PlayStation Now, la sua risposta al Game Pass di Redmond. Quello dei servizi, del resto, sarà un importante campo di battaglia durante la prossima generazione e le due storiche rivali, pur rispettandosi, non vogliono giungere impreparate allo scontro. In questa sede analizzeremo quindi l'attuale proposta di Xbox Game Pass e PlayStation Now, provando a ipotizzare in che modo potrebbero evolversi nel prossimo futuro.

Xbox Game Pass: un gioiello dell'era Spencer

La divisione Xbox gode oggi di ottima salute, forte della più potente console mai creata e di un rinnovato rapporto di fiducia con i consumatori. Phil Spencer ha saputo risollevarne le sorti, procedendo in direzione ostinata e contraria rispetto alla visione del suo predecessore, Don Mattrick. Prima con l'arrivo del programma Play Anywhere (che consente di giocare un titolo Xbox One anche su Windows 10) e poi con l'avvento della retrocompatibilità, l'utenza Microsoft ha iniziato a sperimentare nuovi modi di giocare, aprendosi all'idea di un ecosistema digitale unificato.

Il Game Pass rappresenta il naturale passo successivo di questa filosofia, con un catalogo ricco di quelle esperienze che hanno fatto il presente e il passato di Xbox. Annunciato nel febbraio del 2017, ha debuttato pochi mesi più tardi, palesando una certa indipendenza dal ben noto Live Gold. A meno di due anni dal suo arrivo, il servizio appare in forma smagliante e costituisce - di fatto - uno dei principali motivi per possedere Xbox One. In altre parole, Spencer ha fatto sì che la console si spingesse oltre i confini di un'offerta tradizionale, conferendo ai suoi utenti delle possibilità tanto coraggiose quanto interessanti.

Il catalogo vanta la presenza di molte esclusive, apparse su Game Pass sin dal debutto sul mercato: Forza Horizon 4, State of Decay 2 e Crackdown 3 si sono aggiunte ai già presenti Gears of War 4 e Halo The Master Chief Collection, costituendo però solo una parte di un'offerta ben più vasta. I nostalgici possono infatti ripiegare su Star Wars: Knights of the Old Republic o sul leggendario TES IV: Oblivion, entrambi aderenti al programma Xbox One X: Enhanced. Se a ciò aggiungiamo diversi indie di qualità e multipiattaforma di spessore, la strategia di Microsoft appare più che chiara: il colosso di Redmond vuole dar vita a una gigantesca libreria digitale, accessibile da un gran numero di dispositivi e libera dalle barriere generazionali.

L'arrivo del Game Pass su PC, in altre parole, è solo il primo passo in questa direzione, come ha confermato di recente lo stesso Phil Spencer. A tal proposito, è d'obbligo chiamare in causa l'ambizioso Project xCloud, che verrà presentato tra pochi giorni alla GDC di San Francisco. L'obiettivo di Satya Nadella, CEO di Microsoft, è distruggere le linee di demarcazione che separano console, smartphone e altri dispositivi, portando il gaming secondo Xbox su ciascuno di essi. Come realizzare un obiettivo tanto ambizioso? Come superare la potenza dei singoli hardware? Semplice a dirsi, tramite la piattaforma Azure e il gioco in streaming.

La potente infrastruttura per il cloud gaming permetterebbe l'approdo di un servizio come Game Pass anche sui supporti della concorrenza, seppur meno prestanti, implicando al contempo un nuovo metodo d'utilizzo sulle home console. Il 2019 sarà l'anno di xCloud e potrebbe segnare l'arrivo del gioco in streaming sul Game Pass, eguagliando il PlayStation Now di Sony. Ad ogni modo, sfrecciare in Forza Horizon 4 su smartphone potrebbe essere allettante ma lo sarebbe ancor di più su Nintendo Switch.

Della cosa in realtà se n'è già parlato, ma soltanto in modo informale, su Twitter. Mike Ybarra e Major Nelson di Xbox hanno stuzzicato gli appassionati con dei post relativi alla questione, dando seguito ad alcune voci che vorrebbero l'annuncio della partnership al prossimo E3. Per completezza, il noto insider Brad Sams ha smentito tale ipotesi, dichiarando di aver ricevuto responsi negativi da diverse fonti. Ora la questione è la seguente: sebbene al momento non si conosca la verità, Microsoft e Nintendo sono in ottimi rapporti e si sono già trovate a fare fronte comune nel recente passato.

Il possibile legame tra Microsoft e Nintendo

Il colosso di Kyoto ha preferito sacrificare la potenza per consentire agli utenti di giocare ovunque, seduti comodamente sul proprio divano o nel corso di un lungo viaggio in aereo. Regalando agli appassionati delle esclusive memorabili, la console ibrida non ha potuto avvalersi del pieno supporto delle terze parti e non per mancanza di fiducia. Molto banalmente, la minor potenza di calcolo è spesso diventata un problema insormontabile, impedendo l'approdo dei multipiattaforma sui lidi Nintendo.

Grazie ad Azure e al Game Pass, Switch conoscerebbe un'espansione immediata della propria offerta ludica, aprendo le porte ai tripla A targati Microsoft e ai prodotti di terzi. Tra Gears of War 4, Kingdom Hearts III e Resident Evil 2 Remake, i giocatori potrebbero sfruttarla al massimo delle sue potenzialità, continuando a intrattenersi con Link e Mario senza dover rinunciare a Sora, Marcus o Claire. Nel passare da competitor a partner di Microsoft, la compagnia continuerebbe a percorrere la via della "Nintendo Difference", dando vita a piattaforme non convenzionali e libere dall'assillo della potenza a tutti i costi. Nel frattempo la divisione Xbox si aprirebbe a una nuova platea di possibili estimatori, espandendo la propria influenza anche sul suolo giapponese. In soldoni, otterrebbe dei ricavi da coloro che forse non avrebbero mai acquistato Xbox, il che è tutto dire.

Al momento non ci è dato sapere se questo rapporto di mutuo vantaggio prenderà realmente forma, ma il fatto che Microsoft voglia digitalizzare la sua offerta e moltiplicare i modi per accedervi è già una realtà. Le nuove piattaforme e i servizi come Game Pass potrebbero condizionare anche le prossime console, come lasciano pensare i rumor legati a Xbox One S "Maverick". Le indiscrezioni parlano di un annuncio imminente e di una macchina sprovvista di lettore ottico. Questo ovviamente comporterebbe un prezzo ridotto e magari anche un abbonamento a Game Pass incluso, in grado di sottolineare come il concetto di gioco retail sia ormai superato. La versione All-Digital di Xbox One S potrebbe essere un esperimento, utile a valutare la risposta dei giocatori a una simile offerta.

In aggiunta, la console next gen "Scarlett" starebbe per arrivare in due formati e i dati raccolti con Maverick potrebbero condizionare la produzione di "Lockhart", il meno prestante. Prima di rivolgerci al mondo Sony, vorremmo sottolineare un'ultima cosa. La direzione Spencer sembra avvertire la necessità di proporre un'importante offerta di titoli first party, come ben dimostrato dall'apertura di The Initiative e dalle acquisizioni di Obisidian e Ninja Theory. Se i prodotti di questi ultimi dovessero giungere sin da subito su Game Pass, in forma praticamente gratuita, il colosso di Redmond si porterebbe in vantaggio rispetto al PlayStation Now, che attualmente non gode della medesima tempestività.

PS5 e la rinascita del PlayStation Now: ipotesi di futuro

Senza girarci intorno, la generazione PS4 è stata una delle più luminose per Sony. Rispetto alla diretta concorrente, la console ha mostrato di avere le idee chiare sin da subito, proponendosi come "il miglior luogo per giocare". La voglia di regalare grandi esperienze in esclusiva e un rinnovato impegno nei servizi online sono stati i capisaldi del suo successo, che continua ancora oggi senza battute d'arresto. Secondo diverse fonti Sony avrebbe superato i novanta milioni di PS4 vendute, distanziando anche PS3 e Xbox 360. Ciò detto, ora che Microsoft e Nintendo sono tornate in forze, la casa di Nathan Drake non può adagiarsi sugli allori, ecco perché sta agendo per contrastare realtà come il Game Pass.

Da qui la necessità di potenziare l'offerta di un PlayStation Now che, pur generando introiti da capogiro, non è ancora stato sfruttato al meglio delle possibilità, né pubblicizzato a sufficienza. Rivelato nel gennaio del 2014 al Consumer Electronics Show, PS Now è approdato in America e in mezza Europa nel 2015, guadagnandosi una certa popolarità nel Regno Unito. Lo scorso gennaio, ad anni di distanza dall'esordio, Sony ha annunciato che il servizio sarebbe arrivato anche in Spagna, Italia, Portogallo, Norvegia e Danimarca, con un tempismo tutt'altro che casuale.

Soltanto a pochi mesi fa risale un'altra grande feature del servizio, che al gioco in streaming ha affiancato la possibilità di scaricare i titoli PS2 e PS4 sulle proprie console. Chiaramente i capolavori PS3 sono esenti da questo discorso, perché l'architettura di PS4 non consente di eseguirli. L'arrivo di PS Now su PC potrebbe costituire soltanto il primo passo di un'espansione su larga scala, la quale - almeno per ora - sarà gestita in modo da non soverchiare il punto d'accesso privilegiato di Sony: le console. Proprio come Microsoft con xCloud, anche la compagnia nipponica potrebbe avvicinarsi ai mondi Apple e Android, come il nuovo update lascia presagire. D'ora in avanti sarà infatti possibile giocare a PS4 sui dispositivi iOS in Remote Play, godendosi la Manhattan di Spider-Man comodamente stesi sul letto.

Riassumendo, allo stato attuale delle cose il PS Now presenta una maggior flessibilità, prevedendo sia il gioco in streaming, sia il più tradizionale digital delivery. In realtà però l'unico vantaggio rispetto al Game Pass risiede nel vasto catalogo di PlayStation (si parla di più di 600 titoli). Con ogni probabilità, se Microsoft annunciasse l'arrivo del gioco in streaming nel Game Pass, fornirebbe un servizio migliore di PS Now grazie alla potenza di Azure: sebbene funzioni a dovere nelle zone popolose d'America e in Regno Unito, l'infrastruttura cloud di Sony non vanterebbe la medesima stabilità in paesi come il nostro. Tra l'altro, Xbox One permette di scaricare qualsiasi gioco su console, al contrario di PS4.

A questo punto, che cosa potrebbe fare Sony per rendere più appetibile tale servizio? Molto banalmente, la risposta potrebbe risiedere nella stessa PS5. Stando alle ultime indiscrezioni, Mark Cerny e i suoi starebbero approntando una console in grado di offrire la retrocompatibilità totale, inclusa PS1. Oltre a beneficiare di titoli rimasterizzati in tempo reale - come già avviene con Xbox One X - i giocatori potrebbero scaricare l'intero catalogo di PS Now, aggirando eventuali problemi di connessione. Inutile dirlo, una simile eventualità comporterebbe l'inclusione di tutte le pietre miliari della prima PlayStation. Da Syphon Filter a Metal Gear Solid 4, passando per Red Dead Redemption e Bioshock, l'offerta potrebbe diventare davvero irrinunciabile. Badate bene: esattamente come accaduto con l'attuale generazione, le esclusive PS5 potrebbero non essere incluse, trattandosi di prodotti fondamentali per non svilire l'utilità della piattaforma.

PlayStation Now In conclusione, appare chiaro che Sony e Microsoft abbiano ben inteso l'importanza del valore aggiunto: offrire qualcosa che vada ben oltre il gaming tradizionale e permettere l'accesso a imponenti ecosistemi digitali, liberi dai vincoli dei dispositivi. Grazie al potenziale di Azure, la compagnia di Nadella sembra avvantaggiata, con xCloud che porterà Game Pass su sistemi Android, iOS e forse anche Nintendo Switch. Dal canto suo, Sony risponderà all'offensiva di Microsoft col potenziamento di PS Now e il probabile arrivo della retrocompatibilità con PS5. Lungi da noi l'idea di escludere una possibile espansione del succitato anche su dispositivi mobile, ma appare chiaro come la visione del colosso giapponese resti al momento "console-centrica".