PlayStation Paris Games Week: tante novità e gradite conferme da Parigi

Da Ghost of Tsushima di Sucker Punch al nuovo trailer di The Last of Us 2: tutte le novità dalla conferenza Sony alla Paris Games Week 2017.

PlayStation Paris Games Week: tante novità e gradite conferme da Parigi
Articolo a cura di

In gergo, l'espressione "sucker punch" equivale ad un pugno inatteso, scagliato all'improvviso, che scombussola ed intontisce. E la conferenza Sony, tenutasi in apertura alla Paris Games Week del 2017, inizia proprio in questo modo: con un montante sulle gengive che assume l'aspetto di un trailer sorprendente, pronto a destabilizzare una platea già in piena estasi. E non è un caso, allora, che sia stato proprio lo studio Sucker Punch (il creatore di Infamous, per intenderci) a dare il via alle danze con il suo Ghost of Tsushima: un titolo che, di primo acchito, profumava di Onimusha. Eppure, con un incipit folgorante, senza perdersi in convenevoli, il colosso nipponico ingrana la marcia e mostra al pubblico parigino una nuova, promettente IP, ambientata nel Giappone Feudale, all'interno di un ampio open world da mettere a ferro e fuoco nei panni di un "samurai" che, per salvare il suo popolo, sarà costretto a rinnegare gli insegnamenti della sua onorevole tradizione e ricorrere a mezzi estremi pur di sopravvivere. È con un progetto che già da ora sprizza carisma da tutti i pixel che lo ShowCase inizia a mostrare i muscoli.

L'intento di Sony è limpido e chiaro come non mai: tutto ciò che conta sono i giochi, non le chiacchiere di routine. Invece delle semplici parole, Jim Ryan, CEO della divisione europea, intervenuto sul palco come semplice collante tra le varie presentazioni, lascia che a parlare sia la schietta e diretta offerta ludica. Una simile filosofia comunicativa era già stata adottata nella straripante conferenza alla PlayStation Experience del 2016: già dopo i primi minuti di questo Showcase francese, Sony asfalta quanto di buono aveva mostrato all'E3 di Los Angeles, mettendo in scena una carrellata di trailer che ipnotizza ed inebria.

Scoppiettante nel ritmo e incredibilmente corposo nel contenuto, l'evento si svolge con una rapidità ed una precisione chirurgica. Nell'arco di 45 minuti, in sostanza, ci viene mostrato un esaustivo sunto dell'universo videoludico di PlayStation, con on l'obiettivo di ridare valore, anno dopo anno, al motto dell'azienda, che ormai da tempo accompagna la console: "the best place to play". Lo sviluppo della conference è calcolato in ogni minimo dettaglio, percorso da diversi nuclei tematici che si rincorrono e si riallacciano tra di loro, senza limitarsi a fornire semplicemente una fiumana di annunci privi di reale connessione logica.

Anzitutto, Jim Ryan - nei pochi minuti riservati alla comunicazione verbale - elogia il concetto di "creatività", come se fosse un leitmotive che concorre a comporre l'ideologia della casa giapponese. Ed è per questo che il CEO si prodiga in ringraziamenti ad un autore come Toby Fox per il suo Undertale, ed a Ninja Theory per Hellbalde: prodotti che, al di là della semplice potenza grafica, hanno saputo dare una svolta, artistica e narrativa, al nostro medium preferito. A conferma di tutto questo, pochi istanti dopo gli schermi si riempiono delle immagini di Concrete Genie, un progetto estremamente peculiare ad opera del team PixelOpus che sembra proprio la "concretizzazione" di quella creatività ipotizzata poco prima da Ryan.

Nei panni del giovane e bullizzato Ash dovremo dar sfoggio dalla nostra abilità artistica, dipingendo le mura di una grigia e smorta cittadina: i murales prenderanno vita in un turbinio di colori, componendo un contrasto visivo davvero appariscente e suggestivo. Tramite la mescolanza, almeno in apparenza, di alcune soluzioni di gioco tratte da Epic Mickey e dell'immaginario fiabesco estrapolato da Nel Paese delle Creature Selvagge, in Concrete Genie si intravedono anche alcuni piccoli sprazzi di puzzle solving, all'insegna di un'avventura che sembra già da ora deliziosa e simbolica. L'innovazione, in casa Sony, non passa solo attraverso la creazione di mondi fantasiosi, ma anche dalla realizzazione di esperienze interattive davvero innovative e coinvolgenti. È da questo assunto che nasce la collana PlayLink (di cui That's You: Dimmi chi sei è uno dei party game più rilevanti): accantonando però la dimensione scanzonata della socialità, a Parigi ci viene palesata una nuova forma di interazione ludica, ossia Erica, un thriller totalmente in live action il cui andamento è modellato dalle scelte del giocatore, un po' come avviene in un'opera di Quantic Dream. Lo scopo consiste nell'avvicinare al mondo del gaming anche utenti che prediligono la fruizione cinematografica a quella "poligonale", strutturando un'avventura dai toni maturi e disperati, resi ancora più immersivi dal "realismo" della messa in scena, con attori che recitano in carne e ossa sui nostri schermi. E a proposito di "immersività", una breve parentesi è dedicata anche ad una serie di prodotti pensati per la realtà virtuale, sintomo di come Sony abbia deciso di investire prepotentemente nel suo visore: accanto a titoli come Ace Combat 7, il DLC Not a Hero di Resident Evil 7, e l'intrigante Stifled (che sembra una versione di Pulse pensata appositamente per la VR), spunta nella massa Blood and Truth, uno shooter decisamente "pulp" e frenetico, non una semplicistica tech demo, bensì un action game vero e proprio, tanto adrenalinico quanto spettacolare.

E nell'ecosistema di PlayStation, affianco alla "rivoluzione" social di PlayLink ed alla virtual reality, un ruolo di fondamentale importanza è giocato anche dalle "terze parti", aziende che, con i loro lavori, contribuiscono ad rendere ancor più esteso, ampio e completo il bacino d'utenza e l'offerta ludica: ce lo ricorda ancora una volta Jim Ryan, che ci introduce la modalità cooperativa di Far Cry 5, "Amici Mercenari", la quale ci permetterà di vivere in compagnia di un amico la follia che imperversa nel Montana di Ubisoft. E rimanendo in tema di collaborazione non poteva mancare Destiny 2, la cui nuova espansione, La Maledizione di Osiride, è attesa trepidamente dalla community il prossimo 5 dicembre.

Allo stesso modo, l'imminente Call of Duty WWII arricchisce la sua componente multiplayer con la mappa Carentan, e Star Wars Battlefront II si ripresenta in tutto il suo concentrato di fanservice e spettacolarità: si tratta, insomma, di opere che focalizzano le proprie attenzioni sul potere aggregante e comunitario delle meccaniche online. E mentre la sfilza di titoli third party prosegue con il bestiale Monster Hunter World (la cui open beta è prevista il 9 dicembre) e si conclude con Onrush, nuovo racing game arcade firmato Codemaster - di certo uno dei giochi meno entusiasmanti della conferenza - ecco che Sony si prepara a chiudere lo show in bellezza, lasciando come ciliegina sulla torta il macro gruppo dedicato interamente alle sue esclusive di punta.

È in questo frangente che nella sala ha iniziato a diffondersi una vibrante sensazione di hype, talmente densa da sembrare palpabile. La tensione si tramuta presto in esaltazione quando sui maxi schermi si susseguono le cinematiche di Spider-Man, nuovo tie-in di Insomniac dedicato al famosissimo arrampicamuri: senza rivelarci dettagli più specifici su gameplay e storyline, il trailer non fa altro che stuzzicare la nostra curiosità grazie alla presenza di celebri personaggi, ben noti ai fan del supereroe Marvel. Il tutto, ovviamente, condito con l'incredibile dose di virtuosismo che caratterizza questa ennesima versione digitale dell'amichevole Spider-Man di quartiere.

Dall'azione ipercinetica si passa però alla riflessione, al dramma, alla paura del fallimento: l'inedita sequenza di Detroit: Become Human mostrata a Parigi ci dà la misura delle ambizioni di David Cage, desideroso di allestire un racconto puntiforme, variabile e aperto a moltissime alternative, dove a farla da padrone è la forza della libertà di scelta, della volontà del giocatore. Senza rinunciare all'impatto emotivo di una storia ben architettata, Quantic Dream sembra comunque voler mettere l'utente al primo posto, seguendo pienamente i dettami e le priorità di Mamma Sony.

L'intensità e l'introspezione sono i capisaldi persino del nuovo God of War: così come l'androide Kara, anche Kratos è alla ricerca della propria umanità.
Nel fulmineo gameplay trailer lo si vede ancora collaborare con il figlio per massacrare tutte le creature che si frappongono sulla loro strada: uccisioni ambientali, combo annichilenti e un comparto tecnico senza alcun eguale si sommano per dar forma ad un action game totalizzante, almeno a livello grafico, dove violenza e rabbia si confondono in un amalgama quasi catartica. Pirotecnico ed avvincente è anche Horizon: Zero Dawn, che nel DLC Frozen Wilds mette in mostra il suo rinomato dinamismo ludico e visivo. Proprio all'apice di un'orgia estetica con pochi paragoni, tra fiamme che divampano e colossi meccanici all'attacco, Sony decelera d'improvviso, e passa dalla brutalità alla poesia: il remake di Shadow of The Colossus sembra infatti pura meraviglia, un dipinto di dettagli che rendono giustizia - quantomeno sul fronte dell'atmosfera - al capolavoro di Ueda. Basta volgere lo sguardo ai sinuosi movimenti di Agro o al pellame del colosso volante per comprendere l'eccezionale lavoro di ammodernamento operato su un gioco di dodici anni fa. Dinanzi ad una line up di tal genere, non si sente quindi in alcun modo l'esigenza di conoscere ulteriori informazioni su titoli come Death Stranding, Wild e Dreams: saremmo videogiocatori eccessivamente bulimici, se desiderassimo ancora più contenuti dopo una conferenza di simile portata. E quindi, con un sorriso sulle labbra, ci apprestiamo a congedarci dopo la "buonanotte" di Jim Ryan. Almeno finché, nel buio di una sala paralizzata dalle aspettative, un roboante trailer non ci lascia di stucco, palesandoci un nuovo filmato di The Last of Us Parte II.

Tra scroscianti applausi, al termine di uno show potentissimo ed estasiante, ci torna pertanto in mente un altro slogan di cui PlayStation si fa portavoce: "It's a great time to be a player". Puoi dirlo forte, cara Sony. Puoi dirlo forte.