PlayStation Plus non è il Game Pass di Sony: si cambia ma non troppo

Sony cambia le carte in tavola con PlayStation Plus, aggiungendo due nuovi abbonamenti e puntando tutto (o quasi) sui giochi legacy.

PlayStation Plus: cambia tutto!
Speciale: PlayStation 5
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Con Xbox Game Pass e la sua appendice di cloud gaming, Microsoft ha un po' reinventato la ruota dei servizi in ambito videoludico mentre Sony ha continuato a supportare PS Plus e Now senza proporre alla sua vasta utenza un'offerta altrettanto dirompente. Qualcosa però è cambiato. Dopo una lunga sequela di voci e indiscrezioni infatti il colosso giapponese ha annunciato un'imminente ristrutturazione di PlayStation Plus, con ben tre opzioni flessibili pensate per accontentare un po' tutte le fasce di pubblico.

Con l'arrivo di un catalogo comprensivo di grandi giochi PS5 e perfino di una retrocompatibilità estesa ai classici PS1, PS2 e PSP, l'appeal delle soluzioni in abbonamento di Sony sembra in effetti destinato a crescere sensibilmente. Tra le potenzialità dell'offerta e qualche lecito dubbio - vista la comunicazione un po' vaga su molti dei suoi elementi costitutivi - abbiamo analizzato le informazioni ufficiali e riflettuto su ciò che il debutto di queste opzioni inedite potrebbe significare per la stessa PlayStation e la sua utenza.

PlayStation Plus: grandi potenzialità, tanti dubbi

A giugno PlayStation Plus si "farà in tre" per soddisfare i suoi utenti, con le opzioni Essential, Extra e Premium. Sulla prima c'è poco da dire perché di fatto è la controparte dell'odierno PlayStation Plus, sebbene vadano chiariti i dubbi legati ai giochi gratis della Instant Game Collection, che come da annuncio a giugno potrebbero passare da tre a due. Sony però ha parlato degli "stessi vantaggi" di PlayStation Plus, quindi è possibile che questo sia un malinteso scaturito da un errore di comunicazione.

Passando all'opzione Extra, che invece prevede la spesa di 13,99 euro al mese e 99,99 euro annui, parliamo sostanzialmente di un matrimonio tra i vantaggi di PS Plus e un catalogo da 400 giochi, che però rispetto a quello dell'odierno PlayStation Now ospiterà una serie di gradite novità.

In primis, il boss di PlayStation ha dichiarato che i maggiori publisher supporteranno il servizio in modo consistente. Purtroppo al momento non conosciamo l'identità dei publisher in questione, né i titoli third party in arrivo sul catalogo di Extra e Premium (con la sola eccezione del Mortal Kombat 11 di Warner Bros). Jim Ryan ha promesso che i dubbi verranno frugati in un secondo momento e speriamo che lo stesso possa dirsi dei titoli first party destinati ad approdare sul servizio. A proposito di esclusive targate PlayStation Studios, giochi come Returnal, Marvel's Spider-Man: Miles Morales e Death Stranding saranno inclusi sin dal lancio, ma troppi sono i grandi nomi su cui non si sa nulla.

Pensiamo ad esempio a Ratchet & Clank: Rift Apart o a Demon's Souls, oppure a prodotti indie non esclusivi, perfetti per rimpolpare un catalogo di questo tipo, da The Pathless a F.I.S.T, fino a Sifu. La certezza in tal senso è che i grandi kolossal di Sony non arriveranno mai al day one sul nuovo PlayStation Plus, perché secondo la dirigenza - visti gli ingenti investimenti richiesti per realizzarli - questo metterebbe a rischio la loro stessa qualità. Considerati i ricavi che questo tipo di esperienze garantisce alle casse di PlayStation, il discorso di Ryan ci sembra sensato. Eppure la confermata mancanza al day one dei pesi massimi all'interno del catalogo potrebbe rendere difficile ai più l'idea di investire quanto necessario per andare oltre il piano Essential attuale.

L'equilibrio è delicato: se da un lato comunicare esplicitamente un periodo fisso di ritardo entro il quale far entrare una nuova uscita nel catalogo (ad esempio, "a sei mesi dal day one") potrebbe incentivare in modo difficilmente calcolabile gli abbonamenti, dall'altro potrebbe esistere un concreto rischio di erosione delle vendite al lancio - che sappiamo essere ossigeno per i publisher. In questo senso, avrebbe forse molto più senso continuare a muoversi in questa zona di grigio, che nell'incertezza di non sapere quando un dato titolo entrerà a far parte del catalogo stimola gli acquisti impulsivi, peraltro ulteriormente sostenuti dall'hype culture che imperversa nel gaming.

Continuiamo il nostro discorso con la terza e ultima opzione di abbonamento - quella da 16,99 euro al mese e 119,99 euro l'anno - che neanche a dirlo offre il pacchetto più succulento.

D'altra parte non si limita a racchiudere i vantaggi di Essentials ed Extra ma aggiunge anche la retrocompatibilità estesa, con la possibilità di giocare tramite Cloud i giochi PS3 o scaricare sulla propria console i classici PS2, PS1 e PSP. Parliamo di circa 340 titoli aggiuntivi, che ovviamente andranno a toccare selezioni di diversi publisher e non soltanto al passato di Sony. Per intenderci, l'idea di poter giocare ai Dragon Ball Budokai, ai primissimi Medal of Honor e in generale alle serie iconiche di terze parti, renderà più frizzante l'offerta complessiva. Un'offerta che peraltro - almeno per quanto concerne le produzioni non appartenenti a PS3 - dovrebbe beneficiare della potenza delle nuove console.

Tra possibili aumenti di risoluzione e frame rate, Ryan ha definito molto belli i giochi testati ma anche in questo caso c'è ancora parecchio da scoprire. Resta inoltre da capire se all'utenza verrà permesso di comprare i singoli giochi classici su PlayStation Store o se invece saranno giocabili soltanto tramite la fascia Premium di PS Plus, vincolando di fatto il retrogaming alla sottoscrizione più costosa.

A chiusura dell'offerta di questa opzione troviamo le versioni di prova di alcuni titoli a tempo limitato, che permetteranno agli abbonati di farsi un'idea di un prodotto per decidere se finalizzarne l'acquisto oppure no. Tutto dipenderà da come saranno effettivamente strutturate queste demo, ma già il fatto che si sia fatto riferimento ad "alcuni titoli selezionati" invece che ad "almeno ogni titolo PlayStation Studios" lascia presagire situazioni diverse a seconda dei singoli prodotti. Si tratta certamente di una gradita possibilità ma è chiaro che il successo delle soluzioni flessibili dipenderà proprio dalla ricchezza e soprattutto dalla qualità contenutistica dei cataloghi di produzioni moderne e classiche.

I risvolti positivi per Sony e i giocatori

Se le nuove proposte di PlayStation Plus dovessero rivelarsi sufficientemente ambiziose, Sony potrebbe esplorare in modo più concreto un modello di business dimostratosi sempre più sensato negli ultimi anni.

Jim Ryan crede che al netto della loro importanza i servizi in abbonamento non influenzeranno il futuro del gaming tanto quanto i giochi live service, ma la realtà è che il colosso giapponese non ha ristrutturato "a caso" i propri servizi. In primis, gli attuali abbonati al PS Now diverranno utenti PlayStation Plus Premium. In generale, la compagnia vuole massimizzare l'engagement dei giocatori nell'ecosistema PlayStation e magari creare una base costante di revenue generata da una porzione ancor più consistente dell'utenza. D'altra parte - pur essendoci appassionati disposti a non perdersi i grandi blockbuster "prezzo pieno" al day one - sono in molti a scegliere, per svariati motivi, di attendere un abbassamento dei costi o di recuperare tutta una serie di prodotti in modo più vantaggioso: ecco perché quegli utenti potrebbero prendere in seria considerazione di abbonarsi a un servizio di qualità.

Proprio tramite il nuovo catalogo Sony potrebbe dare una più felice collocazione a grandi esperienze più di nicchia o particolari dal punto di vista ludico, si pensi ad esempio a Returnal o al Death Stranding di Hideo Kojima (non a caso troveremo entrambi nel catalogo al lancio). Il primo è un action roguelite di grande qualità ma è anche molto impegnativo, e di certo saranno in tanti a volerlo provare sapendo di poterlo "salutare" senza rimpianti economici. Diversa è la situazione di Death Stranding, un'opera sì unica e memorabile ma rivelatasi al contempo difficile da presentare con efficacia alla massa videogiocante, soprattutto se lontana dai capolavori del maestro giapponese.

Insomma, anche in questo caso gli utenti avrebbero la possibilità di mettere da parte alcuni pregiudizi o più in generale di scoprire le unicità del gioco senza un esborso diretto. Prima di concludere, ci teniamo a sottolineare che un servizio del genere potrebbe dare ancor più valore all'esistenza di PS5 Digital e quindi all'intero mercato digitale di PlayStation, perché finalmente la si potrebbe considerare come un punto d'accesso vantaggioso a un catalogo più strutturato.

Con ciò, allo stato attuale delle cose è impossibile fare delle considerazioni più specifiche sulle opzioni Extra e Premium, sia perché ne sapremo di più in prossimità del lancio, sia perché - come Jim Ryan ha ricordato - gli stessi elementi costitutivi del servizio potrebbero subire ulteriori modifiche in accordo coi mutamenti di quella che è una game industry in continua evoluzione, che peraltro ha già spinto Sony a operare scelte che fino a qualche anno fa sarebbero state letteralmente impensabili. In altre parole, è impossibile scartare del tutto un futuro con un PlayStation Plus ancor più simile al modello Game Pass, anche se a oggi - pardon, dal prossimo giugno - la realtà si configurerà su un'offerta comunque differente rispetto alla controparte Microsoft.