Press Start!: una trilogia di Ebook per videogiocatori nostalgici

Gratis per una settimana su Amazon, il libro "Press Start! Ai tempi della PlayStation avevo quattordici anni", firmato da Giuseppe Angelo Fiori.

Press Start!: una trilogia di Ebook per videogiocatori nostalgici
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di

Giuseppe non scrive su Everyeye da un bel po'. Ed è un peccato, perché i suoi pezzi sono di quelli che ti accompagnano anche quando hai chiuso la pagina. Mi ricordo che durante la Game Convention di Lipsia, nel 2008, fra una presentazione e l'altra buttava giù queste cronache di viaggio che aveva chiamato "Diario di un Videogiocatore Antico". Non poteva esserci titolo più azzeccato, perché Giuseppe è proprio così: uno di quelli che si trascina dietro una nostalgia preziosa, e che la usa per illuminare quello che gli sta intorno.
Quando mi ha detto di aver scritto una trilogia di libri dedicati ai videogiochi - anzi: ai suoi videogiochi - mi ha preso una curiosità quasi morbosa. Sono contento anche che mi abbia chiesto di "lanciare" la sua serie su queste pagine, che abbia accettato di scrivere la presentazione che state per leggere. È un po' come un cerchio che si chiude. Che poi sono quelle cose che piacciono a noi, antichi.
Il primo libro della trilogia, Press Start!, lo trovate gratuito per una settimana su Amazon. Buona lettura.

Introduzione a cura di Francesco Fossetti


«Qualcuno dovrebbe scrivere un libro sul disagio comune della nostra generazione: il trauma post-Final Fantasy VII/VIII e l'inutile speranza riposta nei titoli degli ultimi 14 anni di replicare quelle emozioni»
Questo è il commento che un utente che si chiama Lukeofdork lasciò sotto l'ultimo articolo di Giochi Vecchi.

"Giochi Vecchi" è il nome di una rubrica su adolescenza e videogiochi che scrissi per Everyeye per buona parte del 2014. È stata una serie di recensioni di giochi storici della PlayStation 1 e del Nintendo 64. I giochi che ho amato dai miei 14 anni fino ai 18. Resident Evil, Tekken II, Mario 64, Silent Hill, Gran Turismo, Final Fantasy VII (appunto), Metal Gear Solid, Street Fighter Alpha 3 e tanti altri. Non c'era nessun intento didattico, nessuna voglia di fare la lista definitiva dei giochi più belli degli anni novanta da cercare su qualche App Store. Giochi Vecchi era la storia della mia adolescenza, mascherata da recensioni di videogiochi.
Iniziai a scriverla ad inizio 2014: mi avevano appena licenziato e avevo deciso che volevo fare lo scrittore. Mi servivano però anche i soldi, così decisi di contattare l'unica persona che probabilmente mi avrebbe fatto avere qualche euro in cambio di un documento scritto con Word: Francesco, che poi è anche il responsabile editoriale di Everyeye.
Ci conoscevamo più o meno dal 2007, da quando scrivevo per Everyeye le recensioni dei giochi della Wii. Facemmo insieme anche una Game Convention a Lipsia. Il bello erano le feste delle software house: una volta ci invitarono in cima a un grattacielo con le ballerine e il free drink. E Francesco guarda, io quella tipa dell'ufficio stampa di non so quale publisher me la ricordo ancora, quella mulatta e bellissima, e mi ricordo anche di quanto sono stato timido e imbecille.

Insomma, storie dei decenni scorsi a parte, la mia rubrica Giochi Vecchi è stata un po' una truffa. Ho preso qualcosa che sapevo avrebbe funzionato (la nostalgia degli anni novanta) e ci ho buttato dentro tutto quello che mi ricordavo. E la cosa è andata bene.

È piaciuta, ha toccato i tasti giusti. C'erano quelli che l'avevano vissuto e quelli che l'avrebbero voluto vivere. C'erano quelli che mi dicevano che era inaccettabile non includere Xenogears, Parasite Eve, GoldenEye e chissà che altro. Vabbè.
Poi fra i commenti apparvero quelle due righe di Lukeofdork. «Il trauma post-Final Fantasy VII/VIII e l'inutile speranza riposta nei titoli degli ultimi 14 anni di replicare quelle emozioni». Per me è stata una rivelazione. Cazzo, è vero. Dopo Final Fantasy VII, il senso profondo del mio videogiocare è stato proprio questo. Un'inutile speranza di replicare quelle emozioni.
Poi il tempo è passato, Giochi Vecchi è stato dimenticato e io nel mio hard disk avevo una cartella che si chiamava come il commento di Lukeofdork. Una cartella piena di bozze, di false partenze, di tentativi di scrivere quel libro. Poi sono partito in viaggio, sono finito in Vietnam e avevo una stanza in affitto sopra un ristorante con vista sul mare, un posto che dalle dieci del mattino si trasformava in un forno. E lì ho scritto. Ho preso tutti i capitoli della rubrica Giochi Vecchi, l'ho smembrata, tagliata e ricucita. Da lì è nato "PRESS START!". Poi sono andato avanti nella storia, raccontando gli anni dell'Università. Altri diciannove capitoli che hanno dato vita a "CONTINUE?". E poi sono tornato indietro, ai tempi dell'infanzia (o forse a un periodo senza una chiara collocazione temporale): ventuno giochi che ho raccolto in "PLAYER 1". Questo è il mio lavoro. Una trilogia di ebook. Il trauma post-Final Fantasy VII/VIII e l'inutile speranza riposta nei titoli degli ultimi 14 anni di replicare quelle emozioni. Grazie Lukeofdork, maledetto nerd. Ci si vede negli slums di Midgar.