PS5: da Horizon Zero Dawn 2 a Bloodborne 2, ipotizziamo i giochi del primo anno

Manca ancora molto all'arrivo della next gen: quali potrebbero essere i giochi che accompagneranno la nuova console Sony nel suo primo anno di vita?

PS5: da Horizon Zero Dawn 2 a Bloodborne 2, ipotizziamo i giochi del primo anno
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Il futuro è là fuori. Inizia ad avanzare a piccoli passi, e si fa ogni giorno più vicino. In mezzo ad un manipolo di software house c'è chi sta costruendo l'avvenire tecnologico, l'incipit di una nuova era per gli hardware videoludici, l'avvento della prossima generazione di console. Sulla rete, frattanto, si affollano i rumor e crescono le aspettative: sebbene nei prossimi mesi molte produzioni di grande caratura continueranno ad affollare gli scaffali, la fame insaziabile di noi videogiocatori già ci spinge ad immaginare le meraviglie partorite dalle nuove piattaforme di gioco. Ancora non abbiamo messo le mani sui prodigi tecnologici di The Last of Us Parte II, né sui vaneggiamenti autoriali di Death Stranding che già la nostra mente corre verso orizzonti lontani, e ci invoglia a sognare ad occhi aperti.
Del resto, anche il web non fa altro che stuzzicare la nostra curiosità, con un numero sempre crescente di annunci di lavoro legati a progetti top secret, presumibilmente pensati per PS5. E mentre quei cagnacci di Naughty Dog, in base ad una recente voce di corridoio, dovrebbero essere all'opera su un titolo non ancora svelato, e Bethesda punzecchia l'hype dei fan con un teaser di The Elders Scroll VI, noi abbiamo provato a volare in alto con la fantasia, immaginando quei giochi che potrebbero far parte del primo anno di vita della next gen. Quello che segue è quindi solo un elenco privo di qualsiasi conferma ufficiale, basato soltanto sui desideri di chi continua incessantemente a sperare che il futuro arrivi il prima possibile.

Horizon: Zero Dawn 2

Guerrilla Games ha spesso associato il suo nome a quello della line up di lancio di una piattaforma a marchio Sony. D'altronde, il team di Amsterdam è sempre riuscito a dettare nuovi standard in termini di resa grafica, palesando a chiare lettere la potenza bruta degli hardware PlayStation. E se qualche anno fa ha mostrato i muscoli con la serie Killzone, dopo Shadow Fall lo studio ha deciso di prendersi una pausa dal genere shooter, tornando in pompa manga sulle scene con il bellissimo Horizon: Zero Dawn. Ed è proprio un sequel delle avventure "stonepunk" di Aloy il nostro sogno nel cassetto agli albori della next gen. L'universo imbastito da Guerrilla è estremamente vasto, ispirato ed ottimamente elaborato: un concentrato di suggestioni futuristiche e primitive, un immaginario che - ne siamo sicuri - ha ancora tantissimo da offrire alla platea videoludica.

E poiché il primo capitolo ha dato prova di enormi prodigi in termini tecnici, quale miglior modo di sfoggiare la forza di PlayStation 5 se non quello di condurci ancora una volta nelle affascinanti lande post apocalittiche di questo microcosmo virtuale? Immaginate un mondo di dimensioni più maestose, che reagisce con maggiore verosimiglianza alle sferzate del vento, al cambiamento climatico ed alle influenze delle stagioni dinamiche (qualcuno ha detto Forza Horizon 4?). Sognate inedite tipologie di creature artificiali pronte a popolare le praterie e le montagne, tutte animate fin nel minimo dettaglio e smembrabili in ogni arto meccanico che le compone. E poi ancora animazioni sempre più fluide, un'interattività ambientale più marcata ed un'IA dei banditi che si adatta con più credibilità alle nostre azioni, così da rendere più intriganti anche i duelli contro gli esseri umani. Già su PlayStation 4, l'epopea di Aloy, nell'esperienza di base e nell'ottimo DLC The Fronzen Wilds, rappresenta uno dei più alti traguardi grafici raggiunti dalle attuali console: con un motore potentissimo come il Decima Engine, l'alba delle nuove generazioni, osservata dagli occhi dei ragazzi di Guerrilla, potrebbe davvero lasciarci senza fiato.

Bloodborne 2

È vero: From Software è al lavoro sull'imminente Sekiro: Shadows die twice, ed ha anche in cantiere il promettente progetto VR Déraciné, ma siamo quasi certi che il genio di Miyazaki si sia già messo in moto per spalancare di nuovo i cancelli di Yarnham su PlayStation 5. In fondo, flebili sussurri, che riecheggiano nel mare della rete, hanno cominciato a diffondere la loro eco già da un po' di tempo, e l'annuncio ufficiale potrebbe non essere poi così tanto lontano. Conclusa la trilogia dei Souls, e sfogato il fisiologico bisogno di novità con una IP ambientata nel Giappone Feudale, arriverà presumibilmente il momento di ricondurci in pasto alla morte, inghiottiti da un vortice di orrori lovecraftiani.

Le opere del team nipponico non sono mai state realmente all'avanguardia sotto il profilo tecnico, ma poco importa: in titoli simili, a fare la parte del leone è principalmente un art design di grande impatto visivo, figlia di un'estetica contorta, perversa, lugubre ed inquietante. Al di là dell'ovvio incremento della modellazione poligonale, insomma, in un ipotetico Bloodborne 2 ci piacerebbe soprattutto scoprire quali nuovi orrori, visioni e panorami gotici verranno generati dalla fervida mente di Miyazaki, magari supportati da un frame rate pienamente stabile ed incrollabile, che ci permetta di goderci il combat system della serie al pieno delle sue potenzialità, nella gloria dei 60fps. Più che un incubo, sarebbe un sogno.

Il nuovo Assassin's Creed

Ancora non abbiamo finito di esplorare a menadito ogni anfratto dell'Antica Grecia in Odyssey che già i nostri polpastrelli fremono per avventurarsi in un nuovo viaggio a ritroso nel tempo. Com'era prevedibile, l'ambientazione del successivo Assassin's Creed è avvolta nel più totale mistero: in base a qualche chiacchiericcio sul web, in ogni caso, da un po' di anni si vocifera di un episodio che prenda il via nella Terra del Sol Levante, concludendo la trilogia iniziata con Origins.

fan art by Diego Velasquez

Nel 2019 di produzioni ambientate nel Giappone dei tempi antichi non mancheranno di certo, tra Sekiro e Ghost of Tsushima: eppure, stando alle dichiarazioni di Ubisoft, la saga degli Assassini tornerà sui nostri schermi soltanto nel 2020, una data che potrebbe facilmente avvicinarsi a quella dell'esordio della next gen, con tempistiche sufficientemente dilatate per farci smaltire l'abbuffata di mitologia nipponica che ci attende nella prossima annata. Quel che è certo, a prescindere dal setting, è che la serie seguirà il sentiero ludico imbastito dalle peripezie egiziane di Bayek: è molto difficile, insomma, che Ubisoft abbandoni le meccaniche ruolistiche degli ultimi due capitoli.

I giochi cross genPrima che PlayStation 5 fletta i muscoli, non mancheranno giochi capaci di spremere fino all'ultima goccia la forza residua della corrente generazione. Considerata la portata tecnologica di alcuni progetti, nonché la loro eco mediatica, è possibile che qualche tripla A già annunciato possa approdare sugli scaffali in un periodo di interregno tra le due console, così da proporsi come un titolo cross-gen. Oltre ai classici episodi annuali di serie come FIFA e Call of Duty, ci piace immaginare una duplice versione di The Last of Us Parte II, Death Stranding, Ghost of Tsushima e Cyberpunk 2077: giochi potenzialmente perfetti per fungere da "ponte" tra il presente ed il futuro del mondo videoludico.

L'arrivo dei nuovi hardware garantirebbe al team la spinta tecnologica sufficiente per risolvere alcuni problemi di natura grafica saggiati nei precedenti episodi, che pagavano lo scotto di una mappa davvero immensa. Ubisoft, in sostanza, potrebbe incrementare di gran lunga la vastità del mondo di gioco, catapultandoci all'interno di una location più estesa, densa e appariscente di quella ammirata in Odyssey. Il consolidamento delle dinamiche da GDR ed un affinamento delle logiche dell'esplorazione (che sia la cavalcata in sella ad un destriero o un più approfondito sistema di scalata dinamica) potrebbero rivelarsi quindi i punti chiave da cui erigere la nuova iterazione degli Assassini. Difficile, d'altro canto, aspettarsi un'altra rivoluzione simile a quella saggiata in Origins, ed è più probabile attendere un piccolo ma significativo miglioramento negli aspetti ancora un po' ruvidi del gameplay e del comparto visivo. Anche se non sappiamo dove l'Animus ci condurrà, noi stiamo già affilando i nostri shuriken.

Monster Hunter World 2

È indubbio che con Monster Hunter World Capcom abbia aperto le porte della saga anche al "grande" pubblico, quello che esula dalla nicchia di appassionati dell'arte venatoria virtuale. Un successo strepitoso, forse anche inaspettato, che ha dato al brand una vigorosa ripartenza, sia dal punto di vista ludico che "concettuale". Se rapportata alla formula degli episodi precedenti come Monster Hunter Generations Ultimate, ad esempio, la "svecchiata" al gameplay introdotta da World non può essere dimenticata né accantonata: ecco perché crediamo che Capcom si allinei sull'impalcatura ludica dell'ultimo capitolo per proseguire la vita del suo franchise, senza tuttavia dimenticare che, dal passato, c'è ancora qualcosa da imparare.

In particolar modo ci riferiamo alla vastità del bestiario, che meriterebbe un sostanzioso incremento, tale da avvicinarlo ai capitoli più ricchi della serie. Con le nostre armi in spalla, saremo dunque ben lieti di cooperare insieme ad altri giocatori per abbattere numerosissime creature leggendarie, le quali - ne siamo più che sicuri - verrebbero riprodotte con un'incredibile cura per le animazioni: già in World, infatti, le bestie, nonostante il loro design di stampo fantasy, erano state realizzate con un realismo impressionate, che si esplicava specialmente nell'impatto dei colpi, nel rantoli di dolore, nelle cariche di rabbia. E chissà quanta verosimiglianza potrà mai inscenare un Monster Hunter World 2 su console di nuova generazione. Ne nascerebbe un gioco davvero "mostruoso".

Starfield

Starfield è stato annunciato come un progetto next gen: si tratta della prima nuova IP di Bethesda nell'arco di 25 anni, nonché uno dei prodotti più ambiziosi della compagnia. Sebbene il team non abbia escluso a priori la possibilità di un'uscita sulle attuali console, questa enigmatica space opera si rivelerà con ogni probabilità il trampolino di lancio, per gli autori di The Elder Scrolls, verso le prossime generazioni. Benché condivida alcuni elementi tipici dei lavori di Bethesda, Starfield - nelle intenzioni dei suoi creatori - sembra essere un titolo rivoluzionario.

La sua lunga lavorazione, che viene portata avanti da ben 10 anni, potrebbe insomma concludersi non appena i successivi hardware verranno alla luce: rileggendo le dichiarazioni dello studio statunitense, non è da escludere che Starfield possa proporsi come un nuovo metro di paragone non tanto per gli standard grafici, quanto più sotto il profilo del gameplay. In fondo, la next gen sarebbe anche questo: non soltanto semplice sfoggio di potenza visiva, ma anche un terreno vergine su cui erigere le fondamenta di un nuovo modo di giocare. Che la costellazione della creatività possa vegliare su Bethesda.

Beyond Good & Evil 2

Beyond Good & Evil 2 profuma di nuova generazione. Ne possiamo avvertire la potenza, l'ambizione, la volontà di valicare i confini del gaming moderno. Chiunque abbia avuto il piacere di vederlo in azione non sarà certo rimasto indifferente dinanzi al concpet del titolo di Ubisoft. Una incommensurabile avventura spaziale che non conosce limiti, in cui è possibile muoversi senza soluzione di continuità dalle stanze di un laboratorio sotterraneo sino alle vette del cosmo, al di là del sistema solare, il tutto senza interruzioni né caricamenti.

Una forma di esplorazione mai sperimentata prima d'ora, dove in un lampo passeremo dalle strade di una città brulicante di abitanti alle distese nebulose della galassia. Un "open universe" dalle proporzioni gargantuesche, che sinceramente fatichiamo a concepire su un hardware attuale. Ecco, questo è esattamente ciò che intendiamo quando parliamo di "nuovi modi di giocare": senza fossilizzarsi soltanto sul frame rate, sulla risoluzione o sull'HDR, a prescindere dalla qualità delle texture o della mole poligonale, la next gen potrebbe fornire il concime necessario con cui coltivare il coraggio per sperimentare, innovare e sognare sempre più in grande.